Martin Lutero a Roma
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Martin Lutero a Roma

  1. 629 pagine
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Cinquecento anni fa circa Martin Lutero visitò Roma. In che misura questo viaggio pose le premesse per la Riforma protestante?Questa domanda, su cui si è costantemente interrogata la storiografia, ha spesso gettato un pregiudizio decisamente negativo sul modo di percepire la città e l'esperienza qui vissuta da Lutero. Il presente volume intende svincolare la ricerca storiografica da un paradigma dimostratosi inadeguato, restituendo al lettore l'immagine complessa e variegata di Roma come doveva presentarsi alla vigilia della Riforma.E se il punto di partenza è il viaggio stesso, il suo svolgimento e i ricordi a esso legati, parte del volume è dedicata alla necessaria ricostruzione della Roma rinascimentale, grazie a contributi dedicati al papa e alla Curia, alla teologia, all'arte, alla cultura e alle scienze dell'inizio del XVI secolo.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788833134130
V. Arte, cultura e scienza
Arnold Nesselrath

Mirabilia Urbis Romae nel 1511

Quando Goethe, il giorno dei Morti del 1786, assistette ad una celebrazione liturgica papale nel gigantesco Palazzo del Quirinale, che sembrava non volesse mai finire, sentì ridestarsi in lui il suo “peccato originale protestante”.1355 Con questa espressione egli dava sfogo alla sua opposizione all’ostentazione di sfarzo papale. Ma qual è la componente “protestante” di questo “peccato originale”? Siamo qui di fronte ad una parodia della presunta esperienza romana di Martin Lutero? Comunque sia, cercheremmo invano negli scritti di Lutero una descrizione del suo “Viaggio in Italia”. Sarà necessario un altro metodo di ricerca per farsi un’idea dell’aspetto con il quale la città, con i suoi edifici e le sue immagini, si offrì al giovane frate agostiniano nei suoi giri per i vicoli, le piazze, le chiese di Roma, mentre il suo coetaneo Raffaello dipingeva e costruiva edifici per il papa e la sua corte.
All’inizio del secolo XVI non si conoscevano le pompose messe in scena del Barocco, come ad esempio una delle cerimonie a San Pietro alla presenza di Urbano VIII raffigurata da Pietro da Cortona,1356 o come quelle che fino a poco più di cinquant’anni fa erano celebrate da Pio XII, seduto sulla sedia gestatoria e col triregno sul capo, circondato da diverse guardie pontificie e da giganteschi ed esotici ventagli di piume di struzzo.
Anche l’usanza di sovraccaricare gli arredi interni delle chiese risale all’epoca della Controriforma: non risparmiò neanche ambienti inizialmente sobri e monumentali, di stile quasi classico, come ad esempio la Cappella Paolina,1357 ma, quasi per un senso di horror vacui, li appesantì in seguito con stucchi e indorature coprendone tutte le superfici. Questa fu l’immagine delle chiese cattoliche che si impose dopo il Concilio di Trento.
Chi, oggi, da Monte Mario o da un altro punto di osservazione elevato volga il suo sguardo verso il basso ad ammirare la più bella città del mondo, non può sottrarsi al fascino di un mare di cupole, delle quali quasi ognuna corona una chiesa, compreso il Pantheon, una volta tempio pagano e presto trasformato in chiesa cristiana. Quando Lutero, alla vista della “santa Roma”, “si gettò a terra”,1358 il volto della Città eterna era ben diverso, molto più modesto. Dato che egli descrive questo momento come un’inattesa Parusia, l’episodio da lui raccontato avvenne forse presso la Croce di Monte Mario sulla Via Trionfale, un po’ più in alto del luogo dove oggi sorge Villa Madama, edificata