Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici ginnasi e l'Euclide dai licei
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Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici ginnasi e l'Euclide dai licei

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Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici ginnasi e l'Euclide dai licei

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ll chimico e matematico Sebastiano Purgotti espone le sue ragioni per eliminare lo studio della geometria nei ginnasi e lo studio di Euclide nei licei italiani. Sebastiano Purgotti (Cagli, 21 luglio 1799 – Perugia, 31 marzo 1879) è stato un chimico, matematico e filosofo italiano.
Grazie alle sue qualità di studioso e alla sua modestia stringe amicizie illustri ed è nominato membro onorario di trentadue accademie di scienze e di lettere tra cui l'Accademia Nazionale dei Lincei, dei Georgofili di Firenze, la Società di farmacia degli Stati sardi, l'Associazione farmaceutica lombarda e la Società farmaceutica umbra della quale è stato anche presidente. Altre onorificenze gli sono tributate dal Pontefice Pio IX, a cui il Purgotti dedica il suo trattato di chimica, che nel 1851 lo onora di medaglia d'oro quale attestato di stima e nel 1855 lo insignisce della croce dell'Ordine di San Silvestro. Il comune di Perugia nel 1867 conia appositamente per lui una medaglia d'oro mentre il re Vittorio Emanuele II nel 1871 lo nomina cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.
Cagli, città natale di Sebastiano, il 14 ottobre 1880 celebra solenni onoranze al suo benemerito cittadino dedicandogli una delle principali vie del centro storico: così via Giuoco del Formaggio diviene l'odierna via Purgotti. Nel Salone degli Stemmi del Palazzo Pubblico è stata posizionata una lapide con l'effigie a rilievo del benemerito cittadino al quale pochi anni prima era stato dedicato uno dei medaglioni dei cittadini illustri realizzati a rilievo da Alessandro Venanzi nella balconata del secondo ordine del Teatro Comunale (terminato nel 1876).

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Informazioni

Editore
Passerino
Anno
2021
ISBN
9791220277631
Argomento
Mathematics
Categoria
Geometry

II.

Relativamente poi ai licei, in un dotto articolo inserito nella dispensa 4 e 5 di questo periodico [1] , trovo una riflessione ben giusta d’un mio collega, il chiarissimo Prof. Livini. «Non basta a mio credere, egli dice, avere dimostrato doversi sbandire Euclide, quale è proposto dai programmi ministeriali: conviene ancora cercare ciò che si deve sostituire.» E dalla scelta ben egli avverte che fa d’uopo eliminare «alcuni trattatelli di geometria che escludono quasi affatto il metodo sintetico.» Ma se questi è d’uopo che siano esclusi, non mancano ora dei buoni trattati di autori italiani, che dalla sintesi geometrica alieni non sono. E se ne difettano in qualche parte, qualche annotazione dell’insegnante potrebbe al difetto supplire. Non disconvengo però dalle idee del lodato professore allorquando dice che per porre di nuovo in credito il metodo sintetico, relativamente al quale
Est modus in rebus, sunt certi denique fines,
Quos ultra citraque nequit consistere rectum,
proporrebbe il ritorno nelle scuole della Geometria di Legendre, che malgrado qualche difetto, la crede un buon trattato, preferibile al testo di Euclide. E di gran lunga preferibile il credo pur io, giacchè tolti i difetti più gravi, e sono ben pochi, non ego parvis offendar maculis. Piccole macchie, non v’ha dubbio, vi sono; ma come a queste dettero troppo peso circa un mezzo secolo indietro due professori anonimi, agli occhi dei quali forse una predilezione per le edizioni napoletane di Euclide fece a carico di Legendre travi apparire le festuche, così egualmente a queste piccole macchie troppo peso si è pure dato recentissimamente e da Duhamel e dal suo discepolo Hoüel.
Io non sostengo già Legendre, allorchè definisce la retta per la linea più breve d’ogni altra collocata fra i medesimi estremi. E ben con i lodati autori convengo essere quella proposizione un teorema e non un vero d’intuitiva evidenza. Che anzi trovo molto filosofiche e profonde le osservazioni che su di ciò fa Hoüel nella nota 4 a del suo Essai critique sur les principes fondamentaux de la g é ometrie.
Non posso però a meno di dichiarare essere io d’avviso che si sconvolgerebbe il più naturale ordine scientifico, se questa semplicissima verità, la quale se non è per sè stessa, facilissimamente però discende da un’altra d’intuitiva evidenza, e che ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici ginnasi e l’Euclide dai licei
  3. Indice dei contenuti
  4. I.
  5. II.