Italo Calvino e il fantastico
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Informazioni sul libro

Il presente testo vuole essere uno studio attento degli scritti di Italo Calvino, specie quelli incentrati sui temi di: surreale, fantastico, favolistico e fiabesco. Un'analisi attenta e, allo stesso tempo, piacevole, in parte incentrata sulle origini del genere fantastico, dai fratelli Grimm ad oggi.

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788891160799

CAPITOLO SECONDO - IL FANTASTICO SECONDO CALVINO

1. PROFILO BIOGRAFICO
Italo Giovanni Calvino Mameli, o semplicemente Italo Calvino, nasce a Santiago
de Las Vegas, situata nell’isola di Cuba, il 15 ottobre 1923. I suoi genitori sono di
origine repubblicana e di stampo mazziniano. Lui e la sua famiglia giungono in Italia
nel 1925. Qui il fascismo viene vissuto attraverso un senso generale di rifiuto della
politica ma senza un particolare atteggiamento antifascista. A Sanremo Calvino vive
la sua infanzia e viene iscritto a frequentare una scuola valdese della città sanremese.
Calvino in un manoscritto inedito parla della prima volta in cui ha provato il
piacere della lettura: ‹‹lo provai abbastanza tardi: avevo dodici anni o tredici anni, e
fu con Kipling››41 autore del famoso Libro della Giungla 42:da allora in poi si dedicò a indagare se anche in altri libri avrebbe goduto della lettura.
Il Calvino adolescente inizia ad interessarsi del Fascismo, interesse alimentato non
dal desiderio di un’opposizione politica ma da un rifiuto di tipo estetico, che nasce
dal rinnegare ‹‹il culto della forza guerresca››43 che invece veniva molto esaltata dai
Fasci. Il fascismo però non verrà sempre visto da lontano da parte di Calvino: infatti
vi entra in contatto nel momento in cui diventa balilla, secondo l’obbligo scolastico
del tempo.
Una volta completato il liceo, si trasferisce a Torino, iscrivendosi all’Università
‹‹alla Facoltà di Agraria; lo fa controvoglia, come per saldare un debito morale verso
il padre››44; però, sebbene nato in una famiglia di scienziati -il padre era un agronomo,
mentre la madre era assistente di botanica all’Università- Calvino non si dedicherà
alla scienza perché si rende conto che i suoi veri interessi sono quelli relativi alla
letteratura, al cinema, interessi più di stampo umanistico-letterario che scientifico.
Eppure lo scrittore ligure rimarrà sempre affascinato dal cercare di capire le leggi che
regolano il mondo.
Nel 1944 entra nel Pci e aderisce alla guerra partigiana di cui lascia una
testimonianza positiva: ‹‹è straordinario come ci si abitua anche alla possibilità di
morire da un momento all’altro››45.
Si laurea in lettere nel 1947 e inizia la sua collaborazione con l’Einaudi, quando
questa era la casa editrice italiana di riferimento per gli intellettuali. Questa
collaborazione è durata fino al 1961, quando si è trasformata in una consulenza
editoriale esterna. Inoltre, il lavoro presso la casa editrice gli ha permesso di respirare
il clima culturale di quegli anni, di conoscere le nuove correnti di pensiero, e di
frequentare altri grandi autori del suo tempo, come Elio Vittorini, Cesare Pavese,
Natalia Ginzburg e Felice Balbo. Ed è proprio Vittorini, l’amico col quale diresse dal
‘59 al ‘65 ‹‹Il menabò››, che definisce la narrativa di Calvino intrisa di ‘realismo con
carica fiabesca’.
A partire dal 1951 fino alla metà del 1954, accadono diversi cambiamenti: nei suoi
scritti non ci sono articoli specificamente culturali e letterari, ma regna il silenzio
sulla critica letteraria e la poetica. Il 1954 è l’anno in cui la casa editrice Einaudi
affida a Calvino un compito abbastanza importante, quello di raccogliere le varie
