Nel mezzo del cammin...Dante Oltre
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Nel mezzo del cammin...Dante Oltre

con saggi di Stefania Romito

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Nel mezzo del cammin...Dante Oltre

con saggi di Stefania Romito

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Informazioni sul libro

Pierfranco Bruni è nato in Calabria. Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all'Estero, è presidente del Centro Studi “Grisi”.
Ha pubblicato libri di poesia (tra i quali "Via Carmelitani", "Viaggioisola", “Per non amarti più", "Fuoco di lune", "Canto di Requiem"), racconti e romanzi (tra i quali vanno ricordati "L'ultima notte di un magistrato", "Paese del vento", L’ultima primavera", “E dopo vennero i sogni", "Quando fioriscono i rovi"). Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D'Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro. Numerosi sono i suoi testi sulla letteratura italiana ed europea del Novecento.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e si considera profondamente mediterraneo. Ha scritto, tra l'altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo", giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni. Stefania Romito,scrittrice, critica letteraria, blogger, ghost writer, speaker radiofonica sito personale, è nata in Svizzera da genitori italiani. Parte della sua vita la trascorre a Luino sul lago Maggiore. Dopo essersi trasferita a Milano consegue la laurea in Lettere con il massimo dei voti (110 e lode) presso l’Università degli Studi di Milano. La sua passione per la scrittura la porta, nel 2010, a pubblicare il suo primo romanzo dal titolo Attraverso gli occhi di Emma ( Alcyone Editore ) dove viene trattata la tematica della disabilità visiva. Alla presentazione del libro ha preso parte anche il presidente dell’Istituto dei Ciechi di Milano, Cav. Rodolfo Masto. Il romanzo sta per essere tradotto in braille dalla Biblioteca per i Ciechi di Monza “Regina Margherita” e inserito, in versione audiolibro, nel catalogo del “Libro Parlato” istituito dall’Unione Italiana Ciechi (U.I.C). Nel 2013 pubblica, sempre con Alcyone Editore, un minibook umoristico illustrato dedicato alla vita di coppia dal titolo Tu di che coppia sei? che viene recensito anche dal settimanale “GIOIA”. Le bellissime vignette sono state realizzate dalla vignettista Isabella Ferrante. Attualmente Stefania Romito (Romis) ha ultimato la prima serie del thriller a puntate Ophelia, le vite di una ghost writer (Alcyone Editore) comprensiva dei seguenti otto episodi (e-book): “Esistenza negata”, “Inconfessabili segreti”, “Laguna nera”, “Inquietanti rivelazioni”, “Perversioni d’autore”, “Fatali utopie”, “Ambiguità occulte” e “Macabre ossessioni”. Di recente ha ideato una trasmissione radiofonica letteraria ( OPHELIA’S FRIENDS ON AIR ) dedicata agli scrittori del gruppo Facebook “ Ophelia’s friends ”
In ambito sociale è impegnata nella realizzazione di un progetto da lei ideato che mira a rendere disponibile nei teatri il servizio dell’audiodescrizione per i non vedenti.

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Informazioni

Editore
Passerino
Anno
2020
ISBN
9791220200035

Poesie inedite di Pedra Francisca de La Valle

(Le poesie sono datate 1599 – 1629)

“A ritornar non posso”


Lo sguardo…
Lo sguardo. Gli occhi.
Non raccogliere i miei sguardi.
Li custodisco nei miei occhi…
Albeggiare di notte
Di notte, nell’albeggiare delle stelle
Mi sovviene lo sguardo tuo,
Come arcano,
Nel pianto delle ombre.

Se or ti vedo,
Maestoso come mare,
Le onde tue
Hanno tempeste.
Perché giammai
Trafiggermi dovresti?

Se il cor mio è in te perseverante?
Altro silenzio,
Io cercarti nell’assenza tua
Per amarti.

