Diplomazia dei valori e sviluppo
eBook - ePub

Diplomazia dei valori e sviluppo

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Diplomazia dei valori e sviluppo

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

La diplomazia conosce, oggi, un forte risveglio di attenzione e di approfondimento.
Il presente volume vuole sviluppare alcuni temi riguardanti i rapporti tra religioni e diplomazia e proporne alcune piste orientative per la discussione, il confronto e la ricerca, personale e di gruppo. In tale contesto si è progettata “la diplomazia dei valori e sviluppo” per delineare la vera essenza di una moderna diplomazia chiamata a concorrere alla realizzazione di uno sviluppo effettivo. Un disegno a cui le Accademie diplomatiche possono concorrere, attraverso la strategia del camminare insieme, tra memoria e progetto, con la dovuta fiducia e una rinnovata energia.
Ciò produrrà una più vasta ed efficace azione per l’incontro dei popoli, per la cooperazione secondo le loro libere ed autentiche caratteristiche nazionali, ma nella logica dell’etica.
La lettura di queste pagine è proposta non soltanto ai diplomatici, ma anche a quanti desiderano informarsi sul cambiamento politico-diplomatico in corso. Alfredo Luciani, docente di filosofia della religione, è fondatore e presidente dell’Associazione Internazionale Missionari della Carità Politica, di diritto pontificio. Tra le sue opere Cristianesimo e movimento socialista in Europa in 5 volumi (Marsilio, 1984), Catechismo sociale cristiano (Mondadori, 1992), La carità politica (San Paolo, 1994), Languore di confine (San Paolo, 1997), La pratica di carità politica (Paoline, 2005), La spiritualità del lavoro (Paoline, 2012). Con scritti di S.Em. Card. Pietro Parolin e S.E. mons. P.R. Gallagher Contributi di Paolo Ruffini, Antoine Camilleri, Joseph Joblin, Mauro Rivell a, Edgar Peña Parra

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Diplomazia dei valori e sviluppo di Alfredo Luciani in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Teologia e religione e Religione, politica e Stato. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

1. La questione cosa siamo noi stessi

La questione che cosa siamo noi stessi, esiste già da millenni, ma davanti alla pretesa prometeica dell’uomo d’oggi, emerge la necessità che l’uomo rientri in sé stesso per riconoscere le fondamentali norme della legge morale naturale e una più ampia e completa visione dell’uomo inclusiva anche dei valori della gratuità, della solidarietà, della fraternità.
Tornare al filo della tradizione. Questo filo sarà il tuo vincolo col passato. Torna ad esso. Torna a te. Poiché nulla viene dal nulla, è appunto il tuo passato, da quel che tu adesso sei, nascerà quello che sarai.
Il problema dell’uomo costituisce il tema e l’anima di tutto il volume, che intende offrire le linee fondamentali di uno sviluppo integrale.
Sant’Agostino dice: «Sono diventato questione di me stesso», e la risposta a questa questione è nella fede cristiana. Un detto medioevale recita: «Vengo non so da dove / sono non so chi / morirò non so quando / vado non so dove / mi meraviglio di essere contento».

