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Gli sprechi della casta e la corruzione della cricca, prima e dopo il 150° dell'Unità d'Italia.
Un dossier ricco di notizie, di piccole e grandi storie di malcostume politico, che svela una serie di spese folli fatte da politici e dirigenti alla guida di enti pubblici, da Nord a Sud, col pretesto dei festeggiamenti del 150esimo dell'Unità d'Italia. Spese che hanno messo a nudo i vizi e le ambizioni di una classe dirigente capace di approfittare di un'occasione importante per dissipare le scarse risorse di un Paese già al collasso, per incrementare il patrimonio personale e alimentare una terribile spirale corruttiva. Appalti truccati in cambio di denaro e regali di ogni genere, incarichi e consulenze sempre alle stesse persone.

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Informazioni

Anno
2013
ISBN
9788891110329
Unità perfetta
Si dice che l’abito non fa il monaco. Forse. Intanto, la Giunta regionale del Piemonte, quella targata Lega Nord, per non sfigurare proprio in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, pensò bene di acquistare 500 cravatte, con tanto di ricamo stilizzato della Sacra di San Michele, per la modica cifra di circa seimila euro. Ma quelli della Lega non preferivano le cravatte verdi con il Sole delle Alpi, il federalismo e la secessione? Forse hanno cambiato idea, visto che, pochi mesi dopo la conquista padana del Piemonte, la Giunta regionale aveva assegnato 1,8 milioni di euro per la mostra inserita fra le celebrazioni unitarie Stazione Futuro (costata complessivamente 9,5 milioni di euro), allestita dal 17 marzo al 20 novembre 2011 presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino, un tempo centro di revisione di locomotive ferroviarie.
A proposito di treni, quale modo migliore per festeggiare l’anniversario italiano se non attraverso un bel giretto in carrozza? Detto, fatto. La prodiga Regione pagò nel 2011 quasi 11mila euro a Trenitalia per un viaggetto da Modane a Torino, andata e ritorno, a bordo di un treno d’epoca. Bello, no? Pare proprio di sì, visto che una settimana dopo, la Regione pagò all’azienda di trasporti la medesima cifra per un altro giretto, lungo la stessa linea ferroviaria. E per quelli che non ebbero la fortuna di viaggiare in treno, la Provincia di Asti, guidata dalla coalizione Pdl-Lega Nord, organizzò l’iniziativa culturale Il caso astigiano: un laboratorio politico e ideale di uomini e donne d’Asti che hanno fatto il Risorgimento. In realtà, si trattò di una decina di eventi, perlopiù piccole mostre, convegni e spettacoli, organizzati da altrettanti comuni e fondazioni della provincia astigiana. Importo previsto: centomila euro. Ma la Regione Piemonte stanziò soltanto 47.500 euro. Anche la Regione Toscana non si fece sfuggire l’occasione di organizzare convegni, incontri e lezioni di storia risorgimentale che si tennero tra marzo 2011 e lo stesso mese dell’anno successivo. Costo totale: 29mila euro.
I convegni, però, non riguardarono soltanto la storia. Ci fu persino chi, pur di festeggiare l’importante avvenimento storico, organizzò a Vigevano un incontro dal titolo Pepe rosa: pepe come cucina, rosa come donna, invitando esperti e docenti universitari.
Ma la fantasia, si sa, non ha limiti, soprattutto in fatto di cucina. Tanto che la Coldiretti, per celebrare l’anniversario, pensò di invitare a Marsala i cuochi degli agriturismi siciliani per la Merenda dei Mille, a base di prodotti tipici provenienti da ogni parte d’Italia.
Il sistema Piemonte
La regione dell’ex capitale sabauda è stata la locomotiva delle celebrazioni unitarie. Tanto da costituire un apposito comitato incaricato di preparare i festeggiamenti ufficiali. Tra questi, come abbiamo visto, anche Stazione Futuro, una mostra sul futuro dell’Italia e sulle nuove tecnologie, allestita presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino, proprio in concomitanza con l’avvio delle celebrazioni ufficiali. Costo complessivo: 9,5 milioni di euro. Una cifra enorme, tanto da far gola a molte ditte. Ma alla fine l’appalto andò a un’associazione temporanea di imprese guidata da Ed.Art srl. Le ditte escluse, però, presentarono ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Piemonte sull’assegnazione dei progetti da parte del Comitato Italia 150 (Regione, Comune e Provincia di Torino).
I giudici amministrativi riscontrarono il mancato rispetto di alcune clausole nell’aggiudicazione dell’appalto, condannando il comitato a risarcire gli esclusi. Per evitare di pagare, il comitato propose alle ditte vincitrici di inserire nei lavori quelle escluse. Risultato: con l’accordo i costi aumentarono di circa due milioni, passando da 9,5 milioni a oltre 11 milioni di euro. Aumenti che spinsero la magistratura a ipotizzare il reato di turbativa d’asta.
