Dal ventre della notte

Margot Croce

• Editore: Youcanprint
• Anno: 2014
• ISBN:
  9788891132178
• Argomento: Littérature
• Categoria: Poésie

Ci sono vuoti che l'esistere colma e vuoti che restano tali. Voragini di cuore, ritagli d'anima che non vogliono scomparire, che ci sembra di aver abbandonato ma che in realtà si sono solo resi invisibili. E' come nei romanzi di Murakami: la mia ricerca percorre gli stessi binari, una doppia direzione, ognuna può avere senso e significato, il tutto si traduce in poesia.

Dal ventre della notte

Il sonno dorme inquieto tra i sogni.

La notte sembra una catena di ciglia, ad ogni battere si annodano i pensieri, incastrata nel suo abbraccio silenzioso, aspetto che il sogno mi raggiunga.

Il ventre della notte è fondo, è un utero caldo ad alitante, deposito di tempo svolto e da svolgersi.

Mi immergo in questo spazio primordiale, il piano reale e quello onirico coincidono in una dimensione sconosciuta in cui tutto avviene, una realtà sensibile e sovrasensibile, la quarta dimensione, a cui si approda per determinismo e vocazione.

A chi mi chiede come mai sono spesso così triste e malinconica, e come mai nei miei versi piove denso nero di pece, rispondo che la mia vita è un dramma senza dramma, tutto si consuma nella mia interiorità in modo subdolo. I confini tra realtà e immaginazione si spostano e si confondono in uno stato ipnagogico continuo.

In questo spazio raccolto stabilisco il mio confine di contatto, la terra di mezza che non appartiene a nessuno

Qui le idee dimenticate non cessano di esistere, capovolgono l’essere e ne fanno non-essere, crescono nella buia profondità della psiche, si librano nei sogni, distaccate dalla mente conscia.

Gli eventi dimenticati si assommano alle idee, nutrono l’inconscio, incidono l’oblio col loro viaggio onirico, si proiettano nell’avvento interiore del proprio universo a sé stante;e t’inchiodano alla loro meraviglia di simboli e segni incitandoti ad esplorare lo spazio senza fine del loro regno intrapsichico e introverso.

Le pause, i risvegli, i rifiuti, la voglia di riemergere, sono sipari vitali per non farsi catturare dall’abisso che noi guardiamo e che ci guarda.

E’ un viaggio che non ha un ritorno prestabilito, ma è un viaggio che bisogna fare, col rischio di perdersi e con l’obiettivo di autenticare la propria esistenza, e, cosa più dell’amore, può veicolare questo viaggio ?

L’amore è un percorso che annichilisce, ma è anche garanzia di splendore.

Si ricorre a questo sentimento, così precario e instabile, per proiettarci, con un bisogno spasmodico, nell’eternità. E non c’è amante che non viva l’infelicità dell’amore come un evento negato, salvo avviarsi, novello Orfeo, in quella discesa infernale, dove le ombre regnano, per recuperare la propria metà sottratta

Unico e solo

I polsi fragili

suggellano il tuo potere

disperde l’orgoglio le sue ali di seta

non ci sono armi cinte alla vita.

Costringimi a guardare l’alba

di questa notte interminabile,

rendimi al chiarore dell’aurora

Donna nuova, divino raggio.

Quelle distese di vento che porta la tua voce

tramortiscono gli umori, scavano i respiri

Sorge il corpo nel sangue

bestemmie di piacere senza insidie

intorpidiscono le labbra intrappolate

Segna sulla mia pelle il tuo passaggio,

ombra deliziosa del disinganno

Unico e Solo regni.

A volte il sangue si indurisce

A volte il sangue si indurisce

Diventa un peso per le ve...

Indice dei contenuti

• Cover
• Frontespizio
• Copyright
• Prefazione
• Introduzione
• Dal ventre della notte
• Abraxas
• La sonnambula