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Informazioni sul libro

Il testo ripercorre le tappe più significative del pensiero psicologico e psicoterapeutico, ponendole in rapporto con le tappe evolutive che la persona attraversa lungo il suo percorso di vita.
La psicologia e le correnti psicoterapiche hanno svelato gradualmente le dinamiche e i meccanismi che guidano e accompagnano l'esperienza psicologica umana.
Con l'avvento della visione integrale, introdotta da Ken Wilber negli Stati Uniti e portata avanti da Laura Boggio Gilot in Italia, si sono aperte nuove prospettive in grado di dare delle risposte concrete alle tematiche dell'uomo di oggi e ai suoi arresti evolutivi.
Il testo ha carattere propedeutico e il suo obiettivo principale è quello di avvicinare il lettore a testi specifici del settore, più completi e impegnativi. Idealmente, si colloca a metà strada tra il testo divulgativo e il testo scientifico. Pur rivolgendosi principalmente agli studenti di psicologia, delle discipline della formazione e dell'educazione, e a tutti gli operatori della salute (psicologi, psichiatri, medici, infermieri, educatori), il libro è fruibile anche da lettori interessati alla materia.

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Informazioni

Anno
2013
ISBN
9788891101907

CAPITOLO 1

Prospettive della Psicologia

Una scienza per l’uomo

La psicologia è la scienza che studia il comportamento e i processi mentali dell’uomo e dell’animale. Secondo la sua etimologia è lo “studio della psiche”, uno studio legato alle correnti di pensiero che, dagli albori della filosofia, fino almeno all’Ottocento, si sono dedicate allo studio dell’animo umano (dal greco psychè, anima), con gli strumenti propri di quella scienza.
L’indagine psicologica è stata tradizionalmente dominio della filosofia, fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando si è resa autonoma adottando le metodologie delle scienze naturali. È nata così la psicologia scientifica, fondata sulla sperimentazione e sulla riproduzione di fenomeni osservabili, sia in laboratorio che sul campo. Il suo oggetto di indagine era la mente con i suoi processi, consci e inconsci.
Questa giovane scienza, nata da poco più di un secolo, ha trovato applicazione in diversi campi, per cui si parla di diverse “psicologie”.
Così, e solo per citarne alcune, si sono sviluppate: la psicologia sociale, che studia il comportamento degli individui e dei gruppi nel loro ambiente sociale; la psicologia clinica, che individua tecniche di intervento e di cura del disagio psichico; la psicologia dello sviluppo, che studia i processi evolutivi dell’individuo, con le varie tappe e gli arresti. Il nucleo originario della psicologia scientifica si è costituito invece come psicologia sperimentale, che adotta per l’appunto il metodo sperimentale, in base al quale, conosciute le condizioni in cui si manifesta un fenomeno, diventa possibile riprodurlo.
La psicologia deve molto del suo successo alla riflessione sull’inconscio, iniziata con Mesmer e Charcot e culminata con la psicoanalisi di Sigmund Freud e con la psicologia analitica di Jung1. Tale riflessione ha dato vita a un nuovo metodo di indagine psicologica, il cosiddetto metodo introspettivo, finalizzato all’investigazione dei contenuti mentali, consci e preconsci. Per l’esame dell’inconscio sono stati costruiti metodi quali: le associazioni libere, l’analisi dei sogni e degli atti mancati.
In definitiva, la psicologia nella sua attuale applicazione si basa su due grandi pilastri: la psicologia scientifica e la psicoanalisi.
Ora, con l’avanzare della ricerca medica e biologica, nonché con l’evoluzione delle scienze sociali, i concetti proposti dalla psicologia trovano sempre di più un’applicazione pratica. La psicologia si è dotata di strumenti, metodologie e prassi in grado di intervenire sulle disarmonie che una società sempre più complessa e organizzata produce inevitabilmente nei comportamenti e nei processi mentali individuali e collettivi, portando alla luce nuove tematiche, conflittualità e sfide, per affrontare le quali vengono approntati strumenti sempre più sofisticati e appropriati. Ci si chiede allora: la psicologia è in grado di dare risposte alle problematiche che affliggono l’uomo di oggi? Apporta conoscenze nuove utili all’uomo? Può dare veramente un aiuto nel delineare e dipanare le sue conflittualità?
Certamente la psicologia, studiando l’origine dei comportamenti e dei processi mentali, ovvero il soggetto che li produce, è in grado di cogliere il punto di vista “interiore” dei fenomeni prodotti dalla mente e può dare una chiave di lettura dei problemi dell’uomo di oggi. Vista la complessità della mente (si dice che nessun computer potrà mai eguagliarla!), è comprensibile che la scienza deputata a dedicarle il suo studio sia tutt’altro che perfetta e compiuta; anzi, essa è in continua evoluzione, in accordo con l’evoluzione delle conoscenze scientifiche.
Un altro motivo per cui rispondere positivamente alle domande poste è che la psicologia è una specie di trait d’union tra le varie scienze umane, in quanto non può prescindere dal considerare nel suo studio tutti gli aspetti dell’essere umano: biologici, emotivi, cognitivi, sociali, politici, religiosi e spirituali. Essa si dedica ai processi mentali e al comportamento dell’essere umano, dunque non può trascurare i suoi campi di esistenza e di azione, che sono quelli della vita quotidiana. Quale scienza più della psicologia può dare risposte concrete alle problematiche e alle sfide che riguardano in modo più o meno diretto l’uomo nei suoi processi mentali?

