Capitolo 7
Tattiche di sopravvivenza
E ORA VIENE IL BELLO…
Già, magari hai letto i titoli dei post e sei arrivato qui direttamente dall’indice. In effetti, questo è il capitolo più vasto, quello che riguarda i comportamenti che potrebbero aiutarti a gestire situazioni critiche, magari evitandole, o ad accrescere la tua efficacia nella gestione del ruolo.
Poiché le difficoltà alle quali la vita professionale ci mette di fronte sono numerose, ho suddiviso i post in tre parti:
nella prima parleremo di anti-curriculum, di competenza e di efficacia personale, riflettendo sui fattori che possono aiutare Palmiro a diminuire la vulnerabilità della sua posizione in azienda o addirittura a trovare un (nuovo) lavoro;
nella seconda parte troverai i post nei quali Palmiro affronta il rapporto con il Capo e alcune dinamiche organizzative che rischiano spesso di metterlo in difficoltà, con la determinazione di chi è deciso a non… soccombere;
nella terza e ultima parte parleremo invece di (super)impegno nel lavoro, analizzando alcune interessanti strategie che Palmiro adotta sia per rendere visibile il suo impegno sia per difendersi da un carico di lavoro eccessivo.
Buona lettura!
ANTI-CURRICULUM, COMPETENZA, EFFICACIA PERSONALE
7.1 PENSIERO E AZIONE SECONDO ABRAMO LINCOLN
Sempre più diffusa la tendenza ad agire senza essersi preparati adeguatamente. Abramo Lincoln aveva l’abitudine di prepararsi prima di agire e le sue parole sono meglio di qualunque racconto: «Se avessi 8 ore per tagliare un albero, ne spenderei 6 per affilare la mia scure». Quanto è affilata la tua scure?
http://bit.ly/palmiro71
7.2 IL VALORE DEL PENSIERO
Il pensiero sembra essere uno dei grandi assenti della nostra vita. Non abbiamo tempo: troppe cose da fare, poco tempo per pensare. Ma non pensare ha un costo.
Senti cosa ne pensava Bernard Baruch1, uno che aveva l’abitudine di anteporre il pensiero all’azione: «Tutti i fallimenti di cui ho saputo, tutti gli errori che ho commesso, tutte le follie di cui sono stato testimone nella vita privata e in quella pubblica sono state una conseguenza dell’agire senza pensare».
Hai esperienze diverse dalle sue? http://bit.ly/palmiro72
7.3 QUANTO VALE L’IGNORANZA?
Senza parole.
http://bit.ly/palmiro73
7.4 FORMAZIONE, UNA CHIMERA
Dopo quella che ti ho dato qualche tempo2 fa, oggi ti presento un’altra definizione di formazione che, sono certo, ti troverà concorde.
La formazione è quella cosa che tutti vogliono, a patto che non costi e che le persone che vanno in aula continuino a produrre. Che te ne pare? http://bit.ly/palmiro74
7.5 ESSERE O SEMBRARE?
Vuoi sapere cosa ne penso?
Non basta apparire preparati, bisogna esserlo. Sei d’accordo con me?
http://bit.ly/palmiro75
7.6 SOTTO L’ACQUA IL CEMENTO, SPERO...
Hai mai incontrato esperti riconosciuti in uno specifico campo?
I più disparati. Il medico o l’avvocato per esempio, due professionisti che siamo soliti associare a situazioni di emergenza. Ma anche scrittori, scienziati, consulenti possono darci l’impressione di essere in possesso di una conoscenza superiore, di quelle che non possono essere messe in discussione.
Ebbene, questo atteggiamento di sudditanza può crearci problemi nell’apprendimento; ciò che possiamo fare è mantenere un atteggiamento critico3, chiedendo al nostro interlocutore di aiutarci a capire anche le cose più complesse.
Se ha davvero padronanza della materia, il guru saprà trasferire il suo sapere: se invece scoprirai che la conoscenza era fittizia pazienza, avrai un idolo in meno da venerare.
In ogni caso, quando hai la sensazione che qualcuno cammini sull’acqua, guarda sotto i suoi piedi e cerca il cemento.
Se non lo trovi…
http://bit.ly/palmiro76
7.7 MEGLIO ESSERE BRAVI O FORTUNATI?
Esiste una diffusa tendenza a cercare scorciatoie per il successo: l’apparizione in TV e il biglietto della lotteria spesso sostituiscono un serio piano di costruzione di competenze.
Ma cosa succede quando, specie nelle imprese, si scambia la fortuna per competenza? Non lo neghiamo, può accadere che alcuni risultati siano ottenuti dalle organizzazioni per circostanze del tutto fortuite. Niente di male, anzi!
È bene, tuttavia, essere consapevoli della buona sorte e della propria capacità di gestire il business.
Perché se scambiare la fortuna per competenza può rappresentare una iattura, scambiare l’incompetenza per sfortuna può rivelarsi catastrofico.
Non credi? http://bit.ly/palmiro77
7.8 CONTA PIÙ IL TALENTO O LA PREPARAZIONE?
È diffusa la convinzione che le persone ricche di talento possano impegnarsi meno delle altre per ottenere i risultati desiderati. Tutto ciò è vero? Sempre vero?
Adesso ti racconto qualcosa che, almeno in parte, mi ha sorpreso. Nei primi anni ’90 lo psicologo K. Andeers Ericsson e due suoi Colleghi hanno portato a temine, nell’Accademia Musicale di Berlino, uno studio che si prefiggeva di contribuire a chiarire quale fosse il ruolo della preparazione nella formazione di una persona che possiamo definire esperta in una certa disciplina, una persona cioè che ha raggiunto risultati riconosciuti come non ordinari.
I ricercatori e i professori dell’Accademia divisero gli studenti di violino in tre gruppi:
quelli che potevano diventare solisti di fama internazionale;
i violinisti «semplicemente bravi»;
quelli che avevano scarse probabilità di suonare a livello professionistico e intendevano insegnare musica nelle scuole pubbliche.
A tutti i violinisti fu posta la stessa domanda: per quante ore vi siete esercitati nel corso della vostra carriera da quando avete cominciato a suonare il violino? Ecco, in sintesi, i risultati:
tutti avevano cominciato a suonare a 5 anni;
fino agli 8 anni tutti avevano suonato 2-3 ore alla settimana;
a partire dagli 8 anni quelli che avrebbero finito per primeggiare avevano cominciato a impegnarsi in misura superiore: 6 ore alla settimana a 9 anni, 8 ore a 12 anni, 16 ore a 14 anni e poi sempre di più, fino a superare le 30 ore settimanali a 20 anni;
a 20 anni gli allievi migliori avevano totalizzato 10.000 ore di pratica, quelli «bravi» 8.000 e solo 4.000 i futuri insegnanti.
Dallo studio di Ericsson & C. emergono altri punti interessanti:
i ricercatori non trovarono un solo musicista che avesse raggiunto l’eccellenza impiegando tempo inferi...