Variazioni sulle tenebre
eBook - ePub

Variazioni sulle tenebre

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Variazioni sulle tenebre

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Testimone e vittima, come l'amato Šalamov, dell'orrore staliniano Gustaw Herling lo ha ostinatamente ricordato a chi lo sminuiva o negava. Il grande scrittore polacco-napoletano ci narra le trame e i fallimenti di un'umanità che si concede al male e ci ricorda che è indispensabile schierarsi, scegliere da che parte stare.Quando arrivai nel lager di Ercevo, nei pressi di Kargopol', regione di Archangel'sk, ero un giovane forte, robusto; mi hanno fatto lavorare duramente e dopo due anni spedito in una baracca del campo chiamata "il mortuario".

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Variazioni sulle tenebre di Gustaw Herling in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Storia e Storia europea. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2021
ISBN
9788863572407
Argomento
Storia

Conversazione su Šalamov

Nel 1951 esce in lingua inglese, a Londra, con una prefazione di Bertrand Russel, il romanzo memorialistico Un mondo a parte, che, oltre all’indubbio valore letterario, costituisce la prima testimonianza diretta sui lager staliniani. Ne è autore il polacco Gustaw Herling, rinchiuso per due anni – dal 1940 al 1942 – in un campo sovietico sul Mar Bianco, e destinato a diventare uno degli scrittori più rappresentativi del nostro tempo.
In Italia il libro dovrà essere pubblicato due volte, e quasi in sordina, nel 1957 e nel 1965, prima di affermarsi e conoscere un largo successo di pubblico e di critica con la terza edizione del 1994.
Nel 1976 lo slavista Piero Sinatti pubblica per la prima volta in Italia trenta racconti di uno scrittore russo sconosciuto, Varlam Šalamov: li ha faticosamente inseguiti e messi insieme man mano che usciva o alla spicciolata sulla rivista dell’emigrazione russa “Novyj Žurnal”. Nell’introduzione al volume, tra i molti testi citati, Sinatti riporta a mo’ di commento – e anche questa volta è il primo a farlo nel nostro Paese – un brano di Un mondo a parte.
Le polemiche intorno al volume di Šalamov si accendono vivacissime, sotto il segno di un’interpretazione che, privile­giando scelte ideologiche, trascura il valore letterario dei testi e l’autenticità della testimonianza.
Dovrà passare ancora molto tempo, più di un quindicennio, perché in Italia si cominci a parlare di Šalamov come di una tra le voci più alte della letteratura occidentale in questo secolo.
L’editore Einaudi, presentando in prima edizione mondiale fuori della Russia il testo completo e definitivo dei Racconti di Kolyma, ha ritenuto che un dialogo tra due intellettuali così intimamente legati alla vicenda Šalamov avrebbe potuto accompagnare utilmente la lettura di un’opera che sigla simbolicamente il nostro secolo.
Il colloquio si è tenuto a Napoli il 20 giugno 1998 nello studio di Gustaw Herling, presente anche Anna Raffetto a cui si deve il progetto di questo libro.
Sinatti
L’interesse della nostra conversazione con Gustaw Herling, grande scrittore polacco e uno dei primi testimoni del gulag, non sta tanto nel fatto che egli possa attestare, come prezioso testimone diretto, la veridicità di quanto Varlam Tichonovic Šalamov ha scritto sull’inferno concentrazionario, quanto piuttosto nelle affinità che lo legano a Šalamov stesso: le opere di entrambi, infatti, hanno in comune sia il carattere testimoniale, sia l’alta qualità letteraria. Non si tratta di mere testimonianze ma, per dirla con Šalamov, di “documenti con riflessi emozionali”. Vorremmo partire da una domanda di carattere generale: qual è la collocazione di Šalamov nel mondo contemporaneo?
Herling
Vorrei ricordare innanzitutto un fenomeno assai singolare: la mancanza di interesse, per lo meno fino a un po’ di tempo fa, per questo genere di testimonianza. L’ho avvertito io, come autore di Un mondo a parte1. Lo ha avvertito Solženicyn, anche se poi, in un secondo tempo, 1a sua opera ha suscitato larghissimo interesse. Lo stesso vale per Šalamov. Pensiamo a un esempio illuminante: la recensione della prima edizione italiana dei Racconti di Kolyma, scritta da Primo Levi e apparsa nel 19762. Per me fu uno shock. Io venero Primo Levi, lo considero uno dei maggiori scrittori del secondo dopoguerra, ma la sua recensione così di parte, così condizionata da pregiudizi politici mi ha provocato un grande dolore. Condivido quanto ha detto l’amico polonista Francesco Cataluccio, intervenendo sul tema La­ger in Primo Levi, durante un recente convegno dedicato ai totalitarismi3. Egli, ricordando questa recensione, afferma che lo scrittore torinese ha voluto, se non ignorare, certamente dimi­nuire l’importanza del gulag sovietico, concentrandosi esclusivamente sulla sua esperienza ad Auschwitz e sui lager nazisti. In realtà, Levi rappresenta un caso tutt’altro che isolato. È un fenomeno ben più ampio, giacché qui si parla dell’atteggiamento tenuto per anni e anni dall’intelligencija di sinistra, non solo italiana, che ha parzialmente ma sostanzialmente condizionato la coscienza comune dell’Occidente.
