Piedimonte Matese: "Il mistero della casa sul ponte"
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Piedimonte Matese: "Il mistero della casa sul ponte"

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Piedimonte Matese: "Il mistero della casa sul ponte"

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Informazioni sul libro

Ho sempre avuto paura della morte, alcuni giorni la sentivo col fiato sospeso su di me, fissavo l'oscurità aspettando che lei arrivasse. Ero terrorizzata da lei… Ma quel giorno di settembre, quella luce che illuminò la mia strada, mi ha permesso di superare ogni paura nel rispetto dell'amicizia. Ricordo il giorno in cui tutto ebbe inizio, ormai erano giorni che avvertivo un ansia in me. Quella pressione, che avvertivo quel sabato sera malgrado tutto avrebbe cambiato per sempre la mia vita…

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788891136909
Argomento
Letteratura
Categoria
Teatro

SESTO GIORNO

«Contessina, si svegli! Contessina!»
Sara aprì gli occhi e fu delusa di non trovare Victor; Angela intanto le stava preparando l’abito per il matrimonio.
Come ogni mattina Angela l' aiutò col bagno, le raccolse i capelli in alto e le lasciò cadere qualche ciocca ribelle sul viso. La truccò con colori chiari e delicati che illuminavano il suo viso. Scelse un rosso vivo per le sue labbra.
Angela aiutò Sara,a indossare quel maledetto busto in cui non riusciva a respirare; era una tortura, i piedi le dolevano dal giorno prima e il suo ginocchio era tutto ammaccato. Sorrise al pensiero della sua amata nonna che le mancava da morire; avrebbe tanto voluto abbracciarla e raccontarle tutta la sua avventura, era certo che al suo ritorno le avrebbe creduto. Fu invasa dalla nostalgia di casa ma non poteva piangere, doveva essere lucida e attenta al minimo dettaglio sospetto.
Angela scelse un vestito di colore rosa antico, con pizzo e merletti che le fasciava dolcemente il corpo senza mettere in mostra tutte le sue curve perfette. Il suo decolté era vertiginoso e per attirare di più l’attenzione Angela le mise al collo una collana di pietre preziose; l’ultima goccia s'incastrava nel centro del suo seno.
Scelse un paio di scarpette rosa con merletti.
«Angela, sarà una tortura indossarle.»
«Si fidi contessina, non si accorgerà di averle.»
Nell’alzarsi Sara aveva creduto di vedere la prima stella del mattino ma non fu così; erano brutte ma comode, baciò Angela e lei sorrise.
«Contessina, ora guardi com’è bella. Manca solo un ultimo tocco di profumo».
Sara era senza parole, si voltò e le sorrise.
Entrò nella sala grande dove, c’erano già gli ospiti per il matrimonio. Al suo passaggio le persone si voltavano.
Victor seguì gli sguardi e la vide.
Era bellissima nel suo abito color rosa.
Il suo interlocutore gli parlava ma lui non ascoltava una sola parola; si scusò con i suoi ospiti e le andò incontro. Le baciò la mano e le chiese di seguirlo in giardino; uscirono sotto lo sguardo incuriosito degli ospiti e di Rosa. Lei li guardava allontanarsi e pensò che il suo Victor si volesse scusare, con Sara per il suo comportamento indecoroso di qualche giorno prima.
Lontano dagli sguardi dei curiosi, Victor le disse: «Sara, io non voglio che tu parta. Io ti amo e ho deciso di rompere il mio fidanzamento con Rosa. Vorrei che tu mi sposassi».
«Victor…»
«Non dire nulla, Alessia e Andrea conoscono le mie intenzioni e ci concedono la loro benedizione. Ti prego, dimmi di sì. So che tu mi ami.»
«Io provo amore per te ma…»
«Non terminare la frase, ti aspetterò stanotte nel mio studio.»
