L'ultimo passero solitario
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L'ultimo passero solitario

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L'ultimo passero solitario

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Per il credente cristiano, in particolare, l'arte e quindi anche la poesia, può diventare un modo molto sofisticato per accedere ai valori eterni, a Dio stesso, quindi, tramite l'intervento ed il sostegno dello Spirito Santo.

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788891135292
Argomento
Letteratura
image
Titolo | L'ultimo passero solitario
Autore | Edmondo Canepi
ISBN | 9788891135292
Prima edizione digitale: 2014
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Youcanprint Self-Publishing
Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)
www.youcanprint.it
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INTRODUZIONE

1. ACCENNI BIOGRAFICI DELL’AUTORE
Edmondo Canepi é uno pseudonimo, un nome d’arte. Il vero nome dell’autore è Carlo Casu. Ha voluto soltanto seguire l’esempio di molti poeti e artisti, che fino ai primi dell’ottocento/novecento, solevano darsi un nome d’arte, un epiteto, per seguire la moda del tempo e per sottolineare la loro natura specifica. E con ciò l’autore forse si illude di far parte di un minuscolo cenacolo di poeti, quelli che sono tuttora viventi e quelli già morti da un pezzo..
Inoltre, l’autore vuole anche specificare che la sua identità è cambiata, dopo la sua conversione effettiva al Cristianesimo e che, dopo tale evento, seguendo le tradizioni cristiane primitive, è praticamente morto Carlo Casu, in spirito, ed al suo posto è rinato, direi anzi, nato, un nuovo personaggio umano singolare: Edmondo Canepi (Rif.Giovanni 1 “ 13 i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio) - Sacra Bibbia vers. Nuova Riveduta.
Nato a Sestino, Provincia di Arezzo, il 1 Settembre 1937. I suoi genitori erano gente molto semplice, di origine sarda contadina. Il padre, Salvatore, era Maresciallo Maggiore dell’Arma dei Carabinieri. Di carattere molto schietto, costui, si era tuttavia formato un discreto bagaglio di cultura generale, quasi da solo,essendo un valido autodidatta, ottimo poeta in vernacolo, aveva fondato, con molta discrezione e privacy, stante anche il suo stato militare, che vietava queste forme privatistiche, alla fine degli anni ’40, a Cagliari, una rivista di letteratura sarda: “S’Ischiglia”, che ebbe una certa notorietà e diffusione, in quegli anni del dopoguerra.
In questo ambiente, che comprendeva anche la figura e l’influenza del prozio dell’autore Pietro Casu, scrittore di sicuro spessore nell’ambito della letteratura sarda, ma anche italiana, si è realizzato lo sviluppo della personalità peculiare dell’autore, fin dai tempi della fanciullezza: si trattava di una personalità certo molto attenta e curiosa per natura, complessa, soprattutto in relazione alla sensibilità istintiva dell’immaginazione ed alla creatività poetica, perché fin dagli anni giovanili, l’autore muoveva i primi passi e tentava spontaneamente di trovare una sua forma di espressione poetica autonoma, non in vernacolo però, bensì in lingua italiana, avendo peraltro seguito gli studi classici, presso l’Istituto Dettori di Cagliari ed in seguito presso l’Istituto Berchet di Milano.
Di quegli anni giovanili, resta purtroppo quasi niente, solo qualche frammento, dei vari tentativi di composizione, per lo più di carattere amoroso, ispirati ad amicizie personali o di qualche compagno di scuola. Notate, per esempio:
“Tanto cara mi sei
ed al cuor sì stretta,
che anche la vita perderei
per te Antonietta”.
Si tratta di versi, facenti parte di una canzonetta scritta su “commissione”, a Cagliari, verso la fine degli anni quaranta, per un compagno di scuola, certo Italo Pinna, innamorato perdutamente di Antonietta Bianchi, una studentessa bionda, molto carina, ed ispirati agli amori semplici e sdolcinati della prima adolescenza.
Molte di queste composizioni, facenti parte della raccolta Le Mie Mani, ovvero dell’Arte Poetica, come “Frammenti” e “Limbàra”, rimaste quasi intatte e fedeli, riescono ancora a testimoniare di quegli anni di giovanile fervore e di fantasie sincere, seppure immaturamente espresse. E la fantasia, appunto, questa meravigliosa e misteriosa facoltà, egli continuamente sviluppava ed accresceva,attraverso la lettura di libri giovanili, soprattutto di narrativa, di avventure e di fantascienza.
