L'Utopia della Ragione
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Queste pagine vogliono essere il presuntuoso desiderio di cominciare a dare spazio al proprio pensiero, alle proprie idee, cercando le condizioni per ipotizzare, partendo dalla realtà di ogni giorno, un futuro migliore. Un esercizio mentale, una vera e propria ginnastica delle idee, che in molte circostanze potrebbe rivelarsi la vera cura al degrado dei mali che affliggono la nostra Società.

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Informazioni

Anno
2012
ISBN
9788866185420

Quando il sole decise di dimettersi

Un giorno il sole decise di cambiare la sua strada. Imboccata la Via Lattea, sparì nella profondità dell’Universo. Un comportamento questo strano e insolito da parte di chi nei nostri confronti per tanti e tanti millenni non ci aveva mai tradito. L’umanità al suo risveglio si accorse che era ancora buio. Sarà che il tempo fuori è cattivo, saranno i soliti nuvoloni oppure ancora è troppo presto, si saranno detti miliardi di persone che lì per lì non riuscivano a capire che il sole aveva deciso finalmente, dopo miliardi e miliardi di anni di cambiare le sue monotone abitudini. Le ipotesi possono essere due: o che si sia scocciato di condurre sempre la solita vita monotona, oppure si è rotto le scatole di avere di fronte una palla, la terra, abitata da individui strani, subdoli, ipocriti, falsi e forse anche rumorosi. Voi che dite? Quale potrebbe essere il vostro parere se ciò dovesse avvenire veramente ?
Mio Dio che fare ora? Ecco che una buona parte dell’umanità si ricorda che forse è il momento di invocare l’aiuto di Dio, anche perché lui, a quanto si dice, non è mai scappato via, anche se a dire il vero non l’ha mai visto nessuno, e tutti stranamente continuano a invocarlo. Stranezze dell’uomo o incapacità di credere in se stessi? Un Dio che pur essendo il creatore del “creato” questa mattina non si è accorto che il sole, in tutta autonomia, ha deciso di stravolgere le leggi della fisica su cui avevamo basato la nostra conoscenza e la nostra consapevolezza di essere “umani”. Per umani, in questa parte è bene precisare che definiremo così la razza umana e non il comportamento dell’uomo, che di umano sembra aver perso molto in questi ultimi tempi. Il cielo per la prima volta nella storia dell’uomo si presentava di un nero assoluto da far paura. Per fortuna, forse perché privo d’illuminazione del sole, quella la parte di cielo, a noi interessata, faceva apparire di uno splendore inverosimile le stelle, che fortunatamente non avevano seguito il comportamento del nostro “capo sistema”. La panoramica astrale che si poteva ammirare era straordinaria, un manto di stelle, infiniti puntini luminosi, come fossero state tante piccole lucciole, ci faceva tirare un sospiro di sollievo nel mezzo di un caos mentale non facile da superare. La luna non si vedeva più, sparita nel nulla anche lei, insieme con una parte del nostro romanticismo che peraltro già da un po’ di tempo avevamo perduto nei meandri della nostra fantasia, non avendo più la capacità di saper godere di un cielo stellato e di uno spicchio di luna. Il mondo che in questi ultimi anni era definito “grigio” ora era “nero” - di un nero mai immaginato. La gente incredula, di fronte a tanta difformità dalla realtà quotidiana del dì precedente, cui era naturalmente abituata, non riusciva a farsene una ragione. Incredulità, delusione, disperazione erano gli stati d’animo prevalenti.
Nessuno riusciva a credere che il sole, senza alcun preavviso avesse staccato la spina e avesse dato le dimissioni. Anzi la maggior parte ancora non si rendeva conto di cosa precisamente stava succedendo. Inaudito, mai potuto ipotizzare una realtà del genere. Quello che però cominciava a prendere il sopravvento era la constatazione che nonostante l’assenza del sole, il clima o meglio la temperatura ambientale era rimasta invariata, era sparita solo la luce. Che strano. Tutti ci avevano detto che se il sole avesse smesso solo per un minuto di fornirci la sua energia noi saremmo tutti morti, e la nostra specie umana, come tutte quelle presenti sulla terra sarebbero sparite. Strano, di tutto quello che stava succedendo nessuno, riusciva a capirne il perché. Il timore latente che pian piano prendeva sempre più corpo era l’eventualità di trovarsi di fronte all’inizio di quella che sarebbe stata “la fine del mondo” Dato che nell’indole dell’uomo è atavica la capacità di sapersi aggrappare a qualche speranza, ha subito pensato: vuoi vedere che il sole ci ha lasciato un suo sostituto che non riesce però a trasmetterci la luce ?