2. Realtà umana intesa come mistero

La vita nella sua complessità ci appare assai misteriosa: nel corso della storia, gli uomini hanno cercato di rispondere al mistero della condizione umana.
Per «mistero» in generale possiamo intendere qualcosa di non ancora chiarito e spiegato. Nell’ordine naturale molti misteri sfuggono alla nostra conoscenza, ma con l’andar del tempo l’uomo riesce a scoprire in maniera razionale. Il conoscere corre ansiosamente da verità in verità: quando l’uomo ha rinserrato come in una formula matematica una nuova verità, egli sente che essa non lo soddisfa più, non lo appaga più. E così ricomincia il suo faticoso itinerario. Ogni verità è parziale, limitata, relativa: solo l’Assoluto può appagare la sua insaziabile sete di verità.
È una ricerca sulla verità dell’essere umano che occorre promuovere, al fine di dare un senso all’esistenza e al mistero che l’avvolge. Chi sono io? Perché la presenza del dolore, del male, della morte, malgrado ogni progresso?
Queste domande di fondo caratterizzano il percorso del vivere umano. A questo riguardo si può ricordare il monito «Conosci te stesso», scolpita nell’architrave del tempio di Delfi, che sta a testimoniare la verità basilare secondo cui l’uomo, chiamato a distinguersi tra tutti gli esseri creati, si qualifica come uomo appunto in quanto orientato a conoscere sé stesso e a cogliere le più rilevanti sfaccettature del suo mistero e della sua dignità.
Lo stupore davanti al mistero della grandezza dell’uomo fa esclamare il salmista: «Che cosa è l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi» ( Sal 8,5-7).
L’uomo rimane sempre un “cercatore” della perfezione; perciò l’essenza dell’uomo non permette che la ricerca si arresti in qualche fase o meta raggiunta nella storia, ma si impegni a cercare ancora di più e ancora più in alto. Il dialogo è, dunque, costitutivo del nostro vero esistere. Il dialogo è l’anima di tale perenne ricerca e crescita.
L’essere sintesi corporeo-spirituale comporta anche, come conseguenza, l’interdipendenza delle persone. Perciò, l’uomo non trova pienamente sé stesso se non attraverso il dono sincero di sé. Per sviluppare le proprie qualità, la persona ha bisogno del rapporto con gli altri. In questo senso, l’essere umano non può conoscersi se non riconoscendosi nell’insieme delle relazioni.
L’uomo che concretamente incontriamo è l’uomo nel suo rapporto sociale, l’uomo nelle sue responsabilità.
Sarà bene anche ricordare che è necessario cambiare sé stessi perché avvengano i cambiamenti di cui il mondo ha bisogno.
I tempi che stiamo vivendo ci pongono davanti a grandi e complessi problemi, e la questione sociale è diventata, allo stesso tempo, questione radicalmente antropologica. Sono crollati i paradigmi ideologici che pretendevano di essere risposta “scientifica” a tale questione.
Alla svolta antropologica, avvenuta nella e con la modernità, seguiva una metamorfosi dell’uomo, che intaccava l’esistenza delle persone, trasformando non più soltanto il loro modo di concepire il mondo, ma anche il loro modo di viverci.
Attingendo dalla Bibbia riflettiamo ora sull’autentica identità dell’uomo.
Il racconto della creazione è stato scritto per condurci ad una scelta etica. Dio infatti mostra ciò che è «buono» ai suoi occhi, e, in vario modo, indica il suo operato quale modello da imitare. Anche noi oggi siamo chiamati ad aderire, in libertà, al disegno e all’opera del Creatore, secondo l’ideale del «vivere nell’armonia del creato». L’intero Creato costruisce un incommensurabile dono divino che diventa patrimonio per l’uomo. Ciò che Dio ha fatto all’origine, è esemplare legge per l’uomo. In questo ritmo è la cosa buona, è l’armonia in cui vivere. C’è infine una legge del bene che viene esplicitamente formulata quale intimazione esclusiva per l’essere umano. Due sono le precisazioni: quella di «dominare» la terra e quella «di non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male». Sono i due aspetti che quotidianamente accompagnano l’uomo. Di seguito li svilupperemo più dettagliatamente per comprendere meglio l’ideale del vivere nell’armonia del creato.
Ecco allora che il bene si realizza nel custodire e valorizzare ogni realtà nella misura in cui favorisce la vita dell’uomo, promuovendo la concordia universale e la difesa dei più deboli.
L’uomo non è chiamato soltanto a conservare, ma è sollecitato ad essere promotore di uno sviluppo, di una evoluzione non soltanto biologica, ma culturale, etica, spirituale.
La storia nella quale l’uomo è creato, la storia che è sua dimensione costitutiva è dunque dinamismo, progresso, sviluppo, aspirazione e costruzione di un mondo, sempre più «buono», in conformità al valore divino. L’uomo infatti ha il potere di essere artefice di pace e di concordia, se accetta il comando divino di servire la vita, se fa del suo vivere un dono che crea esseri che donano. Questa è la legge buona della creazione, quella che crea l’armonia del vivere (cfr. P. Bovati, Genesi 1: vivere l’armonia del Creato, in «La Civiltà Cattolica», 1, 2013, pp. 113-124).

