Le origini del servizio sociale italiano
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Le origini del servizio sociale italiano

Tremezzo: un evento fondativo del 1946. Saggi e testimonianze

  1. 341 pagine
  2. Italian
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Le origini del servizio sociale italiano

Tremezzo: un evento fondativo del 1946. Saggi e testimonianze

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«L'utopia di oggi sarà la politica di domani»: con queste parole Emilio Sereni, allora ministro dell'Assistenza Post-bellica, interveniva al «Convegno per studi di assistenza sociale», tenutosi a Tremezzo nell'autunno del 1946, ben sintetizzandone lo spirito.Nel fervido clima dell'immediato dopoguerra, un nutrito gruppo di politici, studiosi ed esperti italiani e stranieri, riunito sulle rive del lago di Como, discusse a lungo i problemi del welfare e la necessità di riorganizzare l'assistenza, come elemento necessario per la rinascita democratica del paese. Come sostenne nella sua relazione Maria Comandini – che insieme al marito Guido Calogero fu una delle animatrici del Convegno – «l'assistenza sociale è una diversa forma di esercizio e di creazione della democrazia, cioè dell'attitudine degli uomini a risolvere da sé i propri problemi e a conquistare, in un'armonia collettiva, più larghe libertà di vita e migliori opportunità d'azione». In quel quadro veniva a delinearsi il ruolo dell'assistente sociale come figura professionale in grado di contribuire all'affermazione di una maggiore giustizia sociale.In questo volume sono raccolti saggi di storici, sociologi e assistenti sociali, che rievocano quel periodo e i contenuti del dibattito. Inoltre vengono ristampate le relazioni tenute al Convegno da Maria Comandini Calogero, Paolina Tarugi e Odile Vallin, le "pioniere" del servizio sociale italiano, di cui vengono ricostruite le vicende biografiche, attraverso documenti di archivio anche inediti e ricordi di familiari e collaboratori.

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Informazioni

Anno
2018
ISBN
9788833130231
Argomento
Storia
Le protagoniste del Convegno di Tremezzo
Mario Caravale

