Il mestiere di storico (2016) vol. 2
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Il mestiere di storico (2016) vol. 2

  1. 249 pagine
  2. Italian
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Il mestiere di storico (2016) vol. 2

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Informazioni sul libro

RiflessioniBruno Bonomo, Alessandro Casellato, Roberta Garruccio, «Maneggiare con cura». Un rapporto sulla redazione delle Buone pratiche per la storia oraleAdriano Roccucci, Spatial turn e geopolitica. Il nesso spazio-temporale e il carattere plurale della storiaDiscussioniPhilippa Levine, Silvano Montaldo, Andrés H. Reggiani, VéroniqueMottier, Stéphane Frioux, Christoph Bernhardt e Paul-André Rosental, L'eccezionale normale dei Jardins Ungemach (a cura di Emmanuel Betta e Valeria Galimi)Rassegne e lettureGiovanni Gozzini, Novecento europeoStefano Cavazza, Una storia tedesca oltre il SonderwegDaniela Luigia Caglioti, Il genocidio dei cristiani: storia e memoriaFabio Bettanin, Biografia di un rivoluzionario lungamente al potereBarbara Curli, Guerra fredda e Terzo MondoPaolo Trionfini, Un papa e la modernitàSimon Levis Sullam, L'Italia vista dai marginiGiovanna Procacci, L'Italia della neutralitàMaria Iolanda Palazzolo, Percorsi editoriali nell'Italia del '900Andrea Ricciardi, Ritratto di un'Italia alla ricerca d'identitàRoberto Pertici, Arturo Carlo Jemolo in due libri recentiMemorie e documentiI libri del 2015 / 2CollettaneiMonografieIndiciIndice degli autori e dei curatoriIndice dei recensori

