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Sonia Faggian

• Editore: Youcanprint
• Anno: 2013
• ISBN:
  9788891118141
• Argomento: Letteratura
• Categoria: Poesia

Sonia Faggian unisce la sensibilità del poeta a quella della donna,
che osserva il mondo da un'angolatura speciale. Leggero il tratto, ma
anche archetipico e quindi ancestrale. I dualismi vita/morte,
ragione/sentimento si svelano in una danza non vorticosa che
restituisce immagini impalpabili eppure vive, reali. È la vita che
sboccia nelle pagine di questa raccolta che pur nei momenti di
malinconia non perde la densità dell'emozione forte, ma resa con
originale delicatezza.

Genitori e Figli

Nei tuoi occhi

…non credere,
mamma,

che nei tuoi occhi
non scorga

il mio dolore…

La bellezza

Accarezza la mano
al figlio,
che gongola,
accogliendo
il dono d’affetto
del padre.

Un padre anziano,
lo sguardo
d’una dolcezza infinita
su quel bimbo
dallo sgraziato corpo d’uomo.

Incontro gli occhi
del padre
– io che, incantata,

guardo –

e non distolgo i miei…
mai ho veduto tanta bellezza.

Non senza il mio amore

Se per te
dovessi ripudiare
il mio esser madre,
lacerandomi l’anima,
sia,
che quando
ho accolto la tua vita
ho accettato
che tu fossi più di me
e senza me,
ma non senza il mio amore.

Nicola

Quando tendi
le manine verso di me,
tutto il mondo
mi viene incontro.

Quel che insegna

Se con uno sguardo
i figli tuoi
ti parlano di ciò
che non possono
dir con parole,
non mancar di coglierlo
che t’insegna più
di quel che tu
insegni loro.

Genitori e Figli

Donne d’oggi

Nacqui donna

Nacqui donna
e non sapevo
che con più dolor
crescevo.

Con occhi chiusi
venni al mondo
come gli altri
bimbi d’intorno.

Presto capii
la differenza,
ma d’esser femmina
fui egualmente contenta.

Ancor piccina
per giocare
con le bambole
solevo stare.

Col braccino
proteggevo
il finto bimbo
che, solerte, reggevo.

Non capivo
che madre vuol dire
dover sì
molto soffrire.

Ma, che vuoi,
bimba ero io
e non le bambole,
è vero, Iddio!

Giunse poi
il gran momento
in cui sbocciai
come d’intento.

Cominciarono
i primi malori,
da certi giochi
fui tagliata fuori.

Da lì la vita
divenne piena
e anche d’una
certa qual pena.

“Con i ragazzi,
attenzione!”,
disse la mamma
con preoccupazione.

Ora realtà
poteva divenire
quella che recita
era stata infine.

E quanti tabù
che, ahimè, assai
contano più
dei sensi che hai.

Col tempo lo sposo
arrivò e sia
“mater familias”
dev’essere pia.

Può dirsi vita
se a te è gradita
o una prigione
da altri gestita,

che al cuor mio
parlar non fu concesso
e da qui all’altare
fui condotta lo stesso.

Venne la guerra
e, oltre che morte,
vissi violenza
sulle donne.

E in grembo rimase
il seme del rancore
che usurpato aveva
la prova dell’amore.

Più gente disse:
“Non ti disfare
di quel che Dio
t’ha fatto fare”.

Io piansi: “No!
il Signore è bontà,
mentre questa
è crudeltà!”

E aggiunsi,
per esser capita,
“Noi siamo donne
e anche vita!”

Dovetti fare
il che non volevo,
poiché rifiutare...

Indice dei contenuti

• Cover
• Frontespizio
• Copyright
• Prefazione
• Presentazione
• Relatività (argomento)
• Genitori e Figli (argomento)
• Postfazione
• Indice
• Ringraziamenti