I-KILL: passato e presente dei killer professionisti
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I-KILL: passato e presente dei killer professionisti

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I-KILL: passato e presente dei killer professionisti

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Informazioni sul libro

Dalle sue mitiche origini nell'Antico Testamento passando attraverso il Giappone feudale, la Sicilia mafiosa e i giorni nostri: un affascinante viaggio nel mondo segreto dei Killer Professionisti, ripercorso nei suoi momenti chiave, che accompagna il lettore fino al contraddittorio presente. Che siate eccitati dalla prospettiva o atterriti al pensiero, sappiate che il killer professionista cammina tra noi, in tutti i modi, alcuni apparenti, altri velati. Ed è proprio in questa opacità inquietante ma avvincente che Forbus punta il faro dell'analisi.– David Inglis, Rettore del Dipartimento di Sociologia presso l'Università di Aberdeen, Gran Bretagna

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Informazioni

Anno
2018
ISBN
9788833462486
Categoria
Criminologia
Capitolo II
Il Killer nella Storia
Oltre 10.000 anni fa, la straordinaria invenzione dell’agricoltura rivoluzionò il destino della razza umana. Il passaggio da un’esistenza nomadica a una società stanziale comportò l’inevitabile complicazione dei bisogni e dei meccanismi in essere nella nostra comunità. Un capo tribale non era più in grado di rispondere alle esigenze di una popolazione in costante crescita e sempre più variegata, così che venne costituita una struttura politica sotto l’egida della religione.
Aspetti come l’arte, la cultura, la legge, la religione e la scienza, ossia tutto il campionario di elementi che ci caratterizza come esseri umani ‘civilizzati’, si svilupparono di pari passo. Nel frattempo la raccolta e lo stoccaggio delle eccedenze agricole crearono la prima forma di accumulazione conosciuta e, di conseguenza, la ricchezza1. Questa forma rudimentale di ricchezza diede origine al mercato in cui le persone potevano scambiare beni con altri beni o servizi, finché intorno al 5.000 a.C. fecero la loro comparsa le prime monete, che sostituirono la pratica del baratto con quella, in vigore tutt’oggi, dell’acquisto in cambio di denaro. La rapida evoluzione della ricchezza e del potere non fu però accompagnata da una eguale crescita del sistema giudiziario, che rimase a lungo incapace di offrire una diffusa giustizia sociale. Per sopravvivere in una società spietata, le fasce più povere della popolazione finivano per indebitarsi, dovendo così rinunciare anche ai diritti più basilari per condurre esistenze marginali e al limite della sopportazione. In altri casi, un’invasione straniera era in grado di asservire un’intera popolazione in schiavitù.
Tale fu il tragico destino del popolo israelita intorno al XII secolo a.C., epoca in cui i Moabiti conquistarono la terra di Israele e iniziarono un periodo di oppressione. Sotto la dominazione moabita, gli israeliti furono costretti a pagare tributi e servire i loro padroni stranieri come schiavi. Quando nel loro cuore non albergava più speranza, un uomo di nome Eud si fece avanti per liberarli dal giogo moabita. Secondo il Libro dei Giudici, Dio scelse personalmente Eud per via del suo essere mancino, caratteristica che gli avrebbe consentito di occultare un pugnale a doppio taglio sulla sua coscia destra2 e superare indisturbato le guardie di Re Eglon. Una volta che fu alla presenza del Re, Eud affondò l’arma nella sua pancia3, uccidendo così il sovrano e portando a termine la dominazione moabita. L’assassino non poteva certo immaginare che la sua impresa era destinata a diventare la prima di una lunga lista di famosi assassinii, tanto che il suo nome è oggi noto come quello del primo sicario di cui serbiamo memoria scritta.
In quel periodo storico, l’assassinio serviva i capricci della politica e della religione, interessi che spesso combaciavano. Il contratto per uccidere non si limitò alla sola terra di Israele, ma nei secoli fu utilizzato da uomini senza scrupoli in ogni parte del globo per ottenere il potere o sovvertire l’ordine costituito. A dimostrazione di ciò, ecco una breve e non esaustiva lista di famosi assassinii, sia riusciti che falliti, che hanno lasciato il segno.
