Lo Gnosticismo
eBook - ePub

Lo Gnosticismo

Storie di antiche lotte religiose

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Lo Gnosticismo

Storie di antiche lotte religiose

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Lo gnosticismo è stato un movimento filosofico, religioso ed esoterico, a carattere iniziatico, molto articolato e complesso, presente nel mondo ellenistico greco-romano, la cui massima diffusione si ebbe tra il II e il IV secolo d.C. Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (γν?σις), cioè «conoscenza», che era l'obiettivo che esso si poneva. Il termine gnosticismo venne coniato da Henry More nel 1669,con esplicito riferimento al vocabolo greco «gnosi» utilizzato nell'antichità dai seguaci del movimento. Ernesto Buonaiuti (Roma, 25 giugno 1881 – Roma, 20 aprile 1946) è stato un presbitero, storico, antifascista, teologo, accademico italiano, studioso di storia del cristianesimo e di filosofia religiosa, fra i principali esponenti del modernismo italiano. Scomunicato e dimesso dallo stato clericale dalla Chiesa cattolica per aver preso le difese del movimento modernista, fu prima esonerato dalle attività didattiche, in base ai Patti Lateranensi tra Chiesa e Regno d'Italia, e poi privato della cattedra universitaria per essersi rifiutato, con pochi altri docenti (appena dodici), di giurare fedeltà al regime.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Lo Gnosticismo di Ernesto Buonaiuti in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Teologia e religione e Religione. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Passerino
Anno
2020
ISBN
9788835853268

Le fonti.*

A chi dà un'occhiata, sia pure superficiale, alla discussione critica che l'Harnack consacra alla letteratura gnostica nel 1° e 2° volume della Geschichte der altchristlichen Litteratur , appare come questa letteratura sia una delle più copiose, delle più varie che si possano immaginare (I, p. 143-231; II, 533-541). Purtroppo delle numerosissime opere che hanno esposto o hanno confutato le dottrine gnostiche, e sopratutto delle prime, moltissime sono andate smarrite.
E se ne capisce il perchè: lo gnosticismo, se ha compromesso al secondo secolo l'esistenza del cristianesimo, non è stato tanto per il numero de' suoi seguaci, quanto per la qualità di questi. Lo gnosticismo, fenomeno essenzialmente aristocratico, non è uscito dalle file delle classi elevate e colte, di cui tuttavia alcuni apologisti han creduto di dover compiere la conquista, per assicurare il trionfo evangelico.
Sicchè le opere gnostiche non sono state molto ricercate nel commercio librario, e se ne è perduta ben presto ogni traccia. Oggi però le ricerche, compiute specialmente in Egitto, han portato alla luce documenti, di cui conoscevamo solo il nome, tradotti dal greco originale in copto verso il quinto secolo.
Per amor di chiarezza, tratteremo successivamente: delle fonti gnostiche, delle fonti anti-gnostiche, delle memorie monumentali; lasciando di parlare dei numerosi scritti cristiani antichi, che tradiscono solo qualche lieve infiltrazione gnostica, e son superflui quindi per il nostro studio.

* E. De Faye in una serie di articoli pubblicati sulla «Revue de l'histoire des Religions» (1902-1903), e poi raccolti in volume (Introduction à l'étude du gnosticisme au II e et au III e siècle), ha riassunto e vagliato con molto acume le discussioni svoltesi fra i critici moderni a proposito delle fonti per la storia dello gnosticismo. Naturalmente, poichè gli studi di antica letteratura cristiana vanno giornalmente moltiplicandosi, il De Faye ha bisogno oggi di essere completato: senza dire che alcune cose anteriori alla sua pubblicazione gli sono sfuggite, come la comunicazione di Schmidt fatta all'Accademia di Berlino sull'Evangelium Mariae, da cui si trae molta luce per l'estimazione esatta del valore letterario e storico d'Ireneo. Ne parleremo fra poco.


