La teologia della pace nel primitivo cristianesimo
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La teologia della pace nel primitivo cristianesimo

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La teologia della pace nel primitivo cristianesimo

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Il presente lavoro offre a tutti i lettori, edotti e non in materia di letteratura patristica, una panoramica della teologia della pace secondo i Padri apostolici. In questo resoconto vengono tratteggiate le linee di approccio a tale tematica, analizzandone secondo una progressione cronologica e contenutistica dei documenti inerenti il periodo subapostolico.

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788891159601
1. La pace nell'archè
La riflessione sulla pace nell'archè è appannaggio esclusivo di Clemente Romano. Egli infatti invita la sua comunità a volgere lo sguardo a Dio Padre onnipotente, nel quale viene identificata la meta della pace:
Corriamo verso la meta di pace dataci fin dal principio e guardiamo il padre creatore di tutto l'universo. Attacchiamoci ai doni e ai benefici della pace, magnifici e sublimi. 3. Contempliamolo con il pensiero e guardiamo con gli occhi dell'anima la grande sua volontà.5
Clemente senza dubbio fa riferimento a Gen 3, e precisamente quando Dio, avendo creato il mondo, si accorse che ogni cosa creata aveva un posto nell'universo perchè ordinata alle altre, in quanto nessuna cosa, uscita dalle sue mani, era in contraddizione con le altre, ma tra loro regnava una relazione di pace e di armonia cosmica. Dio fin dall'archè ha creato il sabato, perchè in questo giorno di pace egli contemplava il frutto della sua creazione con gioia e con soddisfazione, perchè ogni cosa da lui ordinata segue il suo corso di vita in sintonia con le altre. Da tutto quanto Egli ha creato si intravede la pace del creatore: solo da un creatore buono e pacifico possono derivare, come sua copia, cose buone e piene di armonia, come lo è l'intero universo. Clemente aggiunge che Dio è stato equanime verso ogni creatura, dando a ciascuno il suo per evitare contese tra queste: “Consideriamo quanto sia equanime verso ogni creatura”.6
Dio viene contrassegnato da Clemente Romano equanime perchè dà ad ogni cosa creata il suo, cioè imprime a queste il loro sistema oggettivo di vita. Egli, in poche parole, plasma gli esseri dando loro la forma dovutagli, attribuendo a ciascuno di loro la propria e singolare virtù familiare (οἰκείᾳ ἀρετή). Strettamente connessa all'identità di un essere è la virtù familiare, perchè Dio, forgiando gli esseri secondo una forma, attribuì loro o meglio impresse immediatamente una virtù finalizzata a realizzare ciò per cui sono stati creati, per cui ad ogni essere creato Dio ha dato una virtù particolare che lo contrassegna come tale distinguendola dalle altre, ma non in contrapposizione con queste. Presso i greci la virtù familiare denotava ciò che è conforme ad ogni essere, la sua caratteristica vitale.
Tutte le cose create, prosegue Clemente Romano, ricevono da Dio un loro proprio e specifico corso perchè, ubbidienti, si sottomettono alla sua volontà, imitandone la sua armonia nella concordia:
I cieli che si muovono secondo l'ordine di Lui gli ubbidiscono nell'armonia. 2. Il giorno e la notte compiono il corso da lui stabilito e non si intralciano a vicenda.3. Il sole e la luna e I cori delle stelle secondo la sua direzione girano in armonia senza deviazione per le orbite ad essi assegnati. La terra, feconda per sua volontà, produce abbondante nutrimento per gli uomini, per le fiere e per tutti gli animali che vivono su di essa, senza riluttanza e senza cambiare nulla dei suoi ordinamenti. 6. La massa del mare immenso che nella sua creazione si raccolse nei suoi antri, non supera I limiti posti, ma come fu ad esso ordinato, così agisce. 7. Disse infatti: “Fin qui tu verrai, e I tuoi flutti si infrangeranno in te stesso” (Giob 38,11).8. L'oceano senza fine per gli uomini e i mondi, che sono oltre, sono retti dalle stesse leggi del Signore. 9. Le stagioni di primavera, d'estate, d'autunno e d'inverno si susseguono in armonia una dopo l'altra (…).7
Ogni cosa è ordinata secondo un fine e agisce secondo l'ordine impresso dal creatore, indipendentemente dalla sua volontà: il mare non può valicare i limiti posti dal creatore, la terra obbedisce all'ordinamento impartitogli dal creatore, producendo il debito nutrimento per gli esseri che vivono su di essa. A questa legge di vita, applicata da Dio a ogni creatura, è collegato l'atteggiamento pacifico di questa non solo con le altre, ma anche con gli elementi terrestri e celesti: tra le creature, le cose terrene e celesti intercorre una relazione di concordia e di pace:
Questo ordine di pace e di concordia, impresso da Dio a tutte le creature, non è limitato all'evento protologico della creazione, ma anche, sempre per Clemente, a quello soteriologico: “ Il creatore e signore dell'universo dispose che tutte queste cose fossero nella pace e nella concordia, benefico verso tutto e particolarmente verso di noi che ricorriamo alla sua pietà per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.8
___________________
5 CLEMENTE ROMANO, Lettera ai Corinti 19,2-3. Ed. crit. F.X. FUNK-K. BIHLME...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore
  4. Introduzione
  5. 1. La pace nell'archè
  6. 2. Le condizioni della pace
  7. 3. Cristo mediatore di pace
  8. 4. La pace nella Chiesa
  9. Bibliografia
  10. Indice