Infernorama
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Informazioni sul libro

Infernorama rappresenta l’immagine d’apertura di un dittico che muove da sette dannati dei gironi infernali e arriverà a tre beate nell’alto dei cieli.
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Nero, Bestia, Artista, Versiera, Schizzo, Freño e Jojo, ognuno dei sette protagonisti del presente libro rappresenta un peccato capitale.
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L’evolversi dei loro rapporti e le vicende in cui incorreranno sono la plastica rappresentazione dell’inferno sulla Terra con tutti i suoi vizi, la sua spietatezza e il suo sangue.
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Infernorama è un coro di condannati, uno spaccato di vite spacciate, è ciò che succede quando la speranza si spegne.
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Lasciate ogni speranza voi ch’entrate.

Domande frequenti

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788868675226

XXVII

7 X 7 = 0



Allora dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto
Dio





Non stiamo più nella pelle!
Domenica sera un rapido giro di chiamate mi rassicura sulla buona disposizione di tutta la combriccola riguardo alla nostra scappatella annuale del giorno successivo. Non che ce ne sia realmente bisogno, ma non si sa mai. È già capitato che qualcuno abbia tirato bidoni all’ultimo momento, scombinando i piani. Schizzo, Versiera e Artista sono perfino più carichi di me.
Tutta questa settimana ci siamo occupati della logistica, decidendo d’incontrarci alle 13 di lunedì davanti al molo fluviale con l’auto di Jojo e quella noleggiata da Artista già pronte a partire.
Sul luogo dell’appuntamento occupiamo un tavolo da pic-nic e attacchiamo le scorte di vivande che ognuno si è diligentemente preparato. I bagagliai straboccano di vestiti, utensili e vettovaglie, li alleggeriamo un po’ e fra un panino con la cotoletta e una bionda nazionale finiamo per rievocare i festival degli anni precedenti. Ce l’abbiamo sempre messa tutta per alzare l’inferno. I vizi vanno coltivati con dedizione.
Ad attenderci c’è il festival di musica elettronica estrema più famoso del centro-sud, attrae ogni anno svariate migliaia di sballati anche dall’estero. C’intratterremo là per tutta la sua durata, una settimana di bagordi in cui passeremo la maggior parte del tempo da svegli a ballare sotto cassa. L’unico inconveniente è che saremo circondati da raverini. Osano definirsi una sottocultura, ma sarebbe molto più appropriato parlare di subcoltura: un brodo di microrganismi. Ci auguriamo fortemente che qualcuno di quei subumani abbia la sventatezza di provocarci, sono sempre momenti suggestivi quando scoprono troppo tardi di aver sbagliato totalmente obiettivo.
Gettiamo gli avanzi ai pesci, Jojo raduna i vetri vuoti e raggiungiamo le macchine. Io e Schizzo andiamo con lei, mentre gli altri godranno del maggiore spazio offerto dall’auto affittata da Artista.
Arriviamo a destinazione circa sei ore più tardi. Il luogo prescelto per il Teknival , seppure sperduto nei boschi e raggiungibile solo percorrendo decine di chilometri di sterrato, è già stato preso d’assalto da orde di festaioli inveterati. Trovare parcheggio è impresa non da poco, nonostante le vaste aree dedicate.
L’edificio principale è una fabbrica dell’industria del legno costruita negli anni ‘90 e mai avviata, una delle tante speculazioni edilizie della criminalità organizzata. Si sviluppa su tre livelli, ognuno dei quali vedrà alternarsi dj di fama internazionale come risulta evidente dal programma che distribuiscono alle barriere d’ingresso. I muri di casse e le arene dove scatenarsi sono posizionati in spazi giganteschi che sarebbero diventati magazzini probabilmente. Il nostro modo di utilizzarli sarà molto più esaltante.
Come ogni anno sono presenti zone di ristorazione, servizi e bivacchi all’interno delle costruzioni secondarie dislocate tutt’attorno. Inoltre, nelle lingue di bosco adiacenti ai parcheggi, impavidi campeggiatori hanno piazzato tende robuste, capaci di sfidare i rigori dell’inverno; Versiera e Bestia fanno parte di quei pochi coraggiosi e si affrettano a montare le proprie prima che cali la notte o che una delle tante distrazioni di questo immenso parco divertimenti gli faccia dimenticare i buoni propositi. Scelgono un posticino delizioso non troppo distante dalle macchine, al limitare della spianata in terra battuta adibita a posteggio, in modo che le comunicazioni fra chi dorme in tenda e in macchina non siano difficoltose. Quando i nostri culi pesanti si muovono per aiutarli nelle operazioni di montaggio le tende sono già in piedi.
