La fiaccola sotto il moggio
eBook - ePub

La fiaccola sotto il moggio

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

La fiaccola sotto il moggio

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Gabriele D'Annunzio ambientò La fiaccola sotto il moggio (1905) ad Anversa degli Abruzzi (l'Aquila). Protagonista della tragedia è Gigliola de Sangro, determinata a vendicare la morte della madre, assassinata dal padre Tibaldo e dalla serva Angizia: poi divenuta matrigna sua e del fratello malato Simonetto. La casa produttrice Ambrosio di Torino ne ricavò due film muti: uno sceneggiato da Arrigo Frusta nel 1911, l'altro con la regia di Eleuterio Rodolfi nel 1916.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a La fiaccola sotto il moggio di Gabriele D'Annunzio in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Media & Performing Arts e Theatre. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2021
ISBN
9791220287067

ATTO PRIMO

Appare un’aula vastissima nella casa antica dei Sangro costrutta sul dosso ineguale del monte. Alla robustezza della primitiva ossatura normanna tutte le età han sovrapposto le loro testimonianze di pietra e di cotto, dal regno degli Angioini al regno dei Borboni. Ricorre all’intorno un ballatoio ricco di sculture, sopra arcate profonde; delle quali alcune sono tuttora aperte, altre sono richiuse, altre sono rette da puntelli. Delle tre in prospetto, la mediana prolunga la sua vôlta verso il giardino che splende, di là da un cancello di ferro, con i suoi cipressi le sue statue i suoi vivai; la destra mette a una scala che ascende e si perde nell’ombra; la sinistra, ornata in ciascun fianco da un mausoleo, s’incurva su la porta della cappella gentilizia che a traverso i trafori di un rosone spande il chiarore delle sue lampade votive. A destra gli archi, più leggeri, sorretti da pilastri isolati, si aprono su una loggetta del Rinascimento a cui fa capo un ramo della scala che discende nella corte. A sinistra, nel muramento d’un arco è praticata una piccola porta; e quivi presso, armadii e scaffali son carichi di rotoli e di filze. Cumuli di vecchie pergamene ingombrano anche il pavimento sconnesso, sopraccàricano una tavola massiccia intorno a cui son seggioloni e scranne. Busti illustri su alte mensole, grandi torcieri di ferro battuto, cassapanche scolpite, una portantina dipinta, alcuni frammenti marmorei compiscono la suppellèttile. Una fontana di gentile lavoro, dominata da una statuetta muliebre, alza nel mezzo dell’aula la sua conca vacua. E il tutto è vetusto, consunto, corroso, fenduto, coperto di polvere, condannato a perire.

