Belfagor arcidiavolo. Mandragola
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Belfagor arcidiavolo. Mandragola

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Belfagor arcidiavolo. Mandragola

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Belfagor arcidiavolo fu scritto da Niccolò Machiavelli tra il 1518 e il 1527. Ambientata al tempo di Carlo d'Angiò re di Napoli, si presenta come una sagace satira contro i costumi della Firenze di quegli anni e s'inserisce nella tradizione antifemministica, popolare e morale dell'epoca. La commedia Ma ndragola, considerata il capolavoro del teatro del Cinquecento italiano, fu scritta da Niccolò Machiavelli tra il 1514 e il 1515. Prende il titolo dal nome di una pianta, la mandragola, alla cui radice vengono attribuite caratteristiche afrodisiache ed è una potente satira sulla corruttibilità della società italiana dell'epoca.

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Informazioni

Anno
2017
ISBN
9788827526910

LA MANDRAGOLA

Atto Quarto e Canzone

SCENA PRIMA
Callimaco solo.

CALLIMACO Io vorrei pure intendere quello che costoro hanno fatto. Può egli essere che io non rivegga Ligurio? E, nonché le ventitré, le sono le ventiquattro ore! In quanta angustia d’animo sono io stato e sto! Ed è vero che la Fortuna e la Natura tiene el conto per bilancio: la non ti fa mai un bene, che, a l’incontro, non sorga un male. Quanto più mi è cresciuta la speranza, tanto mi è cresciuto el timore. Misero a me! Sarà egli mai possibile che io viva in tanti affanni e perturbato da questi timori e queste speranze? Io sono una nave vessata da due diversi venti, che tanto più teme, quanto ella è più presso al porto. La semplicità di messere Nicia mi fa sperare, la provvidenza e durezza di Lucrezia mi fa temere. Oimè, che io non trovo requie in alcuno loco! Talvolta io cerco di vincere me stesso, mi riprendo da questo mio furore, e dico meco: — Che fai tu? Se’ tu impazzito? Quando tu l’ottenga, che fia? Conoscerai el tuo errore, ti pentirai delle fatiche e de’ pensieri che hai avuti. Non sai tu quanto poco bene si trova nelle cose che l’uomo desidera, rispetto a quello che l’uomo ha presupposto trovarvi? Da l’altro canto: el peggio che te ne va è morire e andarne in inferno; e’ son morti tanti degli altri! e sono in inferno tanti uomini da bene! Ha’ti tu a vergognare d’andarvi tu? Volgi el viso alla sorte; fuggi el male, e non lo potendo fuggire sopportalo come uomo; non ti prosternare, non ti invilire come una donna. — E così mi fo di buon cuore; ma io ci sto poco su, perché da ogni parte mi assalta tanto desio d’essere una volta con costei, che io mi sento, dalle piante de’ piè al capo, tutto alterare: le gambe tremano, le viscere si commuovono, il cuore mi si sbarba del petto, le braccia s’abbandonano, la lingua diventa muta, gli occhi abbarbagliano, el cervello mi gira. Pure, se io trovassi Ligurio, io arei con chi sfogarmi. Ma ecco che ne viene verso me ratto. El rapporto di costui mi farà o vivere allegro qualche poco o morire affatto.


SCENA SECONDA
Ligurio, Callimaco.