Riflettendoci su, ci si chiede, com’è possibile trasmettere calore in assenza di luce? Che cosa c’è sotto questa nuova situazione che si era determinata? Ecco divenire questo il dilemma del giorno. Scienziati di tutto il mondo, finalmente tutti uniti alla ricerca di capire cosa fosse successo e perché, brancolavano nel buio più profondo di quello che caratterizzava la nuova situazione terrestre.
L’analisi dei dati che pervenivano dai satelliti, dalle sonde e quant’altro non consentiva di tirar fuori il ragno dal buco. Il buio era sempre più nero. Le idee e le congetture, pur susseguendosi con frenesia, non arrivavano ad alcuna concreta soluzione. L’assetto gravitazionale non era variato, la posizione degli altri pianeti del sistema solare che tale ora non l’era più, proprio per l’assenza del sole, era rimasto invariato. Strano. Molto strano. E pensare che credevamo che il sole fosse l’elemento fondamentale della nostra esistenza, come se da lui dipendesse la nostra vita e che forse proprio a lui dobbiamo la nostra presenza nell’universo. Il sole interagisce con le nostre cellule favorendone lo sviluppo condizionando e regolando la vita sulla terra. Di ciò eravamo pienamente convinti e le stesse leggi della fisica, dell’astronomia, della matematica e di tutte le scienze in genere lo dimostravano. A un tratto tutto lo scibile umano sembra essere stato buttato nella spazzatura. Non solo ci accorgiamo tutto ad un tratto di non disporre più del nostro sole, ma sparito lui, sono sparite le nostre conoscenze ed esperienza. Anni e anni di studi e di ricerche sembrano non essere serviti a nulla, se ora possiamo constatare che il nostro genere umano continua ad esistere pur essendo il sole andato altrove. Immaginiamo, solo per un istante, anche per poterci immedesimare nella realtà descrittiva di ciò che sta accadendo alla terra, agli uomini di queste pagine. Deve essere alquanto brutto costatare che nel solo volgere di poche ore, tutto quello in cui si era creduto non ha più valore? Se provassimo a vivere tale situazione, sicuramente, lo choc sarebbe terribile. Ritorniamo al nostro scenario di desolazione e rivolgiamo il nostro interesse a coloro che in queste situazioni hanno pensato bene, anziché capirci qualcosa, di pregare il loro Dio. Un Dio, che qualsiasi forma esso possa avere e qualsiasi esso sia, dovrà pure lui darci conto una volta tanto e farci capire dov’era quando il sole ha abbandonato il suo ruolo di regolatore del genere umano, anche perché l’uomo ha sempre creduto in quest’ultimo concetto. Io mi chiederei, e lo propongo quale punto di domanda anche a voi, perché il primo pensiero, per la maggior parte dell’umanità è stato “Dio mio, aiutami tu”. Forse perché proprio in queste circostanze riaffiora la debolezza umana, un attributo che nel tempo avevamo perduto grazie all’arroganza e alla sensazione di onnipotenza che ormai contraddistingueva il nostro di modo di essere e di utilizzare il mondo intorno a noi. A rifletterci bene viene il serio dubbio che per questo il sole, preso da tanta irritazione nel vedere la degenerazione del genere umano ha preferito mandarci a quel paese. Non è che qualcuno a noi sconosciuto abbia voluto con questa nuova situazione mettere alla prova il genere umano con la speranza che possa migliorare e che sappia trarne la giusta esperienza per cominciare con onestà di pensiero e rivedere tutti gli errori commessi e soprattutto tentare di riconsiderare il tragitto percorso in questi ultimi decenni che lo stava portando alla deriva dell’universo? Sarebbe bello poter indire un referendum in merito, per capire o meglio valutare cosa effettivamente sull’argomento ne pensa la gente comune. Cosa? Mi è sembrato di captare qualche perplessità, intravedo delle facce dubbiose proprio sulla possibilità, che nonostante tutto quello che sta succedendo, l’uomo non abbia capito niente e che continuerà sulla sua strada privilegiando l’egoismo e individualismo e quel che è peggio a danneggiare il suo prossimo pur di averne egli stesso un beneficio.
