Frattempi moderni
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Informazioni sul libro

All'improvviso tutto è cambiato e, in un paio di decenni, il progresso tecnologico ha avuto un'accelerazione tale da far scomparire il mondo di prima, proiettando l'essere umano in un qui e ora costante e al contempo sfuggente, in un quotidiano che, anche solo meno di mezzo secolo fa, sarebbe stato etichettato come fantascienza. Il presente è impalpabile, velocissimo, sfugge di mano e si allontana dallo sguardo costringendo le persone a un continuo fare, pensare, capire. Chi oggi ha più di trent'anni rappresenta l'anello di congiunzione, il ponte tra due mondi lontanissimi, il testimone di un passaggio epocale. Raccontarlo sembra agli autori di questa antologia un dovere generazionale, una sorta di libretto di istruzioni per gli umani che verranno.

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Informazioni

Editore
Il Margine
Anno
2021
ISBN
9791259820181
Argomento
Education

Un certo Andrea

Federica Sgaggio

Eccolo.
Ecco il letto.
Ingrandisco l’immagine. Mi viene da piangere.
Google Maps.
A ovest del lago Maggiore. Ecco dov’è.
Il viaggio in macchina, all’improvviso. All’improvviso vedo la mia mano sulle sue gambe, sento quel senso di non resisto, non ce la posso fare. Mi vengono in mente i suoi occhi dietro agli occhiali con la montatura blu. Avevamo discusso?
Prima di stasera non avevo la minima idea che il ristorante di Cannavacciuolo fosse mai stato così vicino al nostro letto. Adesso, per qualche motivo speciale, mi sembra incomprensibile che non mi interessasse, che non ci avessi fatto caso, che l’unica cosa che contava al mondo fosse Andrea.
Ma quand’è che siamo andati a Orta San Giulio?
Mi alzo. Cerco le ricevute della carta di credito. Nel cassetto ci sono biglietti e cartoline; una ha la data del 1988, l’avevo spedita ai miei da Amalfi. Non scrivo cartoline da trent’anni. C’è una cartellina di vecchi estratti conto. Il verbale di separazione consensuale, ottobre 2019: sembra una carta come le altre, una cosa facile.
Idea. Il sito della banca. Ma nell’elenco delle operazioni la data di Orta non c’è.
Giusto. Aveva fatto tutto Andrea perché lui e Giulia avevano chiuso il conto comune e nessuno gli controllava più le spese. Quindi è stato dopo che è andato a vivere da sua sorella e suo cognato.
Ma quando?
Aspetta.
Aspetta.
Un momento.
Dropbox. Cartella «Margherita».
Foto DSC_6609.jpg
Eccola. Eccola. Eccomi.
Che sguardo. La carezza dei miei occhi mi arriva tattile perfino dal monitor.
«Cmd-i»: informazioni generali.
È un file DSC_. L’ha scattata con la Nikon. Alle 15:59:35 del 22 novembre 2015. Prima di salire sul traghetto per l’isola ha spento la sigaretta con la scarpa, con la circospezione necessaria a non fare infuriare l’ossicino del piede che gli fa male. È l’ultimo traghetto. Abbiamo fatto tardi per ottimi motivi. Migliori di questi, forse, solo i motivi di Grosseto e di Roma: da Termini abbiamo rischiato di perdere il treno per un motivo incontenibile, di impetuoso e delicato splendore.
Smartphone. Calendario. Indietro, indietro, indietro: domenica. Quello, dunque, è il mio sguardo di domenica 22 novembre 2015 a Orta San Giulio.
Esposizione: 1/60. Lunghezza focale: 29. Obiettivo 17-50. Numero di immagine 49.157. Quasi cinquantamila volte clic. Sorgente di luce: sconosciuto.
Sulla concordanza maschile-femminile non dico niente: ma la sorgente di luce della foto, eh no, quella sono io.
