Medico del calcio
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Il manuale

  1. 328 pagine
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Negli anni recenti la medicina applicata al calcio ha avuto un fiorente impulso e il medico del calcio ha assunto sempre più importanza nella complessa gestione di una squadra di calcio, condividendone responsabilità, successi e insuccessi. La salvaguardia della salute dei calciatori rimane l'obiettivo primario del medico di squadra, così come la conoscenza medica dei giocatori, l'assistenza sanitaria in caso di patologie e infortuni, il rispetto dei regolamenti sportivi. La lotta al doping e all'abuso di farmaci leciti rappresentano un ulteriore importante obiettivo da perseguire. La prevenzione è l'area dove il medico dello sport deve agire con grande intensità e capacità, solo attraverso le conoscenze specifiche della gestualità tecnica, delle metodologie di allenamento, dei ritmi e dei carichi degli impegni tecnici e atletici tipici delle gare e degli allenamenti è possibile cercare di ridurre l'incidenza di patologie e infortuni. Per questo la figura del medico di squadra oltre che possedere indubbie capacità cliniche deve dimostrare autorevolezza e sapersi destreggiare in difficoltà quotidiane che spesso nella comune pratica medica non si incontrano.

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Informazioni

Editore
Edra
Anno
2018
ISBN
9788821448041
Argomento
Medicine

Capitolo 1

Regolamenti

Pasquale Tamburrino, Rosario D’Onofrio

Popolazione sportiva

La Union of European Football Associations (UEFA) conta oltre 25 milioni di tesserati. In Italia per la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) i tesserati, in riferimento alla stagione sportiva 2015-2016, ammontavano a 1.353.866, di cui 1.062.294 calciatori, 24.757 tecnici, 33.674 arbitri (tra questi oltre 1.600 sono donne) e 233.141 dirigenti sportivi.
Si contavano inoltre 13.120 società e 70.868 squadre (Figura 1.1), che hanno disputato un totale di 583.340 gare ufficiali; di cui 378.547 a livello giovanile, 201.406 nei campionati dilettantistici e 3.387 in quelli professionistici (Figura 1.2).
Figura 1.1 Rapporto percentuale tra tesserati e squadre affiliate FIGC.
Figura 1.1 Rapporto percentuale tra tesserati e squadre affiliate FIGC.
Figura 1.2 Gare ufficiali nella stagione sportiva 2015-2016. Totale gare 583.340.
Figura 1.2 Gare ufficiali nella stagione sportiva 2015-2016. Totale gare 583.340.
Ogni giorno in Italia si disputano in media quasi 1.600 partite ufficiali dirette da arbitri federali, sui 17.932 campi sportivi omologati a disposizione per l’attività agonistica.
Il calcio dilettantistico e giovanile continua a rappresentare il principale movimento sportivo presente in Italia; il numero complessivo dei giovani calciatori tesserati ammontava nel 2015-2016 a 827.784 (dato comprensivo sia dei tesserati per il Settore Giovanile e Scolastico, con l’aggiunta dei “giovani dilettanti”, sia dei “giovani di serie” che della categoria Juniores).
L’incidenza dei calciatori tesserati per la FIGC tra i 5 e i 16 anni rappresenta quasi il 20% della popolazione italiana! Un dato estremamente rilevante con un picco di calciatori tesserati pari a 187.659, nella fascia di età tra gli 8 e i 10 anni (Figura 1.3).
Figura 1.3 Calciatori tesserati nella fascia di età 5-16 anni nella stagione sportiva 2015-2016. Valore di picco di tesseramento nella fascia di età 8-10 anni.
Figura 1.3 Calciatori tesserati nella fascia di età 5-16 anni nella stagione sportiva 2015-2016. Valore di picco di tesseramento nella fascia di età 8-10 anni.
Il trend dei praticanti rimane ancora oggi a vantaggio dei ragazzi (66%) rispetto alle ragazze (34%)1.
Sempre nella stagione sportiva 2015-2016 le 17 Rappresentative Nazionali hanno disputato complessivamente 184 partite, vincendone 94, pareggiandone 38 e subendo 52 sconfitte.
Dal punto di vista tecnico sono state aggiornate alcune regole del gioco del calcio ed è stata introdotta la VAR (Video Assistant Referee). Vi è un’importante attività didattica del Settore Tecnico FIGC nel qualificare, attraverso corsi di alta formazione e di specializzazione, il personale tecnico e dirigenziale. L’aggiornamento è diventato obbligatorio, mediante una formazione continua sia residenziale, con lezioni frontali, sia in forma FAD.
Dal punto di vista pratico, è aumentato il numero delle partite giocate ed è cambiata la tattica, estremamente condizionata dal risultato. Il gioco risulta essere sempre più aggressivo: più agonismo e pressing, ma meno tecnica. È aumentata la velocità del gioco, con una maggiore incidenza degli infortuni, soprattutto durante le gare ufficiali rispetto agli allenamenti2.
La conoscenza acquisita dagli studi epidemiologici presenti oggi nella letteratura internazionale consente una maggiore applicazione delle strategie preventive.
Dobbiamo comunque sostenere, per una corretta informazione scientifica, che nel calcio italiano studi sulla prevenzione delle lesioni traumatiche da sport validati dalla comunità scientifica sono scarsi e legati, come quelli epidemiologici, a ragionamenti induttivi.
Le lesioni muscolari risultano essere più frequenti rispetto al passato; sono aumentate le lesioni del legamento crociato anteriore (LCA), sia negli adulti sia in età giovanile, così come si rilevano elevate incidenze di re-injury post-chirurgia ricostruttiva3.
È necessario non sottovalutare quanto emerge dai dati presenti nella letteratura indicizzata internazionale, che evidenziano come un’alta percentuale di atleti sottoposti a intervento di ricostruzione dell’LCA non torni più ai livelli di performance precedenti la lesione4.
È aumentata anche l’incidenza delle patologie croniche, legate spesso a recuperi affrettati o a processi riabilitativi impropri o inopportuni.
In questo contesto in continua evoluzione è cambiato anche il ruolo del medico del calcio, oggi non più solo clinico, ma divenuto un vero e proprio manager dell’area medica, coordinatore di uno staff di collaboratori (Figura 1.4) che si avvale all’occorrenza di consulenti esterni.
Figura 1.4 Organizzazione ottimale teorica e relazioni interne ed esterne del Coordinatore Area Medica.
Figura 1.4 Organizzazione ottimale teorica e relazioni interne ed esterne del Coordinatore Area Medica.
Il trattamento dell’atleta infortunato oggi prevede un approccio multidisciplinare, così che le varie figure dell’area medica risultino stabili, rispetto al passato, e idonee nel fornire livelli assistenziali diversificati.

