¡No pasarán!
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Il libretto rosso delle brigate internazionali antifasciste

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Il libretto rosso delle brigate internazionali antifasciste

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Quando, accerchiati dalle soverchianti forze nemiche, i combattenti delle brigate internazionali accorsi a difendere la libertà della Spagna abbracciarono il fucile a guardia delle barricate, le loro uniche, vere armi furono, al di là di un coraggio eccezionale, uno spirito di sacrificio senza precedenti e uno slogan formidabile: "¡No pasarán!" - "Non passeranno!". Dalla Penisola Iberica, il grido rivoluzionario di Dolores Ibárurri fu la scintilla capace di incendiare un'immensa prateria europea, attraversando, insieme agli anni bui della seconda guerra mondiale e del dilagare del nazifascismo, popoli e nazioni, uniti dalla comune appartenenza di classe nella lotta senza quartiere che ancora si combatte contro i tentativi delle camice nere e brune di tornare sulla scena della storia. Testo di insuperata passione politica e civile, esempio luminoso di militanza, "¡No pasarán!" è un memorabile repertorio di pensiero e azione antifascista grazie alla capacità dell'autrice di parlare al popolo, per il popolo e con il popolo: l'unico argine contro il quale le orde di fascisti con il manganello o con il doppiopetto saranno sempre destinate a infrangersi.

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Contro i nemici del popolo
Discorso pronunciato alle Cortes, il 16 giugno 1936.

Signori deputati!
Per quanto ciò possa sembrare strano e paradossale, questa volta la frazione comunista è perfettamente d’accordo con la proposta del signor Gil Robles7 quando sottolinea la necessità di porre termine al più presto al disordine che regna nel nostro paese.
Ma se siamo d’accordo in linea di principio con una tale necessità, non siamo certamente d’accordo con il resto, poiché nella ricerca della verità e nelle conclusioni che reputiamo indispensabili la nostra strada è un’altra, perfettamente opposta a quella di Gil Robles.
Il signor Gil Robles ha pronunciato un bel discorso, al quale io voglio rispondere concretamente. Per quanto il signor Cesares Quiroga8 abbia già dato un’esauriente risposta al signor Calvo Sotelo9, smascherando le sue intenzioni di creare dei torbidi, con le quali egli è venuto ieri sera in Parlamento, pensando, naturalmente, che le sue parole avrebbero avuto una vasta risonanza anche oltre le mura del Parlamento. Ma io dovrò necessariamente soffermarmi su una serie di punti concreti riguardanti anche l’attività del signor Calvo Sotelo.
Il signor Gil Robels, come ho già detto, ha pronunciato un magnifico discorso, magnifico e pomposo, come i discorsi che il signor Gil Robles ha l’abitudine di pronunciare quando, in qualità di capo infallibile – non sia detto per fargli una colpa – fa il giro delle città e dei villaggi, predicando l’insegnamento del socialismo cristiano, per il quale giustizia vuole che ognuno abbia quanto gli spetti. Per quanto questa «giustizia» si sia poi manifestata – quando Gil Robles prendeva parte attiva al Governo – in atti come quello di stabilire il salario giornaliero «cristiano» per i braccianti nella misura di una peseta e mezzo oppure due pesetas.
Il signor Gil Robles è un abile parlamentare e un non meno abile oratore che, usando frasi a effetto, è ricorso ad argomenti non eccessivamente persuasivi, come, per esempio, l’affermazione che il Governo non ha dato il suo appoggio agli imprenditori.
Partendo da premesse false Robles è giunto, naturalmente, a delle false conclusioni. Perfettamente d’accordo con la volontà di quei ricchi che lo hanno mandato in Parlamento (volontà che Sua Eccellenza, assieme ai suoi collaboratori, adempie così bene), si basa su fatti che accadono accanto a noi in Spagna, e che noi tutti deploriamo, per dimostrare in tal modo l’insufficienza delle misure prese dal Governo e il fallimento del Fronte popolare.