Lo psicologo in Italia

La psicologia non ha alcuna relazione con la filosofia, anche se può riferirsi talvolta a teorie filosofiche nel delineare una visione del mondo e dell’uomo che vive in esso. Nella sua costituzione intrinseca, è eminentemente pratica; è disponibile al cambiamento e alla revisione delle sue teorie e acquisizioni; è estremamente dinamica e in linea con un mondo in costante trasformazione, talora precorrendo i tempi e prevedendo fenomeni nuovi. Ha dato prova della validità del suo paradigma costituendosi come professione.
In Italia, l’ordinamento della professione di psicologo fa riferimento alla legge 56 del 18 febbraio 1989 che, nell’articolo 1 , la definisce così: “La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”. L’articolo 2 stabilisce i requisiti per l’esercizio dell’attività di psicologo: “Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito l’abilitazione in psicologia mediante l’esame di Stato ed essere iscritto nell’apposito albo professionale”. L’articolo 3 fornisce alcune direttive per l’esercizio dell’attività psicoterapeutica: “L’esercizio dell’attività psicoterapeutica è subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia...”. L’Ordine nazionale degli psicologi è sotto la vigilanza del Ministro della salute (art. 29)2.
La professione è regolamentata da un codice deontologico, che indica le buone pratiche della stessa e le eventuali violazioni ai danni degli utenti e della categoria professionale.
A distanza di più di vent’anni dalla legge costitutiva, in Italia vi sono attualmente più di 85.000 psicologi iscritti ai relativi albi regionali, per una professione la cui rilevanza sociale è elevata, anche se forse non ancora pienamente riconosciuta in molti ambiti, dove la domanda non è esplicitata e non riesce a incontrare adeguatamente l’offerta.