§ 1. – Fonti gnostiche. [1]

Agli gnostici del primo secolo, Simone, Menandro, Cleobulo, Tebuti, Dositeo, Cerinto, Nicolaiti, Claudio, figure che si muovono in una rete leggendaria più o meno complicata [2] la tradizione posteriore attribuì alcune opere, compilate molto probabilmente più tardi, ma circolanti col loro nome.
Noi ne conosciamo i titoli e qualche raro frammento. Le Apost. Const. VI, 16, dicono genericamente: «οἴδαμεν γὰρ ὅτι οἱ περὶ Σίμωνα ϰαὶ Κλεόβιον ἰώδη συντάξαντες βιβλία ἐπονόματι Χριστοῦ ϰαὶ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ περιφέρουσιν, εἰς ἀπάτην ὑμῶν τῶν πεφιληϰότων Χριστὸν ϰαὶ ἡμὰς τοὺς αὐτοῦ δούλους».
Di Dositeo, Fozio ( Bibl. 230) ricorda uno scritto sull'Ottateuco.
A Simone, i Filosofumeni (VI, 7-20; X, 12; IV, 51), attribuiscono un'opera, intitolata: la grande rivelazione, Ἀπόφασις μεγάλη, e ne riportano qualche brano.
A opere di Simone, accennano vagamente Girolamo ( Comm. in Matth. 24, 5), una prefazione araba al Concilio Niceno (trad. Abr. Echellensis in T. II, Concil. Labbei Col. 386) e Mosè Bar-Kepha, nel suo De Paradiso III, c. 1 (Ed. Grabe, Spic. I, 308). Di Cerinto (Merinto, in Epif.), Ippolito ricorda degli scritti ὑπὲρ τοῦ ϰατὰ Ἰωάννην ἐυαγγελίου ϰαὶ ἀποϰαλύψεως. (III, XI, 1). Dalla setta dei nicolaiti emanarono, secondo la testimonianza di Filastrio (c. 33), e di Epifanio (h. 26, 1) numerosi scritti, fra i quali, ricordati a nome: i βιβλία ἐξ ὀνόματος τοῦ Ἰαλδαβαώθ; l'Εὐαγγέλιον τελειώσεως; le visiones e le profezie di Barkabbas; il libro di Noria.
Al secondo secolo, i maestri gnostici e le loro opere, più numerose, più organiche, appaiono in una luce più sicura e attraverso notizie più attendibili, perchè meno tardive, e, genericamente, autentiche. Di Basilide sono ricordati:
1. Un vangelo (Orig., in Luc. I).
2. Ventiquattro libri esegetici (Ἐξηγητιϰά) sul proprio Vangelo [3] . Così li citano gli Acta Archelai (c. 55): «Fuit praedicator apud persas; etiam Basilides quidam antiquior non longe post nostrorum apostolorum tempora, qui et ipse cum esset versutus et vidisset, quod eo tempore iam essent omnia preoccupata, dualitatem istam voluit affirmare, quae etiam apud Scytianum erat. Denique cum nihil haberet, quod assereret proprium, aliis dictis proposuit adversariis. Et omnes eius libri difficilia quaedam et asperrima continent. Extat tamen XIII liber tractatuum eius, cuius initium tale est: "tertium decimum nobis tractatuum scribentibus librum necessarium, sermonem uberemque salutaris sermo praestavit. Per parabulam divitis et pauperis naturam sine radice et sine loco rebus super venientem, unde pullulaverit indicat". Hoc autem solum caput libri continet», ecc. (Cfr. Eus. IV, 7. 6).
3. Odi e incantesimi. (Ne fanno testimonianza: Orig. in Job. 21, 11 – e l'autore del canone muratoriano, in fine).
4. Ci sono poi parecchi scritti basilidiani, redatti però da Isidoro, figlio del caposcuola:
a) Ἠθιϰά (Clem. Strom. III. 1. 1: identici forse ai libri Παραινετιϰά di cui parla Epifanio, h. 32, c. 3);
b) Almeno due libri Ἐξηγητιϰά τοῦ προφήτου Παρϰὼρ ( Strom. VI, 6. 53);
c) Περὶ προσφυοῦς ψυχῆς ( Strom. II, 20. 113).