Il signor Gil Robles ha enumerato soltanto i fatti accaduti dopo il 19 febbraio10 e, come molto giustamente hanno dichiarato i signori deputati, non è arrivato a nessuna conclusione. Non ha detto, per esempio, che è necessario chiarire la responsabilità di questi avvenimenti. Pure il signor Gil Robles sa bene che dopo l’incendio di alcune chiese furono trovati negli appartamenti dei preti di quelle chiese dei tesori ecclesiastici che, in circostanze normali, non vi si dovrebbero trovare.
Io racconterò dei fatti, poiché i fatti sono più persuasivi di tutte le frasi retoriche, di tutte le belle parole: soltanto dai fatti si possono trarre conclusioni esatte e sulla base dei fatti si scrive la storia. Siccome credo che il signor Gil Robles, da vero cristiano, ami la verità, egli deve avere interesse a che la storia della Spagna sia scritta in modo esatto. Io cercherò di rinfrescare la sua memoria con dei fatti e contro i suoi sofismi adopererò degli argomenti per dimostrare l’esattezza delle conclusioni alle quali arriverò.
Permettetemi tuttavia, signori, di fare prima di tutto un po’ di luce sul doppio gioco, cioè sulle manovre delle destre. Esse organizzano delle provocazioni nelle strade e poi mandano qui, in Parlamento, alcune persone, le quali con l’espressione di bimbi innocenti chiedono al Governo che cosa stia succedendo nelle strade e dove stia mai precipitando la Spagna. Signori delle destre, voi venite qui strappandovi i capelli e con il capo cosparso di cenere, mentre qualcuno che voi conoscete benissimo, come ha già detto il compagno De Francisco11, e che noi pure conosciamo, ordina la confezione di uniformi della guardia civica per gli scopi che voi sapete e anche noi sappiamo.
Intanto attraverso la frontiera settentrionale della Navarra, questa Vandea spagnola, il signor Calvo Sotelo trasporta armi e munizioni, naturalmente con baccano minore di quello seguito alla provocazione di Vera del Bidassoa12 organizzata da quell’infame assassino di Martinez Anido13. E sì che Vostra Eccellenza ha collaborato con questo assassino. Per quanto ciò sia vergognoso per la Repubblica spagnola, bisogna dire che né Martinez Anido, né Vostra Eccellenza, che lo ha aiutato, sono stati deferiti al tribunale.
I fatti, ripeto, sono molto più persuasivi delle parole. Io non mi limiterò agli avvenimenti successivi al 19 febbraio, mi soffermerò, invece, anche su quelli precedenti a tale data, perché la tempesta di oggi non è che il risultato del vento di ieri.
Che cosa accadde quando gli elementi sinceramente repubblicani e i socialisti rifiutarono il potere? Che cosa accadde quando uomini che indossavano la toga repubblicana entrarono nel Governo con voi antirepubblicani, con il pretesto di allargare le basi della repubblica?
Ecco che cosa accadde: nelle campagne lo sfratto dei piccoli fittavoli divenne un fenomeno di massa; le municipalità basche furono soggette a persecuzione; la costituzione catalana fu mutilata; tutte le libertà democratiche soppresse; la legislazione del lavoro non fu osservata; la cosiddetta legge delle circoscrizioni municipali14 abrogata; per gli operai incominciò ogni sorta di persecuzione. Da tutto ciò nacquero un odio e un malcontento tale che prima o poi dovevano per forza esplodere, come infatti accadde. Arrivò l’ottobre15, di cui siamo orgogliosi, come cittadini spagnoli che hanno senso politico, dignità personale, senso di responsabilità per le sorti della Spagna di fronte all’insidia fascista.