Certo che se le vostre perplessità, dovessero realmente rendersi concrete, forse ci troveremmo tutti d’accordo nel ritenere che il futuro dell’uomo non può essere che quello del suo annientamento, della sua distruzione. Sarebbe forse proprio più plausibile e concretizzabile la seconda soluzione e cioè che l’uomo possa prodursi da solo la morte, ovvero l’autodistruzione. A questo punto ci verrebbe di pensare che non sia questo un bene per il resto dell’universo visto che il male sembra essere una parte rilevante e prevalente del nostro modo di essere e di concepire il futuro.
Dopo l’iniziale smarrimento, l’attenzione prevalente si posò sul dove andare a trovare una fonte alternativa e soprattutto gratuita di luce. Questo pensiero che dopo qualche ora prendeva il sopravvento su tutti gli altri, divenendo quello drammaticamente più importante. Costatato che l’assenza del sole, aldilà dell’assenza della luce non aveva prodotto altri guai, ed accantonato il pensiero che senza il sole la nostra vita avrebbe cambiato il suo modo di essere, fu proprio il pensiero di quanto ci sarebbe costato avere la luce, anche per quella parte del giorno che una volta era illuminata dal sole. Il vero dramma per il futuro della nostra sopravvivenza (poiché una delle principali problematiche dell’uomo comune pare sia divenuto quello di riuscire alla fine del mese di pagare le bollette) era come produrre poi tanta energia.
La gente, attraverso il tam tam dei soliti mezzi di comunicazione che continuavano a funzionare a meraviglia, pian piano prendendo consapevolezza di quanto stesse succedendo intorno ai grandi processi produttivi, cominciava a preoccuparsi. I grandi della terra pensarono bene di riunirsi e cercare una via d’uscita. La realtà, la nuova realtà in assenza del sole, più trascorrevano le ore assumeva sempre più una pesante preoccupazione nella gente. Alcuni nostri soggetti, conosciuti perché padroni della distribuzione dell’energia, dopo il naturale panico iniziale nel non aver visto più il sole, capirono subito, con sommo gaudio, e senza alcun consulto d’idee, che era arrivato il momento per dominare il mondo. Il sole inconsciamente aveva presentato un nuovo scenario in cui il mondo poteva essere stravolto definitivamente, ovviamente a loro completo favore (come se già in parte non lo fosse già prima) anche nell’ambito delle leggi dell’economia e della politica. L’uomo purtroppo ha bisogno di energia per continuare a portare avanti il suo sistema di vita sociale ed economica a cui è abituato. O è nelle condizioni di reperire fonti alternative (gratuite) che erano rappresentate tutte dal sole, oppure deve pagare. Pagare di più! L’energia per quanto ciò fosse auspicabile già in tempi normali come sarebbe potuto essere adeguata alle nuove condizioni di vita in assenza del sole? Non era disponibile né tanto meno sufficiente a coprire le vecchie esigenze, figuriamoci le nuove. Che cosa fare ?
Il sole peraltro, andandosene, non ha lasciato alcuna comunicazione. Le ipotesi di un suo eventuale ritorno erano prese in seria considerazione, ma lui, il sole, si era guardato bene di lasciarci qualche eventuale segnale che potesse darci qualche indicazione sul suo futuro.
Diminuire l’energia, o meglio distribuire quella esistente a tutta la popolazione per poterne garantire la regolare sopravvivenza, doveva essere la soluzione logica oltre che socialmente equa. Nulla di tutto ciò fu preso in considerazione. La concezione moderna dell’uomo, o meglio della sua esistenza si basa sulla sua capacità di consumare da una parte e di saper produrre nuovi beni a costo sempre più basso dall’altra, e laddove ciò non fosse possibile, la determinazione del prezzo di mercato era effettuata attraverso l’applicazione della politica. Un concetto su cui ormai tutto il nostro tessuto socioeconomico si basa. Guai cercare di modificarlo, le autodifese immunitarie di tale sistema, metterebbero in moto una serie di baluardi reazionari in cui la forza finanziaria, nonchè il potere politico di disporre di tutte le risorse possibili in mano a pochi, avrebbe consentito a questi “pochi” una autotutela straordinaria a prova anche di “Sole”.