Si dimostrava, però, poco adatto alla disciplina scolastica, sia perché era molto timido, sia perché non aveva consolidate tradizioni di famiglia (il prozio Pietro, era un’eccezione!), in seno alla quale famiglia non fu certo incoraggiato. Inoltre, non era minimamente ambizioso. E così abbandonò dopo un po’ gli studi universitari normali, ma scoprì, forse casualmente e nel corso della vita, di avere facoltà e vocazioni non del tutto trascurabili, come la passione genuina e smisurata per la filosofia e per l’arte poetica e si sentì così, in seguito, interiormente più realizzato, seguendo queste inclinazioni spontanee.
Frequentò, per qualche tempo, l’Università Cattolica di Milano, iscrivendosi alla Facoltà di Economia e Commercio. Ciò, pur essendo contrario alle sue inclinazioni morali più profonde, che in quel tempo lo spingevano di più verso la Medicina, gli consentì però di entrare a lavorare in banca. Diventò così un “colletto bianco” della Banca Commerciale Italiana di Milano, dove lavorò molti anni, fino all’età del pensionamento.
Mise su famiglia abbastanza presto (1961), sposando Maria Melilli, di origine siciliana e n’ebbe due figli: Marcello e Luisa.
Svolse il servizio militare a Como (Camerlata), dove conobbe Aldo Caravati, l’amico architetto che morì giovanissimo, a causa di un incidente automobilistico, mentre ritornava in caserma, una sera di ottobre dell’anno 1964, dopo un breve congedo. Ne soffrì interiormente a lungo. A lui dedicò un canto molto accorato, “All’amico”. Poi, alla fine degli anni ‘60, nacque un ardente passione per la fotografia ed il cinema amatoriale, che gli offrì un lunghissimo periodo di soddisfazioni interiori e di rinnovata creatività, riaprendogli le porte della vita interiore e persino della poesia.
Ciò che era cercato per semplice hobby, rappresentò col tempo, un modo di identificazione della personalità, una tendenza costante all’analisi del pensiero, fino alla riscoperta integrale del pensiero cristiano ed alla sua più autentica interpretazione in chiave filosofica, alla sintesi del quale pensiero, ha tentato di dare un contributo importante, un’espressione più attuale e moderna, se non ci fossero serie difficoltà pratiche, soprattutto nella diffusione delle idee, essendo oggi peraltro la filosofia, come tale, caduta alquanto in disuso, a tutto vantaggio della scienza, nella cultura dell’uomo moderno.
Altrettanto si potrebbe dire della poesia, oggi (ahimè!) poco letta, male recitata e mal compresa, nel suo linguaggio sovente allegorico e nei suoi contenuti. Anzi, nella continua rincorsa dei cicli e ricicli storici (G. Vico), noi oggi viviamo chiaramente l’età della scienza, ma non quella della fantasia (poesia) e/o della ragione pura (indagine filosofica), che restano marginali nei gusti e nelle tendenze culturali del nostro tempo.
Fu un'esperienza molto scioccante il contatto con sette religiose, come i Testimoni di Gèova, che diede però la possibilità all'autore, attraverso un'attenta analisi e riflessione, di ricostruire la verità cristiana andando per così dire a ritroso, cioè partendo dalle false dottrine della setta, un po' come era successo a Sant’Agostino nell’antichità.
In questa cornice, l’antologia “L’ultimo passero solitario”, rappresenta anche l’ultima raccolta di poesie dell’autore, la cui prolificità è limitata, perché sviluppatasi anche in anni molto maturi. Si tratta di un’antologia di cantici ordinati, non solo secondo la loro nascita cronologica e quindi riflettenti di volta in volta l’evoluzione ed una tecnica mano a mano più sofisticate, ma anche secondo il motivo principale dell’ispirazione che li generava ed inoltre, come espressione di una costante vocazione per la forma di interiorizzazione lirica ed elegiaca insieme, più consone alle esigenze ed alla sensibilità dell’artista, forse anche in questo influenzato dalla precedente attività paterna.
Ora, però, è il momento di parlare del “L’ultimo passero solitario”, titolo ispirato sotto un certo profilo, al famoso canto di G. Leopardi:
IL PASSERO SOLITARIO:
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
………..
Questa muova raccolta contiene nuovi cantici di varia derivazione, una raccolta ispirata ai tempi passati e quindi alle precedenti esperienze artistiche del poeta, ed un’altra ispirata a fatti più recenti ed attuali, come momenti di ispirazione, ma di fattura piuttosto moderna e originale, in quanto ricalca un genere di poesia, molto astratta e apparentemente incomprensibile, un po’ ermetica. Perciò, trattasi di un “passero solitario” alquanto nuovo e originale rispetto a quello di G. Leopardi, anche perché l’ispirazione è completamente diversa, diversi i sentimenti e diverso anche il risultato artistico e letterario, non certo paragonabile a quello del Leopardi..
Molti potrebbero affermare che spesso sono espressione di versi del genere della poesia italiana più allegorica ed ermetica e quindi difficile, ma è questo l’indirizzo e lo stile che finora ha seguito la migliore poesia italiana e mondiale moderna.