Infine vagamente accennati ( Strom. VI): una profezia di Ham, libri ermeneutici di Petro, Glaukia, e apocrifi sotto il nome di Mattia. [4]
La letteratura dei carpocraziani, comprende:
1. I Συγράμματα della setta, che Ireneo ha letto (I, 25).
2. Delle incantazioni (Ib.).
3. Lo scritto di Epifane, il precoce figlio di Carpocrate, Περὶ διϰαιοσύνης (Clem. Strom. III. 2. 5-10).
4. Gl'inni dedicati ad Epifane.
C'è poi, sempre al secondo secolo, e a principio del terzo, variamente ricordato dai padri, un numerosissimo gruppo di gnostici, che hanno assunto questo nome come per antonomasia o l'altro di Ofiti, e che sono suddivisi in innumerevoli sètte, disperse per tutto l'impero, di cui ecco una completa enumerazione: Borboriani, Barbelioti, Perati, Eufrate, Akembes, Severiani, Phibioniti, Koddiani, Hypitiani, Stratioki, Zacchei, Levitici, Entychiti, Haimatiti, Babilonii, Estotiani, Kainiti, Noachiti, Sethiani, Arcontici, Naasseni, Giustino, Antitakti, Prodiciani, Doceti, Monoimo l'arabo, Adamiani, Valesii, Angelici, Origeniani, Paolo: e gli pseudo-profeti, Marziade, Marsano, Nikoteo, Fosilampe. [5] Da questi piccoli aggruppamenti eretici, sbocciati come fungaia sul suolo acquitrinoso della religiosità romana al secondo secolo, e invadenti, come una scarlattina, l'organismo giovane della Chiesa, emanarono una moltitudine di scritti, di cui Harnack fa un elenco approssimativo:
1-3. Tre fonti di cui Ireneo si è servito (I, 29-31).
4-6. Le fonti di cui Ippolito si è servito nel suo Syntagma, per gli Ofiti, Kainiti e Sethiani.
7-9. Le fonti per gli «gnostici» per antonomasia (Ofiti e Severiani) in Epifanio.
10-15. Scritti naasseni, peratici, sethianici, e altri relativamente allo gnostico Giustino, ai doceti e a Monoimo, utilizzati da Ippolito ( Philos.).
16. Diagramma ofitico (citato da Celso).
17-27. Vangeli di Giuda (noto ad Ir.), di Eva (noto ad Epif. e forse alla Pistis), di Filippo, di Tommaso, degli Egiziani, il libro Γέννα Μαρίας (citato da Epif., e noto a Celso, Or. VI, 30), le grandi e le piccole questioni di Maria (contemporanee della Pistis), un Vangelo dell'Infanzia (utilizzato dallo gnostico Giustino e noto a Ipp.), le lettere del «frater Domini» Giacomo a Mariamne (Ipp. Fil), il Vangelo τελειώσεως (Ipp.).
28. L'Ἀναβατϰὸν Παύλου (in Epif., ma verosimilmente del secondo secolo).
29. L'Apocalissi di Abramo (pure in Ep., forse identica al «Testamentum Abrahae»).
30-31. L'apocrifo di Mosè con l'Apocalissi di Elia (adoperate dai Setiani, ma forse anteriori a loro).
32. L'Apocalissi di Adamo (Const. Ap. VI, 16).
33. Il libro di Baruch (2 libri, Ipp. a proposito di Giustino).
34. Sette libri di Seth (Epif., verosimilmente del secondo secolo).
35. I libri Ἀλλογενεῖς, identici forse ai libri coi nomi dei sette figli di Seth (Epif., ma forse sono del secondo secolo: v. Porf., V. Pl. 16).
36. Il libro Παράφρασις Σὴθ (Ipp., inizio del terzo secolo).
37-38. Le profezie di Marziade e di Marsano (Epif.).
39-40. Il grande e il piccolo libro Συμφωνία.
41. I libri εἰς τὸν Ἰαλλαβαώθ (Epif.).
42. Πράξεις Ἀνδρέου (Epif.).
43. La lettera di Monoimo a Teofrasto (Ipp.).
44. L'ἀπόφασις μεγάλη (fra i naasseni, d'Ipp.).
