La Nevrosi
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Achille De Giovanni fu il maggiore caposcuola del neocostituzionalismo, una dottrina che opponeva al concetto di cause esclusivamente esterne delle malattie quello dei fattori cosiddetti costituzionali, sarebbe a dire di una certa predisposizione individuale a contrarre determinate malattie, introducendo così l' ereditarietà come elemento diagnostico. In questa edizione il testo è stato interamente controllato e normalizzato.

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Informazioni

LA NEVROSI

Che cosa si debba intendere per Nevrosi
Le conoscenze che abbiamo acquistate intorno alla biologia degli Esseri, quindi intorno alla biologia cellulare, devono condurre ad applicare alla parola Nevrosi una significazione differente da quella che si intese modernamente.
Da Collen, il quale introdusse questa parola nella clinica, a Charcot, il quale ha pur dato un impulso geniale allo studio delle manifestazioni nevrotiche, il concetto che ne avemmo e che si ha, è tuttavia sempre vago, sempre indeterminato.
Forse anche in questo caso si deve fare un passo indietro per tornare nella verità, per ricomporre concetti che si sono giudicati erronei, quando si intese progredire in medicina col soccorso specialmente della anatomia patologica, sì che si ammise vano e aprioristico ogni concetto, solo perché dal reperto anatomico non poteva in qualche modo essere dimostrato, od almeno suffragato.
Se alla parola generica Nevrosi sostituiamo per un istante la frase diatesi nevropatica, o diatesi nervosa, ogni medico si deve sentire attratto da questo vecchio concetto, perché dopo tante indagini, egli non sa ancora spiegarsi il meccanismo delle forme nevrotiche, e pensa, che la storia delle principali forme, per non dire di tutte, meglio si conviene ad una condizione di insieme dell’organismo, o costituzionale, che ad una alterazione parziale, per quanto in qualche caso diffusa, del sistema nervoso.
E se noi consideriamo tutti i fenomeni fisiologici della cellula, specialmente della cellula umana, e riflettiamo alle possibili anomalie di sviluppo, già a priori, ci torna assai verosimile, che nella anomalia di sviluppo della cellula primitiva, stiano le buone, le vere, le uniche ragioni per cui si nasce, si vive, si muore nevrotici; oppure, vivendo, si diventa nevrotici, o si guarisce dalla Nevrosi; perché la evoluzione della cellula primitiva può dalle condizioni dell’ambiente essere in tanti e vari modi influita, come la evoluzione dell’organismo durante la vita autonoma.
E come nella cellula primitiva stanno in forma indistinta tutti i poteri per cui si manifesta la vita dell’essere, così, man mano si differenziano le parti della cellula, i tessuti e gli organi dell’embrione, tutto il corpo che ne risulta rifletterà quelle attitudini, quelle energie e quelle resistenze che hanno potuto organizzarsi man mano la cellula è venuta moltiplicandosi, distribuendo il prodotto della sua nutrizione con quell’indirizzo e pienezza di funzione, o meno, che erano corollari incontrovertibili della sua primitiva costituzione e dell’ambiente nel quale s’è trovata.
Questo vuol dire: come ogni altra parte della cellula primitiva, così quelle di essa, che rappresentano i protoblasti dei neuroblasti, evolvono secondo l’impulso primitivo, secondo le possibilità trofiche dell’ambiente nel quale si trovano.
Nella stessa guisa che l’anatomia normale trova eccezioni di sviluppo (dico eccezioni per uniformarmi al linguaggio comune, accettando il concetto che convenzionalmente si annette alla parola normale) nello sviluppo di alcuni organi - il fegato, la milza, il cuore, la tiroide, ecc. - e la fina anatomia scopre la origine della eccezione, o dell’anomalia che dire si voglia, nella misura colla quale tra loro si associano gli elementi istologici che compongono l’organo anormalmente sviluppato, così è da ammettere che sia del sistema nervoso, dove pure anomalie morfologiche sono riscontrabili, dove quindi si deve ammettere anormale associazione di elementi che ne costituiscono la compagine.