Poi la baciò e rientrò in casa lasciandola sola in giardino a riflettere. Sara allora decise che durante il banchetto, approfittando della confusione, avrebbe messo la lettera nello studio.
La chiesa di Santa Maria Maggiore era bellissima e piena di fiori. Andrea era agitato.
L’organo iniziò a suonare un dolce Ave Maria, Victor accompagnò Alessia sull’altare, orgoglioso di lei.
Alessia era bellissima; il suo abito era di seta pura con perle e ricami intrecciati, il soffice velo le copriva il viso emozionato.
Victor la consegnò ad Andrea con un bacio di benedizione per gli sposi.
Andrea le alzò il velo, che cadde sulle sue spalle come un candido tappeto di neve che ricopre la terra nelle gelide giornate d’inverno lasciando un non so che di magico.
Tutto sembrava perfetto.
Sara e Victor si guardavano emozionati.
Di tanto in tanto Victor faceva segno ai suoi uomini per capire se Lorenzo fosse in giro. Per fortuna non si vedeva e tutto andò bene finché Sara non sentì su di lei uno sguardo che le provocò brividi di terrore. Lentamente si voltò nella direzione dell’uomo che la fissava; era basso, brutto e col viso pieno di bozzi. Era disgustoso. Come se l’uomo avesse letto quella frase nei suoi occhi, si voltò e per tutta la funzione non la guardò più.
Il banchetto nuziale durò tutto il giorno; ci furono balli, giochi, stornelli, canzoni, tanto cibo e per finire arrivò una cantastorie.
Alessia si avvicinò a Sara con quell’uomo grasso, brutto e vestito come un carciofo.
«Sara, ti presento mio cugino Maurizio.»
«Contessina è un vero piacere, lei è bellissima.»
«Signor Conte.»
L’uomo si congedò comprendendo il disgusto di Sara. Lei rabbrividì perché quegli occhi le avevano lasciato una sensazione gelida, quasi glaciale.
Alessia si voltò verso Sara:«
Ho parlato con Victor; anche se mi dispiace per Rosa, io voglio la felicità di mio fratello».
«Alessia, ma…»
«Tu ami Victor, lo capisco da come lo guardi. Ora ti devo lasciare, mio marito mi cerca.» Le diede un bacio.
Victor afferò, Sara per un braccio e la trascinò in quei balli ridicoli che lei non conosceva, le sembrava di essere stupida perché era troppo abituata ai lenti e al rock. Lui rideva felice.
«È il colmo che una contessa, che non sappia ballare, prima che ti sposi sarà meglio che ti insegni a ballare così al nostro matrimonio non mi farai sfigurare.»
La condusse in un angolo della sala e si concesse baciandole la mano. Sara lo guardava nel suo vestito di merletti e calzettoni da zampognaro; non era ridicolo, anzi le dava un certo non so che di affascinante. Si rese conto di amarlo più di Bruno. Come avrebbe fatto a vivere senza di lui! Pensava a una soluzione eppure non sembrava esserci rimedio; lei non poteva vivere in quel luogo e lui non poteva vivere nel futuro.
Fu una giornata bellissima. Nel tardo pomeriggio Alessia si congedò dagli ospiti per prepararsi alla sua prima notte. Fu accompagnata dalla domestica.
Sara, approfittando del frastuono per i festeggiamenti, era andata nello studio. Posando le lettere vide il suo ritratto semicoperto e lo sbirciò. Victor aveva iniziato a colorare i suoi occhi e i suoi capelli le sembrò, davvero che le avesse rubato l’anima. Agganciò le lettere vicino alla tela e si diresse verso la camera. Vide Alessia che attraversava il corridoio e decise di seguirla senza farsi notare.
D’improvviso, Lorenzo comparve dal suo nascondiglio.
«Alessia.»
«Lorenzo va via ti prego. Ricordati della nostra vecchia amicizia, fallo per Victor.»
«Come puoi parla...

Indice dei contenuti

  1. COVER
  2. FRONTESPIZIO
  3. COPYRIGHT
  4. PREMESSA
  5. LA CASA STREGATA
  6. 1799 - PRIMO GIORNO
  7. SECONDO GIORNO
  8. TERZO GIORNO
  9. QUARTO GIORNO
  10. QUINTO GIORNO
  11. SESTO GIORNO