Maria Stuarda, regina di Scozia, è un testo narrativo basato su eventi storici realmente accaduti e creato utilizzando fonti storiche dirette ed indirette, commentari e ricerche.
Ogni capitolo è corredato da domande d’approfondimento per le quali, nella maggior parte dei casi, non vi sono risposte corrette o sbagliate, ma piuttosto si mira a stimolare il ragionamento critico durante l’esercizio di lettura volto a migliorare le capacità di comprensione del testo.
Le fonti consultate sono elencate in coda al testo, la loro interpretazione è prettamente a discrezione dell’autrice ed il loro utilizzo rientra nell’ambito dell’immaginario narrativo, inclusi nomi, eventi e particolari storici.
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Si invitano i lettori a consultare le altre biografie a cura di Laurel A. Rockefeller
Margherita di Wessex: madre, santa e regina di Scozia
Caterina di Valois: principessa francese, matriarca dei Tudor
Elisabetta I Tudor: da principessa a Gloriana
Sua Eminenza Rossa, Armand-Jean du Plessis de Richelieu
Indice
Scozia dimenticata
Capitolo primo: Parigi
Domande di approfondimento
Capitolo secondo: Ritorno in Scozia
Domande d’approfondimento
Capitolo terzo: La regina Maria deve risposarsi
Domande d’approfondimento
Capitolo quarto: Assassinio a Holyrood
Domande d’approfondimento
Capitolo quinto: Il trono perduto
Domande d’approfondimento
Cronologia
Preghiere in latino con traduzione a fronte
Testi delle canzoni di Maria di Scozia
Letture consigliate
Maria, Regina di Scozia
Riformatori protestanti in Scozia
Henry Stewart, Lord Darnley
Scozia
Cibo, religione e cultura
Musica e danze
Cenni riguardo questa serie
Scozia dimenticata
Maledetta tu sia, oh Scozia!
Pianto di pittiche madri ricada come pioggia sugli altipiani
Poiché le regine del passato hai dimenticato
Il loro valore, oggi, è chiamato vizio.
Dov’è l’affetto per le tue regine,
I Pitti, gli Scoti, i Gaeli ed i Briganti?
Maria la giusta, tua regina—respinta,
per compiacere i tanto deprecabili Puritani.
La più giusta tra le tue regine, scacciasti,
Lasciasti morire con disonore sotto la scure inglese,
Sparso il sangue del più scozzese e giusto dei lignaggi.
Con Ella, morì il cuore di Scozia: libero e fiero.
Capitolo primo: Parigi
“Il re è morto! Lunga vita alla regina!” strillò l’araldo. Luci e suoni s’intrecciavano al risveglio della piccola Maria, allora una bambina di cinque anni. Che cos’era? Un ricordo o solo un sogno?
Levandosi dal letto, Maria aspettò pazientemente che le serve finissero di vestirla con un lezioso abito, replica in miniatura di uno dei tanti vestiti indossati dalla madre e regente “Dov’è mamma?”
“Nel suo studio,” rispose una delle serve mentre le infilava la sopravveste e l’allacciava dal didietro.
“Voglio vedere la mamma!”
“Sono desolata, Maestà, ma passerà del tempo prima che possiate rivederla.”
“Perché?”
“Vi condurremo oggi stesso al porto di Leith da dove Vi imbarcherete per la Francia.”
“Perché?”
“Per varie ragioni.”
“Dimmi quali!”
“In primo luogo, per la Vostra incolumità, per evitare che nobili ostili a Vostra madre possano servirsi di Vostra Maestà per nuocere alla nazione.”
“C’è dell’altro, non è vero?”
“Lo scorso anno, prima di morire, Vostro prozio re Henry VIII d'Inghilterra, ha deciso di darvi in moglie al figlio, il principe Edward, ed ora che Edward è re d’Inghilterra, molti sono più che mai determinati nel far sì che questo matrimonio avvenga, affinché vi sia l’unificazione dei due regni di Scozia ed Inghilterra.”
“Perché questo è un male?”
“Tanto per cominciare, l’Inghilterra è da sempre nostra nemica.”
“Da sempre?”
“Purtroppo sì.”
“Perché?”
“Perché sin dai primi resoconti scritti, gli inglesi hanno sempre cercato di sottomettere la nostra gente, ci invadono e siamo costretti a combattere per difenderci. Ci sono state delle volte in cui, invece, siamo stati noi ad invadere l’Inghilterra, per espandere il nostro regno o per fare in modo che i nostri confini fossero più sicuri contro gli inglesi. A complicare le cose, molti nobili inglesi possiedono terre in Scozia e molti nobili scozzesi possiedono terre in Inghilterra; non c’è mai stata una netta divisione tra i due regni. Questa è una delle tante ragioni per cui ci troviamo spesso in guerra. Dove finisce l’Inghilterra e la Scozia ha inizio? Tutto cambia di giorno in giorno!” Spiegò la serva.
“Ma se sposo Edward, forse le guerre finirebbero finalmente! Forse sarebbe una buona cosa vivere in Inghilterra.”
“Questo non è il volere di Vostra madre.”
“Forse mia madre non sempre sa cos’è meglio. Sono io la regina!”
“Sì, siete Voi la regina, ma siete anche una bambina di cinque anni, non è cosa giusta che voi disubbidiate a Vostra madre, è peccato, Maria.”
