Le avanguardie musicali nazionali ed internazionali ed il socialism
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Le avanguardie musicali nazionali ed internazionali ed il socialism

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Le avanguardie musicali nazionali ed internazionali ed il socialism

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Vengono analizzate le spinte innovative delle avanguardie del '900, in particolare di quelle musicali, in rapporto ai condizionamenti politici dei regimi totalitari dell'URSS e del Nazionalsocialismo tedesco.

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Informazioni

LE AVANGUARDIE ARTISTICHE

Le pressanti istanze di revisione critica del passato e di cambiamento, non potevano non coinvolgere anche il mondo degli artisti. Così il ‘900 è anche il secolo delle avanguardie nel campo della letteratura, della pittura e scultura, dell’architettura e della musica con loro proclami e manifesti. Si tratta di una pluralità di movimenti culturali con una molteplicità di proposte di espressione formale, ma tutte hanno a fondamento il disagio del presente insieme ad una forte critica dell’organizzazione sociale e politica.
Si ha il Futurismo, il Manierismo, l’Impressionismo, l’Espressionismo, il Dadaismo e in musica la Dodecafonia, la Musica seriale, Aleatoria, Concreta, Gestuale, Elettronica ed il Teatro musicale d’avanguardia46. E quest’ultimo acquista una rilevanza particolare perché utilizzando musica, testo, scenografia, canto e recitazione diviene mezzo ottimale per la diffusione di messaggi a contenuto sociale e politico, con la possibilità addirittura di coinvolgere attivamente il pubblico.
E’ un teatro fortemente impegnato nel progetto di una sorta di rifondazione della vita sociale e politica, con degli gli artisti che si sentono investiti da una missione epocale di rifondazione ideologica e sociale.
Fino agli anni ’50 le avanguardie sono rappresentate da figure fondamentalmente isolate come Schonberg che intorno al ’30 emigra negli USA, come fanno anche Stravinshij, Webern, Dallapiccola, Petrassi, Messiaen.
Dagli anni ’50 si sviluppa una koinè internazionale su presupposti ideologici e linguistici comuni, fino al teatro musicale degli anni ’70-80 che assume una esplicita connotazione di politica marxista. Si ha un intenso scambio di idee e di progetti fra gli artisti anche di campi diversi, con la nascita di collaborazioni appassionate e di riviste47.
Avanguardia nasce come termine militare per indicare chi è in avanscoperta nelle operazioni belliche e a fine ‘800 viene usato per indicare gruppi politici portatori di una ideologia rivoluzionaria.
Agli inizi del ‘900 viene fatto proprio da diversi gruppi letterari ed artistici che nascono subito dopo la prima guerra mondiale: è l’Avanguardia storica o prima Avanguardia degli anni ’30- ’50. Ma già poco dopo la seconda guerra mondiale affiora la Neo-avanguardia con una intensa attività negli anni ’60-’70 e un declino progressivo per l’affiorare a fine secolo di ulteriori disagi ed altre istanze espressive in questa era che da filosofi e storici è definita era del postmoderno.
L’Avanguardia storica.
L’avanguardia storica ha come palcoscenico le città europee più importanti ed attive sul piano culturale: Parigi, Berlino, Monaco, Zurigo, Milano, Mosca.
L’humus culturale è il profondo disagio e la crisi d’identità della propria collocazione sociale, politica e culturaleDomina una forte tensione e necessità di cambiamento, una ricerca di nuovi modi di concepire non solo l’Arte, ma la società stessa nelle sue articolazioni socio-economiche e politiche. Si elabora una netta condanna del capitalismo e della mercificazione della società che contamina anche la letteratura e l’arte. Si condannano le case editrici ed il loro strapotere, come gli allestimenti di mostre e le organizzazioni di concerti.
Si sviluppa la polemica sulla riproducibilità dell’opera d’arte tramite la fotografia e la registrazione su nastro che trova come grandi antagonisti Adorno e Benjamin.
