1 ruota intorno ai personaggi
Tunisia, 1981. Terzo mese di riprese nel deserto.
Il caldo è asfissiante, le mosche ronzano in posti che non sapevo nemmeno di avere e questa dissenteria sta stremando la troupe (l'unico ad averla scampata è Steven, che sembra nutrirsi soltanto di bibite in lattina e barattoli di spaghetti). Uccidetemi: le riprese per questa scena dureranno tre maledetti giorni. Dovrò starmene qui a frustare l'aria e sciogliermi come un panetto di burro sotto il sole del Sahara, con le budella che mi sudano dentro… per altri tre giorni? E tutto per due minuti di duello? Sarei dovuto rimanere a studiare in sinagoga. Ma no, volevo fare l'attore. Volevo correre dietro alle ragazze. Dio, che mal di pancia. Non ce la posso fare.
Eccolo. Adesso quel somaro vestito di nero impugnerà la scimitarra. La farà ruotare, e ruotare. E ruotare ancora. A quel punto io tirerò fuori la frusta: un colpo a mezz'aria, poi lui corre in avanti, lo schivo, prova a colpirmi, lo schivo ancora… sotto il sole… no. Devo tornare in tenda. Eccolo, ha preso la spada.
Scena duello! Uno… ciak!
Il somaro fa ruotare la scimitarra. La fa ruotare, e ruotare, e ruotare ancora. E io devo correre in tenda. Però, ho una pistola nella fondina…
Questi dovevano più o meno essere i pensieri di Harrison Ford, durante le riprese della famosa scena del duello di I predatori dell'arca perduta. Harrison era sfinito, non aveva le energie né la voglia di girare quella scena lunga e faticosa e così, dopo il ciak, anziché la frusta tirò fuori la pistola e sparò all'arabo armato di scimitarra. Spielberg trovò geniale l'intuizione dell'attore (e lo era!) e girò la scena proprio così. E a pellicola completata, quella sequenza nata dal caso e dal genio di un attore è rimasta come una delle più riuscite e rappresentative di tutto film. Fortuna? No, un personaggio che prende vita. In quel gesto, e nel volto scocciato e accaldato di Harrison Ford, si esprime e si condensa tutto il personaggio di Indiana Jones, che emerge al di fuori del copione e del controllo del regista. Ricordiamo esattamente la trama di I predatori dell'arca perduta? Ricordiamo con precisione i dialoghi, o le location? Probabilmente no, ma tutti ricordiamo quell'immagine di Indiana che, mentre l'arabo rotea la scimitarra, balbetta mezza parola, insofferente, e gli spara, per poi voltarsi. Conosciamo a memoria la storia dell'Impero romano? No, ma tutti abbiamo ben stampati in mente Giulio Cesare, o Nerone. L'elenco è sterminato e tocca tutti i campi della cultura e della narrativa: che sia Picasso o Sherlock Holmes, Hannibal o Hitler, Gandalf o Bill Gates, è il personaggio che crea la storia. Ed è il personaggio che conquista il lettore, che lo affascina e lo trascina dentro le pagine del libro.
Prendiamo in mano il nostro romanzo di genere preferito e rispondiamo a questa domanda: cosa ci ha tenuti incollati a quelle pagine? Ora scegliamone un altro, uno qualunque, e poniamoci di nuovo lo stesso quesito. Potremmo ripetere l'operazione con tutti i testi che abbiamo nella libreria e novantanove volte su cento la risposta sarà la stessa: i personaggi, e le sfide che affrontano. Non importa se scriviamo mainstream, fantascienza, thriller, o horror perché in ogni testo ci sarà sempre un unico filo conduttore, un imprescindibile elemento in comune, centrale e fondamentale come nessun altro: ogni storia parla di persone. Sono persone gli autori, che esprimono il proprio talento scrivendo. Sono persone i lettori, che leggeranno i nostri testi e li giudicheranno. Sono persone gli editor e gli editori, attraverso cui dovremo passare per pubblicare. Ma anche affrontando le tecniche di scrittura ci accorgiamo che, se per esempio parliamo di punto di vista, dobbiamo riferirci a quello di altre persone (i personaggi) e lo stesso avviene per i dialoghi (sono sempre i personaggi a parlare, proprio come le persone vere che conosciamo). E questi personaggi non devono essere sgrammaticati, quando parlano (a meno che non ci sia un motivo ben preciso), non devono muoversi in luoghi o ambientazioni indefinite, ma funzionali al loro percorso narrativo.
