HANS KÜNG. Dal dialogo con K. Barth al dialogo con Th. S. Kuhn
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HANS KÜNG. Dal dialogo con K. Barth al dialogo con Th. S. Kuhn

Verso un nuovo paradigma di teologia

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HANS KÜNG. Dal dialogo con K. Barth al dialogo con Th. S. Kuhn

Verso un nuovo paradigma di teologia

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Un ebook che prende in esame la figura e l'opera di Hans Küng, teologo, presbitero e saggista svizzero recentemente scomparso noto internazionalmente soprattutto per le sue posizioni in campo teologico e morale e che nasce da una lunga consuetudine, personale e scientifica. Un legame reso evidente dalla lettera di Hans Küng all'autore qui riprodotta, in versione originale e in traduzione italiana. Nel volume è stata inserita anche una lettera inviata all'autore dal card. Walter Kasper, antico assistente di Küng nei primi anni 60' a Tubinga.

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Informazioni

Anno
2021
ISBN
9788838251078

La giustificazione (1957)

Per tutte queste ragioni, il testo La giustificazione può essere considerato come il suo libro programmatico. In esso Küng afferma che, nonostante le riconosciute e importanti differenze esistenti sulla dottrina della giustificazione, le divergenze tra Barth e il Concilio di Trento in definitiva potrebbero essere intese come espressioni di due diverse scuole teologiche, e in quanto tali entrambe avere diritto di cittadinanza all’interno dell’unica e medesima Chiesa. L’argomento centrale trattato nel volume è riconducibile ad una sola domanda: «l’unica perpetua questione è: la dottrina cattolica sulla giustificazione considera seriamente la giustificazione come l’atto di grazia della sovranità di Dio [1] . L’intento è quello di mostrare a Barth la fondamentale coincidenza delle posizioni cattoliche tridentine con quelle espresse nella monumentale Dogmatica ecclesiale , pur con alcune differenze marginali tra le due confessioni religiose, ma non tali da legittimare una loro separazione irriducibile. Quindi, l’opera La giustificazione viene esplicitamente intesa come un testo volto a ricercare le possibilità di un consenso con le chiese nate dalla Riforma protestante, in vista di un ritorno all’unità. Tali istanze per Küng devono indurre, dopo secoli di controversie e di feroci polemiche tra le due confessioni religiose, ad un radicale cambiamento di metodo, perché a suo dire «Si dovrebbe parlare non con un semplice avversario, ma con un interlocutore, invece che una semplice dialettica, si cercherà il dialogo, il colloquio comprensivo» [2] . Lo stesso Barth «ha mostrato a più riprese d’essere un maestro del dialogo comprensivo» [3] e perciò è opportuno introdurre un dialogo che deve tener conto e del tipico modo di pensare cattolico e delle intenzioni di Barth, spesso giudicato inafferrabile. La difficoltà di comprendere Barth è dovuta al fatto che egli parla e pensa altrimenti. E in questo caso non resta altro da fare che imparare la sua lingua e il suo modo di pensare, perché la sua terminologia, l’apparato categoriale di cui egli si serve, non sono quelli della teologia cattolica mutuati dalla Scolastica, ma quelli presi a prestito assimilando tutto lo sviluppo filosofico che va da Kant a Hegel e soprattutto la teologia di Schleiermacher. In particolare, per capire Barth occorre tener presente che la dottrina sulla giustificazione è solo «un aspetto particolare del messaggio redentivo cristiano» [4] . Nell’insieme della dogmatica ecclesiale del teologo di Basilea, infatti, «il centro al quale tutto deve tendere e dal quale tutto deve irraggiare è l’ uomo-Dio Gesù Cristo » [5] . La sua perciò è una posizione radicalmente cristocentrica, tanto che la stessa giustificazione è fondata, come ogni altra opera di Dio, «nell’ eterna scelta di grazia di Dio in Cristo » [6] . Tale scelta divina rappresenta l’alleanza con l’uomo, che si manifesta e realizza nel tempo e nella storia a partire dalla creazione, via e strumento dell’alleanza di cui la giustificazione è la convalidazione. Infatti, per chi riesce a penetrare anche minimamente nel lessico barthiano, risulta chiaro che «nella dottrina sulla riconciliazione viene affermata l’esistenza di un centro, nel quale Dio e l’uomo si trovano riuniti, riconciliati. Tale centro è l’unico mediatore tra Dio e l’uomo, Gesù Cristo ... Fondamento, nodo e chiave della dottrina sulla riconciliazione è dunque la cristologia in senso stretto. Anche il resto è cristologia» [7] . All’interno di questa prospettiva cristocentrica, che parte per così dire dall’alto, si colloca la dottrina sulla giustificazione. E proprio su questo aspetto teologico di capitale importanza si concentra il tentativo di risposta di Küng, per mostrare che la dottrina cattolica «prende sul serio la giustificazione come l’atto libero e sovrano di Dio, prende veramente sul serio la grazia come grazia, e l’affermazione dell’unità della grazia» [8] . Muoversi sullo stesso terreno, poi, gli serve anche per poter fare un rimprovero allo stesso Barth, chiedendogli se la sua dottrina non giunga ad affermare «un’assenza dannosa e non cristiana della grazia nell’uomo, una segreta negazione