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Sulle ali della libertà
Informazioni sul libro
Sulle ali della libertà è la sua seconda raccolta di liriche. Già nel 2011, con Il mio sguardo sul mondo (Edizioni Giuseppe Laterza), conquistò le simpatie dei lettori, per le riflessioni e l'intensità dei versi. Un binomio di raffinatezza e di denuncia delle angustie terrestri. Alessandro sferza e accarezza, mostrando capacità di analisi e prontezza di spirito. Comunicare è un suo bisogno primario come a voler infrangere il muro dell'indifferenza che attanaglia il prossimo. C'è una pianta sempre verde alla sua finestra: è la speranza e profuma più della menta di montagna, il roseto della vigna. L'enunciato è un aquilone "sospeso in aria / tra mare e terra". La sete di libertà convive con la consapevolezza della realtà che ha sapore agrodolce. Nei testi la freschezza e la genuinità pascoliane affiancano l'"ingannevole apparenza" che "l'occhio attento" percepisce. Dal letto di dolore, Alessandro contempla, ammira, considera, intesse paragoni. Incoraggia a tuffarsi "nel mare della vita" e a non temere le avversità.
Domande frequenti
Informazioni
sospeso in aria
tra mare e terra
domina sulla spiaggia…
ma del volatile non ha neppure le sembianze;
forse crede
di poter volare liberamente come un gabbiano
tra mare e terra,
o di poter sfrecciare
come una rondine
nel cielo terso d’azzurro…
non può:
è trattenuto da un filo
quasi invisibile
nelle mani di un bambino.
tenta di elevare l’aquilone
più in alto…
della sua illusione,
inconsapevole che,
anche se non ci fosse quel filo
o se il bambino mollasse la presa,
non sarebbe libero
di volare
ma sarebbe solo preda
dei capricci del vento
che lo sbatterebbe chissà dove.
con il suo aquilone,
e forse crede di dominare il vento,
quell’unica forza che,
libera e incontrastata,
detta le regole del gioco,
costringendolo a tenerlo a bassa quota
o permettendogli di farlo volteggiare più in alto,
e lascia che si trastulli nella sua illusione…
ma non del vento:
può controllare il suo giocattolo di carta
ma non governare quel soffio incondizionato
senza il quale quel gioco non sarebbe possibile
e lui non potrebbe divertirsi.
come noi dovremmo fare con la nostra vita…
allentando il filo
e tirandolo a noi
nelle avversità,
quando le folate sono tanto impetuose
che minacciano di strapparci via il nostro aquilone,
mentre la tensione del filo tra le dita
causa dolorose ferite
da sopportare con audace umiltà…
l’aquilone della nostra vita perché,
anche se non possiamo dominare
quella forza che permea,
e vivifica,
tutto l’universo,
possiamo,
e dobbiamo,
controllare sempre la nostra vita;
anche se non possiamo gestire totalmente
l’incondizionato slancio vitale universale,
siamo gli unici padroni della nostra esistenza
che è solo nelle nostre mani.
con il suo aquilone;
ora qualche metro più in là
ce n’è un altro
che vola più in alto…
ma non c’è competizione,
forse solo una sana emulazione:
i due aquiloni
non interferiscono tra loro,
e ciascun fanciullo
pensa solo
a rendere spettacolare il volo
del proprio giocattolo.
forse stanco di giocare,
ritira a terra il suo aquilone
e forse si culla
nella falsa certezza
di poter tornare a divertirsi domani.
Ma chissà se
ci sarà ancora quel vento favorevole
per farlo volare
nel cielo terso d’azzurro,
tra mare e spiaggia.
gli ombrelloni aperti da un bel po’
lì sulla spiaggia:
sembra un’altra tipica mattinata
come le tante
di questa calda estate,
ma è solo un’ingannevole apparenza…
Perché,
come in ogni angolo del mondo,
una giornata non è mai uguale a un’altra
anche qui,
su questo lungomare…
tra velocità e direzione del vento,
tra temperatura e umidità,
tra luminosità e intensità dei raggi solari
rifratti e riflessi
dalla superficie del mare;
e non è sempre e solo la stessa gente
a passeggiare caoticamente,
o a transitare rumorosamente,
su questo lungomare
mentre va distrattamente chissà dove,
incurante di quella distesa d’acqua
e non sono mai gli stessi neanche i pensieri
di chi percorre quotidianamente questa via;
e non albergano mai
esattamente gli stessi sentimenti
nemmeno nell’animo di chi,
camminando lungo quel sentiero stretto,
si dirige abitualmente,
ogni giorno con spirito diverso e rinnovato,
verso il mare,
verso quell’azzurro immenso
la cui bellezza è particolarmente apprezzabile da qui,
da questa veranda sul lungomare:
da qui si può ammirare
quel brulichio splendente
causato dall’incidenza dei raggi solari
su quella distesa azzurra;
quel mosaico
scintillante e sempre cangiante
di punti luminosi
che compaiono e si spengono istantaneamente
e sembrano prendersi gioco
dello sguardo distratto
che non riesce a coglierli;
quel riflesso sempre mutevole
che rivela il continuo movimento del mare
anche quando il vento troppo debole
non riesce neanche a provocare quelle increspature
che solo un occhio attento può percepire da qui…
il graduale e quasi irrilevante cambiamento di tinta
di quel mare
che si colora delle varie sfumature di azzurro…
lo spettacolo delle onde,
la più palese manifestazione
del perpetuo moto di quella sconfinata massa d’acqua;
quei flutti
che a volte sembrano voler minacciare la gente
che passeggia sul bagnasciuga,
e altre volte paiono danzare sulla superficie azzurra;
quelle onde
che non tornano mai
identiche a sé stesse
e che mai si ripetono
allo stesso modo,
come la vita…
sempre in movimento…
anche se a volte
la sua quiete apparente
sembra in netto contrasto
con la vitalità della gente
che lì sulla spiaggia si diverte,
forse distrattamente,
tra un vociare confuso
che si mesce al trambusto
di chi transita su questo lungomare
o di chi su questa via si affaccia.
in variabile ma permanente fluttuanza…
nelle ore più afose e assolate del pomeriggio,
quando il vento è quasi assente
e quando i raggi del sole
non generano alcun riflesso
sullo specchio dell’acqua,
quella superficie turchese
sembra piatta e inerte,
di una monotonia
che non comunica niente…
...
Indice dei contenuti
- Cover
- Frontespizio
- Diritto d'autore
- L’amore e la bellezza (presentazione di Anna Santoliquido)
- SULLE ALI DELLA LIBERTà
- Appendice
- Discorso sull’autonomia
- Discorso per convegno per fisioterapisti
- Ringraziamenti
- Indice