Insomma, tutto quando si scrive narrativa ruota attorno ai personaggi. Sono loro il centro del mondo, e quindi è importante averli sempre ben presenti, conoscerli a fondo e saperli costruire in modo efficace (prima per sé, poi per i fruitori delle proprie storie), e saperli gestire. Sono i personaggi a dare valore a un libro.
In un suo intervento contenuto nel saggio Scrivere crime story (edito da Delos Books), Michael Connelly racconta questo episodio:
Da qualche parte nella mia memoria si cela un ricordo che ogni tanto recupero, quello dello spettacolo di un giocoliere che ho visto forse durante uno di quegli show TV di dilettanti allo sbaraglio, oppure mentre si esibiva sul lungomare di Venezia. Lo vedo che fa roteare dei piatti in equilibrio su bastoncini sottili. Sono parecchi e di una buona qualità di ceramica, e li fa girare uno alla volta spostandosi da un bastoncino all'altro e tenendoli costantemente sospesi in aria. Presto attenzione al piatto posto al centro della formazione. Proprio per la sua posizione è il più importante di tutti: se cade, inevitabilmente si porterà dietro tutti gli altri piatti e il nostro giocoliere resterà con un bel po’ di ottima ceramica a pezzettini sparsa per terra e il cappello delle mance vuoto.
Nella mia testa, collego spesso la scrittura di un romanzo a questo gioco dei piatti roteanti. Ci sono moltissime cose, nella trama di un libro, che devono essere tenute sospese e fatte roteare allo stesso tempo senza interruzione. Ogni voce dell'indice di questo libro che avete fra le mani, per esempio, è un piatto in bilico che lo scrittore deve continuare a far girare dall'inizio alla fine della vostra esperienza di lettura.
La struttura del racconto, il dialogo, lo stile della prosa, la ricerca, il ritmo, il passo e via dicendo: sono moltissimi i piatti da tenere lontano dal pavimento. E lo scrittore si muove freneticamente da uno all'altro durante la stesura di un romanzo, per tenerli in equilibrio.
Il piatto al centro della formazione, ovvero il protagonista, è senza dubbio il più importante. È quello che, se cade, si trascina dietro tutto. Ma proprio tutto. Un libro con i protagonisti che manchino di veridicità e di caratterizzazione è un insieme di cocci di ceramica sparsi sul pavimento. Una buona storia è vuota, se non è riempita dal sangue dei personaggi.
Cosa rende un libro interessante? Le emozioni che trasmette. E le emozioni, per quanto possano essere suscitate e organizzate anche attraverso complementi di trama, buone idee, stile esaltante e tecniche di scrittura efficaci, alla fine risultano autentiche solo quando sono espresse dai personaggi. La complessa e meravigliosa sfera delle emozioni umane appartiene, appunto, agli esseri umani. E nei romanzi gli esseri umani sono i nostri personaggi. Non si scappa: una buona idea, uno stile potente, una trama geniale devono essere ben presenti, ma non potranno mai sostituire la forza delle emozioni trasmesse dai personaggi in cui il lettore si immedesima e attraverso cui avviene il procedimento di sospensione dell'incredulità che gli permette di calarsi in una storia e vivere, insieme ai protagonisti del libro, le avventure che, con tutta la nostra tecnica, abbiamo creato per lui. Dice Connelly: Una buona storia è vuota se non è riempita del sangue dei personaggi. La trama, lo stile, i dialoghi, le idee devono esserci, ma le idee non sanguinano. Teniamocelo sempre a mente, prima ancora di cominciare a scrivere una sola riga: quando narriamo, narriamo storie di persone (i personaggi), e le narriamo a persone (i lettori).
2. Protagonista, antagonista, comprimari
I personaggi, quindi, al centro di tutto il nostro lavoro. E il più centrale di tutti i personaggi è senza dubbio il protagonista. Nel secondo capitolo di questo manuale, Il punto di vista, abbiamo definito il punto di vista (PdV) come l'angolo d'inquadratura, la posizione che assegniamo al lettore nella nostra storia. Abbiamo inoltre stabilito che l'assegnazione del PdV attribuisce un peso ai personaggi: più a lungo il lettore sarà accanto (o dentro) a un personaggio, più quel personaggio diventerà importante per lui e più quel persona...