Nessuno mette in dubbio l’orrore del nazismo e dei suoi la­ger: il programma di sterminio era implicito nell’utopia razziale e nazionale che Hitler descrisse in Mein Kampf. Dello stermi­nio nazista dubitano ora solo quattro pazzi. Per l’intelligencija di sinistra, ma non solo per quella, i “campi” sovietici erano in­vece un’altra cosa. Il giudizio parte dal presupposto che il co­munismo non è un’utopia nazionale e razziale, ma un’utopia sociale. Quindi, ai sovietici, artefici della traduzione in realtà di questa utopia, si doveva in qualche modo riconoscere il diritto di commettere “errori”: in partenza, la loro scelta era giustifi­cabile, si trattava di realizzare l’utopia sociale. Pertanto agli or­rori sovietici si annette un’importanza minore, stabilendo comunque una differenza di fondo: una cosa erano i lager nazisti, un’altra quelli sovietici.
Si tratta di un atteggiamento ampiamente diffuso e condi­viso, almeno fino alla caduta del Muro di Berlino o, andando avanti nel tempo, fino alla recente pubblicazione del Libro nero del comunismo, accolta in Francia e Italia con grande clamore4. In altre parole, gli intellettuali di sinistra sapevano dell’esisten­za dei campi sovietici, ma affermavano che si trattava di un fe­nomeno assolutamente diverso da quelli nazisti.
Ricordo che qui a Napoli nel 1997 si è svolta una fiera del libro, Galassia Gutenberg, con una sessione dedicata alla mia opera. Fra i diversi oratori, un ottimo critico, il giovane Dome­nico Scarpa, parlò sul tema Lager e Gulag. Levi e Herling, scrittori della responsabilità5. Scarpa ha saputo cogliere in modo estre­mamente dettagliato le analogie tra Se questo è un uomo di Levi e il mio Un mondo a parte. Levi, probabilmente, non lesse il mio libro, ma questo non ha alcuna importanza; tuttavia, ciò che accadeva nei lager nazisti si verificava in un modo del tutto si­mile anche nei campi sovietici da me descritti. Eppure le affermazioni di Levi sul conto di Šalamov sono estremamente riduttive: imputa all’autore una maturazione politica “scarsa e greggia”; ne definisce la statura morale “inferiore a quella dei corrispettivi che hanno combattuto il terrore staliniano, o che oggi denunciano i delitti compiuti in Africa e in Asia dalla civiltà occidentale”. Vede nella sua disperazione il segno di una debolezza, di una resa totale che dimostra inoppugnabilmente come “mezzo secolo di disinformazione forzata possa snervare un’opposizione più del ben più feroce ed efficace terrore hitle­riano [...]. La stessa asfissia politica che ha degradato il sociali­smo in Unione Sovietica ha degradato i suoi stessi oppositori”6. Di recente, sul quotidiano “La Stampa” ho definito “regimi gemelli” quelli nazista e sovietico7. Ho ricevuto parecchie lette­re dei lettori, molte di queste indignate: come si osa mettere i due sistemi sullo stesso piano? E invece si può, facendo una distin­zione fondamentale: in un modo si uccidevano i prigionieri ad Auschwitz, in un altro alla Kolyma. È questa la sola differenza.
Fondamentale è, invece, un’altra considerazione: per l’intel­ligencija di sinistra il comunismo ha le sue radici nell’Illuminismo, nel razionalismo europeo. Quindi, è un fenomeno politico da apprezzare, mentre non lo è il nazismo, che manifestava apertamente l’intenzione di sterminare certi popoli, certe razze, e faceva pure i nomi delle future vittime. Era un’utopia nazio­nale e razziale esplicita, mentre il comunismo era un’ideologia degna di rispetto, perché figlia appunto dell’Illuminismo. Si poteva quindi ammettere che, strada facendo, commettesse degli errori. In Polonia, la mia patria, tra i comunisti era popolare un detto: “Quando si taglia il bosco, volano le schegge”.
Vorrei dire che per fortuna sta finendo un secolo maledetta­mente ideologico – così lo chiamo io. Per un lungo periodo gli intellettuali di sinistra hanno negato l’esistenza dei “gemelli totalitari” e questo è stato un pregiudizio per lo sviluppo di una matura coscienza storica. La differenza vera tra i due regimi riguarda i metodi di uccisione. È chiaro che nei campi sovietici non si mandavano le vittime alle camere a gas, ma lo sterminio avveniva tramite il lavoro massacrante, il freddo, la fame, le percosse. Il risultato era lo stesso. Šalamov ha fatto chiaramente capire...

Indice dei contenuti

  1. Questo libro
  2. Introduzione | Stefano De Matteis
  3. Ricordare, raccontare. Conversazione su Šalamov di Gustaw Herling e Piero Sinatti
  4. Ai lettori
  5. Documenti
  6. Conversazione su Šalamov
  7. Sulla “fortuna” di Šalamov in italia | Piero Sinatti
  8. Testimonianze per Ricordare, raccontare a cura di Marta Herling
  9. Conversazione sul male a cura di Édith de La Héronnière
  10. Piccola antologia sul male a cura di Stefano Fedele