LIGURIO Io non desiderai mai più tanto di trovare Callimaco, e non penai mai più tanto a trovarlo. Se io li portassi triste nuove, io l’arei riscontro al primo. Io sono stato a casa, in Piazza, in Mercato, al Pancone degli Spini, alla Loggia de’ Tornaquinci, e non l’ho trovato. Questi innamorati hanno l’argento vivo sotto e piedi, e non si possono fermare.
CALLIMACO Che sto io ch’io non lo chiamo? E mi par pure allegro: Oh, Ligurio! Ligurio!
LIGURIO Oh, Callimaco! dove sei tu stato?
CALLIMACO Che novelle?
LIGURIO Buone.
CALLIMACO Buone in verità?
LIGURIO Ottime.
CALLIMACO E’ Lucrezia contenta?
LIGURIO Sì.
CALLIMACO El frate fece el bisogno?
LIGURIO Fece
CALLIMACO Oh, benedetto frate! Io pregherò sempre Dio per lui. .
LIGURIO Oh, buono! Come se Dio facessi le grazie del male, come del bene! El frate vorrà altro che preghiere!
CALLIMACO Che vorrà?
LIGURIO Danari.
CALLIMACO Dagliene. Quanti ne gli hai tu promessi?
LIGURIO Trecento ducati.
CALLIMACO Hai fatto bene.
LIGURIO El dottore ne ha sborsati venticinque.
CALLIMACO Come?
LIGURIO Bastiti che gli ha sborsati.
CALLIMACO La madre di Lucrezia, che ha fatto?
LIGURIO Quasi el tutto. Come la ’ntese che la sua figliuola la avev’avere questa buona notte senza peccato, la non restò mai di pregare, comandare, confortare la Lucrezia, tanto che ella la condusse al frate, e quivi operò in modo, che la l’acconsentì.
CALLIMACO Oh, Dio! Per quali mia meriti debbo io avere tanti beni? Io ho a morire per l’allegrezza!
LIGURIO Che gente è questa? Ora per l’allegrezza, ora pel dolore, costui vuole morire in ogni modo. Hai tu ad ordine la pozione?
CALLIMACO Sì, ho.
LIGURIO Che li manderai?
CALLIMACO Un bicchiere d’hypocras, che è a proposito a racconciare lo stomaco, rallegra el cervello... Ohimè, ohimè, ohimè, io sono spacciato!
LIGURIO Che è? Che sarà?
CALLIMACO E’ non ci è rimedio.
LIGURIO Che diavol fia?
CALLIMACO E’ non si è fatto nulla, io mi son murato un forno.
LIGURIO Perché? Ché non lo di? Lèvati le man’ dal viso.
CALLIMACO O non sai tu che io ho detto a messer Nicia che tu, lui, Siro ed io piglieremo uno per metterlo a lato a la moglie?
LIGURIO Che importa?
CALLIMACO Come, che importa? Se io sono con voi, non potrò essere quel che sia preso; s’io non sono, e’ s’avvedrà dello inganno.
LIGURIO Tu di’ el vero. Ma non ci è egli rimedio?
CALLIMACO Non, credo io.
LIGURIO Sì, sarà bene.
CALLIMACO Quale?
LIGURIO Io voglio un poco pensarlo.
CALLIMACO Tu mi hai chiaro: io sto fresco, se tu l’hai a pensare ora!
LIGURIO Io l’ho trovato.
CALLIMACO Che cosa?
LIGURIO Farò che ’l frate, che ci ha aiutato infino a qui, farà questo resto.
CALLIMACO In Che modo?
LIGURIO Noi abbiamo tutti a travestirci. Io farò travestire el frate: contraffarà la voce, el viso, l’abito; e dirò al dottore che tu sia quello; e’ sel crederà.
CALLIMACO Mi piace; ma io che farò?
LIGURIO Fo conto che tu ti metta un pitocchino indosso, e con un liuto in mano te ne venga costì, dal canto della sua casa, cantando una canzoncina.
CALLIMACO A viso scoperto?
LIGURIO Sì, ché se tu portassi una maschera, e’ gli enterrebbe ’n sospetto.
CALLIMACO E’ mi conoscerà.
LIGURIO Non farà: perché io voglio che tu ti storca el viso, che tu apra, aguzzi o digrigni la bocca, chiuda un occhio. Prova un poco.
CALLIMACO Fo io così?
LIGURIO No.
CALLIMACO Così?
LIGURIO Non basta.
CALLIMACO A questo modo?
LIGURIO Sì, sì, tieni a mente cotesto. Io ho un naso in casa: io vo’ che tu te l’appicchi.
CALLIMACO Orbé, che sarà poi?
LIGURIO Come tu sarai comparso in sul canto, noi saren quivi, torrénti el liuto, piglierenti, aggirerenti condurrenti in casa, metterenti a letto. E ’l resto doverrai tu fare da te!
CALLIMACO Fatto sta condursi!
LIGURIO Qui ti condurrai tu. Ma a fare che tu vi possa ritornare sta a te e non a noi.
CALLIMACO Come?
LIGURIO Che tu te la guadagni in questa notte, e che, innanzi che tu ti parta, te le dia a conoscere, svelale lo inganno, mostrale l’amore le porti, dicale el bene le vuoi, e come senza sua infamia la può esser tua amica, e con sua grande infamia tua nimica. È impossibile che la non convenghi teco, e che la voglia che questa notte sia sola.
CALLIMACO Credi tu cotesto?
LIGURIO Io ne son certo. Ma non perdiam più tempo: e’ son già due ore. Chiama Siro, manda la pozione a messer Nicia, e me aspetta in casa. Io andrò per el frate: lo farò travestire, e condurrenlo qui, e troveremo el dottore e faremo quello manca.
CALLIMACO Tu di’ ben! Va’ via.


