Geografia come immaginazione
eBook - ePub

Geografia come immaginazione

Tra piacere della scoperta e ricerca di futuri possibili

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Geografia come immaginazione

Tra piacere della scoperta e ricerca di futuri possibili

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Serve ancora la geografia? Quale senso può avere, oggi, la pretesa di fissare un territorio in una rappresentazione, di «cartografarlo»? E a cosa serve la geografia? A descrivere i luoghi su cui gli uomini «appoggiano» il loro agire, o a raccontarne le interazioni, e indagarne la storia? A fissare e legittimare lo status di quei luoghi, o a contribuire al loro cambiamento? In questo aureo libretto, che raccoglie in alcuni brevi e folgoranti saggi il percorso esemplare di quello che a buon diritto può essere considerato il più autorevole rappresentante italiano della geografia attiva, emerge una concezione della Terra in cui biosfera e sfera socio-culturale interagiscono all'interno di un medesimo sistema complesso, operando ciascuna secondo le proprie modalità. Ciò significa che, a tutti i livelli territoriali, possiamo fare scelte sbagliate, che alterano le condizioni biologiche e sociali del pianeta e che presto o tardi finiranno per ritorcersi sulle condizioni di vita dei sistemi locali. Per questo i geografi non possono limitarsi a descrivere i territori, ma devono assumersi la responsabilità di individuare e descrivere le condizioni favorevoli per instaurare rapporti virtuosi con la biosfera e, attraverso questi, rapporti sociali che riducano le diseguaglianze e gli sprechi di risorse naturali e umane a cui oggi assistiamo. Per farlo la geografia deve riaccendere quella «poetica della scoperta» che ha accompagnato le grandi esplorazioni: «la vera scoperta di Colombo – scrive Giuseppe Dematteis – non è stata l'America, ma l'idea che si potesse arrivare in India navigando verso occidente». I geografi, continua Dematteis, da sempre «fanno un pezzo di storia con i poeti: forse è per questo che gli antichi ritenevano Omero il massimo dei geografi». La geografia deve riprendere il suo cammino a fianco della poesia, recuperando così anche quella carica emotiva e affettiva che è necessaria per stabilire un corretto rapporto con i luoghi e con chi ci vive. Solo «un'immaginazione poetica che attinga al fondo oscuro e brulicante della vita potrà veramente suggerire la molteplicità dei bisogni e dei desideri che possono concorrere alla costruzione del territorio come bene comune», scovare, nascoste sotto le false necessità, «le condizioni di un divenire possibile».

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Geografia come immaginazione di Giuseppe Dematteis in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Scienze fisiche e Geografia. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2021
ISBN
9788855222143
Categoria
Geografia

I. Nella testa di Giano.
Riflessioni sulla geografia poetica

1. Aprire e chiudere.

Premesso che il nucleo essenziale della geografia – ciò che essa sola fa e se non fa cessa di esistere – è la descrizione regionale, consideriamo i due tipi di descrizione geografica A e B, illustrati dai tre esempi seguenti, scelti tra i tanti possibili:
Territorio
Tipo A
Tipo B
1 Corsica 1890
La Corsica è un’isola ecc.
«La Corsica è una montagna in mezzo al mare» (F. Ratzel).
2 Maghreb 1927
Il Maghreb e la parte N-O del continente africano ecc.
«Gezirat-el-Maghreb» espressione araba che E. F. Gautier traduce: «il Maghreb è un’isola tra il Mediterraneo e il Sahara».
3 Baviera 1933
La Baviera è una regione della Germania meridionale ecc.
Sistema di località centrali di ordine L (W. Christaller).
In ciascuno dei tre casi A e B si riferiscono alle stesse realtà regionali, ma dicono cose diverse, con linguaggi diversi. In particolare le A fanno appello all’evidenza, le B all’immaginazione. Le A tendono a chiudere la realtà regionale dentro una definizione banalmente esaustiva; le B aprono nuovi orizzonti su aspetti inattesi del reale e in questo senso sono poetiche.
Si sarebbe tentati di dire che le B sono descrizioni metaforiche, mentre le A sono descrizioni letterali. Ma, come mostra lo schema seguente, tutte le volte che usiamo termini del linguaggio comune come «montagna», «isola» ecc. in una descrizione geografica (anche di tipo A), essi hanno già subìto una trasformazione metaforica, insita nel paradigma del linguaggio geografico (c). Come vedremo meglio nel paragrafo seguente, esse denotano sempre degli spazi fisici, come se fossero «contenitori» di rapporti sociali. Così ad esempio in geografia «montagna» non è soltanto un oggetto fisico banale (a), né una metafora di senso comune (b), ma sta anche sempre per un certo insieme di fatti storico-ecologici e socio-culturali, quelli che la geografia vidaliana chiamava «generi di vita». E sono proprio questi contenuti (d) a offrire una forte carica evocatrice alle descrizioni di tipo B, basate su una doppia metafora (f). La differenza di B rispetto ad A sta soltanto in questa capacità di evocare (nei casi 1 e 2 di metafora euristica) o di descrivere (nel caso 3 di metafora teorica) aspetti non evidenti (inattesi) della realtà1.
Ciò potrebbe dirsi anche delle metafore poetico-letterarie e delle rappresentazioni artistiche in genere, ma la differenza sta nella diversa natura della metafora: nel campo dell’arte essa viene usata per comunicare ciò che per sua natura non è esplicitabile in linguaggio logico-razionale. Nella descrizione geografica la metafora ha invece la funzione opposta: quella di anticipare ipotesi e concetti teorici relativi a relazioni ancora analiticamente mal conosciute, ma che lo saranno meglio proprio perché qui la metafora funziona come un programma di ricerca, il cui risultato è la sua esplicitazione, la traduzione di ciò che è metaforico in linguaggio letterale razionale.
pre-scientifico
scientifico
pre-teorico
teorico
a. Linguaggio comune letterale
«una montagna», «un’isola», «un luogo» come entità fisiche
b. Linguaggio comune metaforico
«montagna» come forza, «isola» come allontanamento ecc.
c. Paradigma generale del linguaggio geografico
(1) («montagna», «isola», «luogo»…) = Spazio
(2) Spazio come metafora del sociale
d. Linguaggio geografico pre-teorico
«la montagna», «l’isola» come insieme di relazioni e di processi socio-ecologici (generi di vita e simili)
e. Linguaggio geografico teorico
«località centrale» come sottoinsieme di relazioni sincroniche (scambio di mercato: riferimento alla teoria economica neoclassica)
f. Doppia metafora geografica
«l’isola» come «la montagna», «la montagna» come «l’isola»
g. Corrispondenza regionale
la Corsica, il Maghreb, la Baviera ecc.
h. Esplicitazione della metafora euristica
ipotesi sulla peculiarità del genere di vita dei corsi; sulle differenze tra culture sedentarie e nomadi ecc.
i. Esplicitazione della metafora: funzione teorica
Gli scostamenti dei sistemi regionali di località centrali dal modello come verifica/falsificazione della teoria dell’equilibrio di mercato
Perciò entrambi i tipi di descrizione geografica A e B, ed entrambi i casi di B (1 e 2 euristici e preteorici, 3 teorico) hanno il carattere pubblico, proprio delle proposizioni scientifiche. Possono essere oggetto di argomentazioni razionali ed essere sottoposti a verifiche empiriche, secondo procedure universalmente accettate.
Ciò detto, questo scritto si propone di approfondire al massimo le differenze e dilatare le distanze tra A e B, opponendo una geografia metaforica, immaginativa, aperta, poetica, non deterministica e nichilista a una geografia letterale, ovvia, chiusa, normale, deterministica e banalmente metafisica. Si tratterà di un artificio perché queste due diverse geografie sono in realtà le due facce di una stessa geografia. Sarà un esperimento mentale che, per usare l’immagine di Gunnar Olsson, ci permetterà di capire come funziona il cervello di Giano.