“Ed è il peccato una cosa brutta?”
“Molto brutta! Non vorrete finire all'Inferno per tutta l’eternità, spero?”
“Cos’è l’Inferno?”
“Un posto orribile. Purtroppo non sono un prete, sono solo una donna, e non mi è consentito parlare di queste cose.”
“Parli come se essere donna non sia una cosa buona.”
“Infatti non lo è, Vostra Maestà. Dio ha creato gli uomini migliori di noi. Noi siamo fragili e facciamo cose deplorevoli perché siamo deboli. Ma credo sia meglio che Voi parliate con un prete, ne troverete uno sul vascello diretto in Francia.”
“Sarò l’unica bambina scozzese in Francia?”
“No, certo che no! Molte altre fanciulle sono state mandate, come Voi, in Francia dai loro genitori per salvaguardarle.”
“Salvaguardarle da cosa?”
“Cattive persone con cattive intenzioni.”
“Qui in Scozia?”
“Sì.”
“Chi?!”
“Vostra Maestà, dobbiamo andare!”
“Non voglio!”
“Vostra Maestà, vi prego!”
Maria scalpitava avanti e indietro imbronciata, saltellando a destra e a manca in
preda alla collera. Dopo essersi calmata un po’, lanciò un’occhiata alla serva e disse: “Non ci voglio andare, comunque”.
“Verrete con me adesso?”
“Sì”.
“Grazie, Vostra Maestà”
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Due ore dopo, la regina Maria saliva la rampa che conduceva all’elegantissima nave ormeggiata nel porto di Leith, ad Edimburgo. Mentre scorrazzava allegramente sul ponte di coperta, notò quattro bambine, anch’esse tutte chiamate Mary, che giocavano a nascondino. La regina Maria le raggiunse: “Posso giocare anch’io?”
“Chi sei?” chiese Mary Seton.
“Sono la regina!”
“Non è vero!” ridacchiò Mary Fleming.
“Sì, è vero” affermò la regina Maria.
“Sì, è vero” confermò Lord James Stewart, il fratellastro della regina, che si inginocchiò per baciare la mano della piccola regina: “Ora e sempre a Vostro servizio, Maestà”.
“Chi siete?” chiese la regina Maria.
“James Stewart”.
“Anch’io mi chiamo Stewart! Siamo imparentati?”
James scoppiò a ridere: “Sono vostro fratello!”
“Se siete mio fratello, perché non siete re?”
“Perché la regina Marie di Guisa non è mia madre”.
“Non capisco”.
“Presto capirete, mia regina!”
“Vostra madre è viva?”
“Assolutamente. Desidera che sappiate che prega ogni giorno per la vostra salute”.
“Mia madre conosce vostra madre?”
“Sì”.
“Conosce voi?”
“Sì”.
“Quanti anni avete?”
“Diciassette”.
“Io ne ho cinque”.
“Siete nata qualche giorno prima che nostro padre, il re, morisse, pace all’anima sua”.
“Verrete in Francia con noi?”
“Solo per qualche tempo. Ovviamente, se non vi dispiace avere un fratello al seguito”. La regina Maria spalancò le braccia. James la abbracciò forte e la baciò sulla guancia: “Andrà tutto bene, Vostra Maestà”.
“Chiamatemi Maria, siamo parenti!”
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“Depairte, depairte, allace I most depairte. From hir that hes my hairt with hairt full
soir; again’s my in deid and can find no remeid, I wait the pan’s of deid can do no moir!”
cantava la regina Maria a dieci anni, accompagnandosi col liuto. Dopo cinque anni a Parigi, le parole della canzone scozzese le sembravano un po’ strane.
“Marie! Marie! Notizie da Londra!” gridò entusiasta il principe François.
“Quelles nouvelles?” chiese la regina Maria in francese.
“Vostro cugino, re Edward VI!”
“Cosa è successo?” chiese Maria.
“È morto! È morto di tubercolosi tre settimane fa”.
Maria si fece il segno della croce: “Poveretto!”
“C’è dell’altro, ma chérie. Vostra cugina Lady Jane Grey, nipote di vostra prozia
Maria e di Charles Brandon, il duca di Suffolk, è stata imprigionata nella Torre di Londra!”
“Con quale accusa?”
“Il re ha cercato di ignorare il testamento di suo padre nominandola regina al
posto della sorella Mary. Ha regnato per nove giorni come regina Jane, prima che Mary e
sua sorella, la principessa Elizabeth, facessero il loro ingresso a Londra per reclamare
ufficialmente il trono. All’arrivo della regina Mary, tutto il sostegno per la regina Jane è
venuto meno”.
“Il popolo ha parlato! Speriamo che, grazie alla saggezza della regina Mary,
l’Inghilterra ritorni a professare la vera fede”.
François si fece il segno della croce: “In nómine Patris et Fílii et Spíritus Sancti.
Amen”.
“Amen” ripeté Maria con un sorriso spensierato e lo baciò sulla guancia. Sorridendo, François le prese mano e la baciò a sua volta.
Parigi sfavillava mentre re Henri II, la regina Catherine de’ Medici, principi, principesse, cardinali, vescovi, il fratellastro di Maria, Lord James Stewart e vari alt...