E poiché nella semplice struttura morfologica della cellula primitiva dell’uomo, nucleo e protoplasma e ambiente sono i tre momenti che tra loro necessariamente si associano, per rappresentare tutte le funzioni vitali della cellula, sì che quella che è non può essere che la risultante delle sue proprie funzioni, così man mano evolve l’essere e in esso vanno differenziandosi le parti dell’organismo, questo risulta quale deve essere per correlazione funzionale di tutte - il suo sistema nervoso deve portare nelle sue condizioni morfologiche la ragione della sua speciale funzionalità, e per i rapporti necessari che passano tra esso e l’organismo intero, deve, a seconda dei casi, essere normalmente od anormalmente influito ed influire normalmente od anormalmente.
In che consista l’anomalia di evoluzione non è facile dirlo con esatta e intera conoscenza delle cose: ma credo che per ora, come avviene di tutti gli argomenti gravi e difficili, per ora, io dico, credo sia indiscutibile il concetto generale esposto, corollario logico della legge della evoluzione. - L’anomalia della cellula primitiva umana consisterà nei rapporti chimici in cui stanno le parti componenti la cellula, poiché la scienza ha dimostrato, che le sostanze vive constano di determinate associazioni di elementi, le quali non si danno nelle sostanze non vive.
Queste anomalie, procedenti dalla ereditarietà, o provenienti dall’ambiente, governano il metodo dei primi atti nutritivi, che via via si concentrano in fatti morfologici. E questi, per quello che sono singolarmente presi e per quello che si rivelano nel gioco complesso delle funzioni organiche, vengono a rappresentare una modalità di costituzione dell’organismo umano, il quale per ciò che si tratta della funzione di un sistema (che nel caso nostro è il sistema nervoso) rivela quello che è per ragioni costituzionali.
Egli è per ciò che, oltre altre ragioni di esperienza, delle quali parlerò a suo luogo, anche queste considerazioni scientifiche mi conducono nella convinzione, che quelle malattie le quali si raggruppano sotto la denominazione di Nevrosi, siano da riguardarsi come vere manifestazioni diatesiche, o costituzionali.
Il concetto teorico suesposto viene appoggiato da molte altre considerazioni, che passiamo a fare brevemente sull’essere umano dopo la nascita.
Già fin dai primi istanti della vita autonoma, per poco che si analizzi l’organismo in tutte le sue parti, possiamo convincerci d’una massima, che professo da quando mi sono dedicato allo studio clinico coi criteri morfologici: - ogni uomo è un errore della natura.
Gli ostetrici misurano la lunghezza del neonato, il peso e specialmente sopra questi dati giudicano della maturità dell’organismo; ma sono dati che sono ben lontani dall’avere valore scientifico nel senso che a noi interessa. Passate poche settimane, qualche mese, qualche anno, vi si offre alla osservazione una quantità di fatti che sono la risultante di precedenti prestabiliti durante il processo della organizzazione e che sarebbero stati riconosciuti mediante l’esame morfologico del neonato. E questo sarebbe del maggiore interesse che venisse fatto, perché io penso, che a soddisfare le esigenze d’uno studio veramente antropologico, gioverebbe assai all’arte dell’allevamento il conoscere, oltre che il feto è giunto alla maturità, che il neonato porta con sé speciali attributi morfologici.
Come io dicevo, da questi dipende in gran parte quello indirizzo che si manifesterà poi nello sviluppo ulteriore dell’essere, per cui maggiormente convinceremo noi della verità della massima dianzi scritta e che per gli avvenimenti via via succedentisi nella evoluzione organica dell’essere, conviene ammettere, che questo è un errore della natura modificato, a seconda dei casi, in più od in meno, dal modo col quale si compie la sua evoluzione fuori del seno materno.