II. RIFAR POSTO AL PECCATO ORIGINALE

Il diffondersi di un confuso relativismo culturale e di un individualismo utilitaristico ed edonistico spingono le persone a trasgredire i confini della legge morale naturale.
Gli sviluppi tecnico-scientifici ci stanno abituando ad una realtà in cui non si riconosce più il limite fra possibile e impossibile. Crediamo che, considerato sotto questo aspetto, il tema del limite presenti un particolare interesse: sentiamo il bisogno così di riflettere se l’uomo moderno erroneamente convinto di essere il solo autore di sé stesso, della sua vita e della società. «È questa una presunzione conseguente alla chiusura egoistica in sé stessi, che discende – per dirla in termini di fede – dal peccato originale. La sapienza della Chiesa ha sempre proposto di tenere presente il peccato originale anche nell’interpretazione dei fatti sociali e nella costruzione della società» (cfr. Benedetto XVI, Caritas in veritate, 34).
È tempo di rifar posto al peccato originale e di riscoprirne la realtà autentica «senza intaccare il valore dogmatico del peccato originale, si cerca di rilevare che la “caduta” non deve essere vista nella sua dimensione esclusivamente negativa, bensì anche nella sua potenzialità non ancora del tutto esplorata d’istaurazione di un rapporto nuovo con quel Dio, percepito purtroppo da molti come un giudice inflessibile, un arbitro che ci ha espulsi da una condizione paradisiaca con una sentenza inappellabile. Al contrario, è Dio il primo ad accettare come legittimo il “no” umano e a farlo diventare opportunità di un incontro magnanimo e generoso da parte sua, oltre che riconoscente da parte umana» (cfr. G. Di Palma, Editoriale, «Asprenas», n. 1-2, 2018, p. 5).
Come si legge nei primi capitoli del Libro della Genesi, Adamo ed Eva, progenitori del genere umano, furono creati da Dio nella innocenza e nel possesso di inestimabili doni, che dovevano, come capostipiti, trasmettere ai loro discendenti. Tali doni erano: la scienza infusa; l’integrità morale, per cui la volontà era costantemente inclinata al bene; l’immortalità; e soprattutto la grazia santificante che li elevava al piano stesso di Dio, facendoli figli adottivi di Dio, partecipi della vita divina ed eredi del Paradiso.
Dio volle però sottoporre queste creature ad una prova di fedeltà, affinché conquistassero quei doni che erano stati loro dati senza alcun merito. La prova consistette di astenersi da un frutto. Dio impose loro un limite, comandando che non mangiassero di quel frutto. Adamo ed Eva trasgredirono tale divieto e commisero il peccato, che viene detto originale, perché tutti i discendenti ne risentono le conseguenze, nascendo privi dei doni perduti da Adamo ed Eva in conseguenza della loro trasgressione.

1. “In me languisce il mio spirito”

L’esistenza dell’uomo non sarebbe stata così incerta ed infelice, se egli, fin dal principio, non avesse avuto la presunzione di mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male.
“Conoscere il bene e il male” è il modo di dire ebraico che equivale a conoscere tutto, e vuol dire anche sperimentare e dominare. Dunque, il testo biblico, condanna la pretesa dell’uomo di diventare autosufficiente come un dio.
Con questo gesto l’uomo tenta di forzare il suo limite di creatura e porsi al posto di Dio. Questa origine segna in maniera radicale l’esistenza di ogni uomo e di ogni popolo. In ogni superamento del limite, il peccato originale convibra come tono di fondo.
Riaffiora la tentazione di costruirsi da soli il mondo in cui vivere, di non accettare i limiti dell’essere creatura, i limiti del bene e del male, della moralità.
Adamo, dopo aver ceduto alla tentazione, subìto la colpa delude le attese e in modo nuovo conosce la verità creaturale.
Sedette e piangendo la propria nudità in un momento di smarrimento e di confusione è assalito dal languore di un Eden prima e dopo il peccato originale. Mancante di tutto, fa memoria di tutte le delizie perdute. Ricorda come nell’Eden tutto era attratto e assorbito dell’amarsi. Non ci voleva molto ad esseri felici.
A causa della sua libertà scelta Adamo non è più in grado né di percepire, né di condividere le gioie dell’Eden. Vive con un senso mutato del tempo e dello spazio. Mutato ambiente e vita, emerge a nudo la sua umanità.
La rottura con Dio sfocia drammaticamente in una ferita nell’intimo dell’uomo. Perciò da allora si può dire con la Bibbia: «In me languisce il mio spirito» ( Sal 143,4). Si tratta di un languore di confine “trasmesso per propagazione a tutta l’umanità e costituisce una dimensione fondamentale dell’esperienza umana”. La cifra Biblica innesta il tema del languore nel cuore stesso del rapporto tra uomo e Dio.
I giorni della creazione scandiscono con separazione progressiva il momento del languore, segno in cui si esprime perentoriamente il più originario orizzonte conflittuale entro cui ogni relazione si colloca, poiché comando e colpa sono già là. È indizio di un’unità interrotta e non più armonicamente accessibile.
Il languore non è solo sotto il segno del limite, ma sotto quello di una relazione interrotta, che costringe a pensare ai propri limiti non solo nei termini di un’impotenza dolorosa, ma anche, positivamente, nei termini di un’eccedenza e una sovrabbondanza del suo proprio. Il languore ne è appunto attestazione.

