Ferrara nell'Unità d'Italia e nella Grande Guerra
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Ferrara nell'Unità d'Italia e nella Grande Guerra

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Ferrara nell'Unità d'Italia e nella Grande Guerra

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Informazioni sul libro

Questo libro raccoglie due rari interventi dello storico Paolo Sturla Avogadri: "I Ferraresi nell'Unità d'Italia" (che comprende l'interessante e ben documentato 'Alcuni personaggi e strade') e il prezioso "Il ruolo pioniere di Ferrara nell'assistenza socio-sanitaria nella Grande Guerra". Entrambi compilati con la consueta puntigliosa dovizia di particolari.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788835857402
Argomento
Storia

IL RUOLO PIONIERE DI FERRARA NELL’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA NELLA GRANDE GUERRA

Forse per un’inconscia preveggenza o per pura e semplice combinazione, il 17 maggio 1914 a Ferrara si inaugurava la grande esposizione del Materiale della Croce Rossa. Infatti, a distanza di poco più di un mese, a Sarajevo il 28 giugno, con l’attentato mortale all’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e alla consorte Sofia von Chotek, si sarebbero verificati i tragici presupposti per lo scoppio della “Grande Guerra” che avrebbe insanguinato fino alla fine del 1918 tutt’Europa, Italia compresa.
La grande mostra, ospitata in una piazza Ariostea non ancora trasformata nell’attuale forma a “catino”, oltre al compiacimento di poter mostrare alla cittadinanza le attrezzature, le dotazioni e il personale componente la sezione ferrarese di questa benemerita Istituzione, era finalizzata al proselitismo e in particolare a incrementare ulteriormente la partecipazione femminile nel Corpo, di recente formazione, delle Infermiere Volontarie ovvero delle Dame di Croce Rossa, affettuosamente e convenzionalmente chiamate “Crocerossine”.
La Croce Rossa, come si sa, pur se l’ispirazione aveva radici ben più lontane, era sorta con la Convenzione di Ginevra del 22 Agosto 1864 (alla quale aderirono i rappresentanti di ben 16 nazioni e successivamente sarebbe stata riconosciuta da tutto il mondo), all’indomani della sanguinosa battaglia risorgimentale di Solferino/Castiglione delle Stiviere, col proposito di “ migliorare le sorti dei militari feriti negli Eserciti di Campagna” e conferir loro lo status di “neutralità”. Venivano così, finalmente, coronati da successo gli sforzi e l’abnegazione dell’italiano Ferdinando Palasciano e dell’inglese Florence Nightingale.
L’Italia di allora si mostrò zelante e sorprendentemente sollecita: con un anticipo di oltre due mesi sulla ratifica ginevrina, il 15 giugno era nato il Comitato milanese dell’ Associazione Italiana per il soccorso dei feriti e dei malati in guerra. E con la 2 a Battaglia di Custoza (24 giugno 1866) e l’epico “Quadrato di Villafranca” avveniva il “battesimo del fuoco” delle Squadriglie di soccorso della Croce Rossa Italiana. Ma, mentre a macchia d’olio spuntavano in tutt’Italia i Comitati di Croce Rossa, se ne modificavano statuti e regolamenti estendendo l’assistenza anche ai civili coinvolti in eventi bellici o colpiti da epidemie e calamità: un’antesignana della Protezione Civile.
Al riguardo il Comitato ferrarese poteva ben considerarsi un veterano: già prima del 1914 si era fatto onore prestando i soccorsi per il terremoto in Calabria, per l’epidemia di colera nella provincia di Rovigo (dove morì per contagio anche il milite C.R.I. ferrarese Leonardo Forelli, che fu sepolto nel cimitero di Porto Tolle) e durante la guerra coloniale di Libia.