fiabe regionali, alquanto intrise di forme dialettali e regionalismi, per riscriverle e
inserirle tutte insieme nel volume delle Fiabe Italiane46, dedicato all’attrice Elsa de’
Giorgi di cui si innamora durante una conferenza in cui legge il saggio Il midollo del
leone47. Lo scopo che si prefigge Calvino nel riscrivere le Fiabe ‹‹è improntato alla
“riduzione essenziale”, al prosciugamento del dialetto››48. Finalmente nel 1956 esce la
prima edizione delle Fiabe Italiane e, entro il 1958, Calvino assisterà a diversi
avvenimenti: ‹‹tra questi, l’uscita dal Pci, Il barone rampante49,[…] La nuvola di
smog 50 e molti racconti […] de Gli amori infelici››51.
Il 1959 è un anno importante per Calvino perché: vince il Premio Bagutta con I
racconti52; finisce la storia con l’attrice de’ Giorgi; esce il primo numero della rivista
‹‹Il menabò›› edito da Einaudi con uscita irregolare su cui Calvino stesso pubblica
alcuni suoi saggi; un viaggio della durata di sei mesi negli Stati Uniti d’America dove
si innamorerà della città di New York che contribuisce a dare ‹‹una carica nuova
all’energia della sua gioventù››53 ed è proprio nella Grande Mela che tiene conferenze
in cui legge alcuni suoi saggi come Tre correnti del romanzo italiano d’oggi54.
Negli anni Sessanta, Calvino inizia a prediligere la lettura di libri che riguardano il
mito, la cosmologia, l’antropologia. Nel 1963 pubblica La giornata di uno
scrutatore55 e Marcovaldo ovvero le stagioni in città56: con queste opere si chiude una fase della sua vita e se ne apre una nuova. In particolare lo Scrutatore è considerato
‹‹il più antiromanzesco dei libri di Calvino››57. Visita il Messico, poi si trasferisce a
Roma e rinnova il suo ruolo di scrittore attraverso il ‘racconto cosmicomico’, un
genere letterario in cui combina due aggettivi, ‘cosmico’ e ‘comico’. Tale genere si
riscontra nelle Cosmicomiche58. Dopo la morte di Vittorini avvenuta nel 1966,
Calvino decide di continuare a condurre ‹‹Il menabò›› anche se da solo. Per quanto
concerne la rivoluzione del Sessantotto, egli lancia un atteggiamento di protesta
perché secondo il suo parere personale tale rivoluzione non è stata capace di
rinnovare l’azione politica. Relativamente alla lingua, invece, cresce il suo desiderio
per la letteratura italiana, ma il ’68 è l’anno che pone fine alla scrittura di racconti
‘cosmicomici’ ed è a questo punto della sua vita che Calvino ‹‹comincia gli
esperimenti di narrativa combinatoria con le carte dei tarocchi››59 e perciò pubblica Il
castello dei destini incrociati60 all’interno del volume Tarocchi61.
Nel ’74 inizia la sua collaborazione colla testata del ‹‹Corriere della sera››.
Nel 1979 esce Se una notte d’inverno un viaggiatore62, collabora con il quotidiano
‹‹La Repubblica›› e nei primi anni Ottanta si concentra a rivalutare e a correggere il
suo passato.
Punta poi verso la città di Parigi dove soggiornerà fino al 1980. Qui incontra
Gianni Celati, con cui si diverte a scambiarsi delle idee, diventando così il suo
interlocutore più assiduo. Negli anni Ottanta Calvino è inquadrato nell’ottica di
essere un saggista. Nel 1982 riceve il premio World Fantasy Award. Nel 1983 da alle
stampe il volume Palomar63 e poi pubblica i saggi raccolti in Collezione di sabbia64 e le Cosmicomiche vecchie e nuove65.
Infine, dopo aver tenuto varie conferenze, muore a causa di emorragia cerebrale
nella notte compresa tra il 18 e il 19 settembre del 1985 e viene sepolto nel cimitero
di Castiglione della Pesc...

Indice dei contenuti

  1. INTRODUZIONE
  2. CAPITOLO PRIMO - DEFINIZIONE DI FANTASTICO
  3. CAPITOLO SECONDO - IL FANTASTICO SECONDO CALVINO
  4. CAPITOLO TERZO - CALVINO E GLI SCRITTORI FANTASTICI
  5. Conclusioni
  6. Bibliografia