Nella sabbia della preghiera
Religiosa e stanca
Nel tempo,
Mio Francesco, Santo d’Assisi,
A raccontarti mio destino,
Sul colle,
Al vento della Croce,
Maddalena tocca,
Con lo sguardo di Cristo, il mio sguardo.
Ma giammai,
Sulle mie mani,
Nasconderò
Rovi di sangue.

Ho solo Grazia
Per la cenere dei sepolcri
Nella sabbia della preghiera.
La solitudine mi custodisco
Se le terre, nei mari fluttuanti,
Hanno scavato
Il mio pentimento
la solitudine mi custodisco.

Per reggere il legno
Ho visto il vento
Incontro pesarmi,
Con i suoi passi.
Ho il viaggiare negli occhi,
Se gli occhi
Ascolteranno.

Tanto pare,
Nelle acque fresche,
il tuo volto.
Mi obbligherò alle partenze
Stelle sul Mare dei Greci,
Jonio veder la mia morte,
Come luna,
Senza la sera.

Mi appiglio ai fulmini
Del vento,
come speranza
di speranza apparir non so.

Se di speranza
Io non raccoglierò il ritorno,
Mi obbligherò alla partenza.
Di venti il ricordo io abito
Più non dovrò raccontar l’isola
Dove io non sono nata.
Ma di nascer in terra
Di venti il ricordo io abito.

Perché mai dovrei
Accogliere le lune che in ciel
Sollevan pensieri miei
Come spade di pietra.
Il tempo è altro

Se a contar le ore
Io non finirò
Ma la mia morte ha un silenzio ancora.

Su queste rive di acque Greche
Mio Santo,
A parer del mio pregare,
consumato ho
le membra tutte.
Ma su queste rive,
Di acque Greche,
Io perduto non ho
Il pianto mio misero.


Di solitudini le mie notti
Erbe al vento volteggiate,
Come foglie
Di autunno,
Appassite ormai.

Io mistero non ho,
Ma di solitudine
Le mie notti
Hanno il pianto.

Dal Greco mar
Dal Greco mar
A scorgere colonne
Di profughi acerbi
Io ho veduto.

Come uomini
Nel navigar
Ho costeggiato il destino mio
Con gli occhi dei lamenti.

Udite il mio pianto
Genti,
Che udite il pianto mio,
A raccontar il mio destino

Non posso.
A pregare
Lo strazio degli inferi,
Per morir d’amore,
Come in esilio ho pianto.
Ho strappato un Padre nostro
Sulla soglia
Il tempo non mi ha risposto,
E perché
Rispondermi dovrebbe?

Io sospesa,
come argilla senza acqua,
a raccogliere memorie,
ho strappato un Padre nostro.

Tra l’Orto degli Ulivi
A dir di pietà
La Grazia mi sostiene,
Ma a voler pregare Dio mio
Io son degna?


Misericordia io dissi,
Al tempo che ho tra le rughe delle mani,
Per porgerti Dio mio
Il mio silenzio.

A dir di pietà
Io ritrovarmi nei luoghi della pena non posso,
Come luna spezzata
Tra l’Orto degli Ulivi.

Lo spazio di una lacrima
Per pregare
Io ho dono nel cantico del miserere,
Ma giammai dovrei custodire
Lo spazio di una lacrima.
Come stella caduta,
Io ho riflessi ceduti
Alle genuflessi onde
Di acque che recidono il giorno.

Se il silenzio è una parola sola
Ad amore e morte
Ho dato la vita mia.
Sulle rive d’orizzonti
La pietà ha i chiodi.

Di Cristo mi raggela la misericordia.
Io che di misericordia ho smarrito l’altare.
Di infedeltà ho taciuto il mio correre
Or ora che il silenzio è una parola sola.
Se ad esilio son destinata
Novi sogni
In primavere di mare,
Io leggo
Per le distanze dei miei esili.

Ma se ad esilio son destinata,
Devo pur cancellare il suono del martello
Nelle notti di veglia riconduco
A te la mia anima.
Nel sonno dissipato
A morir io penso
Nel sonno dissipato
Dall’alba che ha le stelle, ad una ad una,
Come pioggia sullo Jonio.