2. Libertà e limite

Il limite tocca un aspetto fondamentale dell’esistenza umana. Fin dall’inizio la sua libertà era inserita entro un limite, quello famoso di non mangiare dell’albero della scienza del bene e del male. La libertà dell’uomo nasce limitata nel momento della creazione.
Questo tema del limite domina tutta la nostra esistenza che deve combinare limite e libertà in modo dialettico.
Il limite può essere visto come qualcosa di positivo e promozionale – se viene da Dio vuol dire che è utile – però ha letterariamente la forma della proibizione: non mangiare, non fare questo per non morire.
Il male non viene da un limite creato e da un limite superato. Il male viene da una libertà creata, da una libertà abusata.
Il limite si riferisce all’intero processo di socializzazione attraverso cui un essere umano entra nel mondo.
Nonostante il progresso tecnologico e l’incremento del sapere, il limite è diventato più potente di quanto non lo fosse già.
Particolarmente oggi sarebbe irresponsabile non richiamare con forza l’attenzione tra l’essere umano e il creato. Si tratta di imparare ad usare la natura in modo giusto perché essa esprime un disegno di amore che viene da Dio. La voce di Dio nella creazione chiede un ascolto obbediente. È importante questa fiducia, diversamente l’uomo rischia di pensarsi dominatore incontrastato. A tal fine bisogna tenere in grande considerazione, che il limite riguarda la sostanza stessa dell’essere umano e poiché viene da Dio vuol dire che è utile e va visto come qualcosa di positivo. Saggio è riflettere su i limiti presenti nella creazione: il confine e la relazione tra natura e uomo. Proprio per questo, il confine è di grande importanza nelle dinamiche in cui si esplicano le relazioni umane, risale alle origini del peccato trattando della prima trasgressione.
E proprio, la prima spinta è il risorgente anelito all’Eden che sveglia l’aurora del languore di confine. Dove languore vuol dire soprattutto immanenza e trascendenza inseparabilmente accolte da un travaglio spirituale profondo. È avvertire in noi richiami e concordanze tra cielo e terra. Se è vero che il confine evoca una verità più profonda, assoluta, al di là delle apparenze sensibili, per alcuni versi lo è ancor di più il languore quando rivive in sé il dramma del peccato di Adamo e cerca di penetrare il regno sconosciuto dell’infinito, e stabilire un’armonia fra il mondo misero degli uomini e la perfezione dell’Assoluto Dio, per potersi consolare. È il languore che vede le cose e la loro poeticità. A tale proposito è esemplare richiamare Ulisse e Abramo, per poter nuovamente guardare alle cose con quello stupore che era alle origini del tempo e si trova nei poeti primitivi ed Omero sopratutti. Ulisse e Abramo svegliano l’aurora del languore.
Ulisse è l’eroe che torna e sogna la sua Itaca con sogni nella direzione del passato. Abramo, invece, si incammina verso una terra inesplorata e la sogna con sogni in avanti. Ulisse coltiva la nostalgia. Abramo è l ’uomo della speranza. È, sì, consapevole del limite, ma è pur proteso all’illimite (cfr. S. Palumbieri, Post moderno e persona, in AA. VV., Emmanuel Mounier, LAS Roma 2005, p. 103).