45. Inni e salmi naasseni e sethianici (Ipp.).
46. Il libro occulto, sotto il nome di Zoroastro (Clem.).
47. Un apocrifo di eretico antinomista (Clem.).
48. Syngrammata kainitici (Ir.).
49. Un libro kainitico (Epif.).
50-51. Scritti apocrifi anonimi circolanti fra Severiani e Origeniani.
52-54. Alcuni scritti anonimi dei Perati, Sethiani, Giustino.
55. Una scrittura di Seth.
A questo copioso gruppo di scritti gnostici bisogna aggiungere i noti scritti in lingua copta, dei quali lo Schmidt ha iniziato testè la traduzione tedesca. Sono: la Pistis Sophia, i due libri di Jeû, e, col secondo di questi, vari frammenti, tra i quali due di preghiere e il «transito dell'anima attraverso gli arconti della via di mezzo»: recentissimamente scoperti, il Vangelo di Maria, l'Apocrifo di Giovanni, e la Sophia di G. Cristo.
Di Valentino e della sua scuola (compresi i Marciani) sono ricordati:
1. I salmi (ne rimane un frammento).
2. Le lettere (una ad Agathopus).
3. Le omelie (una sull'amicizia).
4. Visioni e rivelazioni (forse comprese nelle altre opere).
5. Evangelium Veritatis Valentini.
6. Sophia Valentini (incerto).
7. Una lettera dottrinale valentiniana in Epifanio (forse desunta dagli «Excerpta ex Theodoto»).
8. Excerpta ex Theodoto sulla dottrina anatolia.
9. Syngrammata tolemaici.
10. Spiegazione del prologo giovanneo.
11. La lettera di Tolomeo a Flora.
12. Gl'Hypomnemata di Eracleone sul Vangelo giovanneo.
13. Uno scritto d'Alessandro, forse intitolato «Sillogismi».
14. Uno scritto di Theotimo sulla legge.
15. Formule marcianiche.
16. Libro di Marco.
17. Note alla disputa fra Origene e Candido.
18. Fonti per Ireneo, I, 11-12 e Ippolito, Syntagma.
Di Bardesane l'astrologo sono ricordati gl'inni (Ephraem, Sermo adv. haer. 53): ed è stato ritrovato il libro «delle leggi dei paesi», che appartiene forse a un suo discepolo, Filippo, ed è da identificarsi con il dialogo Περὶ εἱμαρμένης. [6]
Infine sono celebri i maestri gnostici Cerdone e Marcione, quest'ultimo con i suoi numerosi scolari (Lucano, Polito, Basilico, Synero, Prepone, Pitone, Megezio, Marco, Ambrogio, Teodozione, Metrodoro, Asklepio, Apelle e Filomeno). Di Marcione sono ricordate dai padri parecchie opere: Commenti al Vangelo e alle epistole (Εὐαγγέλιον e Ἀποστολιϰόν); le Ἀντιθέσεις; le lettere; i salmi; dei συντάγματα; il «liber propositi finis». Il marcionita Prepone, scrisse contro Bardesane. Apelle scrisse un libro «Sillogismi».
Celso (Ori., VIII, 15) utilizza un Οὐράνιος διάλογος d'indubbia origine gnostica, ma di cui non conosciamo l'autore.
Come si vede, un catalogo accurato, ricavato dalle opere ecclesiastiche dove si parla di gnostici, ci rivela in questi un'attività letteraria veramente meravigliosa.