Per legge biologica si deve riconoscere che tutto si collega nell’organismo. Quindi il modo col quale si compiono le più elementari funzioni organiche, influisce tanto sull’organo che le compie, come sopra tutto l’organismo; e noi dobbiamo poi aggiungere, specialmente sul sistema nervoso; la cui evoluzione in gran parte si deve compiere fuori dell’utero materno, dalla cui stimolazione e funzionalità elementare - quando che siano bene o male indirizzate - dipende il suo ulteriore sviluppo.
Dal processo della nutrizione generale, dalla regolarità delle secrezioni, dalla opportunità delle stimolazioni nervose, dal sonno, dalla veglia, dal movimento ecc., provengono tanti momenti che direttamente od indirettamente esercitano necessaria influenza sul sistema nervoso in genere; ma tutte queste influenze fatte agire con metodo che non è conforme sempre alle speciali esigenze dell’Essere, turbano l’andamento di fenomeni vitali - sit venia verb - degli elementi che costituiscono il neurone, considerato nella sua semplicità morfologica, non che l’intero sistema nervoso.
Così è che quando a poco a poco principia ad esplicarsi quel complesso di fenomeni che dicesi la personalità cosciente dell’individuo, voi già principiate a notare alcune specialità di fenomeni nella funzione del sistema nervoso.
Non furono denominate, né classificate queste, che dirò addirittura anomalie di innervazione, perché o non si presero in seria considerazione, o si riguardarono da un altro punto di vista filosofico e perché non si portò la osservazione clinica su di esse. Ma oggi lo studio antropologico, inspirato dai grandi principi della evoluzione, sente la necessità di estendere la osservazione sino ai primi primordi della vita, per comprendere i suoi fenomeni durante l’intero suo svolgimento. Ciò che è necessità per lo studio dell’uomo in genere, non può essere da meno per lo studio dell’uomo ammalato. E se vogliamo alle nostre cognizioni sulla Nevrosi dare una base veramente naturalistica, fa mestieri che cominciamo a vedere anche noi come si atteggia quel sistema nervoso sin dalla prima età della vita, per comprendere come in avvenire possa dare luogo a quei fenomeni sì interessanti e complessi che si dicono Nevrosi.
Cominciamo adunque la nostra osservazione dal punto che ho stabilito e vediamo quanto di vero possiamo raccogliere.
Vi è una sentenza che corre per la bocca di tutti e che si adopera certamente senza averne compreso il valore scientifico, ciò che del resto avviene per tanti altri fatti differenti da quelli che noi vogliamo considerare. - La sentenza è questa: I bambini sono come i selvaggi; oppure i bambini sono come i matti. - Ma vi sono poi bambini che non si paragonano né a questi né a quelli; formano una minoranza, è vero, ma vi sono: pare che siano retti da una precoce ragionevolezza, da un certo equilibrio di funzionalità, per cui vengono additati come singolari, come esempi agli altri.
Io ho studiati tutti questi fenomeni, specialmente dopo che da certe accurate istorie di nevrotici mi vennero narrati particolari interessanti che si riferivano alla loro prima età, tanto da poter dire che sin d’allora s’andavano in essi elaborando gli elementi morbosi.
Che in un bambino si possano scorgere dei tratti selvaggi, lo sa la dottrina della evoluzione applicata alla storia dell’umanità in genere; tuttavia dobbiamo riconoscere, che alcuni tratti, che si riferiscono sia allo istinto della nutrizione, sia allo istinto della generazione, sia allo istinto morale, per la misura nella quale si manifestano, hanno proprio un carattere di morbilità.
Per bene intenderci, entriamo più addentro nei fatti biologici. - Come è noto, ogni corpo vivo, ogni organismo, è determinato da fenomeni della irritabilità, da cui deriva la legge della reazione e dell’azione. Le manifestazioni della vita sono il risultato della funzione di questa legge; e l’organismo anzi s’è sviluppato sotto il dominio di questa legge, la quale, in fondo, non è altro che la legge dei riflessi e delle correlazioni funzionali.