Tutti questi avvenimenti accaduti in Spagna in quel periodo che così giustamente fu chiamato «biennio nero», si svolsero, signor Gil Robles, non soltanto con l’appoggio del potere ufficiale, basato sull’apparato dell’oppressione statale, ma anche con l’aiuto della feccia della società capitalistica, gente spostata e cancro del proletariato. A questa gente fu gettato un pezzo di pane, fu messa una rivoltella in mano, fu garantita l’impunità, purché si lanciassero contro gli operai, uccidendo quelli che più si erano messi in vista nella lotta. I capi delle sinistre: i socialisti Canalez, Joaquin de Grado, Juanita Rico, Manuel Andrez e molti altri caddero vittime di queste bande di assassini mercenari, comandate, signor Calvo Sotelo, da una certa señorita16 il cui nome provoca la furia degli operai spagnoli, poiché esso significa rovina e infamia per la Spagna, comandate pure da alcuni giovani cretini, invidiosi delle vittorie e della sanguinosa gloria di Hitler e Mussolini
Poi, come ho già detto, ci fu lo scoppio di ottobre, che rappresentò l’istintiva difesa del popolo di fronte al pericolo fascista, poiché il popolo, mosso da un sicuro istinto di conservazione, capì che cosa fosse il fascismo. Capì che su una carta si giocava non soltanto la vita, ma anche la libertà e la dignità, che della vita sono più care. Gli uomini incaricati di reprimere il movimento erano, signor Gil Robles, dei tali mascalzoni e si coprirono di crudeltà così efferate quali la storia di nessun altro paese conosce.
Migliaia di prigionieri e di torturati! Donne crocifisse per aver rifiutato di tradire i propri parenti! Bimbi fucilati!
Madri impazzite alla vista delle torture inflitte ai loro figli! Uomini cui furono strappati gli organi genitali!
Ricordate Carbain, San Esteban de Las Chuces, Vilafria, La Cabaña, San Pedro de Los Arcos e, finalmente, l’assassinio di Luis de Sirval17. Centinaia e migliaia di uomini torturati possono testimoniare quale sia il modo di amministrare la giustizia di coloro che si chiamano cattolici e cristiani. E tutto ciò, signor Gil Robles, fu avvolto in una ragnatela di calunnie, fu annegato in un torrente di false accuse, perché gli uomini allora al potere sapevano benissimo quale sarebbe stata la terribile risposta del popolo se il popolo avesse saputo ciò che in realtà avveniva, soprattutto nelle Asturie.
Così le voci più false venivano sparse sul conto dei combattenti della libertà; si è parlato di donne stuprate a San Lazzaro, di bambini cui venivano strappati gli occhi, di carne di preti uccisi venduta a peso, di soldati della guardia d’assalto bruciati vivi. Tutte queste calunnie miravano a un solo fine: provocare in tutte le classi sociali della Spagna l’odio per la rivolta asturiana, per quella rivolta che, nonostante alcuni eccessi del tutto comprensibili in un movimento rivoluzionario di quella portata, ebbe un carattere fin troppo generoso: non furono infatti uccisi i più crudeli nemici del popolo, i quali del resto non mostrarono mai di ricordare la generosità usata nei loro confronti.
Parlerò ora dei quattro pilastri su cui furono costruite quelle calunnie che, come ho detto, avevano un unico fine. Prima di tutto parlerò delle donne stuprate. Voi sapete che si tratta di una menzogna, perché le stesse ragazze che, secondo le vostre parole, sarebbero state uccise e, prima della morte, violate dai rivoluzionari, vi hanno sputato in faccia di persona la vostra infame menzogna dicendovi: «Siamo vive e dai rivoluzionari abbiamo ricevuto soltanto del bene!».
Ma questa vostra menzogna aveva uno scopo. La notizia diffusa dalla vostra stampa, mentre la stampa di sinistra doveva tacere, mirava a sollevare l’indignazione del popolo spagnolo, cui è tanto caro lo spirito di cavalleria, contro la supposta barbarie dei rivoluzionari. Eppure ciò non vi bastava; voi volevate che le donne odiassero la rivoluzione! Voi cercavate di far presa sui sentimenti materni di amore per l’infanzia e a tale scopo avete inventato i bambini cui venivano strappati gli occhi.
Io devo dire che i nostri rivoluzionari, seguendo l’esempio degli eroi della Comune di Parigi18, per salvare la vita dei bambini hanno aspettato che questi abbandonassero con le loro madri le caserme della guardia civica, per poi combattere soltanto con gli uomini, come si addice a dei coraggiosi, sia pure ad armi impari, ma ispirati da ideali che voi non avete mai conosciuto!