Adorno come scritto sopra, è certo della negatività della riproduzione dell’opera d’arte e fa riferimento soprattutto alla musica, sostenendo la necessità che la musica si ritiri in una specie di roccaforte per un gruppo ristretto di intenditori, mentre Benjamin vede della positività nella diffusione della musica anche registrata e diffusa mediante le trasmissioni radiofoniche perché in questo modo può raggiungere le masse. A prevalere è l’idea del pericolo incombente di un inquinamento della società da parte del capitalismo che riduce ogni cosa a merce di consumo, spegnendo le coscienze. Ormai si parla di “società di massa” che è massa acritica,indirizzata inconsapevolmente al consumo.
Quindi in uno scenario siffatto, per gli intellettuali ed artisti delle avanguardie diviene imperativo l’impegno, tramite l’arte, di svegliare le coscienze delle masse popolari addormentate in una tragica e pericolosa acquiescenza.
L’Arte deve mettere da parte le forme tradizionali di espressione, figlie di un passato da rinnegare perché responsabile dei disastri delle guerre, della borghesia capitalistica e delle ingiustizie sociali e sperimentare ed inventarsi nuove forme di espressione adatte ad esprimere la complessa caoticità dei tempi, elaborando proposte nuove, adatte ad indirizzare il progresso in termini di giustizia sociale.
E’ un fiorire di Officine artistiche tutte impegnate nello sperimentare e nella proposta di una nuova visione politica del futuro.
Successivamente molti studiosi noteranno che lo sperimentalismo esasperato finì con il produrre poche opere di rilievo e, per contro, molte produzioni artistiche sconclusionate, schizofreniche, incomprensibili al pubblico. Una produzione in gran parte non supportata da una effettiva ricchezza creativa e veicolo di idee spesso confuse ed incoerenti.
Riteniamo che un elemento che non andava trascurato in termini di riflessione critica, fosse quello della frequente e manifesta insofferenza del pubblico, fino alla derisione ed a proteste anche forti.
Ma le Avanguardie procedevano imperterrite ed incuranti della non risposta del pubblico, con le loro proposte ed i loro Manifesti, veri e propri proclami, indirizzati ai contemporanei ed ai posteri con i quali si intendeva comunicare la decisa condanna del passato socio- politico, culturale ed artistico, perché quest’ultimo contaminato dalle furbizie borghesi e capitalistiche.
E’ imperativa la proclamazione di una sorta di abiura delle forme espressive artistiche tradizionali e la enunciazione della nuova visione dell’assetto sociale per la cui realizzazione è necessario cavalcare la Storia, indirizzandola verso il progresso socialista.
Un cavalcare la Storia e non un esserne sopraffatti in modo passivo. Nella maggior parte delle avanguardie si sviluppa una visione filosofica ed estetica dell’arte come espressione necessariamente connessa alla realtà sociale ed alle sue problematiche, per cui domina il principio che non possa esistere vera arte se è sganciata dalla realtà socio-politica, indulgendo in meccanismi di ispirazione soggettivi ed intimistici: vera arte è discorso sulla realtà e sulla necessità del cambiamento nella direzione del socialismo.
Sono poche le Avanguardie che hanno una visione rivoluzionaria anarchica, priva di un progetto politico preciso, mentre in generale si ha una commistione fra tensioni artistiche e socio-politiche e in tutta Europa un rincorrersi di movimenti di Avanguardia interagenti fra di loro:
- Il Formalismo russo degli anni ’20 fu una corrente estetico letteraria molto influente sul piano culturale che poneva in primo piano la Forma letteraria, ossia le Parole in quanto tali al di là dei contenuti. Le parole considerate evocatrici magiche di suggestioni con il loro suono sganciato dalla necessità di senso.
Non avendo un progetto sociale in generale, né un proposito di adesione in qualche modo al socialismo sovietico, fu inevitabile lo scontro perdente con il partito comunista, negli anni ’30. Influì nello sviluppo dello strutturalismo. Ebbe come massimi rappresentanti Viktor Sklowski e Roman Jakdeson.
- Il Fauvismo, da fauves ossia belve in francese, fu avanguardia soprattutto pittorica dei primi del ‘900 e uno dei maggiori esponenti fu Matisse. E’ caratterizzato da una espressione artistica che privilegia colori violenti, intensi, dissonanti, sganciati dal reale e finalizzati a comunicare emozioni. Viene considerato una forma di espressionismo ed è caratterizzato da una vivace riflessione e critica socio-politica
