Come risparmiare tempo e non morire provandoci
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Come risparmiare tempo e non morire provandoci

  1. 48 pagine
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Come risparmiare tempo e non morire provandoci

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Informazioni sul libro

Questo saggio si basa sul dialogo "De previtate vitae" scritto da Lucio Anneo Seneca nel 55 DC. Scrissi questo saggio adattando l'opera di Seneca per l'incredibile contemporaneitá di un dialogo scritto più di 2000 anni fa. Credo che le raccomandazioni che ci da Seneca, adattate ad esempi attuali, possano far si che molte persone prendano decisioni migliori riguardo il bene più prezioso che possiamo avere, mi riferisco al nostro tempo.Mi sta a cuore che si possa scoprire l'immensa sapienza che arriva dal passato e che potrebbe evitarci molte sofferenze legate a un cattivo uso del tempo. Leggere è ascoltare. Seconde me leggere questo tipo di documenti equivale ad ascoltare l'esperienza di un essere umano con molto buon senso che voleva orientarci e che non abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo di persona.

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Informazioni

Anno
2021
ISBN
9781667401409
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Introduzione

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Questo saggio si basa sul dialogo “La brevità della vita” scritto da Lucio Anneo Seneca nell’anno 55 dopo Cristo. Scrissi quest’opera adattando il dialogo di Seneca per l’incredibile attualità di un dialogo scritto più di 2000 anni fa. Credo che le raccomandazioni che Seneca ci lascia, adattate a esempi contemporanei, possono far sì che molte persone prendano migliori decisioni riguardo al bene più prezioso che abbiamo, mi riferisco al nostro tempo.
È nel mio interesse scoprire l’immensa sapienza che ci arriva dal passato e che potrebbe evitarci molta della sofferenza data da un cattivo uso del tempo. Leggere e ascoltare. A mio parere, leggere questo tipo di documenti è come poter ascoltare l’esperienza di un essere umano dotato di molto buon senso che desidera orientarci da molto tempo e che non abbiamo avuto la fortuna di conoscere di persona.
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Capitolo Primo.
Illusione della mancanza di tempo
Uno
La maggior parte delle persone che conosco si lamenta di non avere tempo. Danno la colpa al lavoro, alla famiglia, allo stato, al sistema, alla vita, a Dio. Perché siamo nati per vivere poco tempo. Sto parlando di 80 o forse solo 100 anni e sentiamo che il tempo corre così rapido, così velocemente, che quasi tutte le persone rimangono senza tempo addirittura da bambini, nella tappa in cui stanno pianificando la loro vita.
Questa mancanza di tempo non solo la percepisce la maggior pare degli esseri comuni e correnti, come siamo tu ed io. Il tempo manca anche a persone molto conosciute per la loro intelligenza come Albert Einstein, che, infatti, teorizzò sulla relatività dello stesso.
Due
La mancanza di tempo è così comune che ha dato origine a detti popolari come “Il tempo vola” o “I tempi andati erano migliori”. Migliaia di anni fa il famoso Aristotele si sorprendeva osservando gli animali, loro hanno una vita così lunga che possono arrivare a vivere contemporaneamente in cinque o dieci generazioni, come i cani, i gatti o i conigli. Invece sarebbe davvero fortunato chi di noi arrivasse a conoscere la sua bisnonna. E anche nel caso potessimo farlo, sarebbe molto difficile conversare con una persona della quarta età nei suoi momenti di lucidità. L’umanità, nata per fare molte grandi cose, sente di avere la vita molto più corta degli animali.
Tre
Oltre 2000 anni fa Seneca scrisse che non ci manca il tempo, bensì ne perdiamo molto. La vita è lunga e avremmo tempo sufficiente per fare le cose che consideriamo importanti se fossimo ben organizzati. Se però la sperperiamo per esibirlo o per semplice negligenza, spendendo il nostro prezioso tempo in cose inutili, alla fine dei nostri giorni ci renderemo conto che la vita è volata via senza che ce ne accorgessimo.
Quarto
La vita non è corta, siamo noi che la rendiamo tale. Non siamo mendicanti di tempo, siamo incoscienti scialacquatori. È quello che accade alle persone che non sanno amministrare le loro risorse e vincono un gran premio alla lotteria. Finiscono più poveri di prima. Perché la loro famiglia è divisa a causa dell’interesse per i soldi persi. Ne vediamo una prova costante nei calciatori famosi che rimangono più poveri di quanto lo fossero prima, anche se paragonati con le loro più umili origini.