2. L’insostenibile peso dello «spazio geografico».

Poiché, come s’è visto, entrambi i tipi di descrizione A e B derivano da una stessa metafora (costitutiva di ogni linguaggio geografico), la loro opposizione dovrà riguardare anzitutto il senso di tale metafora, cioè il rapporto tra lo spazio fisico e i significati della descrizione2.
Se chiamiamo «normale» quella descrizione che ci vuol far credere che la carta geografica è la riproduzione oggettiva del territorio, il suo principio costitutivo è facilmente individuabile. Essa fa corrispondere implicitamente l’operatore spaziale euclideo con un’entità pensata come reale, chiamata «spazio geografico». Con ciò le relazioni d’ordine proprie dell’operatore diventano «relazioni spaziali» reali. In altre parole, il codice della rappresentazione viene attribuito allo stato di cose descritto: quelle che sono le regole di una sintassi (una tra le tante) sono pensate come relazioni di necessità causale tra i fatti. E poiché nella geografia normale i fatti sono visti come «proprietà» dei luoghi, le stesse regole diventano relazioni causali tra fatti e luoghi, tra luoghi e luoghi.
Questo è l’unico fondamento della causalità geografica, cioè di qualcosa di profondamente radicato nel nostro senso comune, almeno a partire dall’età moderna. Da quando cioè l’operatore spaziale euclideo, applicato alla cartografia metrica, si è dimostrato di un’efficacia pratica straordinaria in molte delle attività fondanti la società occidentale moderna, come la navigazione, l’esplorazione e l’occupazione di nuove terre, la tattica militare e il controllo territoriale dello Stato, i catasti, le infrastrutture e le opere pubbliche.
Lo «spazio geografico» della geografia normale è dunque l’oggettivazione di un ordine pratico, che acquista così l’assolutezza di un ordine ontologico3. La «causalità geografica» è una «necessità» sociale, trasformata in necessità «naturale» per il tramite della tecnica. Di conseguenza (per esempio nella forma dell’«attrito della distanza»), essa si presenta come una necessità reale, come un’imposizione della natura a cui la tecnica e quindi la società non può sfuggire. Ma probabilmente è vero il contrario, cioè che il mondo tecnico viene creduto reale (provvisto della necessità metafisica dell’«Essere») proprio a partire da una concezione dello spazio come Essere metafisico «naturale». In questo caso la geo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. Introduzione
  6. I. Nella testa di Giano. Riflessioni sulla geografia poetica
  7. II. La geografia alle soglie del terzo millennio: una mappa del labirinto?
  8. III. Geografia della diversità
  9. IV. La metafora geografica è postmoderna?
  10. V. Una geografia mentale, come il paesaggio
  11. VI. Contraddizioni dell’agire paesaggistico
  12. VII. La geografia dei beni culturali come sapere progettuale
  13. VIII. Geografia, poetica e architettura nella costruzione dei luoghi
  14. IX. Zeus, le ossa del bue e la verità degli aranci. Biforcazioni geografiche
  15. Postfazione. di Arturo Lanzani