Così, alle 16 di quel radioso pomeriggio domenicale di maggio “ alla presenza delle Autorità civili e militari, di un pubblico eletto di invitati, di numerose rappresentanze di Associazioni cittadine, di Picchetti di tutte le Armi del Presidio, di gran numero di Soci e Dame dell’umanitaria Istituzione” (Gazzetta Ferrarese, 18 maggio 1914) aveva inizio la manifestazione. Ma, oltre alle associazioni tuttora esistenti, come Croce Rossa, Croce Verde, Carabinieri in congedo, ecc., ne figuravano altre, con le relative bandiere, che oggi potrebbero destare non poca curiosità e meraviglia: “ Facchini, Corale Orfeonica, Croce Verde di Pontelagoscuro, Reduci P.B., Reduci Garibaldini, Studenti Universitari, Cuochi e Camerieri, Barbieri e Parrucchieri, Muratori, Corale Frescobaldi, Consociazione Mutua, Società Operaia Cattolica, Circolo di Scherma, Corale Bellini e non mancavano neppure, fra le autorità e i maggiorenti, i presidenti degli Ospizi marini e della Società contro l’accattonaggio (sodalizio, quest’ultimo, assai auspicabile oggi!).
Il servizio d’ordine era assicurato dalle Guardie di P.S. e municipali, mentre i picchetti delle varie Armi (Lancieri Aosta, Fanteria e Finanza) “ erano schierati in gran semicerchio a tergo della tribuna dell’oratore e davanti a questo la massa degli invitati, una folla elegante nella quale predominavano centinaia di Signore e Signorine […] . Una salva d’applausi saluta l’oratore (l’avvocato Umberto Avogadri, ufficiale commissario CRI) alla chiusa dell’efficientissimo suo discorso e si disperde nel vasto prato a visitare le tende, le baracche e tutto il magnifico materiale di cui dispone la Sezione della nostra Croce Rossa”: l’Ospedale da campo n. 57, composto da 16 tende con 50 letti e tende per i medicinali, per i ferri chirurgici, per la cucina, per i servizi religiosi, per gli ufficiali infermi e d’isolamento per gli ammalati. E inoltre un posto di pronto soccorso mobile e due ambulanze da montagna, delle quali una someggiata da muli (che nella mostra, pur essendo … di legno e impagliati, assolvevano ugualmente bene il loro compito).
Poi, a distanza di un anno dalla citata Grande Esposizione, in quel fatidico 24 Maggio 1915, mentre “ il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti” italiani che si accingevano a contrastare le agguerrite armate austro-ungariche, nella nostra città il Comitato Provinciale della Croce Rossa continuava la sua fervida attività onde poter degnamente soddisfare l’inevitabile e ormai imminente invocazione di solidarietà e aiuto che si sarebbe incessantemente protratta fino al 4 novembre del 1918 e oltre.
Infatti, quella manifestazione espositiva e l’appassionata allocuzione dell’oratore ufficiale dovettero essere state ben efficaci perché, appunto, a distanza di appena un anno, gli organici e le attrezzature della Croce Rossa ferrarese erano, a dir poco, raddoppiati.
Ma non basta” - è pubblicato sull’ormai prezioso volume “Ferrara per i soldati d’Italia” edito nel 1916 - “ Ferrara non vuole rimanere seconda alle città consorelle nella benefica gara e pensa anche di provvedere all’assistenza ai feriti”.
Caso volle che, nel frattempo, si stesse ultimando, “ mercé il munifico intervento della Cassa di Risparmio”, la costruzione del nuovo Ospedale Civile “nel tratto da Giovecca al Macello”, che avrebbe sostituito l’antico “Sant’Anna” che ancor...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. FERRARA NELL’UNITÀ D’ITALIA E NELLA GRANDE GUERRA
  3. Indice
  4. Intro
  5. I FERRARESI NELL’UNITÀ D’ITALIA
  6. ALCUNI PERSONAGGI E STRADE
  7. IL RUOLO PIONIERE DI FERRARA NELL’ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA NELLA GRANDE GUERRA
  8. ​BIBLIOGRAFIA
  9. Ringraziamenti