La palestra della felicità
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Lei e Lui, i protagonisti di questa storia, sono condannati a reiterare un rituale vitale quanto autodistruttivo, finalizzato al darsi la morte, per poter rinascere, per poter rocambolescamente morire, tra mille colpi di scena, ancora e ancora. «L'amore non va» dirà uno dei personaggi femminili all'uomo che le chiede di sposarla, «L'amore non buca. La morte buca». Tutto è intrattenimento. Per esistere bisogna dunque intrattenere, e per intrattenere è d'uopo il morire, anche perché gli attori sono solo in due. Gli altri, i loro presunti colleghi ono stati buttati via», cacciati, considerati inutili. La finzione è la loro sola possibilità di sopravvivenza.

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Informazioni

Editore
Cue Press
Anno
2016
ISBN
9788899737085
La palestra della felicità
Personaggi
Dio
Caffettiere
Lui
Lei

Le scimmie
DIO Per quale via si va dove abita la luce e dove hanno dimora le tenebre?
CAFFETTIERE Ecciù! Salute. Grazie.
Madre e figlio
LUI Marta. Ci sono questi pezzi, che stanno al loro posto per ore e non si muovono mai fino alla fine della partita. Sono spettatori. Stanno fermi. Stanno al loro posto e non servono.
A volte sono persino di impaccio. Anche loro sono lì per qualcosa, ma questo qualcosa è per un’altra partita.
Io mi trovo sempre con queste pedine tra i piedi e mi chiedo ma cosa ci stanno a fare tutte queste pedine inutili. Però i giocatori, i maestri, dicono che tutti i pezzi hanno un peso. Quindi sarà vero. Se lo dicono.
A volte mi capita persino di mandarli al macello. Un pezzo dopo l’altro. Mi dà un piacere strano quell’andarsene così senza motivo di quei pezzi da niente, pedine, che Marta mette di fianco alla scacchiera dalla sua parte. Un giorno mi ha chiesto: Perché lo fai?
Per avere spazio. Per muovermi meglio nello spazio, Marta.
Marta è molto riflessiva, non parla.
Quando giochiamo a scacchi di solito non parliamo per ore. Quando mi mangia un pezzo lo fa con l’aria di una che dice le regole sono queste, si eliminano i pezzi del nemico per metterlo in minoranza. Per vincere. Tutto qua.
Ma finché non ha finito la partita non si distrae e non sorride mai. Mentre lei gioca anch’io gioco, ma il gioco non è lo stesso.
Marta gioca contro di me, in quel momento le interessa solo vincere, mangiarmi i pezzi o inchiodarmi spalle al muro. Le donne sono spietate.
Mi piacerebbe restare solo con lei, liberare la scacchiera, fare piazza pulita e dirle: Marta, come vedi qui non c’è più nessuno, siamo rimasti soli, tu ed io, ci siamo liberati di tutti gli ingombri. Se ne sono andati tutti. Sposami, Marta.
LEI Ho messo sul tavolo quel foglio, me l’hanno dato al supermercato, sai il supermercato, che ci sono le offerte, stasera si potrebbero fare le cozze, le hanno messe in offerta al cinquanta per cento quando sono in scadenza. Non che siano scadute eh. Le mettono dentro quel vascone. Ben chiuse. Quando eri piccolo le cozze, ti ricordi? (Ride)
Ti ricordi eh?
Quelle cozze pazzesche.
Ti ricordi?
Non ti ricordi davvero quand’eri piccolo cosa era successo con quelle cozze quella volta di papà?
Da piccolo facevi impazzire tutti per le cozze ti ricordi, eravamo al mare, quella bella casa con la lavapiatti… te la ricordi la casa del mare?
Al pubblico sussurrando come se parlasse per non farsi sentire.
È un bravo ragazzo. Ragazzo. Sì, ragazzo. È tanto fragile.
Da quando è tornato a vivere qua dopo che quella l’ha lasciato me lo ritrovo di nuovo qui come un bambino. Senza un (sussurra ancora di più) soldo. Quella non gli ha mai stirato niente. Mai. Lo mandava in giro che sembrava… Lo credo che poi fai brutta impressione. La prima cosa è la presenza. Poverino. Non è stato fortunato. È un ragazzo sensibile, con quella sensibilità. Troppo sensibile. A volte sarebbe meglio meno sensibilità e, per dire, più concretezza. Per dire.
Ti ricordi della casa al mare quella con la lavapiatti? Adoravi la lavapiatti. Adorava mettere i piatti nella lavapiatti, era strepitoso vedere come disponevi ogni cosa al posto giusto nei cestelli.
E allora non so come avevi visto una coppia al ristorante, due bei tipi dovevano essere non italiani ma gente su, comunque, con un piatto di cozze. E tu le volevi. Era normale, una bella impepata d...

Indice dei contenuti

  1. Colophon
  2. Indice
  3. Premesse
  4. La palestra della felicità