Riflessioni con vuoto a perdere
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Riflessioni con vuoto a perdere

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Riflessioni con vuoto a perdere

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Informazioni sul libro

Da esperienze di vita nascono queste riflessioni verbali, con inserti visivi, che l'autore consegna a chi legge e lo avverte che il contenitore (o meglio il vuoto) gli scivolerà via così come "le ceneri che il fuoco ha creato".

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788891162014
Argomento
Letteratura
Page 3
Questa breve, ma intensa silloge che Giuseppe Raffiotta affida alla pubblicazione, volendola condividere con i suoi lettori, costituisce un itinerarium, lucido e sofferto, di un discidium amoris, vissuto con la malinconia di una tempra umana, intrisa di doloroso rimpianto. La perdita di un amore è sempre dolorosa e produce una fortissima lacerazione interiore. Se poi essa si verifica quando “la stella del viver…si appressa “ inevitabilmente” al suo tramonto”, per dirla con il poeta Vincenzo Monti, essa lascia un senso di profondo smarrimento che nell’animo indubbiamente più fragile, ma certamente più aperto alla speranza, di un giovane, in genere non si riscontra. Insomma, qui si vuol dire che la maturità, anziché stemperare il cocente senso di perdita, acuisce e radicalizza il turbamento interiore, perché lo inscrive nel più amaro e più profondo contesto della vita che fugge e si sbriciola fra le dita.
Tutto ciò, se è vero, può indurre, talora, anche a forme di esacerbato disperante dolore interiore, ma Giuseppe, a mio avviso, si sottrae a questo rischio perché il suo animo profondamente dolente riesce tuttavia a inscrivere la sua sofferenza di piccolo microcosmo, all’interno del respiro infinito dell’universo, sicché la sua poesia assume i tratti della poesia cosmica, come i grandi poeti riescono a fare , da Lucrezio a Leopardi fino a Pascoli, per citare alcuni grandi padri di questo genere di poesia.
Così, l’esperienza esistenziale di Giuseppe riesce a sfuggire ai rischi di un autobiografismo, sempre apprezzabile, ma comunque di ampiezza limitata e soggettiva, per oggettivarsi in una dimensione universale, che è poi la cifra più significativa della vera poesia:
Non ci sei, ma ci sei ancora
non ho perduto tutto, ma solo una parte.
Non mi appartiene il tuo respiro,
ma posseggo la tua idea.

La tua vita prosegue ed anche la mia
ma non percorrono le stesse strade
e in due direzioni diverse e forse opposte
corrono sotto lo stesso cielo e le stesse stelle.

E questo, illudendomi, mi basta.
Inoltre è apprezzabile nella poesia di Giuseppe un uso fantasmagorico del colore, che tanto ci suggerisce riguardo alla gioia di vivere insopprimibile (come nella lirica La vita è bella), che il nostro poeta avverte , malgrado il tarlo dolorifico che lo strugge:
Lo spettro della luce

Un prisma lucido colpito dal sole
risplende nelle sue tre facce
con colori vivi e lucidi.

Colpisce pareti,
Page 3
che luccicano con riverberi
rossi, verdi, gialli e blu
e rimandano e rinviano.

Il gioco di colori creato dalla luce
e voluto dalla mete.

La luce si spegne,
il prisma è fermo………..
e tutto tace………………
e la mente ripete i colori,
giallo, blu, rosso e verde.

Verde, giallo, blu e rosso.
Rosso, verde, giallo e……
Infine va sottolineato con forza che nella poesia di Giuseppe non c’è posto per la rassegnazione priva di speranza. Infatti il processo di riflessione sul dolore, lungi dal prendere le facili scorciatoie dell’autocommiserazione o della rimozione, imbocca piuttosto la strada maestra dell’interiorizzazione e l’amore che è perso (come non ripensare al Catullo di quod vides perisse perditum ducas?), ma tuttavia non è perso inesorabilmente, ma continua a vivere, in un abbraccio inestricabile , proprio perché sottratto alla vita reale, nel cuore del poeta:
E se così fosse

Se senza la tua presenza fisica
mi basta che ci sei
come pensiero e come idea.

Ora ho capito che esisti
perché sei in me
e niente e nulla mi potrà staccare
dal tuo pensiero e dalla tua idea.

Ci sei.
So che ci sei perché ti ho dentro di me
lontana dalla mia esistenza,
e senza se e ma, parole inutili,
chiudo gli occhi e sto con te.
Gaetano De Bernardis
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Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Copyright
  3. Frontespizio
  4. Captilo
  5. Riflessioni