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L’incontro tra Achille ed Ettore
“Ma chi se ne frega della gente, soprattutto se questa è rappresentata dai meno abbienti, dai parassiti, fonte solo di investimenti finanziari solo per tappare la bocca a quella parte di buonisti, che in un certo qual modo a volte riescono a prendere la parola, solo perché qualcuno glielo consente per convenienza, e che di tanto in tanto purtroppo vanno accontentati. La cosa più logica, economicamente parlando, sarebbe che vadano a morire da qualche parte così da fare spazio agli altri che saranno molto più disponibili e malleabili di prima, proprio perché vedendo come il resto dell’umanità è andata a finire, sarà disposta a pagare di più e a ribellarsi di meno. Da un esame sommario delle risorse energetiche disponibili è venuto fuori un dato impressionante. Oltre la metà della popolazione dovrebbe passare a miglior vita. Dovremmo quindi dimenticarci di loro e soprattutto riuscire a isolarli lasciandoli al loro destino. Non è ciò che avviene oggi, ogni giorno, e in ogni angolo del terzo mondo? Lo scenario planetario è cambiato, mentre lo scenario terrestre pare proprio predisposto ad acutizzare ed enfatizzare proprio i mali che sempre lo hanno contraddistinto nel corso dei millenni. Cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. Ritenevamo di vivere in un mondo fatto di regole democratiche, senza renderci conto che a dominare ormai è solo la “Plutocrazia”. I ricchi divengono sempre più ricchi e sempre più pochi. La ricchezza sembra essersi incanalata in un percorso obbligato, ormai agevolmente individuabile e identificabile attraverso ben note sigle divenute queste più potenti e importanti anche dei nostri dei che nel tempo abbiamo idealizzato, affinché possano aiutarci nei momenti più difficili. Guarda caso questi stanno assumendo questa dimensione, e già qualcuno si sente partecipe del loro convivio.
Riescono a fare più miracoli loro che tutti i nostri santi insiemi. Non vorrei essere irriverente verso nessuno e nessuna religione, ma la debolezza dell’uomo ha come risvolto proprio l’idealizzazione di un essere superiore che riesce a dargli una mano nei momenti peggiori e se ciò non avviene non è colpa del Dio supremo ma dal fatto che l’individuo in quel preciso momento della sua vita non si è meritato quel miracolo. I nostri paperoni stanno divenendo sempre più ricchi a una velocità temporale paragonabile a quella della luce. Il loro potere diviene ogni giorno che passa sempre più illimitato. Oggi sembra non esserci più nulla che possa preoccuparli. Detengono il potere attraverso la manipolazione della politica. Purtroppo il sistema ha concesso loro di divenire troppo forti, ha permesso loro di concentrare grandi ricchezze ed enorme potere. La politica quale elemento autonomo e indipendente, baluardo rappresentante il valore più alto della democrazia, attraverso il potere legislativo, ha legiferato con grande abnegazione e solerte impegno alla stesura di nuove leggi che potessero favorire il “libero mercato”, lo sviluppo delle economie, guarda caso favorendo sempre i soliti “noti”.
Una loro briciola rappresenta per l’uomo comune della strada una fortuna che gli consentirebbe di vivere lui e la sua famiglia da nababbi per tutto il resto della loro vita. Basta che loro decidano di fare una cosa e il sistema da loro creato interviene con determinazione e scientifica precisione a otturare la bocca e le orecchie di chiunque possa manifestare la pur minima contrarietà. E’ estremamente facile, semplice, basta riempire di soldi quelle bocche e quelle orecchie, o elargire promesse che possano agevolare tutto ad un tratto la loro vita. I mezzi di comunicazione sono nelle loro mani. I loro spot intervengono in tutti i settori della nostra vita, sia essa pubblica sia essa privata. Manipolano e orientano a loro piacimento i nostri consumi, le nostre abitudini.