Terminologia

Il concetto di lesione

Le evidenze della letteratura scientifica rappresentano una guida importante per cercare di valutare al meglio la natura dell’infortunio. Lo studio epidemiologico delle lesioni del calcio, che verrà trattato nei capitoli successivi, in Italia presenta difficoltà legate alla eterogeneità della terminologia.
Il concetto stesso di lesione nel calcio assume spesso un significato generico, non ben definito; tali inadeguatezze si riscontrano sia nella realtà pratica sia nella letteratura.
È importante quindi partire dalla definizione di lesione: la parola deriva dal latino laesus, participio passato del verbo laeděre, che significa danneggiare (da lesione, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2011).
Il termine lesione è utilizzato in medicina per indicare una qualsiasi alterazione a carico di un tessuto o di un organo che comporti un cambiamento della forma, della funzione o della morfologia degli stessi, come conseguenza di un insulto fisico, chimico o biologico. In traumatologia dello sport si definisce lesione una qualsiasi “complaint” fisica subita da un atleta durante una partita o un allenamento di calcio.
La Fédération Internationale de Football Association Medical Assessment and Research Centre, in occasione del First World Congress of Sports Injury Prevention tenuto a Oslo nel giugno 2005, ha convenuto che il termine “attenzione medica” o “medical attention” si debba usare per esprimere la condizione medica del giocatore incapace di partecipare a un futuro allenamento o a una futura gara. La parola “futuro” viene applicata in qualsiasi momento dopo il verificarsi della lesione, identificando la prognosi e i tempi di assenza5.
Le lesioni multiple che si verificano come conseguenza di un singolo evento lesivo dovrebbero essere registrate come “infortunio con diagnosi multiple”. Eventi traumatici che non hanno rilevanza per la partecipazione del giocatore a gare o a sessioni di allenamento non dovrebbero essere registrati come lesioni.
Sempre secondo la FIFA, la definizione di lesione6 ha tre criteri fondamentali: a) assenza in sessioni di allenamento o gare ufficiali, b) specifica localizzazione anatomica del danno tissutale, c) necessità di cure mediche. Quindi, ad esempio, una contusione del muscolo quadricipite (localizzazione e diagnosi di danno tissutale) che viene trattata con applicazione di ghiaccio ma non determina assenza all’allenamento quotidiano o alla gara successiva non dovrebbe essere classificata come “infortunio” perché il giocatore non è stato assente negli allenamenti né nelle gare.
Anche se tali definizioni appaiono abbastanza chiare e oggettive, nella pratica si registra una grande soggettività nell’applicazione dei criteri esposti alle varie contingenze e fattispecie, in particolare riguardo alla determinazione del “tempo perso” dall’atleta. Oltre alle difficoltà su esposte, le informazioni epidemiologiche2,5 hanno mostrato incongruenze riguardo ai metodi, alle definizioni, alle diverse caratteristiche del rapporto giocatore-squadra e ai fattori ambientali; a questo si aggiunge la difficoltà di stimare in maniera oggettiva il “grading” di una lesione.

Incidenza

Per “incidenza” delle lesioni si intende il numero di infortuni che si verificano durante un intervallo di tempo in cui vi è effettivamente il rischio che si manifestino eventi traumatici. Di conseguenza, l’incidenza delle lesio...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Autori
  5. Presentazione
  6. Prefazione
  7. Indice
  8. Capitolo 1 Regolamenti
  9. Capitolo 2 Organizzazione del Settore Medico
  10. Capitolo 3 La certificazione dell’idoneità sportiva
  11. Capitolo 4 Accertamenti nuovi giocatori
  12. Capitolo 5 Valutazione ematologica
  13. Capitolo 6 Le emergenze nel calcio
  14. Capitolo 7 Doping e antidoping
  15. Capitolo 8 Nutrizione e supplementazione dietetica
  16. Capitolo 9 Psicologia
  17. Capitolo 10 Aspetti cardiologici
  18. Capitolo 11 Epidemiologia
  19. Capitolo 12 Prevenzione
  20. Capitolo 13 Le lesioni muscolari
  21. Capitolo 14 Lesioni da sovraccarico
  22. Capitolo 16 Lesioni dell’anca
  23. Capitolo 17 Lesioni del ginocchio
  24. Capitolo 18 Lesioni della caviglia
  25. Capitolo 19 Medicina rigenerativa
  26. Capitolo 20 Aspetti del calcio femminile
  27. Capitolo 21 Aspetti del calcio giovanile
  28. Capitolo 22 Materiali: superfici di gioco, calzature e relazione tra suola e terreno
  29. Capitolo 23 Ritorno allo sport
  30. Capitolo 24 La preparazione fisica
  31. Capitolo 25 Le vaccinazioni nel calcio