Il gioco dell'Io
eBook - ePub

Il gioco dell'Io

Il cambiamento di sé in una società globale

  1. 263 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Il gioco dell'Io

Il cambiamento di sé in una società globale

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

Il ritmo accelerato del cambiamento, la molteplicità dei ruoli, l'eccesso di possibilità e di messaggi dilatano l'esperienza cognitiva ed affettiva degli abitanti di un pianeta divenuto società globale, in una misura che non ha paragone con nessuna cultura precedente dell'umanità. I punti di riferimento su cui individui e gruppo fondavano in passato la continuità della propria esistenza vengono meno. La possibilità di rispondere con sicurezza alla domanda "chi sono io?" si fa labile: la nostra presenza ha bisogno di àncore e dubitiamo della nostra biografia. La ricerca di dimora dell'io diventa così vicenda comune e l'individuo deve costituire e ricostruire la propria casa di fronte al mutamento incalzante degli eventi e delle relazioni.Di questa ricerca il libro segue le tracce nell'esperienza individuale e nei fenomeni collettivi contemporanei, riflettendone potenzialità e dilemmi. Un mondo che scopre la complessità e la differenza non può sfuggire l'incertezza e chiede agli individui la capacità di mutare forma restando se stessi. L'Io, non più solidamente imperniato in una identificazione stabile, ha gioco, oscilla e si moltiplica.La comprensione di quanto sta accadendo si colloca all'incrocio di diversi saperi. Per accostarsi ad un io molteplice è necessario modificare il punto di vista, assumendo uno sguardo capace di cogliere relazioni e apprendere dall'esperienza. Il nostro agire ci appare sempre più chiaramente come un processo interattivo, continuamente costruito in un campo di possibilità e di limiti. Per questo la responsabilità di abitare la terra è consegnata nelle mani di ciascuno. Realtà sociale ed esperienza individuale sono dunque i poli di una relazione circolare tra i quali questo libro si muove.Ledizioni ripubblica in formato cartaceo ed ebook questo testo già edito da Feltrinelli nel 1996.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Il gioco dell'Io di Alberto Melucci in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Sciences sociales e Sociologie. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Ledizioni
Anno
2021
ISBN
9788855264860
Categoria
Sociologie
Appendice.