Nonostante i guai giudiziari, il comitato continuò il suo lavoro. Anche perché la data della festa si faceva sempre più vicina. E poi c’erano da organizzare tutte le altre manifestazioni, comprese le mostre importanti inserite nel calendario delle celebrazioni, come Moda Italia. 150 anni di eleganza da allestire alla Venaria Reale (importo a base d’asta 310mila euro), oppure La Bella Italia, Arte e Identità delle Città Capitali, realizzata anche attraverso un contributo regionale di circa due milioni di euro, liquidato da una finanziaria in house, la Finpiemonte spa, a favore del consorzio La Venaria Reale. Insomma, in Piemonte il 150esimo dell’Unità d’Italia fu un vero business. Almeno all’inizio. Dopo alcuni mesi, infatti, venne a galla il disavanzo di circa 8 milioni di euro accumulato dal Comitato Italia 150. Sceso, per fortuna, a 3,5 milioni di euro a settembre 2012. Un deficit comunque pesante per il Comune di Torino e la Regione Piemonte, entrambi in serie, anzi serissime, difficoltà economiche.
Sventola la bandiera emiliana
Da Reggio Emilia, considerata la città del tricolore, partirono il 7 gennaio, alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, le celebrazioni ufficiali del 150esimo dell’Unità d’Italia. Per l’occasione nel centro storico furono esposte 150 bandiere, che fecero parte della mostra Le strade della bandiera, promossa dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l’Unità tecnica di missione, l’Istituto Treccani e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. L’esposizione costò «poco» (50mila euro), come riferì in un’intervista alla stampa lo stesso Paolo Peluffo, consulente della presidenza del Consiglio per le celebrazioni. Peccato, però, che neppure quel «poco» sia riuscito a incassare Natalino Sozio, l’imprenditore titolare a San Salvo (Chieti) della Ns Bandiere che, come scrisse Paolo Fantauzzi sull’«Espresso», a febbraio 2011, sbaragliando tutti i potenziali concorrenti, si era aggiudicato la concessione ufficiale del logo delle celebrazioni, da stampare sulle sue bandiere. L’accordo con l’Unità tecnica di missione prevedeva che, in cambio della concessione, Sozio si impegnasse a fornire uno stock di tremila bandiere a titolo gratuito per gli eventi istituzionali. L’imprenditore abruzzese credeva di aver fatto un affare. Tanto che, per non rischiare di trovarsi coi magazzini vuoti proprio nel momento di maggiore richiesta, decise di produrre subito le prime 20mila bandiere. Ma poche settimane dopo l’euforia cominciò a calare, a causa delle scarsissime vendite. I magazzini erano pieni di merce. Le bandiere, probabilmente, non erano state pubblicizzate abbastanza dai promotori delle celebrazioni.
A conti fatti, il danno provocato dalla fallimentare operazione corrispondeva pressappoco all’importo speso per la mostra allestita a Reggio Emilia. Insomma, un danno da «poco».
Milano si accende per l’Unità d’Italia
A Milano tra Pdl e Lega Nord fu scontro durissimo sulle iniziative del 150esimo dell’Unità d’Italia. Alla base dei contrasti, le spese previste per i festeggiamenti. Secondo il Carroccio, la cifra andava ridimensionata.
L’allora sindaco Letizia Moratti, per mediare tra i due partiti di coalizione propose eventi importanti per celebrare le Cinque giornate di Milano, manifestazione cara alla Lega. La trattativa si concluse assegnando 420mila euro ai festeggiamenti unitari e 120mila alla rievocazione dell’insurrezione milanese. Ma la decisione non placò gli animi. Le polemiche continuarono anche dopo l’approvazione delle manifestazioni. I rappresentanti del Popolo della libertà al Comune di Milano criticarono la decisione di assegnare una cifra così consistente alla manifestazione sponsorizzata dalla Lega.
Subito dopo, le polemiche si spostarono dalle cifre alle iniziative. Fece discutere, infatti, la decisione di festeggiare l’anniversario dell’Unità d’Italia rivestendo un tram e la volta della Galleria Vittorio Emanuele II di luci a led verdi, bianche e rosse. Ma soprattutto sembrò alquanto strana l’idea di un’esposizione geomineralogica per portare «alla ribalta la sorprendente analogia tra la storia geologica del nostro paese e la nostra storia socio-politica». Sarà. Ma il costo della mostra, comprensivo del riallestimento della sala, non lasciava spazio a equivoci: 300mila euro tondi tondi. Fatto sta che, per un motivo oscuro, l’esposizione finì, insieme alla mostra Donna e sport nei 150 anni dell’Unità d’Italia, nella lista delle iniziative da finanziare attraverso sponsorizzazioni; come pure l’acquisto di due arazzi del Seicento (250mila euro) e di medaglie, nonché una lista interminabile di iniziative, furono affidate al buon cuore di qualche filantropo.
Viva Verdi
Patriota ardente, deputato nel primo parlamento dell’Italia unita, Giuseppe Verdi è diventato uno dei simboli delle celebrazioni del 2011. In particolare a Siena, dove il 150esimo dell’Unità d’Italia è stato festeggiato con la messa in scena dell’Opéra Lumière Viva Verdi, della società francese Danny Rose.
