Startup Magazine - Le 101 novità del 2014 destinate a lunga vita
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Startup Magazine - Le 101 novità del 2014 destinate a lunga vita

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Startup Magazine Italia raccoglie in questo libro le 101 innovazioni, che nate nel 2014, avranno ripercussioni sulla nostra vita quotidiana nel futuro. La nostra rivista è un web magazine di informazione e approfondimento che fa parte del circuito internazionale degli Startup Magazine. La rassegna è frutto del paziente lavoro della redazione che ha selezionato le novità sociali, politiche, economiche e culturali destinate ad avere "vita lunga", discernendole così dal mare magnum del bombardamento mediatico e dalle meteore che scompariranno entro pochi mesi. Perché questa selezione? Perché è nel passato che si prepara il terreno per il futuro, e capendo quali sono quei semi che daranno avvio alle innovazione di domani ci si prepara a raccogliere i giusti frutti! Un anno particolare il 2014 dove la crisi ha costretto l’umanità intera a ripensare stili di vita, processi di lavoro, relazioni internazionali ma anche il concetto stesso di famiglia. La parola “crisi” viene dal verbo greco κρ?νω “separare”, utilizzato in riferimento alla trebbiatura, cioè all’attività conclusiva nella raccolta del grano, consistente nella separazione della granella del frumento dalla paglia e dalla pula. Da qui derivò tanto il primo significato di “separare”, quanto quello traslato di “scegliere”. Nel tempo il termine ha peregrinato in diversi ambiti concettuali, dalla religione alla medicina, dalla giurisprudenza alla politica, guadagnando un’accezione prevalentemente negativa. Ma la parola “crisi” indica sia una situazione problematica, delicata (per l’appunto critica), sia la necessità di fronte a circostanze ormai mature di operare una scelta, di saper discernere, di separare il buono dal cattivo. Noi di Startup Magazine crediamo che questa crisi multiforme (economica, politica, sociale, antropologica, locale e globale) segni il tempo di una scelta imminente, continua. Una scelta che richiede selezione e azione.. Con questo libro, infatti, ci piacerebbe coinvolgere i nostri lettori e aprire la strada a forum permanenti sul nostro blog system, forum caratterizzati dalla necessità di avere discussioni consapevoli dei fenomeni da trattare senza lasciare spazio alla chat compulsiva e superficiale che oggi purtroppo troppo spesso è usata per trattare argomenti complessi. Questo 2014 ci dice che è giunto il momento di salpare. Insieme

