Ritratti Italiani
A tavola con i protagonisti di un Paese meraviglioso e complicato.
- 256 pagine
- Italian
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- Disponibile su iOS e Android
Informazioni sul libro
Industriali e banchieri, servitori delle istituzioni e accademici, uomini dello spettacolo e della cultura, umanisti e scienziati, laici e cattolici.Personaggi noti, colti nei loro lati più inediti, e personalità che, invece, in pochi conoscono.In questo libro Paolo Bricco ha costruito una galleria di ritratti che permette di andare al cuore delle persone e che consentedi capire che cosa sia oggi il cuore dell'Italia. Ognuno di loro ha una storia di successi e di fallimenti, di paure e di speranze, di dolori e di felicità, di passato e di futuro. Tutti questi ritratti compongono la storia corale di un'Italia impegnata in un'eterna transizione e sempre in bilico fradeclino e trasformazione.Un Paese qualche volta feroce prima di tutto verso se stesso, ma non di rado caratterizzato da slanci di generositàverso gli altri.Un Paese meno centrale e importante di un tempo, in una crisi profonda, ma ancora animato da una vitalità e da una capacità di mutarepelle che sono lo specifico dell'enigma italiano.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Copyright
- Indice
- Prefazione
- Maria Cristina Messa. «La nuova trincea dei ragazzi della “classe ’99”»
- Gianluigi Gabetti. «Il ’900 fra finanza, cultura e l’Italia che aveva un posto nel mondo»
- Mario Moretti Polegato. «Meno fabbriche e più idee, il Paese va tutto ri-brevettato»
- Carlo Rovelli. «Il fisico che gioca d’azzardo con il tempo»
- Giuseppe Zampini. «Dalla scuola dell’Iri al capitalismo globale»
- Irene Enriques. «Facciamo coesistere carta e web»
- Piero Maranghi. «Io, mio padre, i suoi amici e nemici»
- Federico Marchetti. «La libertà dall’ossessione del controllo»
- Donatella Cinelli Colombini. «Le donne, il vino e le imprese»
- Walter De Silva. «Amo l’Alfa, per lei potrei vacillare»
- Massimo Banzi. «Manifattura Italia Open Source»
- Alessandro Sannino. «C’è un pezzo di Boston in Salento»
- Maria Teresa Mascarello. «Italia senza gusto di barrique»
- Claudio Domenicali. «Io, i tedeschi, Dovizioso e la fabbrica»
- Roland Berger. «Io, Pasolini e i Paesi delle fabbriche»
- Massimo Della Ragione. «L’Italia si alzi e torni a ballare»
- Antonio Bevilacqua. «Essere italiani a volte ha un costo»
- Vincenzo Cesareo. «Il corpo a corpo con la storia dell’Ilva»
- Gianni De Gennaro. «Noi capicarovana ciechi con la bussola Usa»
- Giuseppe De Rita. «La nostra Italia, nonostante tutto»
- Franca Valeri. «La Signora dell’ironia non feroce»
- Nicola Amenduni. «Il mio secolo d’acciaio, di storia e di futuro»
- Maurizio Cattelan. «Fare arte è come possedere le menti»
- Carlo De Benedetti. «La versione di CDB: “Io e la Olivetti”»
- Lavinia, Lorenza e Veronica Manfrotto. «L’indispensabile inventiva nel mestiere del libraio»
- Stefano Buono. «La scelta di “Mr 3.9 billions”»
- Giannola e Benito Nonino. «Natura, storia e il lavoro dell’uomo, il distillato della “ricetta Nonino”»
- Marco Mazzucchelli. «Non mescolarsi troppo col potere, prima “diversity” da avere in Italia»
- Suor Rita Giaretta. «La silenziosa lotta alla schiavitù di strada di Suor Rita, Sorella Africa»
- Renzo Rosso. «La versione di RR: “I big player? Sì, ma cane veloce batte cane grande”»
- Michele De Lucchi. «Senza la committenza, provo a superare i limiti della conoscenza»
- Massimo Bottura. «Il successo? Anima contadina e arte, zero sprechi e misteriose astrazioni»
- Albiera Antinori. «Custodiamo la terra per lasciarla migliore di come l’abbiamo trovata»
- Giuseppe Guzzetti. «Il mio cattolicesimo sociale, la cascina e i contadini analfabeti»
- Nino Tronchetti Provera. «Ambienta sceglie la terza via. Raccolta record del nuovo fondo»
- Andrea Pontremoli. «Fare impresa perché abbia un senso in sé, per gli altri e per la comunità»
- Paolo Conte. «Io, i ragazzi d’oggi e quell’Italia così vitale sulla Topolino amaranto»
- Romano Prodi. «Se la globalizzazione va in crisi, il Made in Italy rischia di crollare»
- Gaetano Micciché. «Il crocevia tra la Palermo di Guttuso e la Milano della grande finanza»
- Vittorio Colao. «Il guaio della globalizzazione? Ha creato un mondo piatto»
- Toni Servillo. «Sono affascinato dall’abisso dell’io, ma il mio teatro è fondato sul noi»
- Alberto Bombassei. «Con l’auto elettrica è a rischio un milione di occupati in Europa»
- Paolo Scaroni. «Io manager delle public company, fra Italia e mondo mai sotto padrone»
- Carlo Ginzburg. «Le fake news ci sono sempre state. La difesa è nelle biblioteche»
- Suor Alessandra Smerilli. «L’economia ripensi se stessa per ritrovare la sua vera anima»
- Jeffrey Schnapp. «L’Italia ripartirà con modelli sociali generati da innovazioni culturali»
- Guido Gobino. «Il lusso della gola è artigianale: il Made in Italy prospera in bottega»
- Monsignor Mario Delpini. «Milano vive una fase di prestigio, ma ha bisogno di umiltà e speranza»
- Antonio Sellerio. «Io, l’amore dei Sellerio per i libri e un’avventura che dura da 50 anni»
- Sir Rocco Forte. «Italia declinazione perfetta del lusso. Strategica anche per il mio cuore»
- Lino Cardarelli. «Io, gli americani e la ricostruzione dell’Iraq distrutto dalla guerra»
- Giovanni Arvedi. «Il Cavaliere testardo e innovatore capace di arrotolare anche l’acciaio»
- Paolo Basilico. «Dal Far West alla finanza moderna, in mezzo agli squali senza esserlo»
- Giulio Terzi di Sant’Agata. «Reti e Big Tech hanno mutato la geopolitica e il cuore degli uomini»
- Paolo Mongardi. «La lunga marcia delle coop, avanguardia della manifattura»
- Gino Paoli. «Non siamo più il popolo del dubbio, dobbiamo tornare a essere noi stessi»
- Enrico Vanzina. «L’ignoranza e l’incompetenza sembrano diventate dei valori»