C’impongono politicamente i loro uomini mettendo loro a disposizioni corazzate di analisti di opinione. Ci fanno sapere quello che è giusto che noi sapessimo. Non solo, ma decidono anche il modo come metterci a conoscenza degli eventi. Ormai dubbi sulla veridicità di ciò che ci circonda sono palpabili nelle persone di buon senso. Dico di buon senso in quanto la manipolazione mediatica è riuscita nel tempo a formare proprie orde di pensiero orientate esclusivamente a quello che loro hanno cercato di inculcare. Se pensi che una certa cosa non sia giusta, e sicuramente ritieni che possa avverarsi, ti rendi conto con amara sorpresa e con la delusione di chi si sente inerme, che quella cosa si è avverata, e quello che è ancora più strabiliante è costatare che la maggior parte della gente, guarda caso ha espresso un parere che non ti saresti mai aspettato. Questa terra, forse per questo abbandonata dal sole, sta vivendo il periodo della delusione delle idee, della mortificazione degli ideali, della morte della società, intesa quale elemento aggregante e propulsore di nuovi idealismi orientati al miglioramento del genere umano, non solo sotto l’aspetto materialistico. Tornando a chi dispone di tanto potere e lo distribuiscono solo a loro piacimento, chi se ne importa se in un solo colpo, io ho la possibilità di disporre di una ricchezza che mi risolva tutti i problemi della vita. Chi se ne frega dell’etica, della correttezza. Ecco che questo sentimento, credo materialistico della vita, ci ha messo nelle condizioni di divenire tutte pedine al servizio del potere finanziario, della plutocrazia che si serve subdolamente di tutti noi, perché ne conosce bene le debolezze, portando alcuni a stare bene perché diventati crumiri di questo sistema, a scapito di tanti altri, cui certe scelte di strategia economica porteranno solo fame e miseria o una vita di stenti. Quel che è peggiore essendo loro i dispensatori di briciole di gioia terrena e di opportunità lavorative hanno escogitato il sistema del favoritismo, cioè favorire un soggetto a scapito di un altro solo per opportunismo clientelare, indipendentemente se quest’ultimo poi non capisce un tubo di niente. Oggi si può divenire grandi giornalisti, scrittori, artisti, presentatori tv e cantanti, basta, però, essere sponsorizzati da chi conta e riuscire ad appartenere alla casta eletta. Lo studio, la gavetta, la dote personale non servono più a niente. Solo il loro intervento può determinare il successo o la costante appartenenza a un ceto di delusi cui la vita può solo regalare un mensile di fame appena sufficiente per pagare le bollette di luce e gas. Inoltre quale altro elemento più rappresentativo dell’egoismo dell’uomo è quello che, in tante aree del mondo, oggi non si sia ancora debellata la fame, la sete e tutte quelle malattie che da noi ormai sono scomparse da decenni. Ci vorrebbe solo un po’ di buona volontà e una partecipazione collettiva di tutti gli stati cosiddetti industrialmente ed economicamente avanzati. Invece No, anzi sembra che in questi ultimi decenni la situazione sia anche peggiorata proprio per l’indifferenza e per lo sfruttamento da parte proprio di chi dovrebbe portare il “benessere”. Si sfrutta il lavoro dei minori.
Centinaia di migliaia d’individui sono fatti lavorare per un tozzo di pane e ben si guardano questi nuovi conquistatori di insegnare loro a lavorare o a progettare. Guai se questa gente divenisse autosufficiente, ci farebbero la concorrenza, o peggio ancora non avrebbero più intere popolazioni da sottomettere ai loro pseudo ideali per una ciotola di cibo. Questa è l’amara verità che contraddistingue l’uomo moderno, l’uomo che in tempo reale riesce a comunicare con l’altra parti del mondo. Sfrutta i suoi simili per stare sempre meglio e divenire sempre più ricco, facendo di ciò una vera e propria scienza. Non è questo un atto di accusa, non mi sembra proprio la sede giudiziaria questa, è purtroppo un’amara constatazione di come l’uomo sia divenuto così abominevole, così irrimediabilmente egoista e privo di coscienza.