Si può osservare esattamente il contrario quando una persona scopre che gli rimane poco tempo di vita. Quest’individuo può far crescere il suo poco tempo per le cose migliori della vita solo organizzandosi meglio.
Capitolo Secondo.
Non siamo esseri razionali
Uno
Perché ci lamentiamo della frenesia della vita? La vita non ha sentimenti né cattive intenzioni. Se sappiamo usare bene il tempo, questo sarà lungo e sufficiente. Ma ad alcune persone viene un’avarizia insaziabile di essere occupati. Altri vivono con la smania di attività superflue. Ci sono quelli che vivono ubriacandosi o drogandosi. Troviamo anche quelli che vivono oziando. O quelli che occupano il tempo per soddisfare interessi altrui. Possiamo anche conoscere persone così ossessionate dai soldi e dall’idea di accumularli, che passano la giornata negoziando o pensando come guadagnare più proprietà o contanti. C’è chi vive così preoccupato da cadere nel parossismo di non fare nulla per evitare di correre rischi o farli correre agli altri.
Oggi come oggi si può vedere come molti di noi ci consumiamo soddisfacendo quello che ci chiedono i nostri cari o i nostri superiori. Lo fanno in molti modi diversi, usando reti sociali tipo WhatsApp, E-Mail a ogni ora o chiamate telefoniche con diverse richieste. E noi finiamo consumati da una schiavitù volontaria del nostro tempo.
Due
Molte persone non destinano niente del loro tempo a temi di reale interesse solo per la possibilità che altri possano pensare male. O vivono rivestendo ruoli all’interno dell’ambiente lavorativo o famigliare angustiati dal dover essere quello che “devono essere” senza poter pensare nei loro sogni o speranze.
La maggioranza delle persone vive la loro vita senza nessun obiettivo chiaro o un termine definito. Spendono il loro tempo con un’incredibile frivolezza. Questo li porta a essere sempre scontenti e a cambiare costantemente interessi. Ad alcuni non piace che gli si dia consigli sull’orientazione che possono dare alla loro vita, ma poi, quando sta per arrivare la loro ora, li troviamo annoiati, aspettando. Rispolveriamo un detto degli antichi oracoli Greco-Romani che ci avvertiva “Della vita è poco quello che viviamo realmente perché tutto lo spazio che resta non è vita, è mero tempo”.
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Tre
Una gran quantità di giovani e professionisti è tormentata ovunque da vizi: in palestra, al lavoro, alle superiori, all’università, per strada sono così disconnessi dalla realtà che non possono fermarsi a pensare in se stessi salvo che non inizino a cercare attraverso l’autoconoscenza. Sono così dipendenti che sono soggetti a spendere tempo con la pornografia, sesso, droga, alcool, cibo o qualunque altro vizio. Questi stessi dominano le loro decisioni basandosi su un impulso fisico che finisce per tramutarsi in sensi di colpa e non soddisfazione. Eppure dopo pochi minuti ecco che i vizi tornano a dominarli.
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Quattro
Credete che io stia parlando dei tipici drogati che vediamo in TV? O di quelli di cui conosciamo gli scandali attraverso le reti sociali? No, non è così. È qualcosa che si può osservare in quelle persone che tutti consideriamo degni d’imitare per la loro apparente prosperità. Persone con così tanti soldi e fama che vivono stressati per amministrare i loro beni. Quello che non sappiamo è che, se avessimo la fortuna di ascoltare la loro opinione sincera, sentono che la loro ricchezza è un peso. Molti generano così tanta ricchezza che finiscono morendo d’infarto, suicidandosi per la depressione o distruggendo belle famiglie per non perdere la bussola delle loro priorità. È come il mito del re Mida. Ricevette dal dio greco Dionisio il dono di convertire tutto in oro. Ma questo dono si convertì in una maledizione non potendo bere o mangiare perché tramutava tutto in oro appena lo toccava.
Possiamo osservare persone famose che vivono esibendo il loro presunto successo nelle reti sociali, in televisione o su riviste dello jet set. Queste celebrità che non hanno mai tempo per se stessi. Sono così concentrati nel mostrare la loro bellezza, che oggi è risaputo che il tasso di suicidi più alto lo troviamo proprio tra le modelle famose più che tra la gente comune.
Molte persone non sono libere nemmeno di andare a fare la spesa al supermercato a causa della moltitudine di clienti o ammiratori che li circonda costantemente. Parlo di politici, impresari, calciatori e musicisti di apparente successo. Se pensiamo a loro, sia che siano famosi da un minuto o che siano sul podio da anni, tutti hanno lo stesso problema. Gli chiedono consulenze o soldi e loro li prestano. Alcuni gli si avvicinano per interesse e altri si difendono parlando di una sincera partecipazione per la loro carriera. Ecco come le persone famose si consumano per soddisfare gli altri.