Domenica 22 novembre 2015, venticinque secondi prima delle quattro in punto, io sono accesa: undici mesi, due giorni e tre ore dopo il momento in cui ci siamo detti che quella era la volta buona per riprenderci tutto quello che non ci eravamo dati, io abbaglio e splendo come un riflettore del Camp Nou.
E questo marghe-74867d.png?
Apri.
Un quadrato grigio-verde. È stato creato sette mesi prima di Orta San Giulio. Voce del verbo creare: ma qual è il corpo di un file?
Google.
#74876d.
Encycolorpediapuntocom: «#74867d is a shade of green-cyan» espressa in termini esadecimali. «Amore, ho fatto una ricerca online: volevo il colore dei tuoi occhi, volevo tenerlo sempre con me, l’ho cercato partendo da una foto in cui erano illuminati bene. Ti mando il png». Non so più dire se questa cosa è romantica o stupida. Ho sceso dandoti il braccio milioni di scale.
Torno su Airbnb. «Dove vuoi andare?».
A Orta San Giulio, voglio andare. Voglio andare a vedere di nuovo.
29 settembre 2020
Siamo a cena in un ristorante col giardino.
Peso 54 chili. Più magra di così — e senza intenzione — solo il giorno del mio matrimonio.
La serata è fresca, Andrea mi sembra strano. Sfuggente.
Mi sbaglio. Immagino di sbagliarmi.
Ci abbracciamo stretti. Ci baciamo. Ci baciamo bene.
Cammina male, non è mai andato a fare i raggi al piede.
Ci sediamo al tavolo. Controlla il telefonino.
Il menu è pieno di cose buone.
Ordina un calice di vino rosso. Forse non ci siamo baciati così bene.
Sa che detesto l’odore del vino rosso. Mi sta dicendo qualcosa: lo intuisco allora, ne sono certa adesso che mi sembra di non riuscire a respirare senza degli occhi di velluto che guardano i miei #74867d e ci si diluiscono dentro e mi accendono la luce e mi ridanno la vita, adesso che ho paura che la vita non mi darà mai abbastanza tempo per ritornare liquida e sonora e questo mio invecchiare mi lascia frantumata a terra in mille piccole schegge opache e morte.
Digita un messaggio. Mi racconta del gatto che si è installato nel cortile di sua sorella.
Dice che si deve assentare un attimo, «scusami».
Torna. Non mi ricordo se prendiamo un dolce.
Dopo la cena entriamo in macchina. Mi avvicino. Rimane fermo.
Risponde ai miei baci, poi si blocca. Chiude gli occhi, mi guarda, irrigidisce il collo, si scioglie.
«Marghe, devo andare. Domani mattina mi sveglio presto».
Ma mi ami?, gli chiedo.
«Sì».
E perché sei così strano?
«Strano?», mi chiede.
Strano, gli dico.
«Non sono strano. Sono solo stanco».
C’è qualcosa, gli dico.
«No, è che», mi dice.
È che, cosa?
«Niente, dai», mi dice.
No, dimmi, gli dico.
«Giulia mi ha detto che c’è il tetto della casa da rifare. Non so dove prendere i soldi», mi dice.
E sei in ansia, gli dico.
«Scusa, amore. Non volevo farti preoccupare. Ci sentiamo domani».
Airbnb vuole sapere cosa voglio: Alloggi. Esperienze. Esperienze online.
Voglio Alloggi.
Cerca.
Appartamento Orta centro vista lago. No.
Carcegna in Corte. No.
Belvedere. Vista lago. Sì. No. Ni. No.
Appartamento posizione unica.
È lui.
C’è il nostro letto. È solo davanti al letto incapsulato nel monitor che mi metto a piangere: il ricordo era soffice, rosato; era solo mio. L’immagine è diventata di chiunque, così nitida che mi sembra tagliente. Mi stupisco che quella stanza non sia stata chiusa per sempre; mi stupisco che non sia diventata un museo.
Ecco la finestra. Le finestre.
Rivedo la Nutella sul tavolo della colazione. Le bustine di tè verde. Il pane. Avevamo comprato il pane?
Agosto 2020