Ora riportiamoci alle radici essenziali e fondamentali del languore colto nel suo rapportarsi costitutivamente al confine che evoca...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Diplomazia dei valori e sviluppo
  3. Indice dei contenuti
  4. PREFAZIONE
  5. INTRODUZIONE
  6. ​Parte Prima
  7. I. LA QUESTIONE SOCIALE COME SFIDA ANTROPOLOGICA
  8. 1. La questione cosa siamo noi stessi
  9. 2. Realtà umana intesa come mistero
  10. II. RIFAR POSTO AL PECCATO ORIGINALE
  11. 1. “In me languisce il mio spirito”
  12. 2. Libertà e limite
  13. 3. La finitezza
  14. 4. Bene-male e finitezza
  15. III. IL LANGUORE DI CONFINE
  16. 1. Spazio e tempo
  17. 2. Referenza poetica e cognizione metaforica
  18. 3. Le consolazioni del languore
  19. Conclusione
  20. IV. IL LIMITE ENTRA NEL MONDO
  21. 1. Limes e Limen
  22. 2. Finitudine
  23. 3. Etica della finitudine
  24. 4. L’ambivalenza del corpo e la sua simbolicità
  25. 5. Possibilità e limite
  26. 6. L’esperienza dei limiti
  27. 7. La socialità umana e il limite
  28. 8. Valore e limiti della libertà
  29. 9. Recupero di una ragione plenaria
  30. ​Parte Seconda
  31. Sezione Prima
  32. I. LA NOSTRA EPOCA
  33. 1. L’orizzonte del XXI secolo: verso quale civiltà?
  34. II. PRINCIPI DI ETICA SOCIALE
  35. 1. Rapporti tra principi e valori
  36. 2. Il principio “personalista”
  37. 3. Diritti umani
  38. 4. Un’acquisizione di civiltà giuridica
  39. 5. Voci critiche
  40. 6. Sui diritti umani una sintesi è possibile
  41. 7. La sussidiarietà
  42. 8. La solidarietà
  43. III. GIUSTIZIA ED ETICA DEL DONO
  44. 1. Dall’esigenza di pensare e praticare la giustizia
  45. 2. Carità e giustizia
  46. 3. Giustizia e misericordia
  47. 4. Giustizia e pace
  48. 5. Sviluppo dei valori e degli ideali
  49. 6. Principi e valori
  50. Sezione Seconda
  51. I. LA RICERCA DI VALORI COMUNI E CONDIVISI
  52. 1. La Legge naturale
  53. 2. La regola d’oro
  54. 3. Personalismo ed universalismo
  55. 4. Pluralismo politico e unità sui valori
  56. 5. Unità sui valori
  57. 6. Le motivazioni dell’universalismo
  58. 7. La funzione universalizzante delle istituzioni internazionali
  59. 8. Il meccanismo dell’universalizzazione dei valori
  60. 9. Come possono le religioni collaborare alla realizzazione di una società universale?
  61. 10. Superamento delle divisioni e salvaguardia delle identità religiose
  62. 11. Complementarietà dell’azione delle religioni e delle istituzioni internazionali
  63. II. PRINCIPI E VALORI MORALI NELLA VITA SOCIALE
  64. 1. Presenza in ogni società di “principi direttivi” e “regolatori” della vita sociale
  65. 2. Il problema dell’universalità
  66. 3. Necessità di sottomettere le dottrine sociali ad un esame critico
  67. 4. L’elaborazione di una dottrina sociale universale
  68. III. DOTTRINA SOCIALE UNIVERSALE
  69. 1. Universalismo delle dottrine sociali delle religioni monoteistiche
  70. ​Parte Terza
  71. LA DIPLOMAZIA
  72. 1. Origine ed evoluzione della diplomazia
  73. 2. Santa sede e diplomazia
  74. 3. La Pontificia Accademia Ecclesiastica
  75. 4. Chiesa e Stato
  76. 5. Alcuni elementi della diplomazia pontificia
  77. 6. La diplomazia l’arte della speranza
  78. ​Parte Quarta
  79. I. IL FINE DELLA SOCIETÀ
  80. 1. Lo sviluppo e il mistero umano
  81. 2. Lo sviluppo integrale dell’uomo e lo sviluppo solidale dell’umanità
