E Gesù?
La figura di Gesù di Nazareth è una grande figura nella storia dell’umanità. Anche chi non lo vede come un’altissima personalità religiosa non può non metterlo tra coloro che hanno dato un grande apporto alla storia dell’umanità come cammino di progresso, non solo tecnico ma intellettuale e morale, di un’umanità che tende alla felicità (o serenità) dei singoli e alla pace mondiale. Su questo piano possiamo mettere, ad esempio, Buddha (il Buddismo è una religione, ma è soprattutto umanesimo), con Lao Tze e Confucio, come i più contemporanei Mahatma Gandhi o Mandela: persone che hanno trasmesso principi di fraternità e di pace, a cui tutti possono appellarsi per contribuire a rendere il mondo più vivibile.
Gesù è venuto a dare dignità e vigore a quanti nel mondo si sentono oppressi ed emarginati; è venuto a predicare quella libertà interiore e quell’uguaglianza sociale che possono così tendere alla fraternità universale. Anche a un occhio “laico” Gesù è un grande Maestro e un trascinatore. Tanto più è elevato, inarrivabile, se lo consideriamo come Lui si è presentato.
Gesù nasce nel mondo ebraico, un mondo, che nei suoi libri sacri (in greco “ta biblia”; in italiano “la Bibbia”), presenta all’inizio – nel libro chiamato Genesi – in forma di storia la situazione universale dell’umanità, cioè la sua condizione di sempre: Dio, fonte di bontà, dopo aver creato il mondo (in sei giorni, così insegna che al settimo ci si riposa… come ha fatto Lui) e averne rivelato la bontà radicale (alla fine di ogni giorno, in cui ha creato qualcosa di nuovo – nel cielo e sulla terra, vegetali e animali – la Bibbia commenta: “Vide che era buono”). Solo alla fine del sesto giorno Dio crea l’uomo e la donna “a sua immagine e somiglianza”, ambedue della stessa natura (la donna ha la stessa carne e le stesse ossa dell’uomo!), fatti l’uno per l’altro: difatti l’uomo, dopo aver riconosciuto tutti gli animali, sente il bisogno di avere qualcuno a cui corrispondere.
L’essere umano, intelligente e libero (fatto a immagine e similitudine di Dio!), si ritrova in un mondo più grande di lui, quindi con norme e leggi che non derivano da lui: il bene e il male sono nella natura delle cose e degli stessi comportamenti personali, che gli esseri umani dovranno scoprire e poi seguire con libere decisioni (la Bibbia dice che non si deve mangiare dell’albero del bene e del male!). Se invece il singolo essere umano si rende determinatore del bene e del male finirà col farlo secondo i propri interessi; e gli interessi personali finiranno con sovvertire il bene comune, il bene di tutti, in cui deve inserirsi e condizionarsi anche il bene dei singoli.
Questo appare in maniera significativa nel rapporto tra gli esseri umani, dove l’interesse o la convinzione del singolo può spingere all’eliminazione di chi ti fa concorrenza (Caino uccide il fratello Abele) e dove la presunzione di risolvere tutti i problemi finisce col dividere tra loro gli ambiziosi programmatori (la torre di Babele e la divisione delle lingue), mentre il rifiuto di previsioni o programmazioni può rendere vittime dei disastri più sconvolgenti (solo l’Arca di Noè salva dal diluvio!).
Gli esseri umani che intuiscono esserci una Realtà superiore da cui tutto dipende, se la raffigurano a loro immagine e somiglianza: le antiche divinità greco-romane avevano gli stessi nostri sentimenti, le nostre simpatie e le nostre inimicizie. Dio, invece, rivela che è la creatura umana a essere fatta a immagine e somiglianza di Lui e manifesterà il suo nome (Jahvè, “colui che si cura di te”) al popolo ebraico, anche con atti concreti: la liberazione dalla schiavitù in Egitto, il passaggio dal Mar Rosso (con lo sterminio degli egiziani oppressori), la consegna delle norme di vita sul Sinai, il cibo che sfama e disseta nel deserto (nonostante le ribellioni e le resistenze sorte dall’incredulità) fino alla consegna della Terra Promessa. Il popolo ebraico tenderà a trascurare questo legame con Dio, che all’inizio si mostra superiore a tutte le altre divinità, per giungere poi a confermare che Lui solo è Dio. Allora Dio manderà i profeti per richiamare la verità, trascurata.
Alla fine arriva Gesù, che rivela la pienezza della divinità: Jahvè è il Dio di tutti e quell’amore che ha manifestato al popolo ebraico è la sostanza della sua divinità; è Amore perché ...