L’istinto della conservazione si esercita come effetto dei riflessi nutritivi; l’istinto genesico per i riflessi relativi all’apparato della generazione; l’istinto intellettuale e morale, l’ultimo a comparire tanto nella serie zoologica, come nell’organismo umano, è la risultante di riflessi che in parte si esauriscono nella direzione dei precedenti istinti, in parte si espandono con apparenza di fenomeni indipendenti, in altre parti del sistema nervoso, ma che si conformano alle possibilità organiche, le quali sono alla loro volta servite dai più bassi istinti e dall’ambiente.
Non appena il fanciullo può, con le parvenze di chi vuole, soddisfare l’istinto della conservazione, si appiglia a sostanze e si accostuma ad atti, che gli sono proibiti se addirittura contrastano colle costumanze che gli si vogliono imporre, oppure gli si vietano a quando a quando se si arriva a constatarne effetti dannosi. Nell’un caso e nell’altro a noi si offre un fenomeno che già prelude alla anomalia d’innervazione, la quale può tanto più pronunciarsi a seconda degli effetti che susseguono alla soddisfazione dell’istinto.
E gli effetti non mancano quasi mai, perché il soddisfacimento dell’istinto genera alterazioni funzionali, nutritive e nervose. Queste a seconda dei casi si esplicano come vomiti, insonnie, sonnolenze eccezionali, pallori e rossori alternantisi, che sono manifestazioni vaso-motorie, le quali hanno estensione varia alla cute come nel dominio delle cavità viscerali. A poco a poco in mezzo a questo procedere di fenomeni nei fanciulli, vengono a prevalere certe esigenze d’innervazione, ora nella sfera della sensibilità, ora in quella della motilità, ora in quella dell’intelligenza; ora generali ora parziali: ora di origine cerebrale, ora spinale, ora ganglionale. - Di qui le irritabilità, le permalosità, il pianto, il riso, le taciturnità fenomenali; di qui i sonni interrotti dal grido notturno, la enuresi, la convulsività; la continua irritabilità del carattere, della alacrità al moto, della resistenza sia al caldo sia al freddo, la necessità di predisporre, favorire artificialmente il succedersi di funzioni, che per il tempo e per la misura non sono mai regolari.
E quando si studia l’andamento di tutti questi fenomeni, si vede che in alcuni si potrebbero dire spontanei, ma la loro manifestazione coincide con turbamenti della funzione della nutrizione; che in altri questa si esercita con esigenze esagerate e mentre anche in ciò si dà a conoscere un influsso nevrotico, alla sua volta la funzione nervosa vie più si altera dopo l’esaurimento della brama istintiva. In altri si constata la coincidenza di fenomeni nevrotici con turbamenti della crasi sanguigna; in altri con eccessi di funzione istintivamente effettuati, od anche imposti; in altri in momenti della crescenza.
Tutti questi fenomeni della infanzia, o della fanciullezza, poiché il loro comparire non è sempre alla stessa epoca, costituiscono già tante forme elementarissime di Nevrosi. Le quali non si classificano (meno qualcuna, come l’enuresi, il grido notturno), ma pure denotano che nell’organismo si sta elaborando un insieme di fatti, i quali per quanto molteplici, per quanto diffusi, latenti o palesi, sono sempre il prodotto del come evolve la funzione della irritabilità della cellula primitiva in mezzo ai coefficienti necessari che concorrono allo sviluppo dell’essere.