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Informazioni

Anno
2017
ISBN
9788867287703
I LIBRI DEL 2015 / 2
COLLETTANEI
Valeria Babini, Chiara Beccalossi, Lucy Riall (a cura di), Italian Sexualities Uncovered, 1789–1914, London, Palgrave Macmillan, 326 pp., $ 115,00
Il volume si colloca in un’innovativa collana internazionale di studi sulla sessualità (Gender and Sexualities in History Series di Palgrave Macmillan) e raccoglie 14 studi, molti dei quali presentati al workshop «Italian Sexuality Uncovered» (Bologna 2012). I saggi presentano un intreccio di approcci disciplinari, a cominciare da quelli delle tre curatrici: una storica della scienza, una storica della medicina e una studiosa della storia politica e culturale europea dell’800. Ma gli elementi di interesse dell’opera non si riducono certo a questa feconda interdisciplinarietà, che accosta approcci e fonti biografici ed epistolari, giuridici e giudiziari, psichiatrici, letterari, ecc. Vi è in essa l’intento – pienamente raggiunto – di andare oltre una storia dei modelli normativi di sessualità che si affermano nel corso del lungo ’800 , per cercare le narrazioni dell’esperienza vissuta della sessualità e per indagare, accanto agli amori delle élite, le esperienze e le culture sessuali delle classi subalterne. Un compito arduo, quando l’interesse si focalizza sulle sessualità trasgressive, la cui espressione sembrerebbe, nell’800, trovare spazio solo in cataloghi psichiatrici di perversioni. Ma autrici e autori dimostrano efficacemente che non è un compito impossibile. E così, accanto alle relazioni amorose e familiari di personaggi celebri, come Mazzini, Garibaldi e D’Azeglio – rivisitate dallo sguardo penetrante di Riall – o della relazione clandestina tra Natalia Morozzo della Rocca e Sidney Sonnino (Carlucci), a fianco delle «donne nuove» come Linda Murri e Sibilla Aleramo, che all’alba del nuovo secolo sfidano il conformismo morale nei loro scritti e nella vita (Babini), il volume ci offre inedite testimonianze dei costumi sessuali delle classi subalterne e di specifiche subculture. I sonetti di Belli sono una miniera di informazioni sulla sessualità nella Roma ottocentesca, dagli alti prelati alle classi popolari (Gibellini e Ripari), mentre Mark Seymour nel ricostruire un processo per omicidio ci introduce nel mondo del circo, che vive secondo una morale sessuale incompatibile con i codici dominanti. Una subcultura caratterizzata da costumi e sensibilità morali proprie è espressa anche dall’ambiente teatrale (Mitchell).
Il pensiero scientifico positivista, se nel configurare il «marito italiano» si adegua a un canone nazionalista (Reeder), sul tema dell’amore tra donne rivela zone di ambiguità, tra formale condanna e sottili forme di empatia, sottolineate dalla lettura «queer» di Ross.
In molti dei contributi l’Italia è vista attraverso sguardi britannici: dal ritratto della società italiana tracciato a inizio ’800 da Lady Morgan (Bizzocchi), alle osservazioni sui matrimoni italiani di viaggiatori e viaggiatrici britannici, alle testimonianze degli intellettuali omosessuali inglesi che in Italia trovano spazi di libertà impensabili nel loro paese (Beccalossi) e vengono accolti da subculture popolari, come quella dei gondolieri veneziani, che rispettano l’amore tra uomini (Brady).
Laura Guidi
Guido Bertagna, Adolfo Ceretti, Claudia Mazzucato (a cura di), Il libro dell’incontro. Vittime e responsabili della lotta armata a confronto, postfazione di Luigi Manconi con Stefano Anastasìa, Milano, il Saggiatore, 466 pp., € 22,00
Questo libro dà conto del progetto che, per oltre sette anni, ha tenuto impegnato un folto gruppo di persone in un lavoro sulla lotta armata italiana. Dal 2007 al 2014 ex militanti di organizzazioni armate di destra e di sinistra, vittime (o familiari) di attentati politici, mediatori (i curatori), garanti (professionisti della cultura e dell’università per assicurare l’integrità dell’intera esperienza) e terzi neutrali – per lo più nati all’indomani di quella stagione «che, spezzando le dualità che si fronteggiano, [fanno] comparire la possibilità dell’alterità» (p. 17) – si sono confrontati e scontrati, nella condivisone di un itinerario pensato e realizzato da Guido Bertagna, gesuita, Adolfo Cerretti, criminologo all’Università di Milano-Bicocca e Claudia Mazzuccato, penalista all’Università cattolica di Milano. Il progetto è nato rifacendosi al modello della restorative justice, dalla sudafricana Truth and reconciliation commission, alle esperienze vissute all’interno del conflitto israelo-palestinese come negli Stati Uniti, con contatti, viaggi, visite.
Seguendo la definizione proposta da Onu, Consiglio d’Europa e Ue, organismi per i quali la restorative justice equivale alla giustizia dell’incontro, i curatori hanno organizzato più di cento incontri, durante i quali queste persone hanno contrapposto esperienze, letture, valutazioni in un cammino faticoso e non di rado doloroso di ricerca di una narrazione nella quale ciascuno potesse iscrivere la propria vicenda personale. In poco meno di cinquecento pagine il volume restituisce la complessità di questo processo, presentando materiali diversi: a testi di sintesi su temi generali (legislazioni premiali, analisi del concetto di restorative justice), si affiancano tracce della memoria dei singoli, note, spesso semplici frammenti, capaci di riportare in superficie e mettere in discussione gli itinerari personali – al di là di schematismi e scorciatoie – che creano le condizioni necessarie a curare quei traumi spingendo gli interlocutori a comprendersi reciprocamente. La complessità di quel fenomeno storico e la varietà delle esperienze personali che lo attraversarono, sia dalla parte di coloro che agirono in prima persona, sia dalla parte di coloro che subirono la violenza armata, emergono in maniera ricca e stimolante dalle pagine del volume, offrendo – allo stesso tempo – l’occasione di interrogarsi nel concreto su questioni come il rapporto tra verità processuale e verità storica, la possibilità di una memoria condivisa, il confronto con il trauma, passando attraverso la rilevanza del rapporto tra cose non dette e verità storica.
Un volume per molti versi rilevante, che mostra o lascia intravedere itinerari difficili, ma comunque percorribili per fare i conti con quella stagione, al di là delle tante semplificazioni che hanno impedito allora, come per molti versi ora, di comprenderla e così superarla.
Emmanuel Betta