Relazioni di aiuto in ambito psicologico

Uno dei campi di applicazione più rilevanti della psicologia, e sicuramente quello di maggior interesse per lo scrivente, è la relazione di aiuto in ambito psicologico. Esistono tanti tipi di relazioni di aiuto, in altrettanti contesti. Generalmente, si può parlare di relazione di aiuto come di una relazione che si instaura per un accordo reciproco, con delle regole condivise, in modo più o meno esplicito.
Dunque, si tratta di una relazione libera, tra due o più persone, in cui alcune di esse (solitamente una) offrono l’aiuto e le altre lo ricevono; è un legame che può essere protratto nel tempo e che si basa innanzitutto su un principio: nel contesto della relazione, coloro che offrono l’aiuto sono in una posizione di superiorità, mentre coloro che lo ricevono sono in una posizione di inferiorità. L’inferiorità di colui che riceve l’aiuto non dovrebbe mai scivolare nella sottomissione, che genera dipendenza, né la superiorità di colui che fornisce l’aiuto dovrebbe diventare autoritarismo, che genera sopraffazione e violenza morale. La relazione di aiuto si caratterizza come legame di dipendenza positiva e di fiducia.
Vediamo ora cosa si intende per relazione d’aiuto in ambito psicologico. Si tratta di una particolare relazione che si instaura tra uno o più professionisti psicologi e uno o più clienti (o pazienti), che vi si rivolgono per ottenere aiuto in vari campi, riguardanti la propria sfera psicologica, e talvolta psico-fisica e/o psico-spirituale.
La relazione si basa sulle competenze che il professionista offre e su un contratto, redatto in forma scritta o comunicato verbalmente. Il contratto è un modo per assicurare che entrambe le parti inizino una relazione d’aiuto con chiarezza circa i suoi scopi e la sua durata. Si tratta dunque di una relazione non paritaria, nella quale un professionista psicologo fornisce una prestazione professionale, sotto forma di relazione d’aiuto, in cambio del pagamento di una parcella. In nessun caso tale relazione può essere assimilata ad una relazione di amicizia o di intimità, nonostante in essa possano verificarsi, ed anzi tale eventualità è auspicabile, degli scambi affettivi appropriati.
La relazione di aiuto si basa inoltre sul setting, che è l’insieme costituito dalle regole, dagli spazi fisici e dai tempi. Tra le regole vi sono: la durata e la frequenza delle singole sedute; la forma di pagamento; la gestione delle sedute cancellate; l’eventualità di contattare il professionista al di fuori delle sedute; la riservatezza; la gestione della chiusura del trattamento. Queste regole, ed altre eventuali, vengono comunicate e talvolta stabilite insieme al cliente/paziente all’inizio o durante il trattamento. Qualunque superamento dei confini definiti all’atto dell’instaurarsi della relazione costituisce una violazione del setting e deve essere adeguatamente ridefinito.
In generale, si può dire che esistono sette basilari forme di aiuto: 1 ) dare informazioni; 2) azione diretta; 3) insegnamento e direzione; 4) sistemi di cambiamento; 5) difesa; 6) fornire delle verifiche di ritorno e 7) agevolazioni. Nell’ambito delle relazioni d’aiuto in ambito psicologico, il counseling è una forma di agevolazione, mentre la psicoterapia è primariamente un sistema di cambiamento, e talvolta una forma di insegnamento e direzione. Occupiamoci di queste due ultime forme di aiuto.
Secondo l’Enciclopedia Italiana Treccani, il counseling è “un intervento psicoterapeutico diretto al superamento di difficoltà adattive, fondato sull’instaurazione di un clima di comprensione e di agevole comunicazione tra terapeuta e paziente (o pazienti)”.
Il counseling è un’attività di competenza relazionale per agevolare l’autoconoscenza attraverso la consapevolezza e lo sviluppo ottimale delle risorse personali per migliorare il proprio stile di vita in maniera più soddisfacente e creativa.
Inoltre, esso consente di risolvere con autodeterminazione problemi specifici legati ad aspetti decisionali e favorisce l’autocambiamento e il miglioramento del proprio relazionarsi con gli altri.
Il counseling si rivolge non solo a persone sofferenti di disturbi fisici, psicosomatici o psichici, ma anche a coloro che si trovano in difficoltà di fronte a problemi esistenziali (conflitti, rotture, solitudine, malattie, lutto, depressione, disoccupazione, senso di incapacità o di impotenza) o ancora, in un senso più ampio, a qualsiasi persona o gruppo che ricerchi una migliore espressione del proprio potenziale latente.
In altre parole, favorisce una presa di coscienza di quei meccanismi interiori che spesso spingono a comportamenti ripetitivi negativi, a blocchi evolutivi, ad evitamento, ansia e conflitto. Esso non mira solo a spiegare le origini delle difficoltà, ma anche a far sperimentare il ricorso a nuove soluzioni e a stimolare un adattamento creativo dell’organismo all’ambiente. Il counseling psicologico, in quanto di pertinenza esclusiva dello psicologo, prevede, oltre a quelle menzionate, anche le attività di orientamento, sostegno, prevenzione, diagnosi, abilitazione e riabilitazione.
Normalmente, in Italia la formazione di un counselor senior prevede lo svolgimento di attività teorico-pratiche ed esperienziali per un totale di 500 ore ed è svolta in tre anni. La professione di counselor non è riconosciuta legalmente, anche se esistono albi che riuniscono counselor. Attualmente vi è un acceso dibattito sulla legittimità, da parte dei counselor non psicologi, dell’utilizzo di tecniche psicologiche, di pertinenza esclusiva dello psicologo, che pure vengono loro insegnate.
Diversamente dal counseling, la psicoterapia, che in Italia può essere praticata solo da medici e psicologi con adeguata formazione specifica, è una forma di intervento per la trasformazione delle strutture profonde della personalità, al fine di migliorare lo stato di salute mentale.
La formazione di uno psicoterapeuta prevede lo svolgimento di attività teorico-pratiche, momenti esperienziali e tirocinio specifico, nonché esami regolari, per un totale di 2000 ore, svolte in quattro o cinque anni.
Lo psicoterapeuta è dunque un professionista (psicologo o medico) con una formazione specialistica nel campo della psicoterapia, in una determinata scuola di pensiero, avente suoi propri metodi e tecniche, nonché una specifica visione dell’individualità umana. Aree di intervento della psicoterapia sono: disagi psichici e psicosomatici, sofferenza psichica e disturbi psicopatologici legati alla struttura della personalità.
Le aree della psicoterapia e del counseling talvolta si sovrappongono ma, mentre l’intervento di counseling riguarda la crescita, la prevenzione e lo sviluppo della personalità, questioni educative e di orientamento professionale, la psicoterapia affronta la complessità del funzionamento intrapsichico a livello profondo e pertanto richiede uno studio intenso nonché una preparazione più approfondita del professionista, e un impegno maggiore di questi nella formazione continua e nella supervisione.

