Povero Amore
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Informazioni sul libro

Per descrivere questa commedia si potrebbero usare le parole di Eduardo de Filippo che, parlando del modo di comportarsi della famiglia napoletana che gli aveva ispirato Natale in casa Cupiello, scriveva: "Il nostro sole fa risplendere persino le crude miserie della loro triste vita di tutti i giorni. Ed allora, per un bisogno istintivo di liberazione, vivono urtandosi, ferendosi a sangue, giungendo fino all'odio, perché il nostro sole ingigantisce anche la loro puerilità. Ma si adorano. Essi stessi non sanno quanto si adorano".

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Informazioni

Anno
2012
ISBN
9788866185673

SECONDO ATTO

Stessa scena del Primo Atto. Le imposte del balcone sono chiuse. La statua della Madonna è illuminata debolmente, quel tanto che basta da fa distinguere l’ingresso di Lucia che, dopo aver controllato in tutte le stanze, ritorna all’ingresso.
LUCIA: (tirandosi dietro Attilio) Vieni, entra. Non c’è nessuno.
ATTILIO: (un ragazzo simpatico, sano, sui trent'anni. Le ristrettezze economiche in cui versa non hanno danneggiato il suo spirito gioviale. La buonanima di suo padre, Ciro Cacace, aveva condiviso l'intera esistenza con l'amico Pietro Pastrocchia, per cui conosce bene la famiglia di Lucia. Indossa un pantalone troppo corto e rattoppato, una camicia a maniche corte sommariamente abbottonata e sfoggia un’invidiabile abbronzatura.) (Impacciato e allarmato, guardandosi intorno) Sei sicura...? Nun vulesse ‘o cièlo...
LUCIA: (al centro della scena) Non preoccuparti, fifone, ho controllato in tutte le stanze. Senti, siediti. Torno subito...
ATTILIO: Addò vaje? (fa qualche passo per la stanza, nervoso) E se arriva quaccheduno?
LUCIA: Ancora... Ti ho detto che non c’è nessuno... sono tutti in piazza a seguire la processione. Chi vuoi che ci sia. Non si perdono una cerimonia, figuriamoci quella della Madonna. Sarebbe un peccato imperdonabile...
ATTILIO: (serio, con un po’ di apprensione nella voce) e a te nun interessa?
LUCIA: (maliziosa) Perché, tu credi ancora a queste cose?
ATTILIO: Mbbè, veramente sì, e poi se siamo ‘ncòppa ‘a sta terra è tutto grazie a Ddio.
LUCIA: E’ buffo. E tua madre? Cosa dici di tua madre? A lei dovresti ringraziare se sei qui con me, adesso, e non il tuo Dio!
ATTILIO: Sì ma però, senza il volere di Ddio, mia madre non mi avrebbe messo al mondo.
LUCIA: (uno di fronte all'altra. Lucia sussurra in maniera sensuale) Domanda a tuo padre, se ha dovuto chiedere il permesso a qualcuno…
ATTILIO: (sbalordito) Ma, Lucì, mi pare che stai esagerando ‘nu poco. Sei diventata atèa tutto di un colpo? (richiamando alla memoria, a mezza voce) Mi sembra ieri quando guai a chi diceva una parolina sconcia e ‘nmece mo’...
LUCIA: (si difende con prontezza) Mbè, cosa posso farci! (con tono insinuante) Sei stato tu ad insegnarmele certe cose, o mi sbaglio?
ATTILIO: (colto alla sprovvista) Sì, però non pensavo che avrebbero fatto quest’effetto… (con tono più basso) Sembri un’indiavolata.
LUCIA: (taglia corto, sbrigativa) Su, scemo, aspetta, arrivo subito (si ferma mentre sta per uscire) Anzi, metti un po’ di musica.
ATTILIO: Quale?
LUCIA: (da dietro le quinte) Fai tu, per me è lo stesso.
Attilio, rimasto solo, sceglie la musica e intanto si guarda intorno smarrito e impaurito come se si aspettasse di ...

Indice dei contenuti

  1. Copyright © 2012
  2. PREFAZIONE
  3. NOTA DELL’AUTORE
  4. PERSONAGGI
  5. PRIMO ATTO
  6. SECONDO ATTO