Affunn'

Andrea Rega

• Editore: Ali Ribelli Edizioni
• Anno: 2019
• ISBN:
  9788833463872
• Argomento: Literatura
• Categoria: Poesía italiana

Ecco entrare in scena Affunn’ con il suo antieroe e il suo canto al rovescio; un fine che lieto non è; e parla la lingua del volgo, del folle, di colui che guarda il castello e, nell’intimo del proprio cuore, gli preferisce la palude.
Poesia in dialetto fondano e testo in lingua italiana, corredata da note. Andrea Rega è diplomato presso l’Accademia d’Arte Drammatica del Lazio, laureato presso il DAMS di Roma Tre, è attualmente co-fondatore e vicepresidente dell’Associazione “Fonderie delle Arti – Signor Keuner” con sede in Fondi (LT), dove porta avanti progetti di laboratori teatrali e spettacoli. Collabora con vari istituti scolastici della zona in qualità di esperto esterno, e collabora con il sito “Theatron 2.0” con il blog “L’Angolo del Sig. Keuner”. Dal 2018 collabora con Ali Ribelli Edizioni come interprete e consulente audiolibro.

Affunn’

Funn’1.

È il paese dove sono nato.

Ognuno deve avere una patria,

ognuno deve avere una casa,

e la sorte mi ha dato

questa palude di morte.

Affunnat’2.

È una sensazione

che nasce dal cuore,

quando ti senti affogare

senza cadere dentro l’acqua,

e senti il fango che arriva

fino in bocca, e non ti fa parlare.

Affunnament’3.

È questa catena che mi porto al collo,

mi tiene attaccato a questo cielo

e mi fa sprofondare

dentro questa pianura.

Così come fanno con le ciammott’4,

che prima di essere cucinate

devono rimanere appese una settimana

per spurgarsi, fino a quando

non muoiono, come se fosse

una tortura, perché se le lasci

dentro la pentola, le lumache

si mangiano la merda che cagano,

e quando te le vai a mangiare,

ti mangi anche la merda loro.

Così vorrei fare io:

mi vorrei spurgare di tutti i pensieri

cattivi che mi intasano

l’intestino, così quando

mi mangeranno, non avrò questi

affanni maledetti dentro le viscere.

Deve finire tutto quanto,

deve finire questo tormento,

deve finire questo lento affogare

che mi leva il respiro

e non mi fa ragionare.

Affunn’.

Affunnat’.

Affunnament’.

Non si scappa

da questo

tormento.

Io non pensavo

Che si potesse soffrire così

Tanto sopra questa terra.

Una terra infame, invasa, squattrinata,

sembra una tomba enorme,

dove ci entri appena nato

e non ne esci più.

Una fossa allargata,

piena di plastica e sporcizia,

una fessa squartata,

piena di acqua e di malattie,

da dove tutti quanti siamo usciti.

Sarebbe stato meglio che me ...

Indice dei contenuti

• Nota dell'Editore
• Introduzione
• Affunn’
• Affunn’