Mestiere di storico e impegno civile
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Mestiere di storico e impegno civile

Claudio Pavone e la storia contemporanea in Italia

  1. 229 pagine
  2. Italian
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Mestiere di storico e impegno civile

Claudio Pavone e la storia contemporanea in Italia

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Oltre agli studi dedicati all'amministrazione dello Stato e al tema della continuità delle istituzioni fra fascismo e Repubblica, l'opera di Claudio Pavone rappresenta una pietra miliare nella storiografia sulla Resistenza, per la sua capacità di innovare, con uno sguardo originale, profondo e documentato, l'analisi della guerra di liberazione, dei programmi politici che si confrontarono allora, delle spinte ideali e morali che condussero migliaia di giovani a scegliere di partecipare alla battaglia per liberare l'Italia dall'occupazione nazista e dalla violenza repressiva della Repubblica sociale.L'Istituto nazionale Ferruccio Parri e l'Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza, cui Pavone ha dedicato molte delle sue energie di studioso e organizzatore culturale, hanno voluto ricordare la sua figura di intellettuale in un convegno che si è tenuto a Milano nel maggio 2017. Dagli archivi all'insegnamento universitario e alla formazione di nuove generazioni di studiosi, dalle riviste agli istituti culturali, all'impegno nell'Istituto nazionale della Resistenza e in quello romano, Claudio Pavone ha sempre coniugato impegno intellettuale e impegno civile, il rigore del "mestiere di storico" con la riflessione sul "mestiere di cittadino".

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788833133959
Argomento
History
Mirco Carrattieri