Una coscienza perduta nei meandri di un supermercato, abbandonata in un carrello senza gettone a cui si è rotto il marchingegno per metterci i soldini. Abbiamo tralasciato ideali e buoni propositi a favore di un mercato di cose materiali che soddisfano le esigenze di un solo momento come se fossero, queste nuove esigenze, quelle vere che determinano lo stile della nostra vita. E’ una constatazione amara e deludente per chi vorrebbe che questa terra torni a essere illuminata dal sole, da quella luce reale e genuina fatta di concreta armonia d’idee e di propositi che dovrebbero farci contraddistinguere per qualità e contenuti, rispetto a tutto il resto di quello che ci circonda. Invece siamo arrivati al punto in cui se ci soffermiamo un attimo a riflettere probabilmente non ci metteremo molto ad avere schifo e ribrezzo di noi stessi. Solo che questo, se qualche volta avviene, è così veloce e così poco convincente che ritorniamo a essere fagocitati dalla quotidiana materialità. Ecco la fotografia, una dettagliata risonanza magnetica di una società che si è presentata all’alba di un giorno in cui il sole ha deciso di cambiare strada e di abbandonarci a un destino ignoto. Chi sa se un giorno ritornerà sui suoi passi. Penso che dipenderà solo da noi e che le leggi della fisica in questo particolare caso non centrano proprio, anzi questi ultimi eventi ne hanno dimostrati tutti i loro limiti. Abbiamo pensato che il sole è “gratis”, che il suo servizio di luce e calore fosse a noi dovuto. Uomini di che cosa, uomini di “m….”… come dicono i nostri amici simpaticissimi napoletani.
Proprio così, in quanto quest’umanità non ha saputo realizzare un sistema diverso, un sistema improntato al rispetto della vita e di tutto ciò che non ci appartiene su questa terra. Noi abbiamo dato per scontato che la natura, in definitiva tutto ciò che è intorno a noi, compreso il mondo animale, fosse stato messo a nostra disposizione per nostro uso e consumo e purtroppo abuso. In fin dei conti il tutto è stato messo a nostra disposizione da parte di un qualcuno che pur noi non conoscendolo, ci ha voluto fare un così grande dono. Allora diamoci sotto, per soggiogare il tutto a nostro piacimento tirando così fuori il peggio di noi stessi, non riuscendo a comprendere che quello che era intorno a noi doveva essere rispettato e che non avevamo alcun diritto a deturparlo o addirittura ad annientarlo. Abbiamo dato per scontato che tutto ciò che è intorno a noi era dovuto. L’uomo in quanto essere pensante ha trascurato l’eventuale recondita possibilità che forse qualcuno, un giorno, potrebbe chiedergli conto di tutto ciò che ha fatto e che sta continuando a distruggere ? Dove sta questo qualcuno a cui dare conto un giorno ? L’uomo, nel corso dei secoli l’ha freneticamente, fanaticamente cercato, però ora sembra essersi stancato, preferendo dedicare tale impegno alla soddisfazione dei suoi bisogni materiali, dando molta più importanza agli eventi terreni che lui può toccare con mano, relegando tutti gli altri bisogni spirituali al domani, sempre che avanzi un po’ di tempo dalla frenesia quotidiana. L’uomo ha immaginato e idealizzato sempre un Dio misericordioso, pronto a pulire anche le coscienze più sporche. L’ha cercato spasmodicamente, sa in cuor suo che se esistesse veramente questi desidererebbe un comportamento più orientato al prossimo che all’individualismo, ma che gliene importa. E se poi a dispetto di quanto è stato sempre idealizzato, scoprissimo proprio il contrario ? Di tanto in tanto l’uomo “cristiano” va in chiesa, e cerca fugacemente di pulirsi l’anima con del detersivo che peraltro è distribuito in determinati orari della giornata gratuitamente da parte di altri uomini che vestono in un modo strano e diverso da tutt...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Copyright
  3. Dedizione
  4. La rincorsa delle idee
  5. Il Pensiero tra Passato, Presente e Futuro
  6. Nel mondo non c’è più posto per i Romantici
  7. Il bivio
  8. Alla ricerca della verità
  9. La guerra delle idee
  10. La nostra biblioteca interiore
  11. Analisi di una società malata
  12. La giustizia sociale
  13. La paura che sia troppo tardi
  14. La nostalgia
  15. Noi ed il mondo animale
  16. Il destino è stato scritto nel passato
  17. Un paradosso storico generazionale
  18. Quando il sole decise di dimettersi
  19. Quando alla fine l’Utopia diventa Ragione
  20. Indice