Tracce di autobiografia. Un’intervista ad Alberto Melucci (1999)*
Yasushi Yamanouchi: Potresti raccontarci prima di tutto il percorso fatto per arrivare all’attuale stadio del tuo lavoro. La mia impressione è che, avendo praticato più campi di ricerca, la teoria sociale che stai sviluppando prenda forma da queste molteplici esperienze. Di particolare importanza è stata la ricerca sui movimenti sociali svolta a Milano nel 1980. Prendevi le mosse dalla teoria della mobilitazione delle risorse, o teoria dell’azio­ne collettiva, affermatasi negli Stati Uniti e dopo importanti revisioni di quest’approccio arrivavi a formulare la tua personale teoria dei “nuovi mo­vimenti sociali”.
Alberto Melucci: Potrei riassumere la mia formazione dicendo che sono cresciuto in un ambiente culturale a confine tra la tradizione europea del pensiero di sinistra o pensiero critico e il crescente interesse per la sociolo­gia empirica, in particolare quella americana che si era diffusa in Italia du­rante gli anni ’50. Mi considero non solo un teorico ma anche un sociologo empirico, poiché mi interessa quello che realmente le persone pensano e fanno, mi interessa rivolgere lo sguardo alle forme empiriche di azione e interazione e alla formazione dei significati racchiusi nei modi in cui le persone si comportano, interagiscono, comunicano e costruiscono il senso di ciò che fanno.
Nomads of the Present1 nasce nel contesto di un progetto di ricerca plu­riennale sulle varie forme di azione collettiva espresse da diversi movi­menti sociali, svolto tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80. La ricerca empirica era stata preceduta da un intenso periodo di studi dedicato alla letteratura comparata sui movimenti moderni e alla letteratura sociolo­gica relativa al caso italiano. Questo percorso si concluse con un progetto quadriennale che coinvolse un team di dieci ricercatori. Decidemmo di la­vorare su quattro principali aree della mobilitazione collettiva: i movimenti giovanili, i movimenti femminili, i movimenti ecologici, e quelli che allora chiamammo nuovi movimenti di coscienza, che comprendevano un certo numero di gruppi – gruppi religiosi ma anche “gruppi di autocoscienza” e di self-help – in qualche maniera spiritualmente orientati. Su questa am­pia gamma di gruppi abbiamo svolto un lavoro empirico di ampio respiro, siamo partiti dalla tradizionale ricerca sociologica con indagini sul campo e interviste, rilevando i tipi di gruppi presenti nell’area metropolitana di Milano e intervistando i leader e i militanti di ogni gruppo. Con alcuni abbiamo iniziato a sperimentare modelli di ricerca che prevedevano ses­sioni con videoregistrazioni e un’attiva interazione tra i partecipanti e tra i gruppi e il team di ricerca.
Questi esperimenti, che miravano ad individuare una metodologia ap­propriata alle domande che allora avevamo in mente, si sono rivelati molto importanti per lo sviluppo del mio lavoro. Volevamo capire come un movi­mento si forma attraverso la partecipazione di individui, gruppi e orienta­menti all’azione diversi. Man mano diventava chiaro che non era sufficiente chiedere semplicemente ai partecipanti quali idee avessero delle loro azioni o solo osservare le forme di comportamento espresse. Era necessario guar­dare ai processi di formazione dei movimenti che normalmente rimangono invisibili o nascosti. Il più delle volte ci rendiamo conto che un movimento esiste nel momento in cui qualcuno viene alla ribalta per parlare a suo nome, quando ci sono pubbliche assemblee o manifestazioni, quando vengono dif­fusi documenti. Ma tutto ciò è già il risultato di processi nascosti, per capirli abbiamo bisogno di una differente metodologia. Abbiamo impiegato centi­naia di ore videoregistrando le sessioni con i militanti del movimento per costruire un processo sperimentale di ricerca. Tutto il materiale registrato è stato raccolto e conservato e oggi costituisce un prezioso archivio dell’azio­ne collettiva degli anni ’70 e dei primi anni ’80 nel mio paese.
Questa esperienza pratica di ricerca riflette in parte il mio profondo in­teresse personale ad agire il ruolo di osservatore ed ascoltatore e non solo di pensatore. La partecipazione empatica alle forme di azione collettiva ha per me un grande valore.
Y.Y.: Sei non solo un sociologo ma anche uno psicoterapeuta. Si può pensare che la pratica clinica abbia avuto un peso molto preciso sul tuo sviluppo teoretico di analista della società moderna. Come guardi alla psi­coanalisi freudiana, penso in particolare all’ultimo Freud e alla sua critica della civiltà moderna?
A. M.: Il mio training in psicologia clinica e psicoterapia si è svolto ini­zialmente nell’ambito della tradizione freudiana, ma successivamente ho rivolto il mio interesse ad approcci più fenomenologici, ad esempio la Gestalt, e anche ad alcune forme di terapia più orientate al corpo. La mia pratica clinica, che tuttora mi coinvolge, è una sintesi di queste diverse esperienze. Da vent’anni lavoro con pazienti provenienti da differenti ambienti sociali e culturali, ho formato psicologi, medici, operatori sociali, cercando di trova­re un modo che mi consentisse di entrare in contatto con quello che le per­sone sentono e sperimentano nel loro corpo. Questo lavoro ha fortemente contribuito alla mia comprensione sociologica della società moderna.