E ora parliamo della carne dei sacerdoti uccisi venduta a peso. Voi sapete benissimo, e anche noi lo sappiamo, che in larghi strati del popolo spagnolo è oltre modo vivo il senso religioso. Con questa infame menzogna voi volevate impedire che nel cuore degli uomini religiosi nascesse qualunque senso di pietà per i rivoluzionari!
Ma ecco il punto principale della vostra calunnia; i soldati della guardia d’assalto arsi vivi. Voi avevate bisogno che le forze armate, mandate in Asturia, disperdessero il movimento rivoluzionario e che i cuori dei soldati fossero pieni di un desiderio di vendetta. Perciò avete mentito ai membri della guardia d’assalto, raccontando che i loro compagni erano stati arsi vivi dai rivoluzionari. Come ho già detto, tutte le vostre menzogne miravano a un unico fine: far sì che gli operai del resto della Spagna rinnegassero la rivolta asturiana.
Ogni cosa ha un termine signor Gil Robles! Quando la Spagna incominciò a conoscere la verità, le conseguenze non si fecero aspettare molto. Il 16 febbraio il popolo espresse all’unanimità la sua avversione per quegli uomini che avevano pensato di soffocare l’ardente aspirazione del popolo alla giustizia con l’aiuto del terrore e delle repressioni sanguinose. Coloro che furono sconfitti in febbraio si considerano ancora i signori della Spagna, non accettano la sconfitta e tentano con ogni mezzo a loro disposizione di paralizzare i risultati della sconfitta. Con ciò si spiega la vostra disperazione, perché voi sapete che il Fronte popolare non sarà spezzato e realizzerà gli scopi che si propone. Appunto per questo voi continuate a rifiutare di eseguite gli ordini del Governo, per questo vi opponete sistematicamente alle richieste dei lavoratori, provocando sempre nuovi disordini. È naturale che il signor Calvo Sotelo, abituato ad avere per sé la parte del leone durante la dittatura19, non possa immaginare che gli operai spagnoli agiranno in modo diverso dal suo!
Qual è la causa degli scioperi? La pigrizia? Il desiderio di creare disordine? No! Si arriva allo sciopero perché gli operai non riescono a campare. È del tutto comprensibile e naturale che gli uomini, che hanno sopportato torture e repressioni quando le destre erano al potere, cerchino ora di ottenere tutto ciò che è stato loro prima rifiutato. Il Governo non deve preoccuparsi eccessivamente degli scioperi. Queste misure, dirette alla difesa degli interessi operai, non hanno nessun carattere di rivolta contro il Governo. In questi scioperi si espr...

Indice dei contenuti

  1. Colophon
  2. Frontespizio
  3. Introduzione
  4. Chi sono
  5. Donne che avete un cuore di donna
  6. Affrettare l’opera di epurazione
  7. Contro i nemici del popolo
  8. Lavoratori, antifascisti, popolo, in piedi!
  9. I combattenti non devono mancare di nulla!
  10. Disciplina! calma! vigilanza!
  11. Se vincesse il fascismo
  12. Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio
  13. Donne al fronte
  14. Eroismo di Lina Odena
  15. Lettera a mio figlio
  16. Vedove di eroi, non mogli di vigliacchi!
  17. Sangue e mitraglia
  18. Otto marzo
  19. Aragona eroica – l’unità per la vittoria
  20. Ad Anna Pauker
  21. L’indifferenza del mondo (alle lavoratrici di Triohgorht)
  22. Commissari – primi nell’attacco, ultimi nella ritirata
  23. Atrocità – eroismo
  24. Contro la politica di Largo Caballero
  25. La tragedia basca
  26. Ai nemici, ai calunniatori e agli indecisi
  27. Per vincere occorre un potente esercito popolare
  28. Popolo di Francia, aiutaci a vincere!
  29. Problemi del nostro partito: il lavoro delle donne
  30. Postfazione
  31. Indice
  32. Red star e-book