CAPITOLO VII:
FRAMMENTI DI STORIA E FRAMMENTI DI SOGNO
Quando si parla di vita e ci si addentra lentamente a parlare di esistenza si scoprono proprietà fondamentali racchiuse in ciascun essere umano e quindi in ogni essere vivente davvero uniche ed irripetibili.
Per poter comprendere con la giusta respirazione interiore l’ arte di DIALKAN e quindi l’ essenza stessa del SURREASTRATTISMO come “La corrente artistica del Nuovo Millennio”, è doveroso fornire al lettore scrupoloso una seppur breve carrellata di informazioni utili ad una lettura più completa ed accurata di quanto fin’ora narratovi.
Ma iniziamo pure ad analizzare la questione, facendo partire l’ osservazione del nostro intento conoscitivo su tre aspetti fondamentali che hanno concorso, in maniera del tutto conseguenziale, alla nascita del Surreastrattismo di Dialkan.
Il primo è ovviamente rappresentato dal percorso storico dei primi anni del Novecento, il secondo invece dal profilo scientifico che ne rappresentò, in buona sostanza, l’ elemento effettivamente scatenante ed infine quello artistico che ne indicò maggiormente l’ incisività.
Per meglio documentare quale siano stati i prodigi sociali alla base di questo straordinario cambiamento di ordini e di cose occorre precisare che, come in ogni cambiamento che si rispetti, ci furono degli uomini e delle donne in qualità di effettivi promotori.
Partiamo dal presupposto storico di una complessiva massificazione della società del tempo
La quale era caratterizzata da una sensibile ed effettiva partecipazione anche delle donne alla vita sociale e politica del tempo.
E questo per tutta una serie di fattori conseguenziali e concomitanti al processo di industrializzazione che aveva caratterizzato gli ultimi venti anni dell Ottocento.
Va sottolineato che per ovviare ad un processo di crisi determinato da un meccanismo di sovraproduzione industriale (cioè l’ industria produce più beni di quelli che effittivamente occorrono o vengono acquistati), si fa leva ad un processo di meccanizzazione del lavoro che toglie respiro sempre di più ed in maniera sempre più consistenze a tutte quelle maestranze qualificate all’ interno delle quali rientravano anche gli artisti di vario tipo ed abili in varie attività.
Il desiderio crescente di una maggiore rappresentanza politica, le precarie condizioni generali di lavoro e sopravvivenza che colpivano chissà perchè sempre le solite classi, il desiderio di far sentire meglio la propria voce contro uno stato di cose freneticamente sordo, diede alimento alla nascita di nuovi gruppi sociali che per usare un termine più prosaico possiamo definire “delusi”.
E già perchè come spesso accade le questioni di ordine sociale finiscono inevitabilmetne per diventare questioni di ordine politico.
E siccome nella valle dei comuni mortali la fortuna sembra davvero mutare più rapidamente del tempo ecco che cambiano i governanti al potere ma giammai la condizione dei sudditi.
Praticamente la storia si ripete esattamente identica a quella di sempre.
Vanno formulandosi quindi organismi sociali suddivisi in diverse organizzazioni di rappresentaze locali.
Ciascuna con la sua importanza e la sua necessità all’ interno del percorso sociale.
Ragazzi, giovani, meno giovani ed attempati che in maniera corale sono stati gli interpreti più diretti di un epoca sul finire della sua esistenza e di un’ altra all’ inizio del suo percorso.
Testimonianze veraci di un sentire generale che ha promosso sin da subito un allestimento sociale che avrebbe cambiato la storia degli umani rapporti in maniera assolutamente indelebile.
Grandi risonanze di geometrie floreali e di arcani mondi invisibili iniziavano lentamente a farsi largo sul palcoscenico degli umani teatri.
Tutto poteva dirsi pronto per un nuovo, entusiasmante, capolavoro dell’ esistere.
Dove tutti o quasi, come dame e cavalieri, si facevano accarezzare dal vento ammaliante di una nuova idea del mondo e del creato.
Dentro cui immergersi per sfuggire alle grinfie di un Leviatano psicologico mostruoso e superbo, alimentato dalle continue delusioni o speranze infrante di una vita dispensatrice attenta di fortune decadenti o di regali inattesi.
Si cercava di scrutare ed esorcizzare attraverso metodiche esplorative di continua ricerca, l’oscuro reame del mondo interiore di ciascuno come diretta espressione del mondo interiore collettivo.
Si analizzavano in più ambiti del sapere, quegli aspetti salienti di una insufficenza del reale che si traduceva in una necessaria propensione all’irreale o al surreale a seconda dei punti di vista.
Si coltivavano originalissime predisposizioni ad entusiasmarsi per tutto ciò che potesse aver poco o per nulla a che fare con la realtà di tutti i giorni.
Alcuni ci riuscivano bene, altri un po meno, tantissimi invece per nulla ed in virtù di cio scattava la molla della misantropica chiusura verso la vita e le cause di un dolore a cui bisognava in qualche modo dare un nome.
Il male di vivere, dal canto suo, aveva già mietuto parecchie vittime e sempre di nuove per un motivo o per un’altro se ne aggiungevano alla lista di quelle mietute per fame o altri mali che ammorbano il mondo.
Come uscire da questo marasma di angoscia dilagante?
Come promuoversi contro questa assillante incapacità di adesione all’esistenza?
Le risposte sembravano giungere da luoghi dello spirito o della psiche che mai prima di allora avevano ricevuto così tanto lustro di indagine.