WhatsApp mi segnala un messaggio.
«Andiamo a Viterbo?», mi chiede.
Viaggiare è inevitabile: non abbiamo una casa, i bambini stanno con me, Andrea vive a casa di altri.
Viterbo? A fare che?
«Viterbo è bellissima, amore. E se fosse bruttissima non ci importerebbe niente».
Abbiamo tutto, noi abbiamo tutto.
Airbnb. In un cerchietto a sinistra della nostra recensione c’è la sua foto.
Clicco sulla sua faccia abbronzata.
Ecco il suo profilo utente di Airbnb.
A sinistra c’è scritto «Andrea, 19 recensioni, identità verificata».
Luglio 2019
C’è un gran vento.
La finestra si affaccia sul Canale d’Irlanda.
Nell’acqua c’è un gruppo di persone a cavallo.
«Ti amo», mi dice. «Non ho voglia di uscire».
Ti amo, gli dico. Torniamo a letto.
A dare ordini al computer sono io ma non mi sembra di essere me. A questo computer do ordini adesso, ma quest’adesso è contemporaneamente un secolo fa. Cosa sento, io? Non so nemmeno per cosa dovrei mobilitare un sentimento. Per Andrea?
Agosto 2018
Ti guarderei per sempre, Andrea. Vorrei poterti guardare per sempre negli occhi.
«Ma cosa trovi in me? Io non capisco. Non mi sono mai sentito bello, neanche interessante. Voglio sapere cosa vedi in me».
Non so che risposta lui si aspetti, ma la mia è forse il ricordo più intimo che ho di noi: non so più che ore sono, ho dimenticato che siamo a Roma, a casa di alcuni amici suoi; ho dimenticato che sono sulla Terra. Sono in un punto di mezzo, da sola e insieme a lui, sono una piccola sfera di piume di piombo, sono la sintesi della storia del mondo. Siamo la cosa più sacra del cosmo.
Recensioni.
Novembre 2015. Andrea: «Un posto splendido. La vista sul lago d’Orta è unica. Un posto dove tornare».
Maggio 2017
«Ma tu ti rendi conto, Marghe? Io non riesco a credere che dopo trentatré anni siamo ancora qua».
È solo perché abbiamo avuto un sacco di intervalli, gli rispondo. È per questo che siamo durati tanto.
«Scema. Lo sai quanta paura avevo di te? Lo sai quanto mi sembravi inarrivabile, quand’eri ragazza? Lo sai quanta paura mi faceva il fatto che tu avessi un’opinione su tutto? Che facessi sempre quella che la sapeva lunga?».
E tu lo sai, Andrea, quanta paura mi faceva il tuo stemma di famiglia sul muro della tua casa di campagna?
«Tu sei scema, te lo dico io. E lo sai quanta paura mi faceva che fossi così scema scema scema?».
Ride, si mette a ridere e cerca di farmi il solletico.
Caccio un urlo.
«Shh», mi dice, e mi chiude la bocca con la sua, me la fa scivolare sopra a labbra asciutte. La frizione è minima, i movimenti impercettibili.
In effetti, siamo tornati. Siamo tornati per celebrare la nostrità di Orta San Giulio. Ho dimenticato il suono dei nostri ciao, amore mio, quanti cuori ci mandavamo via messaggio, quanti messaggi ci spedivamo in ventiquattr’ore.
Febbraio 2016
Ho prenotato io. Siamo a Parigi, in un appartamento del XX arrondissement.
Ci incontriamo al terminal 3 di Orly, siamo...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione - Il privilegio e la responsabilità
  2. Prefazione - So di non sapere il mondo
  3. Racconti
  4. Cielo provvisorio
  5. E io, adesso, chi sono?
  6. La nuda verità
  7. Giorno libero
  8. Magico mondo
  9. Parti
  10. Dall’inizio del tempo
  11. Pronti per la ri-evoluzione
  12. Casa mia
  13. L’ultimo uomo sulla Terra senza cellulare
  14. Un certo Andrea
  15. Il custode delle voci
  16. Approfondimento
  17. Frattempi di una città, frattempi di nuovi cittadini
  18. Biografie
  19. Ringraziamenti