C'era una volta e una volta non c'era
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C'era una volta e una volta non c'era

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C'era una volta e una volta non c'era

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Informazioni sul libro

C’era una volta e una volta non c’era’ è una storia che inizia quando finisce, fa ridere perché fa piangere, turba mentre rassicura. I protagonisti sono le nostre facce. Li conosci e riconosci dentro giochi di parole, assonanze discrepanti, metafore che solleticano immaginazione, umorismo e fantasia.

Domande frequenti

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788833466194
APPARTATO RISCONTRO
La facoltà di Ingegneria era tosta, se lo aspettava.
Oltre agli esami, si propagavano lezioni e laboratori obbligatori che iniziavano bah e finivano boh..., professori impetuosi riempivano lavagne intere a velocità turbo, cancellavano, e ricominciavano inderogabili, quando rileggevi gli appunti, assodato, avevi coniato un idioma nuovo.
E gli studenti... i più simpatici salutavano e bona lè.
Il primo giorno si ritrovò alle sette e trenta, gradinata di ponente, ammassata a tre ragazzi identico sguardo allibito e assonnato.
Simone, ricciolo, nuotatore, brillante.
Massimiliano, piazzato, timido, comico.
Greta, dark, pacata, saggia.
Non potevano che diventare alleati.
Combattevano gli zombie secchioni usando l’unico stratagemma possibile: un’ilare, reverenziale presa per il culo.
Furono immediatamente isolati dalle caselle di merito e dovettero infradiciare decine di camice per recuperare minuti di crittografie perdute in cambio di una colazione rilassante.
Si trovavano per studiare in qualsiasi posto, dal parco, all’appartamento di Gre, al pub, al fiume.
Il biennio di ingegneria è uguale per tutte le specializzazioni successive, le materie rappresentano i mattoni di un palazzo. Quello che vuoi sapere lo scoprirai se ti va bene al terzo anno.
Fay si alzava alle 5,30 prendeva la macchina oppure la corriera, entusiasmo fittizio, obbediva al mestiere.
Le scelte erano tra abbordare Sandra e Sandro (i Sandri) in centro, la sua preferita, non poteva però essere la regola, o andare da Michele e il convivente, in centro, ma per lui valeva che dovesse essere sporadico.
La consuetudine era ricollocarsi a Gran Burrone.
Là Betti, in ginocchio, rosicchiava linfa estratta da bozzoli al cianuro.
E Piero, su due piedi, abbatteva il pesco più bello del reame.
Elisabetta assomigliava tanto a Patrizia.
Vederla tormentare la bottiglia sbiascicando, bruciare la cena, dare ai cani il cibo delle capre, catturata da colluttazioni inquisitrici, provocava continui, devastanti flashback nel risoluto cervello della nipote.
Si rinnovava la responsabilità di voler aiutare qualcuno che ami agevolando la colossale impotenza.
La collera imbriglia i prestigiosi legamenti, gli uncini scorticano gli emblemi inflessibili.
“Questo è un gallo, fammi il lupo! Hai la magia!”. Pagaia.
Allo zio non aggradava Michele, si permetteva di lanciare nei rovi le chiavi della Panda (bianca 4X4, che aveva preteso Fay gli comprasse con parte dei risparmi di Norma, 4,5 milioni di lire) pur di tenerla prigioniera, gettava a terra la scodella di minestra che la moglie era riuscita a preparare, poco sale! prendeva a calci gli animali, pretendeva ordine dando ordini.
Dopo di che portava a mo’ di scusa un bouquet, un gioiello, una scusa.
L’importante è chiedere scusa?
Un piano. Serviva un buonissimo piano. Un piano consono.
Spartano, che pullulasse di spartiacque, canonico.
Capire e reagire.
La saga dell’agire, da apprendista.
Zittisci il pinco pallino stolto del lobo temporale, ingaggia lobi parietale e occipitale a comizio, pretendi dai solchi longitudinale e centrale una strategia lecita, ed infine obbliga le circonvoluzioni esterrefatte alla mischia.
Aveva 18 anni. La patente. La macchina. Una rendita della durata legale degli studi universitari di 1,1 milioni di lire eredità di Daniele in quanto professore. Un fidanzato deciso e gentile. Qualche amico/a. Sandra e Sandro (Bologna-Calabria in roulotte quando era alta 80 cm, il Mulino, le lucciole, la bicicletta a lido di Spina, le attese fuori dalla discoteca, i pranzi e le cene genuine, il circo, la cura...) che si meritavano la goduria della pensione in vista.
Vien da sé... Cerco un lavoro, affitto una mini-magione e saluto todos!
E Betti? La zia Betti? Posso tralasciarla?
Mi ha preso con sé quando Daniele è morto, ha retto la morte di una sorella sfigurata dalla vita, si è innamor...

Indice dei contenuti

  1. DAVANZALE INSOLENTE
  2. MENAGRAMO/MELOGRANO
  3. TIC TAC TIC TOC
  4. CONTRADDIRE IL VERDETTO (CONTRADDETTO)
  5. EMORRAGIA
  6. BRANCHI, STORMI, MANDRIE
  7. LENTE D’INGRANDIMENTO
  8. IL RISCATTO DELL’ANCORA
  9. IL COMMIATO
  10. TROPPI ELENCHI?
  11. PARAPIGLIA
  12. IMPERATIVO VANO
  13. CON PERMESSO
  14. LA DOTE IN TUTA
  15. APPARTATO RISCONTRO
  16. TENTATIVO COERENTE
  17. EN PLEIN
  18. AFFANNO RUVIDO
  19. NICCHIA
  20. DI NUOVO NUOVA