solo poco tempo dopo.1359 Lì la città si stendeva ai piedi dell’osservatore, dalla Porta del Popolo a nord fino al palazzo papale a San Pietro ad ovest, ancora circondata dalle antiche mura di fortificazione dell’imperatore Aureliano e, attorno al colle vaticano, dai baluardi costruiti per ordine di Niccolò V. Il suo profilo era definito dal moderno campanile della chiesa di Sant’Agostino davanti alla placida cupola dell’antico Pantheon, dalla Mole del Mausoleo dell’imperatore Adriano, trasformata nella fortezza di Castel Sant’Angelo, dall’ospedale a forma allungata, fondato da Sisto IV e posto sotto il patrocinio dello Spirito Santo, e dal campanile medievale della vicina chiesa di Santo Spirito in Sassia. Un disegno, che ci è noto grazie ad alcune copie oggi nel Codex Escurialensis1360 e a un codice oggi conservato a Salisburgo (fig. 7),1361 dà un’idea della vista che potrebbe essersi presentata agli occhi di Lutero quando gettò il primo sguardo su Roma.
Oltre al topos della seconda Babilonia, diffuso anche nel secolo XV, vi sono importanti monumenti architettonici o artistici di poco posteriori, che potrebbero aver indotto a identificare Roma con Babilonia? Nelle xilografie della sua Apocalisse del 1522 Lucas Cranach trasferì a Roma la caduta della peccaminosa Babilonia, facendo crollare gli edifici della veduta tradizionale, e spesso copiata, di Roma della Weltchronik di Hartmann Schedel del 1493 (fig. 8) a illustrazione del corrispondente passo testuale (fig. 9).1362 Nel corso del suo viaggio Lutero aveva visto libere città imperiali fiorenti e città residenze degli imperatori, quali Norimberga, Augusta o Innsbruck. Paragonata ad esse, fu la sua esperienza romana davvero rilevante, o costituì Roma per lui, in seguito, piuttosto solo una cifra astratta, come per Lucas Cranach, che non visitò mai la città?
Il devoto pellegrino Arnold von Harff originario del Basso Reno, che nel 1497 fece un viaggio a Roma del quale ci ha lasciato un diario dettagliato,1363 può, anche se aveva interessi molto diversi da quelli di Lutero e proveniva da un diverso ambiente sociale, darci un’idea di ciò che un visitatore transalpino cercava a Roma, e a cui egli, a quanto pare, ottenne facilmente accesso. Il Giovedì Santo questo cavaliere del Basso Reno ricevette direttamente da Alessandro VI la benedizione del pellegrino,1364 e tre giorni dopo, a Pasqua, assistette alla messa papale e ricevette la comunione addirittura dalle stesse mani del pontefice.1365 Ai Vespri del Giovedì Santo ebbe accesso indisturbato alla capella magna del Palazzo Vaticano (l’odierna Cappella Sistina).1366 Roma era allora, dunque, molto più a misura d’uomo e veniva vissuta in maniera molto più immediata che oggi, al tempo del turismo di massa.
Dalla data del viaggio a Roma di Lutero – che abbia avuto luogo nel tardo autunno del 1510 fino all’inizio del 1511, o che sia avvenuto solo alla fine del 15111367 – dipende se egli possa aver visto il papa nella Città eterna. Infatti, durante il primo di questi due periodi Giulio II non era a Roma, dove tornò solo il 26 giugno 1511 dalla sua seconda e fatale campagna militare nell’Emilia Romagna.1368 In quel tempo fece molto scalpore la famosa barba che si era fatto crescere dopo la sconfitta e la nuova perdita di Bologna nel 1510, e che egl...

Indice dei contenuti

  1. Risvolto
  2. Occhiello
  3. Frontespizio
  4. Colophon
  5. Indice
  6. Saluto
  7. Saluto
  8. Introduzione
  9. I. Il viaggio a Roma e le impressioni sulla città
  10. II. La città di Roma
  11. III. Il papa e la Curia
  12. IV. Teologia e devozione
  13. V. Arte, cultura e scienza
  14. Inserto fotografico