1. IL PICCOLO GIARDINIERE
1.1. Che pollice hai?
Ricordo una divertente storia a fumetti di tanti anni fa, in cui Paperino tentava invano di rendere il suo giardino il più bello del paese. Aveva letto di tutto e si affannava da mattina a sera, ma niente: più che un giardino pareva uno scenario post-apocalittico. Si sentiva inadeguato, era perfino giunto ad avere incubi. I nipoti decisero dunque di interpellare Archimede Pitagorico, lo scienziato di Paperopoli, alla ricerca di un rimedio che potesse infondergli il “pollice verde”. Archimede rispose che ciò che mancava allo zio era solo una buona dose di fiducia, e suggerì l’applicazione sul suo dito di un semplice colorante verde. Convinto che quello fosse il “vero pollice verde”, Paperino diventò un esperto giardiniere e trasformò il giardino in un profluvio di cascate floreali.
La storia è volutamente estremizzata, ma contiene un fondo di verità. L’autostima e un minimo di fiducia in sé sono parte integrante del cosiddetto “pollice verde”, anzi probabilmente ne sono il presupposto.
La fiducia in se stessi non è, come molti pensano, una pozione magica che automaticamente ti rende il migliore della galassia. È una qualità interiore, non sempre innata ma coltivabile, che si fonda da un lato sulla valutazione realistica dei propri punti di forza (senza strafare), dall’altro sull’accettazione degli inevitabili fallimenti. Se si ha fiducia, infatti, il fiore appassito o il seme che non germoglia non saranno sinonimo di insuccesso totale, e non condurranno alla resa definitiva ma, al contrario, alla ricerca di un miglioramento. Di successo in delusione, la volontà di riparare agli errori ci spinge a proseguire e a cercare nuove strade e alternative, contrariamente a chi si spegne alla prima difficoltà.
Quindi, una buona motivazione può essere sufficiente per trasformare un pollice da nero a verde. Creare un’oasi di pace dove recuperare il benessere e l’umore, produrre da sé ciò che si mangia, godere della bellezza della natura: a ognuno il suo pollice attitudinale!
E tu che pollice hai?
1.2. Il pollice verde antidepressivo e la green therapy
Il concetto di green therapy nacque intorno alla metà del secolo scorso in America, dove iniziarono a diffondersi veri e propri corsi dedicati a quella che nel tempo è stata definita “ortoterapia” o “terapia delle piante”, ma i suoi benefici sono noti da molto prima. Se la semplice vista di un giardino o la visualizzazione mentale di scenari naturali sono in grado di infondere sensazioni positive, immagina cosa può fare prendersi cura delle piante!
1. Anzitutto, coltivare il proprio spazio verde richiede concentrazione, coordinazione motoria e una certa dose di creatività, preservando quindi il nostro sviluppo cognitivo.
2. Non indifferenti sono le ripercussioni che vengono dall’attività fisica necessaria per badare al giardino (evitando però un carico eccessivo): riduzione del peso corporeo, sviluppo muscolare, regolazione della pressione sanguigna; tutto ciò si riflette poi sulla salute emotiva.
3. Vedere i frutti delle proprie fatiche rinsalda l’autostima e riduce lo stress e i cali dell’umore. Può anche aiutare a vedere più positivo, laddove si accetteranno le piccole delusioni e i fallimenti che inevitabilmente si sperimentano. Inoltre si affina il senso di responsabilità nei confronti dell’essere vivente “pianta” e dell’ambiente stesso.
4. La stimolazione delle sensazioni tattili e olfattive migliora la nostra percezione dell’ambiente: questo ha anche la piacevole conseguenza di proiettarci verso l’esterno e distrarci dai pensieri.
5. È un’attività che si può condurre da soli o in compagnia. Nel primo caso sarà un ottimo modo per prendersi del tempo per se stessi dopo una giornata frenetica. Nel secondo, invece, si stimolano la cooperazione e le relazioni sociali.
6. Ma soprattutto, se condotto con i dovuti accorgimenti e senza puntare troppo in alto, il giardinaggio aiuta a ritagliarsi un intervallo piacevole tra i ritmi convulsi della vita odierna.
1.3. Il pollice verde dell’autoproduzione
Secondo l’Istat, le famiglie italiane spendono in media, mensilmente, un centinaio di euro per frutta e verdura per un totale di circa 1200 euro annuali (la cifra varia a seconda che si consumi più sfuso o più confezionato, che costa di più). Le cifre crescono se la nostra alimentazione si rifà ai canoni della dieta mediterranea, che prevede più alimenti di origine vegetale di quanti statisticamente se ne consumino. È chiaro che portare la produzione più vicina possibile alla totalità del proprio fabbisogno richiede anche più impegno e fatica. È necessario quindi stilare un compromesso in base alle proprie aspirazioni, per evitare che il nostro nuovo hobby si trasformi in ulteriore stress.
