FONDI SOSTENIBILI
Più portafogli Sri, ma attenzione alle etichette
di Marzia Redaelli
LA sostenibilità è un atteggiamento, non uno stile. Chi crede nella possibilità di aumentare il rispetto del pianeta e dei suoi individui, infatti, cerca di farlo a 360 gradi, anche quando investe.
Per chi non è addentro alle Borse, però, non è semplice scegliere come investire e lo è ancora meno farlo in modo responsabile. Le società che vendono prodotti di investimento hanno percepito questo bisogno e hanno iniziato a sviluppare un’offerta che potesse soddisfare la richiesta di strumenti finanziari Sri.
La gamma di strumenti finanziari conformi ai principi Sri è ormai molto vasta e in continua crescita. Ogni casa di investimento, società di gestione o di consulenza, banca o assicurazione ha il suo catalogo.
I prodotti preconfezionati di risparmio, del resto, si prestano alle necessità di chi voglia investire in modo responsabile ma non abbia le competenze per selezionare uno o più titoli, che siano azioni o obbligazioni o titoli più sofisticati, in modo che rispondano ai propri obiettivi e al profilo di rischio personale. I tipi di strumenti più diffusi sono i fondi comuni di investimento (attivi o passivi, quotati o non quotati), le gestioni patrimoniali, i certificati, le polizze assicurative.
I fondi
I fondi comuni di investimento (o Oicr, Organismi di investimento collettivo) sono costituiti da un patrimonio comune, appunto, fatto dalle sottoscrizioni di molti investitori, che possono investire anche piccole somme, magari a rate (dando vita a un Pac, un piano di accumulo) e allo stesso modo disinvestire per gradi o parzialmente. L’unione fa la forza e il fondo permette al singolo risparmiatore di diversificare il capitale su titoli e mercati diversi, anche con un ammontare minimo di denaro, e di beneficiare dell’esperienza di un investitore professionista. Certo, la partecipazione comporta il pagamento di commissioni, che possono essere di acquisto, di gestione, di vendita o sui risultati.
L’importo delle commissioni è generalmente rapportato alla complessità del mercato e dovrebbero anche essere tollerabili rispetto alle prospettive di rendimento, ma è bene verificarle prima di sottoscrivere le quote; in un mondo di tassi bassi o negativi come l’attuale (il titolo di Stato italiano a dieci anni rende lo 0,5% all’anno), oneri su un fondo obbligazionario o - peggio - monetario rischiano di erodere del tutto le performance.
L’oggetto dell’investimento di un fondo può essere il più diverso: generico come il mercato finanziario globale (fatto di azioni, obbligazioni, materie prime in proporzioni specificate nel regolamento) oppure molto di nicchia, come per esempio le azioni delle aziende di cybersecurity. Anche la connotazione Sri è trasversale, perché può esserci o meno; in realtà è sempre più diffusa, perché le pressioni regolamentari e dell’opinione pubblica spingono i gestori verso un’offerta sostenibile.
I fondi comuni hanno un capitale segregato, cioè separato da quello delle società che li gestiscono; una caratteristica che permette di isolare il rischio dell’investitore a quello specifico del mercato e, in termini qualitativi, alla bontà dell’operato del gestore.
Per regolamento, poi, il gestore può dichiararsi più o meno attivo, cioè libero nella selezione degli investimenti (però nei limiti normativi dettati a tutela del risparmiatore). Oppure il fondo può essere passivo, cioè investire in un indice che rappresenta un mercato, comprando i titoli che lo compongono in proporzione al patrimonio; per esempio, le azioni che compongono il Ftse Mib di Piazza Affari.
Il valore del patrimonio del fondo comune è determinato giorno per giorno nella maggior parte dei casi. Alcuni fondi sono quotati in Borsa e possono avere un valore di mercato dato dalla negoziazione (che in genere però non si discosta dal valore nominale).
Gli Etf
Gli Exchange Traded Funds sono fondi scambiati in Borsa (Borsa italiana ha il listino Etfplus). Nati ad uso degli investitori professionali per esporsi in modo flessibile e fedele (sono per lo più passivi) a un mercato, sono diventati strumenti molto amati dai privati. I risparmiatori, infatti, ne apprezzano la semplicità (soprattutto per la negoziazione), i costi più contenuti di quelli dei fondi tradizionali e la trasparenza sull’universo di riferimento.
Per contro, non hanno una rete di protezione rispetto all’andamento del mercato che, in teoria, dovrebbe essere data dalla professionalità del gestore. Comprare un Etf vuol dire investire a nudo su un indice di mercato, nella maggior parte dei casi. Sebbene la tipologia dei prodotti si sia ampliata nel tempo e contempla anche fondi parzialmente attivi o strutturati, cioè con meccanismi di funzionamento legati a parametri e più sofisticati (per esempio a leva, cioè che moltiplicano il rischio).
Le gestioni patrimoniali
Sono fondi comuni più o meno “personalizzati” che fanno capo a un investitore individuale. È un servizio di solito offerto a chi dispone di grandi patrimoni.
I certificati
I certificati sono strumenti finanziari quotati sul SeDex di Borsa Italiana, il mercato dei contratti derivati. Consentono di puntare al rialzo o al ribasso di un’attività sottostante, con rischi differenti: possono essere...