La tradizione della psicologia, in specie di quella occidentale, è molto individualistica e questo rappresenta un suo considerevole limite: la psico­logia occidentale non presta molta attenzione al contesto sociale e culturale in cui le esperienze, i disagi e le sofferenze psichiche vengono ad essere. En­trare in questo campo provenendo dalla sociologia è stato molto importante per la mia esperienza clinica. Ho scelto di operare come psicologo in gran parte per ragioni personali, anche per aver scoperto che possedevo una certa abilità e ricavavo un certo piacere nel lavorare in stretta relazione con le per­sone, nel muovermi lungo le dimensioni affettive e corporee delle loro vite. La provenienza sociologica mi ha reso molto più attento e ricettivo rispetto alla dimensione contestuale della sofferenza individuale. Ma è vero anche il contrario: l’esperienza clinica ha portato nella mia comprensione sociologi­ca una specifica sensibilità per le dimensioni emotive, per il modo in cui gli individui fanno esperienza della vita sociale, aspetti largamente ignorati o lasciati ai margini dalle tradizioni più strutturaliste della sociologia.
Questo ibrido professionale – una sintesi intellettuale e pratica di due specifici filoni di conoscenza – è modellato dalla mia personale esperien­za di vita e sostiene il mio modo di comprendere e partecipare alla realtà odierna. Camminare lungo le frontiere di queste due discipline ed essere coinvolto in due identità professionali è emozionante e oggi mi sento più a mio agio con entrambe queste identità. Non sempre è stato così. Un tempo il fatto di essere un sociologo si scontrava in qualche modo con la mia comprensione psicologica della realtà e viceversa.
Per quanto riguarda la psicoanalisi freudiana, credo che le tradizioni occidentali abbiano notevolmente contribuito alla comprensione della vita psicologica e del ruolo che gli investimenti psicologici e emotivi hanno nella creazione di legami sociali e nella costruzione della civiliz­zazione. Dobbiamo essere riconoscenti a Freud per questo, penso però sia giunto il tempo di andare oltre la sua eredità. Le esperienze culturali e sociali delle persone sono profondamente cambiate rispetto al contesto in cui Freud ha elaborato la sua teoria. Ciò che probabilmente va superato è il modo di pensare freudiano basato su un modello fortemente lineare e causale. Gli individui contemporanei vivono in un mondo altamente differenziato, si confrontano con ordini di possibilità sempre crescenti, e i loro problemi sono molto spesso connessi alla necessità di fare delle scelte e di restringere i loro campi di esperienza. Il modello freudiano della vita psicologica è costruito sull’idea base di una energia interiore profonda che lotta per rompere i vincoli delle regole sociali e culturali imposte tramite l’educazione e la repressione interpersonale e sociale. La libido è un’energia che si ribella a questi limiti e tende ad esplodere in qualche luogo con un comportamento reattivo che corrisponde al parziale venir meno del controllo inibitorio. Questa idea è connessa molto alla cultura e società borghesi in cui il problema della repressione della libido era il principale problema culturale.
Oggi, però, ci troviamo di fronte al problema opposto – non il problema della repressione ma piuttosto quello di un’eccessiva liberazione di ener­gie interiori, il problema di un eccesso di possibilità create dal mercato, dall’indebolimento della tradizione, dal cambiamento negli atteggiamenti e pratiche sessuali. Oggi abbiamo bisogno di approcci alla sofferenza psi­cologica diversi; la sofferenza psicologica ha cambiato natura. Questo non significa affermare che le persone non soffrono più per le stesse ragioni che Freud analizzò ai suoi tempi. Come è noto la sofferenza dovuta alla repressione è tuttora diffusa. Ma ci sono anche motivi del tutto nuovi che è molto difficile comprendere entro una cornice lineare e causale, un model­lo esplicativo che rintraccia le radici della sofferenza nell’infanzia, e così via. Oggi la sofferenza personale è connessa a un eccesso di possibilità e assume la forma di disturbi narcisistici. Vogliamo essere tutto, ovunque e tutti; sperimentiamo qualcosa che è fondamentalmente una frammentazio­ne dell’identità. Lo scopriamo nel trattamento clinico più frequentemente di quanto non accada per gli effetti della repressione in senso tradizionale: negazione della sessualità, compressione della libido e simili. Per spiegare e trattare questi nuovi problem...

Indice dei contenuti

  1. Il gioco dell'Io
  2. colophon
  3. Nota alla presente riedizione
  4. Introduzione
  5. I. La sfida del quotidiano
  6. II. Bisogni, identità, normalità
  7. III. Metamorfosi dell’Io molteplice
  8. IV. Il pianeta interno
  9. V. Corpo limite, corpo messaggio
  10. VI. Del prendersi cura
  11. VII. L’abisso della differenza
  12. VIII. Amorosi sensi
  13. IX. Abitare la Terra
  14. X. Elogio della meraviglia
  15. Nota bibliografica
  16. Riferimenti bibliografici
  17. Appendice. Tracce di autobiografia