In questo volume non ci occuperemo della coltivazione di cereali (frumento, mais, riso ecc.) che richiedono troppo spazio (anche centinaia di metri quadri di terreno) e un grosso impegno in termini di manodopera e denaro. Ci concentreremo invece su ciò che è possibile autoprodurre a partire dal balcone fino a un piccolo orto di 5-10 mq. Se sei interessato a questo aspetto, passa al capitolo 4.!
1.4. Il pollice verde artistico
Questo è forse il pollice che richiede un po’ più d’impegno, ed è quello finalizzato ad avere “il più bel giardino o terrazzo del paese”.
Se aspiri a uno di quei giardini con prato inglese ben curato e tanto di aceri giapponesi e cascate floreali, aspettati grandi fatiche, a partire dalla progettazione. La cosa migliore sarebbe farsi aiutare da un progettista del verde (se ne trovano anche presso i garden center). Se invece vuoi fare tutto da solo, ecco alcune linee guida per ottimizzare estetica e funzionalità.
1. Il tappeto erboso: è uno dei costi che grava maggiormente sul bilancio di gestione del verde, e richiede impegno continuo per lo sfalcio. La cosa migliore è ridurlo al minimo indispensabile (sostituendolo con piante tappezzanti e arbusti), ma in modo tale da avere una superficie che faciliti il tosaerba. In commercio esistono miscele di sementi da prato già pronte, a bassa manutenzione, che conciliano specie resistenti al calpestio con specie a crescita lenta e specie rustiche. Puoi scegliere tra un prato di tipo inglese (costituito da graminacee fini), molto elegante ma delicato e gravoso da mantenere, e uno più rustico (con tessitura grossolana e libera), più vivibile, che richiede meno impegno. Per superfici di grosse dimensioni esiste anche pronto in rotoli (prezzo 10-15 €/mq) da posare entro un paio di giorni dall’acquisto su un terreno lavorato per 10-15 cm di profondità.
2. Le piante annuali: molto apprezzate per il colore della fioritura, richiedono però manutenzione continua (soprattutto per il diserbo) e hanno breve durata, quindi puoi usarle per rinnovare il giardino di anno in anno con nuovi colori oppure per colmare temporaneamente un vuoto. La movimentazione delle piantine è comunque piuttosto semplice: spesso si trovano in piccoli contenitori alveolari e hanno apparato radicale ridotto. Le specie più utilizzate: agerato, begonia, celosia, impatiens, petunia, portulaca, tagete, verbena.
3. Le piante biennali: fioriscono nell’inverno o nella primavera successiva alla semina, e puoi usarle per abbellire il giardino nei mesi invernali e prima del trapianto delle annuali. Se le accosti alle bulbose (tulipani, giacinti) avrai aiuole fiorite per circa due mesi in primavera. Le specie più usate: pratolina, non-ti-scordar-di-me, viola del pensiero, cavolo ornamentale, calendola, fiordaliso, primula.
4. Le erbacee perenni: sono comunque da preferire, perché più rustiche e durevoli. Con esse puoi creare delle “macchie colorate” molto decorative di 10-15 piantine della stessa specie, che puoi accostare ad altre “macchie” di piante con simile altezza ed espansione. Le specie più usate: aquilegia, aster, crisantemo, iberis, achillea, campanula, geranio, elleboro, peonia, sassifraga.
5. Le specie tappezzanti: ottime per contrastare le infestanti, puoi utilizzarle negli spazi sotto gli alberi o per rivestire piccoli dislivelli. Le specie più usate: frankenia, pervinca minore, iperico calicino, lippia nodiflora, Matricaria tchihatchewii.
6. Le bulbose: croco, iris e narciso sono più resistenti e richiedono meno manutenzione rispetto ad altre specie come il tulipano.
7. Le piante acquatiche: se prevedi un piccolo bacino d’acqua, perché non allietarlo con queste graziose specie perenni che fungono anche da filtro? Esse infatti sono in grado di depurare l’acqua da metalli pesanti e batteri patogeni. Le specie più usate: azolla, giacinto d’acqua, Pistia stratiotes, ninfee.
8. Le distanze d’impianto: la distanza consigliata tra una pianta e l’altra è di circa 15-20 cm se l’altezza della pianta rimane sotto i 40 cm, 50-60 cm per altezze maggiori.
9. Gli arbusti: grazie alla loro “altezza occhi” colgono la nostra attenzione e sono essenziali non solo come elemento d’attrattiva, ma anche per conferire al giardino tutte le dimensioni della natura. Inoltre permettono di ridurre i costi del tappeto erboso. Puoi usarli nelle aiuole, nelle bordure, nelle siepi, a mo’ di tappezzanti (ad esempio il cotoneaster, con le sue graziose bacche rosse) o rampicanti (un classico è la bellissima vite americana per ricoprire i pergolati). Se vuoi dare un po’ di colore anche d’inverno puoi usare, per esempio, Cornus var. ‘sibirica’ con le sue fronde sanguigne, oppure arbusti a fioritura precoce (forsizia, erica, viburno) o che producon...