Questi uomini venuti dalle più varie scuole filosofiche e dalle più raffinate forme della religiosità orientale, avevano la mania dell'intellettualismo: e diffondevano, con generosità signorile, le loro idee, commiste ad elementi cristiani, che han dovuto esercitare sull'ambiente che li circondava una efficacia di prim'ordine. Disgraziatamente di questa immensa e varia letteratura, che si accresce ai nostri occhi in misura anche più eccezionale, se pensiamo che lo gnosticismo inoltre insinuò le sue traccie in opere (specialmente apocrife del N. T.) non genuinamente gnostiche, non è rimasto quasi che un indice freddo come uno scheletro. Dico quasi; perchè oltre ai frammenti conservatici dai padri, che già occupavano circa cinquanta colonne del Migne ( P. G. VII. 1263-1322), la critica moderna è riuscita da una parte a ricuperare specialmente in Egitto, documenti gnostici originali d'immensa importanza, sia per il confronto che permettono di stabilire con le opere di polemica cattoliche, sia per condurci direttamente alla conoscenza dello spirito eretico: dall'altra, a isolare e raccogliere disseminati in documenti di vario genere, scritti gnostici, come gl'inni di Bardesane, negli atti di Tommaso, rivendicandoli al loro vero autore e alla vera setta, da cui emanarono.
Fra i documenti gnostici recentemente ritrovati, e più recentemente ancora interpretati, ci preme di dire qualcosa più in dettaglio della Pistis Sophia e dei Libri di Jeû, per la loro ampiezza, per la loro intrinseca importanza, per i numerosi problemi che essi sollevano. [7]
La Pistis Sophia è compresa in un codice copto del Museo Britannico, detto Askewianus, dal suo primo possessore il dott. Askew, il quale lo riportò da un suo viaggio in Grecia [8] e lo vendette al Museo verso la fine del sec. XVIII. Per primo diede notizia al pubblico del codice, il Woide, il quale anzi ne fece uso nella sua grande opera: «Appendix ad editionem N. T. graeci e codice ms. Alexandrino a Carolo Godofredo Woide descripti, in qua continentur fragmenta N. T. iuxta interpretationem dialecti superioris Aegypti quae Thebaidica vel Saidica appellatur», ecc. (Oxonii, 1799).
Nel 1848 lo Schwartze iniziava una ricognizione del codice, e ne preparava una versione latina: la morte gl'impedì di pubblicare il suo lavoro, che fu edito però per cura del Petermann (1851): «Pistis Sophia, opus gnosticum Valentino adiudicatum e codice manuscripto coptico Londinensi descripsit et latine vertit G. Sch. ed. J. Pet.», ecc. Fu l'edizione più consultata fino a questi ultimi anni. Nel 1895 l'Amélineau ne pubblicava una versione francese, di cui si servì il Mead per un'altra versione inglese.
Ma l'orientalista francese non sembra avere sempre dato il senso fedele del documento. Come versione migliore deve ritenersi quella dello Schmidt in tedesco, pubblicata ora in volume separato.
I libri di Jeû son compresi nel codice Bruciano (dal suo primo possessore James Bruce), ora nella biblioteca Bodleyana, già noto anch'esso a Woide. L'Amélineau ne ha trattato più volt...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Lo Gnosticismo
  3. Indice dei contenuti
  4. PREFAZIONE
  5. Introduzione
  6. Gli inizi della speculazione gnostica nel Nuovo Testamento.
  7. Il periodo aureo della «gnosi».
  8. Le fonti.*
  9. Gli gnostici della leggenda.
  10. I grandi maestri della gnosi.
  11. Gli epigoni dello gnosticismo.
  12. I caratteri generici della gnosi e sua origine.
  13. Reazione della gnosi sulla Chiesa e sulla società.
  14. Conclusione
  15. Indice dei contenuti