Luigi Blanco, Chiara Tamanini (a cura di), La storia attraversa i confini. Esperienze e prospettive didattiche, Roma, Carocci, 308 pp., € 30,00
Il volume, a carattere collettaneo, presenta una parte degli interventi proposti a un convegno internazionale svoltosi all’Università di Trento nel 2012. Inoltre, nel libro convergono i risultati di una ricerca empirica pluriennale, sviluppatasi a partire dal 2003, in merito all’insegnamento e all’apprendimento della storia nelle aree di confine. La ricerca ha visto coinvolti l’Istituto provinciale per la ricerca, l’aggiornamento e la sperimentazione educativi, il Museo storico in Trento, l’Università e alcuni istituti superiori della provincia di Trento.
La dimensione di una prassi consolidata e routinaria dell’insegnamento disciplinare è stata confermata dall’indagine quale tratto caratteristico dell’attività didattica a scuola, malgrado tutti i cambiamenti che recentemente l’hanno coinvolta, tanto che nella programmazione curricolare è risultata sempre prevalente «[l]’ottica centrata sull’insegnamento piuttosto che sui processi di apprendimento» ed è emersa la continuità di un utilizzo tutto sommato tradizionale del manuale scolastico e delle tematiche in esso presenti, in particolare per l’età contemporanea. Insomma, «l’insegnamento della storia stentava […] a sperimentare metodologie […] più attive [e] coinvolgent[i], […] di tipo costruttivistico» (p. 15). Da questo punto di vista, lo scarso ricorso allo studio monografico integrativo, ai documenti e alle fonti, nonché alle attività laboratoriali, ne è stato una specie di cartina di tornasole.
Il progetto non si è limitato però solo alla ricerca sul campo, ma ha cercato di affiancare all’analisi la sperimentazione e la produzione di buone pratiche didattiche, a cominciare da un ripensamento del curricolo scolastico che affrontasse in maniera scientificamente consapevole e didatticamente avvertita il problema della storia locale, incrociandola con le cesure e le grandi questioni che il binomio nazione/nazionalismo hanno posto al XX secolo.
La prima parte del libro si concentra nel riprendere e circoscrivere la nozione di confine/i e di storia locale/generale in relazione all’insegnamento della storia (con saggi di A. Cavalli, L. Cajani, M. Pitteri, C. Romeo, M. Cuaz, F. Cecotti, S. Petrungaro). La seconda parte invece mette a fuoco diverse esperienze didattiche sul campo, confrontandole fra loro e puntando all’individuazione di tecniche e strumenti innovativi, il tutto giocato sul nesso tra storia e memoria nelle aree di confine, non solo legate all’arco alpino ma anche ad altre zone europee ed extra-europee (con saggi di S. Adwan, R. Bendick, G. Mezzalira, M. Albrigoni, A. Ferraresi, A. Passanante, M. Binaghi, W. Pichler, I. Plattner, N. Rosmarini, C. Tamanini, P. Verbytska, P. Podemski, R. Spazzali, A. Cattunar).
Pietro Causarano
Camillo Brezzi, Umberto Gentiloni Silveri (a cura di), Democrazia, impegno civile, cultura religiosa. L’itinerario di Pietro Scoppola, Bologna, il Mulino, 347 pp., € 29,00
Quasi impossibile in pochi caratteri recensire questo libro cui ha collaborato l’intero Gotha degli storici cattolici che hanno discusso e interpretato il percorso storiografico intrecciato all’impegno politico di Pietro Scoppola. Un impegno che Brezzi e Gentiloni definiscono la sua «esperienza umana e cristiana» (p. 7), perché nello studio della storia era alla ricerca della sua identità. Gli aa. non sono mossi da un intento celebrativo, né da un’appartenenza di scuola, ben lontana dall’essere l’obiettivo di Scoppola, rispettoso della libertà di quei «giovani capaci» (così li aveva definiti nel 2006) che con lui si confrontavano. E, come scrive Riccardi, «libertà e fedeltà sono decisive della sua esperienza» nella ricerca storica e nella politica, entrambe vissute con intensa passione civile, ma sempre con il rigore metodologico dello storico (p. 23).
Tutti gli aa. sottolineano che gli eventi della politica in cui è coinvolto sono per Scoppola occasione di riflessione storica. La proposta politica di De Gasperi (1977) è una lettura storiografica che assume un valore politico attuale nel pieno del compromesso storico, ma si allarga a una ricerca complessiva sulla democrazia italiana. Giovagnoli individua il fulcro interpretativo nel principio di fratellanza evangelica che è alla base dell’impegno civile dei cattolici; concetti ripresi anche da Ariemma nel saggio sulla democrazia dei cittadini in cui si fa riferimento all’attività di Scoppola nell’Ulivo e poi nel Pd. Vale anche per le pagine dedicate da Scoppola al rinnovamento della Dc negli anni ’70 (Bonini) che si legano alle riflessioni sulle origini della Repubblica, nata da quel processo di liberazione nazionale mai del tutto compiuto (Casula, p. 81), perché affonda nella coscienza dei singoli e in una vita sociale in cui i valori di fraternità e solidarietà faticano a conquistare il primato.
Altrettanto si può dire sul tema del rapporto tra Stato e Chiesa che Scoppola ha iniziato ad affrontare fin dai suoi lavori sul modernismo, ricerche considerate decisive nella sua formazione (Riccardi) e non solo perché su questo campo è un vero e proprio precursore (Guasco), e non solo perché in lui resta centrale la dimensione religiosa, come sostiene Melloni. Anche in questo caso – e Moro lo sottolinea – quando Scoppola affronta il problema Chiesa-fascismo a partire dalla metà degli anni ’60, è evidente la coincidenza con la riapertura in Italia del dibattito sul Concordato. Era arrivato il momento per una riconsiderazione dell’intera questione con una ricerca storica rigorosa per giungere a una comprensione equilibrata, oltre le polemiche anticlericali e antidemocristiane che scandivano quegli anni. E lo stesso vale per la sua presa di posizione a favore del divorzio (Brezzi) che stupisce solo chi non coglieva in pieno la sua personalità di intellettuale e cittadino, uno studioso non collocabile nelle tradizionali famiglie politiche e culturali. «Un cattolico a modo suo» lo ha definito con affettuosa indulgenza Paolo VI; «uno storico a modo suo», così lo stesso Scoppola si identificava in un saggio del 2008.
Simona Colarizi
Gustavo Corni, Enzo Fimiani (a cura di), Dizionario della Grande Guerra. Cronologia, Stati, personaggi, eventi, eserciti, simboli, culture, eredità, L’Aquila, Textus Edizioni, 2014, ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. INDICE
  5. RIFLESSIONI
  6. DISCUSSIONI
  7. RASSEGNE E LETTURE
  8. MEMORIE E DOCUMENTI
  9. I LIBRI DEL 2015 / 2