Le biografie e la storia

In questo volume sul «Convegno per studi di assistenza sociale» sono state inserite anche le biografie di alcune delle partecipanti a questo grande avvenimento, momento importante di speranze, di volontà di cambiamento, d’impegno nuovo verso la vita. Attraverso le biografie si capisce meglio il contributo che ciascuna relatrice ha dato all’evento ed anche quanto delle conclusioni del Convegno ha avuto seguito e perché alcune risoluzioni approvate non si sono realizzate.
Attraverso le biografie, infatti, si conosce la storia come carnalmente vissuta dalla persona, quindi c’è anche quest’aspetto della vitalità individuale che viene fuori, il grande pubblico è affascinato da questa dimensione, più che dalla sola ricostruzione di una dottrina, di un movimento culturale, di un evento particolarmente significativo, come avviene normalmente attraverso la storia.
Anche dal punto di vista scientifico la biografia ha un valore importante, perché offre ulteriori elementi di conoscenza. Nella storia vengono ricordate azioni fatte da personaggi, visti nel momento in cui compiono quell’atto, mentre la biografia contiene elementi in più, contiene tutta la vicenda umana di chi quell’atto ha compiuto. Si conosce la formazione culturale, spirituale e tecnica e i modi in cui questa formazione si è esplicitata, si vede il soggetto non solo nel fatto a cui ha partecipato, ma si vede anche la formazione che ha avuto prima di quel fatto e si vede ciò che ha fatto dopo. Ci sono persone che sono legate solo a un fatto cui hanno partecipato, non si conoscono le conseguenze che ne sono derivate. Nella cultura giuridica si può studiare un particolare movimento, ma se lo si considera come il prodotto di esperienze, contrasti, mediazioni e si fa riferimento al contributo dato da ciascuno degli studiosi coinvolti, attraverso le loro biografie si avrà una conoscenza molto più ricca, si capirà meglio il significato dell’evento.
La costruzione di una biografia, come tutte le ricerche, si basa sulle fonti, sulla validità e sull’origine delle fonti stesse. Contributi alle biografie possono derivare dalle opere, dalle pubblicazioni del personaggio che ne illustrano con chiarezza il pensiero. Anche i diari in cui uno racconta le proprie cose sono fonti che possono essere utilizzate.
Le biografie contenute in questo volume sono costruite anche su testimonianze di amici e di parenti. Gli elementi personali di lettura dell’altro, basate sull’amicizia, possono essere eccessivamente elogiative, i giudizi espressi, pertanto, devono essere confrontati con le risultanze oggettive per essere considerati validi. Tuttavia attraverso i ricordi degli amici si ricostruisce il contributo che il personaggio ha dato non solo a un evento, ma si vede che ha avuto anche un effetto sulla vita degli altri, si conoscono le reazioni che ha suscitato, elementi che non vengono rilevati dai documenti ufficiali. I personaggi biografati in questa sede, sono coloro che hanno contribuito al Convegno di Tremezzo con le relazioni sugli assistenti sociali, che sono ristampate in Appendice al presente volume.
La scelta dei personaggi da biografare è un aspetto molto particolare a cui prestare attenzione. Normalmente, nei dizionari biografici, la scelta è basata sul fatto che il personaggio sia stato oggetto di studio, che le sue opere siano state studiate. Nel Dizionario Treccani è stata inserita anche la biografia del bandito Giuliano, che ha suscitato critiche da parte dei parenti delle vittime, che rifiutavano che un malfattore potesse essere inserito tra i grandi della storia. Ma l’inserimento non comportava una valutazione etica, ma faceva vedere il significato dell’azione, in quanto espressione dei legami tra mafia e politica sviluppatisi in Sicilia dal 1945 al 1950 che avevano un significato al di là della valutazione morale del personaggio. Anche l’inserimento della biografia di Gardini è stata considerata negativamente per il risentimento verso quella classe politica imprenditoriale corrotta, ma rappresentava un’espressione del legame esistente tra il mondo politico e il mondo dell’industria.
Le biografie hanno anche l’obiettivo di approfondire nuovi filoni di ricerca, piste di ricerca poco esplorate. Ad esempio quando la storiografia artistica ha iniziato a occuparsi della fotografia, che prima non era inserita tra le espressioni artistiche, è stato colto questo nuovo filone e sono iniziate le biografie anche di fotografi. La storiografia per molto tempo non ha studiato il Seicento, poi un po’ alla volta sono stati biografati personaggi di quell’epoca, adesso gli studi sono aumentati moltissimo per l’interesse europeo, che considera quel secolo una fase rilevante per il contributo culturale alla formazione degli Stati. Anche gli Italiani hanno cominciato a studiare il XVII secolo, sono state scritte anche biografie di personaggi vissuti nell’epoca, si tratta di un settore della vita sociale che va recuperato. Situazione analoga sta avvenendo per l’Italia bizantina, di cui sono ancora presenti tracce importanti nella nostra cultura, che continua a essere poco studiata pur avendo avuto un notevole rilievo.
L’assistenza è un settore della vita sociale tradizionalmente sacrificato, per questo è utile recuperare l’esperienza del Convegno di Tremezzo. Studi biografici dei partecipanti a tale Convegno sono utili proprio per il contenuto in più che possono portare, anche per capire perché sono crollate le speranze, perché c’è stato un fallimento di quell’utopia. Evidentemente deve trattarsi di una ricostruzione complessiva della vita di ciascuno di loro, non solo elenco delle attività svolte.
Per concludere si può dire che le biografie dei professionisti hanno uno spazio particolare nella storia di una professione, danno un ulteriore contenuto di sostanza, particolarmente rilevante per il servizio sociale italiano, in quanto si tratta di una dimensione minoritaria e quindi poco studiata dalla storiografia ufficiale.
Maria Comandini Calogero. Una donna nuova nel sociale
Calogero.webp
Maria Comandini con il marito Guido Calogero e i figli Francesco e Laura sui prati di Chiamulera (Cortina d’Ampezzo), 1940.
Maria Criserà

L’impegno sociale per promuovere la democrazia

L’infanzia
Maria Clelia Comandini nasce a Cesena il 20 febbraio del 1903 da Laura Ceccarelli e Filippo Comandini. La sua è una famiglia benestante di estrazione borghese; il padre è un imprenditore di tendenze repubblicane e anticlericali e fa parte di una famiglia molto in vista in città, è stato a lungo commissario di un locale asilo infantile e presidente di un’Opera Pia di Cesena; suo fratello Ubaldo, già ministro durante la prima guerra mondiale, è deputato. Laura e Filippo Comandini trasmettono alla figlia una formazione improntata a principi laici e democratici e l’amore per l’impegno sociale, vissuto come dovere etico. Maria, unica femmina, cresce in compagnia dei due fratelli Alberto e Gastone (che morirà precocemente a diciotto anni) e dei numerosi cugini, imparando a confrontarsi e a farsi valere. Gli insegnamenti paterni danno ben presto i loro frutti e Maria fa sua, sin da piccola, una cultura che ruota intorno al rispetto dell’individuo; ciò la porterà a porre al centro del suo operare l’attenzione e il rispetto ver...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Occhiello
  3. Frontespizio
  4. Colophon
  5. Indice
  6. Sigle e abbreviazioni
  7. Alla riscoperta di Tremezzo
  8. Il servizio sociale. Le riflessioni di uno storico
  9. L’Italia nel 1946
  10. L’assistente sociale a Tremezzo
  11. Le protagoniste del Convegno di Tremezzo
  12. Appendice. Dal Convegno di Tremezzo
  13. Gli autori