dell’umano, del creato, del naturale, e finalmente una specie di svuotamento dell’umanificarsi di Dio» [9] . Per poter dissipare i fraintendimenti e avviare al recupero della dimensione dialogica sacrificata dalla teologia controversista, però è necessario, prima di esporre la dottrina cattolica vera e propria, «premettere dei rilievi sull’evoluzione del dogma cattolico, sulla posizione del concilio di Trento nella storia dei dogmi e sulle fonti della dogmatica cattolica, prima di affrontare le questioni propriamente teologiche» [10] . Nel testo La giustificazione , in particolare nella seconda parte dell’opera, per questo motivo, si affrontano gli aspetti preliminari e metodologici del dialogo interconfessionale. In essa si trae l’abbrivio dalla constatazione di una scarsa disponibilità di Karl Barth alla comprensione della dottrina cattolica sulla giustificazione. Perciò Küng si preoccupa innanzitutto di sgomberare il terreno dalle incomprensioni, precisando la reale portata delle definizioni dogmatiche cattoliche. A Barth, in particolare, muove il rimprovero di non aver tenuto conto, anzi di aver manifestato una «violenta trascuratezza» della «storicità delle formule dogmatiche» e del «carattere polemico e difensivo del concilio di Trento e della sua dottrina» [11] . Egli così non ha capito che ciò che la Chiesa cattolica, con le sue decisioni magisteriali, custodisce e difende non è stato mai considerato come una formulazione irreformabile, una volta per sempre data, ma come un’indicazione viva, suscettibile di ulteriore sviluppo e precisazione. Le definizioni di fede, per Küng, sono è vero delle formulazioni dogmatiche e come tali esse toccano la verità infallibilmente, ma non esauriscono mai la pienezza della verità divina, che in quanto tale va al di là di ogni formulazione esplicita. Esse pongono degli accenti irrevocabili ed esprimono l’unica verità divina, ma «l’ unica verità di fede, la sua unica struttura fondamentale può essere umanamente espressa in molte forme che mutano tale struttura fondamentale mettendo in rilievo dei tratti essenziali» [12] . Questo inesauribile e costante processo di attingimento della verità divina, soggetto ad essere incorporato in sempre nuove forme di pensiero, produce nella Chiesa nello stesso tempo un indebolimento e una perdita di vitalità (come le eresie), già per il solo fatto di limitarsi a delle questioni ben precise e parziali e di mettere da parte gli elementi dottrinali non posti in contestazione, ponendo così l’accento su ciò che al momento risulta più urgente e tempestivo. In altri termini, la Chiesa concentra, in maniera difensiva e polemica, «tutte le sue forze sul punto della divina rivelazione» in immediato pericolo, con pronunciamenti improntati inevitabilmente ad una ristrettezza di visuale per se stessa insufficiente ad esprimere tutto il depositum fidei . Nei testi successivi viene portato avanti lo stesso discorso. Infatti, in un articolo, di poco successivo all’opera sulla giustificazione, ossia Christozentrik , redatto per il «Lexicon für Theologie und Kirche», del 1958, viene approfondito ancora una volta il tema della centralità dell’aspetto cristologico che porta a ridimensionare la pretesa assolutezza delle formulazioni dottrinali e le stesse strutture della Chiesa. In esso si dice: «il pensiero teologico della chiesa primitiva parte da Cristo e non da Dio»; e Cristo, come il Dio-uomo, è il centro di ogni opera e parola divina». Poi, nel testo Concilio e ritorno all’unità (1960), nato dal desiderio di Barth di sentir parlare Küng sul tema tipicamente evangelico della Ecclesia semper reformanda , domina l’idea della necessità della riforma perenne della Chiesa: vi si legge che la Chiesa è una istituzione in cui l’umano e il divino si intrecciano a tal punto che «il divino è sempre in essa legato all’umano», e la convinzione in esso espressa è che la Chiesa non può prescindere dall’elemento storico per configurarsi. Ma la forma storicamente condizionata che essa via via assume è solo una possibile forma storica particolare della ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. HANS KÜNG. Dal dialogo con K. Barth al dialogo con Th. S. Kuhn
  3. Indice dei contenuti
  4. Avvertenza preliminare
  5. Hans Küng. Lettera all’autore
  6. Lettera - prefazione del Card. Walter Kasper
  7. PARTE PRIMA
  8. L’infanzia e gli inizi della sua formazione
  9. In Svizzera
  10. La formazione a Roma
  11. Una battaglia lunga una vita
  12. La giustificazione (1957)
  13. PARTE SECONDA
  14. Il dialogo con Karl Barth
  15. La giustificazione (1957) e la “Lettera all’autore” di K. Barth
  16. La dottrina cattolica sulla giustificazione
  17. La dottrina cattolica: risposta a Karl Barth
  18. Il cristocentrismo di K. Barth
  19. Cristologia e antropologia
  20. L’antropologia teologica
  21. La questione di Dio e dell’uomo
  22. Esiti e sviluppi
  23. PARTE TERZA
  24. In dialogo con Th. S. Kuhn: per un nuovo paradigma di teologia
  25. Dopo il 1979
  26. Th. Kuhn e il cambiamento di paradigma
  27. Cambiamento di paradigma in teologia
  28. Aspetti critici
  29. Nota bibliografica
  30. Libri di Hans Küng tradotti in italiano
  31. Alcuni testi in italiano su Hans Küng
  32. Hans Küng (1928-2021)