2. COMMENTO PERSONALE

Cultore di “filosofia dello spirito”, di cui ho scritto anche due saggi: “Chi è l’uomo tecnologico e dove va? Nuove ed antiche frontiere del pensiero umano”; “Conformismo nelle scelte etiche, oppure rigetto dei costumi e coerente coraggio di esprimere un proprio diritto alla libertà?”, che attualmente sono stati rielaborati in un volume di appunti intitolato: “L’Utopia dell’Assoluto”, un saggio di filosofia moderna, che ha una particolarità originale, anche da un punto di vista formale: è un miscuglio di filosofia pura e di poesia moderna, Alessandro Manzoni direbbe: ”un guazzabuglio di streghe..”, ma, in effetti, si fondono spontaneamente il pensiero teorico e la fantasia artistica, anche se scorrono su un piano parallelo, ma diverso, dello stesso mondo spirituale. Il sottotitolo: “Appunti per una nuova filosofia dello spirito”, la dice lunga ed è anche pretenzioso, in quanto si vuole esprimere una continuità con la filosofia italiana della prima parte del secolo scorso (G. Gentile e B. Croce), perseguendo un itinerario e un obiettivo ben preciso e cioè: si tratterebbe di un’opera propedeutica alla fede cristiana, secondo la scia e l’esempio delle opere di S. Agostino, segnatamente ne: “Le mie Confessioni”.
Intravedo, così, una nuova sintesi interpretativa tra la filosofia ed il pensiero cristiano, ovviamente nei suoi contenuti più elevati e maturi.
L’arte in genere e la poesia in particolare, sono, “evocazioni”, “effusioni”, “momenti dello spirito umano” (la nostra amata Musa, riaccende forti emozioni, quasi ricordi viventi,) e questo principalmente spiega il loro alto contenuto di universalità. La poesia è rievocazione del passato, rivelazione del presente e anticipazione del futuro. Ma la poesia è anche: “èst lughe e amore”, “è luce e amore”, come spiega lo scrittore Pietro Casu in un’epistola poetica in quartine inviata al poeta sardo improvvisatore, Antonio Cubeddu, di Ozieri.
Per concludere vorrei riportare un bella poesia di Antiogu Casula, meglio conosciuto in arte come MONTANARU, che è un famoso poeta sardo in vernacolo, au...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. CANTICI DEI TEMPI ANDATI
  4. Dalia
  5. Brigata
  6. Ballata
  7. Baròre
  8. Arzachèna
  9. Armir
  10. Berchidda
  11. Proserpina
  12. Computer
  13. Effimero
  14. San Lorenzo
  15. Lavoro
  16. Spaventapasseri
  17. Turbine
  18. Sentieri
  19. Alluvione
  20. Mucillagine
  21. Rondinella
  22. Giungla
  23. Spartaco
  24. Nonsolonero
  25. Stradivari
  26. Epitaffio
  27. Golfo
  28. Santippe
  29. Vagabondo
  30. Arcangelo
  31. Epigono,
  32. Apoleide
  33. Meritatamente
  34. Meteore
  35. Oltremodo
  36. Simpatia
  37. Senzalimiti
  38. Supercalifragilisticamente
  39. Ripristino
  40. Nassiriya
  41. Maitadue
  42. Ligabue
  43. Pianto
  44. CANTICI DEI TEMPI RECENTI
  45. Folies
  46. Retorica
  47. Rete
  48. Label
  49. Sera
  50. Ruggito
  51. Rèmore
  52. Rimembranze
  53. Caraibi
  54. Pazzia
  55. Surfinie
  56. Calliope
  57. Rose
  58. Zanzibar
  59. Serenità
  60. Amore
  61. Amarcord,
  62. Porcellum,
  63. Mobile
  64. Amnesie
  65. Palingenesi
  66. L’Aquila,
  67. Sommario