  82. 3. La comunità degli uomini
  83. 4. La vera nozione di sviluppo
  84. 5. Oltre l’idea moderna di lavoro
  85. 6. Nuove direzioni di sviluppo
  86. II. L’ETICA DEL BENE COMUNE
  87. 1. Il bene comune
  88. 2. La centralità del principio del dono
  89. 3. La crisi dell’etica
  90. 4. La legge morale come grammatica comune
  91. 5. Carismi cristiani ed economia di mercato
  92. 6. Etica politica e diplomazia nel processo di mondializzazione delle società
  93. 7. La politica
  94. III. ORGANIZZAZIONE POLITICA DELLA SOCIETÀ
  95. 1. Natura dello Stato
  96. 2. La sovranità nazionale
  97. 3. L’universalità e la particolarità
  98. 4. Patriottismo
  99. 5. Nazionalismo
  100. 6. Razzismo
  101. 7. Emigrazione
  102. 8. La cittadinanza
  103. 9. Crisi della Democrazia Contemporanea
  104. 10. Sovranismi e confini
  105. IV. AUTORITÀ E POTERE
  106. 1. Doveri e limiti dell’autorità
  107. 2. Il potere politico
  108. 3. Dio e Cesare
  109. 4. Quale dialogo tra arte e potere?
  110. 5. Il potere giudiziario
  111. ​Parte Quinta
  112. I. DIPLOMAZIA DEI VALORI
  113. 1. Diplomazia dei valori e sviluppo
  114. 2. La diplomazia dei valori e lo sviluppo oggi
  115. 3. Sviluppo e ambiente
  116. 4. Diplomazia e sviluppo dei popoli
  117. 5. La globalizzazione ha bisogno di una diplomazia vitale
  118. II. SFIDE E PUNTI DI APPOGGIO
  119. 1. Valori e principi e comunicazioni sociali
  120. 2. Economia finanza
  121. 3. Globalizzazione della solidarietà
  122. 4. Urgenza educativa
  123. 5. Bisogno di ricerca sapienziale
  124. 6. La sapienza nella fratellanza
  125. 7. Laudato si’: Sulla cura della casa comune
  126. 8. Responsabilità verso le generazioni future
  127. 9. Nuove vie di dialogo e collaborazione
  128. 10. Centro Internazionale Accademie Diplomatiche
  129. 11. Stare nella storia con amore
  130. APPENDICE
  131. RELIGIONI E DIPLOMAZIA
  132. Introduzione
  133. 1. Le religioni da fonti di conflitti a strumenti di pace, condivisione di vita e solidarietà
  134. 2. La diplomazia: l’arte di rendere possibile l’impossibile
  135. Conclusione
  136. “LA DIPLOMAZIA DEI VALORI”
  137. Introduzione
  138. La Curia Romana
  139. Lo SCV
  140. La Segreteria di Stato
  141. Nozione e finalità della diplomazia
  142. Altri metodi di azione internazionale
  143. La “anomalia” dell’azione diplomatica della Santa Sede
  144. Oltre il “puro” metodo diplomatico
  145. DIPLOMAZIA DEI VALORI E SVILUPPO
  146. MESSAGGIO CONGIUNTO DI PAPA FRANCESCO E DEL PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO PER LA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER IL CREATO
  147. ASCOLTARE IL GRIDO DELLA TERRA E DEI POVERI
  148. DOCUMENTO SULLA FRATELLANZA UMANA PER LA PACE MONDIALE E LA CONVIVENZA COMUNE
  149. PREFAZIONE
  150. DOCUMENTO
  151. LA “FRATELLANZA UMANA” NELL’AMBITO DEL PROGETTO “DIPLOMAZIA DEI VALORI E SVILUPPO”
  152. 1. La fratellanza è più che un valore
  153. 2. Al servizio della fratellanza
  154. Conclusione
  155. I RICHIAMI DEL CORONAVIRUS
  156. Globalizzazione: fini e con-fini
  157. Solidarietà
  158. Giustizia e carità
  159. L’esperienza del dono
  160. Riconciliazione: perdono e amore
  161. Autorità politica mondiale
  162. INDICE DEI NOMI
  163. ANNOTAZIONI