SCENA TERZA
Callimaco, Siro.

CALLIMACO O Siro!
SIRO Messere!
CALLIMACO Fatti costì.
SIRO Eccomi.
CALLIMACO Piglia quello bicchiere d’argento, che è dentro allo armadio di camera e, coperto con un poco di drappo, portamelo, e guarda a non lo versare per la via.
SIRO Sarà fatto.
CALLIMACO Costui è stato dieci anni meco, e sempre m’ha servito fedelmente. Io credo trovare, anche in questo caso, fede in lui; e, benché io non gli abbi comunicato questo inganno, e’ se lo indovina, ché gli è cattivo bene e veggo che si va accomodando.
SIRO Eccolo.
CALLIMACO Sta bene. Tira, va a casa messer Nicia, e digli che questa è la medicina, che ha a pigliare la donna dopo cena subito; e quanto prima cena, tanto sarà meglio; e, come noi saremo in sul canto ad ordine, al tempo, e’ facci d’esservi. Va’ ratto.
SIRO I’ vo.
CALLIMACO Odi qua. Se vuole che tu l’aspetti, aspettalo, e vientene qui con lui; se non vuole, torna qui da me, dato che tu glien’hai, e fatto che tu gli arai l’ambasciata.
SIRO Messer, sì.


SCENA QUARTA
Callimaco solo.

CALLIMACO Io aspetto che Ligurio torni col frate; e chi dice che gli è dura cosa l’aspettare, dice el vero. Io scemo ad ogni ora dieci libbre, pensando dove io sono ora, dove io potrei essere di qui a due ore, temendo che non nasca qualche cosa, che interrompa el mio disegno. Che se fussi, e’ fia l’ultima notte della vita mia, perché o io mi getterò in Arno, o io m’impiccherò, o io mi getterò da quelle finestre, o io mi darò d’un coltello in sullo uscio suo. Qualche cosa farò io, perché io non viva più. Ma veggo io Ligurio? Egli è desso, egli ha seco uno che pare scrignuto, zoppo: e’ fia certo el frate travestito Oh, frati! Conoscine uno, e conoscigli tutti. Chi è quell’altro, che si è accostato a loro? E’ mi pare Siro, arà digià fatto l’ambasciata al dottore; egli è esso. Io gli voglio aspettare qui, per convenire con loro.


SCENA QUINTA
Siro, Ligurio, Callimaco, fra’ Timoteo travestito.

SIRO Chi è teco, Ligurio?
LIGURIO Uno uom da bene.
SIRO E’ egli zoppo, o fa le vista?
LIGURIO Bada ad altro.
SIRO Oh! gli ha el viso del gran ribaldo!
LIGURIO Deh! sta’ cheto, ché ci hai fracido! Ove è Callimaco?
CALLIMACO Io son qui. Voi siete e ben venuti!
LIGURIO O Callimaco, avverti questo pazzerello di Siro: egli ha detto già mille pazzie.
CALLIMACO Siro, odi qua: tu hai questa sera a fare tutto quello che ti dirà Ligurio; e fa’ conto, quando e’ ti comanda, che sia io; e ciò che tu vedi, senti o odi, hai a tenere secretissimo, per quanto tu stimi la roba, l’onore, la vita mia e il bene tuo.
SIRO Così si farà.
CALLIMACO Desti tu el bicchiere al dottore?
SIRO Messer, sl.
CALLIMACO Che disse?
SIRO Che sarà ora ad ordine di tutto.
TIMOTEO E’ questo Callimaco?
CA...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. BELFAGOR E LA MANDRAGOLA
  3. Indice
  4. Intro
  5. BALFAGOR ARCIDIAVOLO
  6. LA MANDRAGOLA
  7. LA MANDRAGOLA
  8. LA MANDRAGOLA
  9. LA MANDRAGOLA
  10. LA MANDRAGOLA
  11. LA MANDRAGOLA
  12. Ringraziamenti