Il loro vicino è un uomo solo, da quel che proclamano le bandiere sul suo fortino si direbbe un rivoluzionario, osservandoci con una curiosità divertita c’invita a fumare con lui.
«Siamo qui per questo!» gli fa sapere più d’uno di noi.
Il vecchio rasta dai capelli lunghi fino alle ginocchia è convinto che eventi come il Teknival siano fra i pochi paradisi di libertà ancora rimasti in questo mondo in catene dove i politici non sono nient’altro che galoppini dei poteri forti. Da questa dichiarazione di guerra si dipana spontaneamente un discorso appassionante che abbiamo la lucidità di affrontare solo ora, prima dell’apertura delle danze.
Simone, il nostro nuovo amico, dà fuoco alle polveri: «Le conquiste umane recenti e contemporanee sono catastrofi conseguenti alle perversioni dell’intelligenza. L’assurdità dello sproporzionato sviluppo demografico nel mondo è resa evidente dalla quantità spaventosa di morti per fame. Nel mercato globale, con le attuali regole, si produrrà sempre e solo un maggior divario economico fra sfruttatori e sfruttati. Il profitto è diventato l’unico scopo della vita individuale, corporativa e sovranazionale. Ciò non farà altro che accelerare la nostra meritata estinzione, che avvenga per cause militari, ovvero economiche ‒ abbiamo armamenti sufficienti a far brillare questo nostro pianeta di luce propria ‒ o in conseguenza di sconvolgimenti ambientali e climatici provocati dall’irresponsabile uso che facciamo delle sempre più limitate risorse materiali, sprecate dalla follia lucida di menti a breve termine». A questo punto s’infervora ancora di più e scaglia accuse gravi contro quelli che ritiene i responsabili: «Le conseguenze non li riguardano, oh no! Grassi magnati dell’industria e della finanza, saranno già morti quando avverrà il collasso, ma avranno garantito ai loro discendenti i mezzi per accaparrarsi un posto in prima fila all’imminente spettacolo della fine del mondo. Pensano forse ci sia sempre qualcuno pronto a metterci una pezza ‒ le associazioni ambientaliste che deridono, quegli scienziati rivoluzionari cui si rivolgeranno solo quando andrà troppo male, un dio pronto a concedergli udienza e grazia una volta liberi dagli impegni lavorativi? Finché il profitto e non il prossimo sarà la stella polare di questo mondo alla deriva, la speranza morirà sempre per prima».
«Ricordate le rincuoranti parole della nostra ex ministra del lavoro rivolte ai giovani: “Non bisogna mai essere troppo choosy , meglio prendere la prima offerta”, come se nel nostro paese fioccassero offerte di lavoro, come se quel giovane su due che non ha un posto sia solo uno schizzinoso infingardo. La verità sottesa a quelle parole è più semplice: non c’è scelta in “itaja”, hanno già scelto ai piani alti per noi, il libero arbitrio è un’invenzione della stampa e in ogni caso ci è precluso. Chi mise ai posti di comando quei tecnocrati senz’anima che tagliarono la spesa sociale e ridussero i diritti dei cittadini? All’epoca c’era un surplus di voti verso destra da intercettare dopo il crollo del governo presieduto dal bauscia mafioso. Sostituendolo, i poteri forti economico-finanziari hanno contribuito a far convergere quelle preferenze a sinistra, dopotutto sono entrambe facce della stessa medaglia conservata nelle loro tasche. I loro megafoni televisivi propinano false scuse che hanno lo scopo di suonare buone: bisogna mantenere l’equilibrio, la stabilità, come gli piace chiamarla, non sia mai che qualche forza esterna, popolare, anzi populista, come gli piace chiamarla, metta una croce sopra ai loro giochi di potere. Penso che chiamino quell’ex ministra Fornero solo perché toglie da mangiare a chi lavora davvero, fosse v...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Infernorama
  3. Indice dei contenuti
  4. LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CHE ENTRATE
  5. I
  6. II
  7. III
  8. IV
  9. V
  10. VI
  11. VII
  12. VIII
  13. IX
  14. X
  15. XI
  16. XII
  17. XIII
  18. XIV
  19. XV
  20. XVI
  21. XVII
  22. XVIII
  23. XIX
  24. XX
  25. XXI
  26. XXII
  27. XXIII
  28. XXIV
  29. XXV
  30. XXVI
  31. XXVII
  32. XXVIII
  33. XXIX
  34. XXX
  35. XXXI
  36. XXXII
  37. XXXIII
  38. XXXIV
  39. XXXV
  40. XXXVI
  41. Scrivi una recensione al mio romanzo. Grazie mille!