SCENA PRIMA

Donna Aldegrina è seduta presso la tavola, intenta a consultare le pergamene dell’archivio. Benedetta torce il fuso, Annabella gira l’arcolaio. Il sole pomeridiano entra dalla loggetta.
Donna Aldegrina.
Annabella, Annabella, non senti come tremano le mura? Che è mai questa romba? La casa crolla?
Annabella.
È Probo di Gonnàri che dà fuoco alla mina, che rompe i massi con le mine al monte, al Monte Picco delli Tre Confini in Serra Grande.
Donna Aldegrina.
Dalle fondamenta scote la casa. Ora me la dirocca! Benedetta, non vedi che s’allarga la fenditura, là, nella travata? E ancora non fu messa la catena! Questo Mastro Domenico di Pace dunque non viene mai? Vuole la nostra morte?
Benedetta.
Lavora dalla parte delle logge, o Signorìa, con vénti manovali, a mettere puntelli e stanghe e sbarre; e dice che gli tocca lavorare anco stanotte al lume dette fiaccole; ché quella parte è tutta crepe e crepacci, e pende che a vederla fa spavento. Il pietrame si sgretola, si scioglie in sabbia, come tufo; anco il mattone, peggio che crudo fosse.
Annabella.
Questa mane è rotolata già dalla sua nicchia la Regina Giovanna; e il Re Roberto tentenna, Signorìa.
Benedetta.
E l’aquila è caduta dal sepolcro del vescovo Berardo.
Annabella.
Anco la fontanella di Gioietta ammutolita s’è. La gromma intasa tutto: le tre cannelle sono secche.
S’alza. Va a sollevare il disco di pietra nel pavimento.
Prova a dar l’acqua. Gira e volta la chiave nel chiusino, l’acqua non passa più!
Lascia ricadere il disco.
Guarda la fontana. Una cannella sola ancóra dà una gocciola ogni tanto. Peccato! Ci teneva compagnia.
Benedetta.
Pericola il soffitto nella stanza della contessa Loretella. E tutti gli specchi torbi intorno si son rotti (piano, fuso, che non si rompa il filo) dove ci si vedeva nelle macchie non so che cose del tempo che fu.
Annabella.
Ci si vedeva il viso della contessa, e l’appannava il fiato suo, come dietro il vetro d’una finestra quando s’aspetta che uno passi e gli occhi attenti si velano alla pena del fiatare, (piano, arcolaio, ché la matassa è scura) e solo sta quel velo innanzi agli occhi, e solo passa il tempo, e nulla più.
Benedetta.
Caduti sono i travicelli e gli émbrici sul pavimento; e c’è piovuto: un croscio d’acqua, un rovescio di gragnuola: ed ora svolacchiano le rondini pel varco... O Signorìa, che pensi?
Donna Aldegrina.
Dove sarà Gigliola? È la vigilia della Pentecoste oggi.
Annabella.
Oggi fa l’anno.
Benedetta.
Verso sera.
Annabella.
Non volle detta la messa di requie stamani. Vuol che si dica dopo Pentecoste. Chi sa perché!
Donna Aldegrina.
Dove sarà Gigliola?
Benedetta.
Nel giardino sarà per la ghirlanda.
Annabella.
A cogliere i papaveri selvaggi? Ma di quel rosso non si fa ghirlanda. Men sùbito s’accaglia il sangue sparso che quello non si guasti. O Signorìa, tutto inselvatichito è il tuo giardino, e tristo come il campo di nessuno. Anche i pavoni l’hanno abbandonato.
Donna Aldegrina.
Dove sarà Gigliola, ed il suo cuore?
Annabella.
Va per la casa, per le cento stanze va come ieri andò, come andrà sempre, con quel suo cuore che tanto le pesa. Tanto le pesa che s’è fatta curva. E non ha pace, e non si stanca mai. E va di porta in porta, ecco apre un uscio, dietro a sé lo chiude, sale una scala, scende un’altra scala, piglia un andito, passa un corridore, a una loggia s’affaccia, attraversa una corte, sparisce in un androne; e risale e riscende e non ha pace e cerca cerca cerca e mai non trova... Ah, questa casa chi la fabbricò tanto grande? e perché con tante porte? A quanti mali ei volle dare albergo?
S’odono voci di fatica lontane e confuse. S’ode la cadenza che accompagna lo sforzo.
Benedetta.
I manovali vociano.
Donna Aldegrina.
Annabella, Annabella, odi un rumore fondo? Qualche cosa rovina in qualche parte, laggiù... Corri, guarda.
Annabella.
No. Signorìa, non paventare. È il fiume che mugghia, è il Sagittario che si gonfia nelle gole. Si sciolgono le nevi ai monti, alla Terrata, all’Argatone; e il Sagittario sùbito s’infuria.
Mentre Annabella parla, l’ombra d’un uomo appare contro il cancello in fondo all’arcata di mezzo. Appare e dispare.
Benedetta.
L’uomo, l’uomo! L’ho visto dietro il cancello, che spiava...
Donna Aldeg...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGIO
  3. Indice
  4. Intro
  5. LA FIACCOLA SOTTO IL MOGGIO
  6. ATTO PRIMO
  7. ATTO SECONDO
  8. ATTO TERZO
  9. ATTO QUARTO
  10. Ringraziamenti