Lo psicologo facilitatore della crescita

Tra gli scopi della psicologia vi è quello di aiutare le persone a migliorare la propria salute fisica e mentale, attraverso il cambiamento di attitudini e convinzioni erronee. La mente umana, anche quella cosiddetta sana, è intrisa di resistenze al cambiamento. Uno psicologo dovrebbe aver maturato, attraverso la sua formazione, le capacità per individuare i fattori che bloccano la persona a un certo stadio di vita e non le consentono di andare avanti e superare le limitazioni connesse a quello stadio. Perciò, il lavoro psicologico non è indicato solo per coloro che soffrono, ma lo è altresì per tutti coloro che nella propria vita aspirano alla crescita e non solo a un invecchiamento decoroso.
A tale scopo, è necessario creare e incentivare una psicologia sempre più vicina alle situazioni di vita normal...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. PREFAZIONE
  6. INTRODUZIONE
  7. Capitolo 1: Prospettive delta psicologia
  8. Capitolo 2: Il Genitore e il Bambino: una storia interiorizzata
  9. Capitolo 3: Esplorare il mondo delle emozioni
  10. Capitolo 4: Mente razionale e mente consapevole
  11. Capitolo 5: Il potere della mente sintetica
  12. Capitolo 6: La “mente” oltre la mente
  13. Capitolo 7: Lo sviluppo delie potenzialità latenti
  14. Capitolo 8: Il narcisismo corne arresto dello sviluppo
  15. Capitolo 9: Mente ecologica e crescita consapevole
  16. Capitolo 10: Psicologia e Spiritualità: due fiori sullo stesso ramo
  17. Capitolo 11: La salute in un’otdca integrale
  18. Bibliografia