Ogni nebbia ha il suo parziale perdono,
Ma se di perdono ho nel buio le voci,
Al silenzio mi inchino
Per le solitudini che restituisco.

A ritornar non posso
Camminar io devo
Per ogni dove,
Ché stringe d’attesa
Amor mio diletto.

A ritornar non posso,
E non devo,
Ma a cercare io domando
Se d’amor io vivo d’amor io mi muoro.

Il volto tuo risorto
Oh mio diletto
Se per cortesia io parola non ti rivolgo,
Ozio non ti domando
Per amor che mi duole.

Se per troppo amore
Mi duole il petto
La speranza mia
È il volto tuo risorto.

Nello splendore tuo
Splendea di te la bellezza tua,
Con assorto animo
Giungesti
Al cor mio.
Ma di troppo mio indugio
Io pagai le ferite,
Pur nello splendore tuo
Che di tenerezza ha condito.

Io amor domandai
Con ardore
Io amor domandai,
Senza intendimento alcuno
Mio Dio ti amai.
Per la pietà che colsi,
Nel triste abbandono,
Io mi fermai con la solitudine mia
Nel distante camminar.

Il mio pensar nella bellezza
A te solo rivolsi il mio mar.
Il mio pensar nella bellezza
Colse i miei occhi
Negli occhi tuoi di lontananze.
Di te rimembrar io posso
Il fuoco della vita tua
Che di tanto lustro
S’animò mia vita.
D’amor...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Nel mezzo del cammin
  3. Indice dei contenuti
  4. UNA POETICA DELLO STILE
  5. Guido Guinizzelli
  6. Pedra Francisca de La Valle
  7. Poesie inedite di Pedra Francisca de La Valle
  8. Veronica Franco e il duellare di sguardi
  9. Dante nella critica Magno Greca
  10. L’“Orlando” di Ariosto in un amoreggiare
  11. Da Chiare, fresche e dolci acque al moderno
  12. IL LABIRINTARE
  13. La letteratura e il labirinto
  14. Boccaccio la sconfitta della donna angelicata
  15. Laudate e benedicete mi’ Signore
  16. Francesco e Chiara
  17. Le eredità letterarie della Provenza
  18. Guido Cavalcanti e l’infaticabile dolcezza
  19. Dante in Pirandello
  20. Libro de canciones para la Vida Nova
  21. Canzoniere per la Vita Nova di Miguel Chutariados 1855 – 1914
  22. UNA SAPIENZA INVISIBILE
  23. Raffaello è il Rinascimento metafisico
  24. Cantar di Vita Nova
  25. Il Dio del mistero
  26. Lo specchio umano
  27. Amor, ch'al cor gentil
  28. Nel mezzo del cammin
  29. Dante in D’Annunzio
  30. La vita come opera d’arte
  31. Dentro Pascoli
  32. Ovvero una vita nova
  33. Dante e l’Occidente
  34. Postille sul Dante nella canzone (moderna)
  35. Dante in contemporaneo
  36. Questioni di lingua
  37. Lo sguardo velato Dante Zambrano Raffaello
  38. Gioacchino da Fiore e Dante Alighieri
  39. Dante in Giuseppe Troccoli
  40. Il Dante di Boccaccio
  41. Raffaello la Chiesa e Dante
  42. Dante trinitario con El Greco e Teresa D'Avila
  43. Stefania Romito
  44. L’agostinismo in Dante
  45. La figura di San Tommaso D’Aquino nella Divina Commedia
  46. Le eredità gioachimite nella Commedia dantesca
  47. L’influenza di Boezio nella Commedia
  48. Dante in Petrarca
  49. Il modello dantesco in Torquato Tasso
  50. Dante e il suo viaggio nei tre regni dell’Oltretomba
  51. Il disperante silenzio dell’Ugolino dantesco
  52. Pierfranco Bruni