Nel 227 a.C., nella lontana Cina, uno studioso e abile spadaccino di nome Jing Ke, proveniente dallo stato di Wei, si rifiutò di diventare uno schiavo al servizio dello stato di Qin e, con la benevolenza del suo re, tentò di assassinare l’imperatore. La missione, tuttavia, fallì e l’assassino fu giustiziato4. Inutile dire che se il tentativo di Jing Ke avesse avuto successo, l’intera storia della Cina avrebbe potuto seguire un percorso diverso.
L‘anno 44 a.C. marca probabilmente il più famoso assassinio della storia: l’omicidio di Gaio Giulio Cesare, dittatore di Roma, per mano di diversi senatori tra i quali spiccavano, come principali cospiratori, Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino (Svetonio5, 109 a.C.). L’assassinio di Cesare provocò la fine della Repubblica Romana.
Uno dei primi omicidi di cui si possiede testimonianza scritta, perpetrato da un individuo specificamente addestrato ad uccidere bersagli prestabiliti, risale al 1092 d.C., quando il potente visir selgiuchide Nizam al-Mulk fu eliminato da un assassino a Baghdad. Il visir divenne la prima vittima di una setta radicale dell’Islam conosciuta come Ismailismo, che attraverso una fatale combinazione di omicidi mirati e diplomazia riuscì a ricoprire un ruolo di primo piano nella turbolenta struttura politica della Persia e del Medio Oriente per i successivi duecento anni6. Talmente infami furono le macabre imprese di questa setta, che il loro appellativo Asasyun – che letteralmente significa ‘persone fedeli agli Asā’ (fondamento di fede) – giunse a denotare, nella sua equivalente parola inglese, ‘colui che uccide con un attacco a sorpresa, specialmente colui che realizza un piano per uccidere una persona di spicco7’. In Italia è invece erroneamente diffusa la credenza secondo cui la parola assassino derivi da hashashin, in arabo ‘fumatore di hashish’, per via dell’uso che, secondo alcune fonti, ne facevano gli Asasyun8.
Incisione di Hassan-e Sabbah, meglio noto come il Vecchio dalle Montagne, leggendario signore della setta degli Asasyun, XIX secolo.
La reale innovazione che gli Asasyun portarono a questa sinistra professione fu il loro dislocamento, anche in luoghi assai lontani dalla base, per cui intraprendevano lunghi e pericolosi viaggi. Una volta che l’Imam – il capo della comunità religiosa musulmana, la Umma – assegnava un bersaglio all’assassino, questi raccoglieva il necessario e, balzato in sella a un cavallo, partiva verso la sua destinazione. Così, evitando le città e fermandosi lungo la strada in fortezze controllate dalle comunità alleate degli Ismaili, l’assassino si spingeva fino in Siria, Palestina e Afghanistan per effettuare un colpo9. Le analogie con moderne organizzazioni terroristiche quali l’ISIS, seppure con le dovute distinzioni, sono straordinarie. Una volta raggiunta la sua destinazione, l’assassino normalmente beneficiava di una rete segreta di Ismaili presenti nell’area, grazie ai quali avrebbe appreso quando e come colpire.
La meticolosità con cui gli assassini portavano a termine le loro missioni includeva studi comportamentali e linguistici. A titolo di esempio, basterà ricordare il famoso omicidio del re di Gerusalemme Corrado di Monferrato, nel 1192: travestiti da monaci cristiani, due assassini attaccarono Re Corrado, pugnalandolo a morte davanti alle sue guardie. Sotto tortura, gli assassini affermarono che il colpo era stato ordinato da Re Riccardo Cuor di Leone, ma il re d’Inghilterra declinò ogni responsabilità in merito. Il coinvolgimento di Riccardo nell’assassinio di Corrado è ad oggi materia di dibattito tra gli studiosi; se la confessione degli assassini fosse vera, non solo l’intera storia dell’Occupazione Cristiana della Terra Santa dovrebbe essere riscritta, ma – fatto ancor più rilevante per questo testo – la Setta degli Asasyun assumerebbe una connotazione ben diversa, tale da farli rassomigliare a un gruppo di killer professionisti freelance piuttosto che a una setta religiosa. Tuttavia, lo storico britannico-americano Bernard Lewis, considerato un...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione
  2. Abstract
  3. Introduzione
  4. Il Killer nella Storia
  5. Vita di un killer
  6. Tratti di un killer
  7. Postmodernità
  8. Conclusione
  9. Bibliografia e Sitografia