Se ci soffermiamo a pensare alle persone celebri di cui tutti parlano, vedremo che sono stigmatizzate con espressioni come: “Questo tipo è di destra”, “questo ha guadagnato rubando”, “quello deve essere un narcotrafficante”, “quella si è guadagnata il posto andando a letto con il capo”, “questo è Opus Dei”. Nessuno riconosce mai lo sforzo dell’individuo. Né s’immagina quanto sia stato difficile arrivare in vetta.
Cinque
Certe persone s’indignano da pazzi e si lamentano per la mancanza d’interesse manifestata nei loro confronti dai superiori o addirittura dal coniuge/fidanzato. È ironico che la maggior parte di questi indignati vivono esigendo tempo dagli altri, non avendone mai per se stessi. Guardano con rabbia il capo o il coniuge che non li ascolta. Ma si sono mai ascoltati o si sono mai guardati allo specchio chiedendosi che cosa provano? Quindi non hanno nessun diritto morale di chiedere tempo a nessuno. Eppure ne esigono sempre di più perché non sopportano di rimanere in compagnia di loro stessi. Non vogliono trovarsi di fronte all’opinione che hanno di loro stessi.
Capitolo Terzo.
Sfruttare il tempo
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Uno
Il sistema educativo ci provvede gli strumenti per essere produttivi nella società. Ci consegna il sapere accumulato dai migliori pensatori dell’umanità, degli illustri del mondo. Tutti questi grandi pensatori devono essere stati d’accordo sulla mancanza di tempo che soffrirono nelle loro rispettive vite. Ciò nonostante, si sorprenderebbero della cecità delle persone dell’attualità. La cecità davanti all'imminenza della morte, per questo ci comportiamo come immortali semidei di fronte al passare del tempo.
Le persone vorrebbero che nessuno si avvicinasse alle loro proprietà, ai loro beni. Se qualcuno volesse toccare il loro denaro, potrebbero reagire violentemente, non solo addicendo a vie legali, ma anche fisicamente. Comunque, queste stesse persone, sono più che disposte, indiscriminatamente, a condividere il loro tempo con chiunque glielo solleciti. Sono implacabili nel proteggere il loro patrimonio. Però, sono totalmente sperperatori nel condividere l’unico bene prezioso per il quale varrebbe la pena essere addirittura meschini: il proprio tempo.
Due
Non sarebbe male avvicinare qualcuno più vecchio e ascoltare la sua opinione riguardo al come approfittare del tempo. Osserviamo i vecchi che volgono alla fine della loro vita, agli ottantenni o ai novantenni. Chiediamogli di tirare le somme sulla loro vita. Quanto tempo gli hanno rubato altri? Quanto ne hanno dedicato all’uomo o alla donna che hanno amato? Quanto al loro capo? Quanto ai loro clienti? Quanto, discutendo con il loro partner? Quanto occupandosi della casa? Quanto per muoversi per la città per assolvere varie necessità? Volendo si potrebbe aggiungere il tempo speso a combattere malattie create artificialmente. Per esempio, le allergie nervose o i raffreddori da stress lavorativo. Aggiungiamo il tempo perso per disinteresse. Con facilità si potrebbe calcolare che abbiamo meno tempo vissuto in rapporto a quello trascorso da quando siamo nati.
Tre
Mettiamoci a pensare a quante volte ci siamo sentiti sicuri di quello che avremmo voluto fare da qui a dieci anni. Per non perderci tanto, pensiamo anche solo a quello che vorremo fare da qui alla fine del mese. Ci siamo soffermati a pensare se almeno le mete del giorno prima siano state raggiunte? O se volessimo migliorare in qualche cosa rispetto il giorno prima, potremmo almeno pensare in qualcosa fatto da e per NOI che desideravamo? Qualcosa, che per ottenerla, non abbiamo dovuto arrabbiarci o gridare ad altri in modi tipo “faccio quello che voglio!”
Non abbiamo un concreto controllo nemmeno del nostro stato d’animo. Di conseguenza non controlliamo nemmeno l’espressione del nostro viso di fronte agli altri. Così il nostro stato d’animo e la nostra comunicazione non verbale diventano contagiosi come un raffreddore. Se uno ci medita un po’ sopra, alla fine, scopre di vivere nella paura. Paura di perdere il lavoro. Paura di essere lasciato dal partner. Paura che i figli o il coniuge o qualche altro parente prenda le distanze da noi. Possiamo guardarci indietro, nel passato, e osservare quanto tempo abbiamo dedicato a lavori che nemmeno ci piacevano o ci interessava mantenere. O possiamo pensare a quante attività o persone hanno demolito parti importanti della nostra vita senza nemmeno renderci conto che le stavamo perdendo.
Ci sono poi quelli che perdono tutto il tempo a loro disposizione per serbar rancore. Verso l’ex coniuge, il capo, i genitori per averlo messo al mondo ...

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