Un’opera che «esce ma anche fuoriesce dagli Istituti». Claudio Pavone e l’Insmli

Introduzione
Claudio Pavone è stata una figura decisiva per la storia dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.185 Tuttavia, come vedremo, il suo lavoro si è intrecciato senza mai sovrapporsi completamente con quello della rete fondata da Ferruccio Parri.
Questo non solo perché il suo impegno archivistico, storico e intellettuale si è svolto in molte altre sedi geografiche e culturali (si pensi alla «Rivista di Storia contemporanea», a «Parolechiave», al «manifesto»); ma anche perché dell’Insmli Pavone è stato un esponente riconosciuto, in alcuni frangenti anche un dirigente importante, ma mai un semplice portavoce, né il custode di un’ortodossia. Per cui se è vero, come ricordato da Luigi Ganapini, che il suo lavoro non può essere in alcun modo isolato dal mondo degli istituti,186 credo anche che sia importante rilevare, sulla scorta di Enzo Collotti, che la sua opera, e non solo il gran libro sulla guerra civile, «esce ma anche fuoriesce dagli Istituti».187
Nel mio contributo mi propongo di ripercorrere brevemente questo rapporto intenso, ma non sempre facile, attingendo a testi editi, alla memorialistica e, per la prima volta in maniera significativa, alle carte d’archivio.188 Ovviamente si tratta di una prima tematizzazione, in attesa di nuove ricerche e soprattutto di poter aver accesso all’archivio privato dello storico.
Le origini
Pavone si laurea in Giurisprudenza e, dopo una breve esperienza come docente di liceo a Velletri, vince un concorso nel 1948 ed entra negli Archivi di Stato,189 dove svolgerà il suo lavoro principale fino al 1975. Ma già in questa veste, all’inizio degli anni Cinquanta, viene a contatto con il neonato Insmli.190 Non sono al momento in grado di dire se questo incontro avvenga direttamente tramite Parri o attraverso le autorità archivistiche che all’epoca collaboravano con gli organi dirigenti dell’Istituto (ad esempio Emilio Re). In ogni caso Pavone partecipa certamente alle prime attività scientifiche dell’Istituto con alcuni importanti contributi. È infatti tra i relatori del Convegno La crisi italiana del 1943 e gli inizi della Resistenza, che si tiene a Milano alla fine del 1954, nel quale tra l’altro si svolge un’accesa discussione tra Salvatorelli e Pajetta sul ruolo dell’antifascismo nell’economia complessiva della guerra. Qui Pavone interviene sui Gruppi Combattenti Italia,191 il corpo di volontari che si tenta di mettere in piedi a Napoli, con l’attivo ruolo di suo zio, il generale Giuseppe Pavone, alla fine del 1943. A partire da questo spunto ha modo di tematizzare la Resistenza nel Meridione, rilevando l’importanza della vicenda napoletana, ma anche chiarendo le differenze strutturali tra Nord e Sud nella storia della guerra.192
Pavone partecipa poi al III Convegno nazionale Insmli, che si svolge a Genova nel maggio 1959 sul tema La storiografia della Resistenza. Il convegno, nel decennale dalla fondazione, segna di fatto il passaggio dalla stagione reducistica a quella più propriamente storica. È infatti il primo che si svolge in un’aula universitaria, e vi partecipa una nuova generazione di studiosi, destinata a caratterizzarne le vicende nei decenni successivi. Lo stesso Parri, aprendo i lavori, dimostra un’inedita disponibilità, ammettendo che la Resistenza non appartiene solo «a quelli l’hanno fatta», ma in primo luogo «a quelli che la sentono» come propria;193 e il dibattito con il pubblico è particolarmente vivace, con interventi polemici di Giovanni Pirelli e del giovane Giampaolo Pansa.194
Pavone formula un acuto commento sulle Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, nelle quali il valore estetico non deve a suo parere fare velo alle difficoltà di interpretazione; insiste sulla discontinuità tra antifascismo e Resistenza; auspica lo studio della rottura rappresentata per i soldati dall’8 settembre, nella convinzione che «L’avere insegnato che certe questioni di fondo non si possono risolvere col metro formale della legalità rimarrà infatti uno dei meriti fondamentali dell’antifascismo e della Resistenza».195 Conclude con la preghiera che si studi la Resistenza nella sua molteplicità, facendo un esplicito paragone con il Risorgimento: «Il Risorgimento, inteso come sforzo per portare l’Italia al livello della civiltà moderna, non ha affatto sofferto da questo riesame critico: ne è uscito, al contrario, chiarito nelle sue caratteristiche essenziali».196
Non a caso poche settimane dopo «Passato e Presente» pubblica il suo saggio su Le idee della Resistenza,197 destinato a rappresentare un punto di riferimento sul tema del rapporto tra Resistenza e Risorgimento, emerso, non senza rilevanti divergenze, nel corso del decennale.198
È poi tra i relatori del II Congresso internazionale per la storia della Resistenza europea, che si svolge a Milano nel marzo 1961, dedicato a La Resistenza europea e gli alleati. Il convegno, che segue quello di Liegi d...

Indice dei contenuti

  1. Risvolto
  2. Occhiello
  3. Frontespizio
  4. Colophon
  5. Indice
  6. Prefazione
  7. Introduzione
  8. Lo storico, l’intellettuale, l’archivista
  9. Claudio Pavone. Storia e diritto
  10. Esercizi di libertà. Claudio Pavone docente e maestro di storia
  11. Su alcune ricerche da sviluppare: Pavone maestro e docente
  12. Claudio Pavone: l’intellettuale, l’organizzatore di cultura, lo storico
  13. Claudio Pavone e la continuità dello Stato
  14. Pavone e gli archivi
  15. Un’opera che «esce ma anche fuoriesce dagli Istituti». Claudio Pavone e l’Insmli
  16. Claudio Pavone e la Resistenza
  17. Le particolarità della guerra civile italiana
  18. Le riflessioni di Claudio Pavone sulla violenza
  19. Resistenza/Resistenze: la pluralità della Resistenza nell’opera di Pavone
  20. Le ragioni di una scelta
  21. Una discussione difficile. La ricezione del Saggio sulla moralità nella Resistenza
  22. Claudio Pavone all’estero