L’istinto genesico porta i suoi frutti a questa preparazione della Nevrosi; i toccamenti inconsci dei bambini e dei fanciulli, che man mano si sviluppa l’istinto intellettivo - e qualche volta anche senza dell’intervento di questo - si effettuano come atti di masturbazione; come la mancante eccitabilità dell’istinto genesico, sono altri momenti che quasi mai si prendono nella debita considerazione, pur avendo molta importanza pratica. Vengono proprio ad accrescere le efficienze delle cause precedentemente considerate. Mentre l’organismo deve più regolarmente possibile svilupparsi, si danno manifestazioni di alterata innervazione che sconcertano le funzioni trofiche. Così viene producendosi una somma di fenomeni, somatici gli uni, dinamici gli altri; ma in fondo il fatto che dobbiamo cogliere noi è il fatto costituzionale - quell’insieme di attitudini trofiche e nervose, che già fanno presentire la potenzialità nevrotica dell’individuo, la sua predisponente per le forme nevrotiche - la sua Nevrosi.
Quando poi si osservano le espressioni dell’istinto intellettuale, è facile accorgersi che quella parte che si disse apparire da ogni altro indipendente, essa stessa per la legge dei riflessi ne dimostra l’assidua influenza, quindi la sua dipendenza da essi. - Gli istinti inferiori che hanno cominciato a prevalere, possono dall’istinto intellettuale essere favoriti; nel fenomeno della coscienza si ripercuotono e qui determinano quasi la legge della loro necessità. Quindi v’è un volontario adattamento della coscienza al loro soddisfacimento in quella forma che s’è resa abituale.
Ma insieme influiscono sull’istinto intellettivo altre molte azioni - che sono le educative, le esterne in genere. Allora alle movenze prime altre si aggiungono, e le reazioni nervose con differente intensità determinate, si manifestano in maniere differenti secondo i casi.
Qui è che cominciano a concretarsi pensieri, concetti, convinzioni, propositi, i quali sono costituiti da elementi eccito-motivi interni ed esterni. Le movenze istintive indirizzano il pensiero al loro soddisfacimento; le impressioni esterne sopraggiunte e sopraggiungenti, determinano li atteggiamenti dell’organismo; altre impressioni provenienti dall’esterno, che sono le educative, addestrano l’esercizio della memoria, del ragionamento, e con questo si possono creare, non solo convinzioni, ma autosuggestioni e propositi conformi a queste.
E quando tutto questo concorso di momenti funzionali hanno creato quello che si potrà dire l’ambiente morale interno, in questo si svolgeranno eccitabilità particolari, delle quali alcune avranno libera espansione, altre rimarranno come energie latenti secondo i casi.
Per tal guisa nella sfera delle operazioni istintive, o dei riflessi, si organizzano quei fenomeni fisiologici che sono le idiosincrasie - quelle movenze della sensibilità generale, dei sensi specifici, del senso morale, della sensibilità viscerale, per cui vediamo con la maggiore frequenza distinguersi in generale gli uomini per il modo particolare con cui ciascuno risponde agli stimoli.
Ed in questo sta la genesi della Nevrosi. - Ciò tanto più si comprende, quanto più alla generazione dell’Essere hanno concorso genitori aventi marcate manifestazioni nevrotiche, oppure circostanze, relative alla nutrizione generale, capaci di alterare, o peggiorare l’indirizzo della evoluzione organica, sia durante la vita uterina, sia durante la vita extrauterina.
È un fatto di esperienza, che tutte le manifestazioni nevrotiche della infanzia e della fanciullezza si fanno maggiori o minori secondo che procedono gli atti nutritivi; secondo che sono regolate le funzioni stesse della innervazione, si vedono mutamenti nella sfera dei nervi trofici. L’Anatomia patologica non sa dove, né come scoprire l’origine, il meccanismo di questi fenomeni: la biologia invece avverte, che, data la intimità indissolubile dei fondamentali poteri dell’organismo, bisogna comprendere il fenomeno nevrotico - la modificazione della irritabilità cellulare - come il risultato d’una concate...

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  1. Copertina
  2. LA NEVROSI
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  4. Intro
  5. INTRODUZIONE
  6. LA NEVROSI
  7. Ringraziamenti