- L’Espressionismo, anch’esso movimento di avanguardia dei primi del ‘900, riuscì ad esprimere in modo considerevole la propria visione estetica in tutte le manifestazioni dell’arte: dalla letteratura, alla pittura, al cinema, alla musica.
L’opera d’arte è la esplicitazione del vissuto soggettivo dell’artista, della sua interiorità: è la soggettività emozionale che permette di comunicare la ribellione dell’anima nei confronti della materia che imprigiona e vela l’essenza delle cose.
La maggior parte degli espressionisti dà alla propria arte anche un significo di tipo sociale e politico di forte critica nei confronti della borghesia capitalistica e dello scientismo concepito come funzionale alla borghesia.
In pittura si ha Edward Munch con la sua famosissima opera “l’Urlo” che è un grido disperato contro tutto ciò che opprime l’Anima. In Italia si hanno, fra gli altri, Aligi Sassu, Giacomo Manzù, Renato Guttuso e sul versante letterario si assiste a tutto un fiorire di riviste, da “Hermes” del 1904 fondata da G. A. Borgeseche parla della necessità di un’ arte “vitale e pagana” a cui aderiscono i Guido Gozzano, Aldo Palazzeschi, Marino Moretti, a “La Voce” di Prezzolini,” Il Leonardo di Papini e Prezzolini, “il Verri”.
In letteratura l’espressionismo esprime la propria visione e necessità estetica con una scrittura frammentata e ricca di componenti autobiografiche. Vi aderiscono Papini che parla di “nuova arte interna”, Bacchelli, Campana, Boine.
In Germania l’espressionismo è molto attivo e fecondo sul piano della produzione artistica. A Dresda nel 1905 nasce Die Brucke ( “Il ponte”)che prende il nome dal “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche in cui si parla di un “ponte” fra il presente ed un futuro di compiutezza esistenziale. Il gruppo ha sede in un quartiere operaio di Dresda e si caratterizza anche per la forte tensione di critica socio-politica nei confronti dell’esistente.
Accoglie i pittori Muller, Kirchner, Heckel, Schmidt-Rotluft che vengono tutti raffigurati in un olio su tela di Ernst Ludwig Kirchner nel 1925, dal titolo “I pittori della Bruckell”. La loro è una pittura caratterizzata da colori accessi e da linee aguzze, da immagini vivaci di nudi, da, ballerine, e scene circensi il tutto come ad esprimere le tensioni della propria interiorità. Famoso il quadro “Le cinque donne per strada “di Kirchner del 1913 che raffigura donne in una squallida strada di Berlno con pellicce e cappelli piumati, dai volti assenti e sperduti nel nulla ad indicare la solitudine e la impossibilitò di comunicare. E’ tutta una estetica volta a porre attenzione ai vissuti interiori e molto critica nei confronti della razionalità disumanizzante dell’Occidente.
Fra il 1911 ed il 1914 a Monaco di Baviera nasce il secondo gruppo espressionista, il Der Blaue Reiter ( il cavallino azzurro o cavallino blu) per iniziativa di Vassilij Kandinskij e di Franz Mark. Il nome, il cavallino azzurro, è un richiamo per Kandinskij alle immagini dei cavalieri delle fiabe e per Marc è un riferimento alla sua passione per i cavalli visti da un punto di vista estetico come simbolo di vigore e di bellezza, mentre il colore azzurro è quello preferito da entrambi48.
E un cenacolo artistico a cui partecipano pittori ma anche scrittori e musicisti fra cui Arnold Schoenberg, Alban Berg, Anton Webern, Alexander Scriabin. Molto intensa la sintonia sul piano artistico fra Kandinskij e Schoenberg 49.
Il Der Blaue Reiter nasce come movimento spiritualista e simbolico supportato dalla necessità di interrogare la propria interiorità vista come guida sicura nell’atto di decifrare sé stessi ed il mondo, che necessita di un linguagg...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. SOMMARIO
  5. MUSICA E POLITICA
  6. IL NOVECENTO SOCIALE, POLITICO, ARTISTICO
  7. LE AVANGUARDIE ARTISTICHE
  8. Le avanguardie ed il realismo socialista dell’URSS
  9. Le avanguardie ed il nazionalsocialismo tedesco
  10. Considerazioni conclusive: politica, arte, creatività
  11. BIBLIOGRAFIA