Nuovi criteri operativi e compositivi andavano discoprendo ampie zone inedite dei sottofondi della sensibilità umana.
E fu proprio in virtù di questo rinnovato slancio di opinioni e sensazioni che tutto, lentamente ma altrettanto inesorabilmente, cominciò a cambiare.
Per questo iniziamo pure col tratteggiare storie ed avvenimenti salienti grazie a cui il genio di Dialkan ha potuto istruirsi e documentarsi di una nuova sbalorditiva energia creativa.
PROFILO STORICO
Ogni periodo storico ha contribuito in qualche modo ad arricchire quello precedente di tutta una serie di eventi che hanno concorso all’ abbattimento di qualcosa a favore della naturale creazione di qualcos’ altro.
Durante il quarantennio che aveva preceduto l’ inizio del Novecento era davvero accaduto di tutto e di più e, in alcuni casi conclamati, anche oltre.
Infatti non solo si era costituita la tanto attesa Unità d’ Italia con sforzi di ingegno, di vite e di sacrifici generalizzati a dir poco mastodontici, ma si era data origine ad una nuova formulazione geo-politica.
La quale si basava innanzitutto su rinnovati assetti territoriali e geografici che fino ad allora si erano mantenuti in una condizione di assoluta e totale libertà di azione e di decisione su tutta una infinità di questioni.
Ambiti certamente molto articolati e che spaziavano dalla politica, all’ amministrazione, dal controllo delle tasse alla difesa militare, dalla libertà di seguire o meno un certo sistema suddiviso in piccoli stati, staterelli, principati, ducati, marchesati, contadi, baronati e signoraggi di turno.
Risulta essere abbastanza evidente la circostanza, non di poco conto, che a siffatta rimodulazione generale, su cui la presente narrazione non si propone minimamente nessun tipo di documentazione ne di appunto ne di dettaglio, fecero seguito tutta una serie di umori e malcontenti generali.
I quali si acuivano sempre di più all’ interno di quelle classi sociali che, per così dire, erano rimaste abbastanza fuori da questi grandiosi privilegi di novità.
A giusta ragione, per alcuni, questo nuovo momento storico, che partì praticamente durante i primi anni del Novecento ed arrivò sino alle soglie del primo conflitto mondiale, prese il nome di “Bella Epochè”.
Epoca in cui il gusto verso tutto ciò che coinvolgeva la vita umana assunse nuovi postulati di spiegazione quantanche fantastica.
Fondamentali a ciò furono le sempre più incalzanti trasformazioni degli ultimi anni dell’ Ottocento.
Ebbene, quando sul finire dell ottocento, l’orologio della stroria cominciava ad orientare le sue cicliche lancette verso i primi esordi del nuovo secolo in arrivo, nuovi e stupefacenti idilli di novità iniziavano timidamente ma altrettanto incisivamente a farsi largo.
Ad onor del vero va altresì aggiunto che il substrato sociale in cui iniziavano a promuoversi questi piccoli ma importanti focolai di progresso erano testimoni attenti e cronisti fedeli di una condizione di acuita amarezza generalmente avvertita nei confronti di una realtà sociale opprimente e profondissimamente deludente.
Quale miglior occasione, quindi, se non quella di chiudersi rannicchiandosi letteralmente in se stessi per cominciare proprio da li il lungo viaggio introspettivo verso l’ infinito ed oltre racchiuso in ciascuno di noi?
Ogni artista, ogni letterato, ogni uomo di cultura, ogni illuminato ricercatore finiva, suo malgrado, anche non volendolo per diventare osservatore attentissimo di uno stato di cose sentitamente disagevole.
Il disagio, infatti, era avvertito maggiormente nei riguardi di tutti quei canoni e di tutti quegli stereotipi creati dal cinismo ipocrita di una classe nobile o pseudo-borghese che ostentava smanie da nobiltà antica ma che in verità possedeva tutti i difetti e tutte le inconcruenze di ceti, ad essa, assai meno abbienti.
Va sottolineato che la ciliegina sulla torta del malcontento popolare era data proprio dal diniego borghese, in quanto i nobili già lo facevano da sempre, di riconoscere e quindi di accettare i principi fondamentali derivanti dal rispetto consapevole delle libertà individuali.
Stanchi e stressati da tutto questo stato di cose, i più sensibili depositari delle conoscenze letterarie ed artistiche, decisero di intraprendere un nuovo ed entusiasmante percorso di rappresentazione della realtà mediante nuove rappresentazioni del reale.
Grazie alle didascalie di intenti derivanti dall’ utilizzo volontario di percorsi fantastici, l’ uomo dei primi del Novecento si rende depositario di una sconvolgente e più che mai romantica solitudine contemplativa.
I sogni felici o sofferti, le speranze riuscite o infrante, le emozioni vissute o soffocate, iniziano delicatissimamente a fluire nel suadente fiume dell’arte come ponte di unione tra l’antico classicheggiante ed il nuovo futuristico.
Ecco che la ricerca scientifica dapprima e quasi in via concomitante quella letteraria ed artistica poi presentano, sin da subito, caratteri di profonde novità sia di stile che nel modo stesso di concepire il mondo e la vita.
Una nuova era di conoscenza e di sviluppo era ormai alle porte: le basi ormai erano diventate solide per la progressiva affermazione di un nuovo modo di concepire la vita e la scienza che ne costituisce l’ elemento di speculazione più diretto.
Tra i cultori delle scienze esatte cominciavano infatti a crearsi i primi intrepidi afforigliamenti di osservazioni su possibilità ideologiche del tut...