Ebbene, quando ormai era tutto pronto per lo spettacolo e i 104mila euro spesi per la manifestazione viaggiavano già verso Parigi, il regista si ammalò. Panico. Poi la soluzione: rimandare lo spettacolo a San Silvestro. E non più al teatro Rinnovati, come previsto inizialmente, ma in piazza del Campo. Bell’idea. Una soluzione che trovò d’accordo anche la società francese Danny Rose, la quale non mancò di precisare che per allestire lo spettacolo all’aperto ci sarebbero voluti altri 30mila euro. Evviva Verdi.
Autonomia sarda
Anche la Sardegna ha festeggiato l’Unità d’Italia in grande stile, affidando l’inizio delle celebrazioni ai due pianisti Raphael Gualazzi e Giovanni Allevi. E per i due concerti, il presidente della Regione Ugo Cappellacci si è impegnato a spendere «a titolo di contributo» 162mila euro.
Un “modesto” finanziamento di 80mila euro non fu negato neppure per il raduno degli idrovolanti e dei velieri, in occasione del festival internazionale della marineria. Sempre a titolo di «contributo», Cappellacci pensò anche di dare centomila euro al museo Man per la mostra Il linguaggio dell’arte aborigena.
E per rivivere l’esperienza storica della Sardegna nel processo di unificazione, furono promosse la manifestazione Sassari 150: la città per l’Unità d’Italia e il convegno Sardegna del Risorgimento, costati rispettivamente 50 e 35mila euro. Che in totale fanno quasi la stessa cifra stanziata per il campionato del mondo maschile e femminile Ibf dei pesi Mosca. Sembra assurdo, ma è vero. Com’è vero che furono destinati anche 35mila euro a un’associazione culturale per realizzare il talk show televisivo I nati sardi.
Ma non è tutto. L’elenco degli stravaganti progetti approvati per circa 800mila euro dalla Regione Sardegna per il 150esimo dell’unità d’Italia era piuttosto lungo. E comprendeva libri, mostre, piccole e grandi manifestazioni culturali. Senza contare il resto delle iniziative in programma per il 2011. Ma meglio non contarle.
La Regione che non c’è più
Prima di crollare per le spese folli di Fiorito & Company, la Regione Lazio ha avuto almeno la possibilità di festeggiare “degnamente” il 150esimo dell’Unità d’Italia.
In occasione dei primi festeggiamenti, al passaggio delle Frecce Tricolori, l’ex presidente Renata Polverini confessò di aver provato, per la prima volta, una certa «emozione». E da lì fu tutto un crescendo. Ma non di emozioni, bensì di spese.
Dall’inizio del suo mandato, la Regione Lazio ha investito milioni di euro in campagne promozionali di ogni genere. Tra queste, anche quella per le celebrazioni unitarie, come ha opportunamente documentato Emiliano Fittipaldi in un articolo pubblicato sull’«Espresso». Una campagna costata ben 242mila euro e realizzata, manco a farlo apposta, dal pubblicitario Francesco Miscioscia, candidato nella lista Polverini ma non eletto al consiglio regionale. Della vicenda finirono per occuparsene anche i consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo della lista Bonino, presentando un’interrogazione «urgente» al presidente dell’assemblea regionale.
Nel frattempo, però, la Regione aveva già festeggiato l’anniversario a tavola, gustando il «menù tricolore» offerto dalla casa. La Polverini il giorno prima aveva dichiarato: «Sarà un ulteriore modo per sentirci tutti uniti». E si capisce.
Però, tra una pietanza e l’altra, la governatrice laziale ebbe il tempo di inviare un messaggio di solidarietà alla popolazione giapponese, colpita dalla vicenda nucleare, ai tanti soldati italiani impegnati nelle missioni all’estero e ai familiari dei militari che nelle operazioni di pace hanno perso la vita. Davvero emozionante. E dopo l’ammazzacaffè, la Polverini invitò i consiglieri a partecipare alla mostra delle Regioni al Vittoriano e al concerto di Ennio Moriconi, offerto ai governatori delle Regioni presenti all’esposizione. Insomma, una cosa per pochi intimi. E a pochi affezionati andarono anche i contributi regionali per le iniziative del 150esimo dell’Unità d’Italia, come la Fondazione De Sanctis (50mila euro) per aver organizzato l’iniziativa, voluta proprio dalla Regione Lazio, Un viaggio tra i capolavori della letteratura italiana. L’Unità d’Italia e l’eredità di Francesco De Sanctis, oppure l’associazione culturale “I Tusci” di Acquapendente, in provincia di Viterbo, per l’iniziativa Suoni e passi della tradizione: XII edizione 2010-2011 ‘Speciale italiani 150’ a 150 anni dall’Unità d’Italia (20mila euro). Ma la “fortunata” associazione non fu sponsorizzata soltan...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Introduzione
  5. La casta tricolore
  6. Il sistema gelatinoso della Cricca
  7. Il bottino
  8. Un buco da Leone d’Oro
  9. Homo Aeserniensis
  10. La stessa musica
  11. Facce di bronzo
  12. Miracolo napoletano
  13. Voglia di volare
  14. Pedalate lente
  15. Lenire il dolore padano
  16. Una spina pungente
  17. Unità perfetta
  18. Spese al tricolore