Domande frequenti

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Informazioni

Anno
2014
ISBN
9788891168894
Categoria
Sociologia
Nuove Idee
Il 2014 è stato un anno denso di idee e di ideatori! L'Italia si è rivelata, nonostante le solite voci scorate, un terreno fertile per gli startupper e per interessanti incubatori d'impresa. In questa sezione alcune interviste ai Ceo di quelle che noi consideriamo le imprese che stanno aprendo la strada al futuro: Domenico Rigattieri, Claudio del Gusto, Giancarlo Loiacono, Isabella Ratti e Amanda Archetti, Giuseppe Lucido e molti altri. E il minimo comun denominatore è sempre il web.
Qurami: la startup italiana che fa la
fila agli sportelli per noi
lug 11, 2014
Qurami è una startup italiana di successo che ha sviluppato un'app omonima per far guadagnare tempo nel quotidiano. Permette infatti di fare virtualmente la fila davanti agli sportelli, verificare l'attesa in tempo reale e avere notifica dell'avvicinarsi del proprio turno. Roberto Macina, il giovane ingegnere informatico di 30 anni, fondatore di Qurami, ci spiega come è nata l'idea per il suo progetto e soprattutto traccia qualche linea guida per tutti gli startupper che non devono smettere di credere nel Made in Italy!
Presentati
Mi chiamo Roberto Macina, ho 30 anni e sono laureato in ingegneria informatica. Ho lavorato per un breve periodo in una grande società di telecomunicazioni. Un giorno ho avuto un'idea: un'app che aiutasse le persone a non perdere più tempo in lunghe code. Nel 2010 ho fondato Qurami con altri due soci e, insieme a un team di validi collaboratori, siamo partiti in una straordinaria avventura imprenditoriale che ci sta dando grandi soddisfazioni.
Presenta la tua startup
Qurami è un'app gratuita per smartphone che permette di "prenotare" il posto in fila prendendo un numeretto "elettronico", verificare l'attesa in tempo reale e recarsi allo sportello quando si riceve una notifica all'avvicinarsi del proprio turno. È molto semplice da usare: si apre l'app e, dopo essersi geolocalizzati, si sceglie la struttura nella quale si deve andare; si verifica in tempo reale il numero esatto di persone in fila e il tempo stimato di attesa e si stacca il proprio numeretto che si inserisce perfettamente nel flusso ordinario dei biglietti cartacei presi in loco. Ovviamente il sistema può funzionare solo se le strutture stabiliscono una partnership con la startup.In questo modo si può aspettare il proprio turno con la libertà di dedicarsi a ciò che più si desidera. Oggi con Qurami gli utenti possono anche dare un feedback per il servizio ricevuto e condividere la propria esperienza. Contiamo di portare presto tante nuove funzionalità che, non snaturando la semplicità del servizio, lo renda sempre più vicino e utile a chi lo usa.
La più grande difficoltà che hai incontrato nello sviluppo del tuo progetto
La lentezza della burocrazia, anche nelle operazioni più semplici. I nuovi progetti imprenditoriali, soprattutto quelli digitali, sono spesso così innovativi e viaggiano a una velocità tale che occorre avere un quadro giuridico e amministrativo flessibile e al passo con i tempi.
Un consiglio per tutti gli startupper
Si dice spesso retoricamente di inseguire i propri sogni. Va bene, ma io aggiungerei che occorre anche riflettere attentamente sul percorso che si sta intraprendendo. Per un giovane imprenditore che fa sul serio non esistono orari o giorni liberi e bisogna essere pronti a sacrificare le proprie esigenze personali. L’entusiasmo e le buone idee non bastano. Serve tanta determinazione.
Un errore da non fare
Gli errori da non fare in realtà sono tanti: smettere di crederci, smettere di stare con i piedi per terra, smettere di ascoltare gli altri ma, allo stesso tempo, non ascoltarli troppo! Iniziare a pensare di essere arrivati o di essere sempre all'altezza. Arriva un punto in cui si deve fare un cambio di passo e, senza mettersi in discussione, non si cresce.
Cosa cambiare in questo paese per favorire le startup
Sento spesso parlare della necessità di cambiamenti culturali; secondo me però di cultura imprenditoriale nel nostro Paese ce n’è tantissima. Ciò che invece serve, a mio avviso, èprendere provvedimenti molto pratici per favorirla. Ad esempio, un primo importante passo sarebbe quello di rendere operative le detrazioni a favore degli investimenti privati e delle aziende nelle startup. Questo potrebbe incentivare il flusso di capitali verso le nuove realtà imprenditoriali in grado di creare innovazione e soprattutto posti di lavoro.
Tre motivi per continuare a fare impresa e credere nel Made in Italy
Negli ultimi mesi si stanno concretizzando delle ottime opportunità di business per noi in diversi mercati stranieri, eppure al momento non stiamo valutando di spostarci. Sono convinto che in Italia si possa fare impresa molto bene. I motivi di questo ottimismo sono diversi: un ecosistema startup che sta maturando, un mercato del lavoro che continua a offrire ottime competenze e, non ultimo, un crescente interesse da parte degli investitori verso il mondo delle imprese innovative e digitali.
Fonte: Repubblica.it
GuideMeRight: la startup che ti fa
vivere una città
lug 14, 2014
«Perché limitarsi a visitare una città quando la si può vivere?» Ruota tutto intorno a questo slogan il senso di GuideMeRight, una startup di servizi per il turismo fondata da Luca Sini (28), Pietro Pirino (32) e Andrea Zanda (32). La piattaforma permette e regola l'incontro e l'integrazione tra turisti e persone locali, consentendo così di valorizzare posti che spesso non compaiono nemmeno in testi o documentari. Con pochi click il turista potrà contattare una guida freelance locale in modo da creare per lui un percorso su misura in un luogo specifico. Il costo? Qualche decina di euro, ma il prezzo varierà a seconda della bravura e della competenza della guida (valutata dagli utenti della piattaforma tramite un sistema di rating).
Immaginate di andare in vacanza in un posto nuovo, a voi sconosciuto. Probabilmente vi affidereste a una delle tante guide turistiche e, se proprio voleste avere la certezza di non perdervi nulla, vi rivolgereste a un'agenzia di viaggi per pianificare tempi e itinerari. Eppure, molto probabilmente, al ritorno vi accorgereste di non avere visto proprio tutto, mancava qualcosa. È successo a tutti almeno una volta. Perché solo guidati dalla gente del posto si possono scoprire cose non convenzionali, diverse, alternative. A superare questo ostacolo ci hanno pensato i ragazzi di Guide me right, la prima piattaforma social italiana per le vacanze intelligenti. Tutto è nato molto velocemente: Luca Sini, giovane sassarese, appena dodici mesi fa si è presentato allo startup weekend di Cagliari, ha illustrato la sua idea innovativa e ha convinto tutti. Lui e i suoi "soci", il designer Pietro Perino e lo sviluppatore Andrea Zanda, hanno ottenuto i primi fondi per mettere in pratica il progetto (grazie a un bando della Regione Sardegna, cofinanziato dall'Unione europea e dedicato proprio alle startup). I tre sono stati ospitati dall'Open Campus Tiscali e dall'incubatore Net Value per lavorare concretamente allo sviluppo e alla messa in rete del sito e hanno toccato con mano il mondo delle startup americane frequentando la startup school di Mind The Bridge in Silicon Valley.
Un anno vissuto intensamente che ha portato alla nascita di una piattaforma web e di un'app per mobile pronte per essere lanciate, promettendo di segnare un punto di discontinuità col passato quando si tratta di organizzare una vacanza. Il funzionamento è banale quanto rivoluzionario: l'obiettivo è quello di far incontrare viaggiatori e persone che abitano nel luogo di destinazione. Ogni amico locale che si registra si mette a disposizione del turista proponendo un elenco di attività, visite, posti da vedere o semplicemente da vivere. Il turista potrà scegliere tutta l'offerta o solamente alcune delle iniziative proposte dall'amico locale, in base al tempo che ha a disposizione o al proprio stile di vita: dalle cose prettamente turistiche (escursioni, itinerari, musei, monumenti) a quelle non propriamente comuni (mangiare in un ristorante non indicato nelle guide piuttosto che andare in posti dove nessun tour operator vi manderebbe). Solo così ci si potrà sentire veramente inseriti nella comunità locale. È proprio questo il lato social del progetto: avvicinare persone che non si conoscono e che vivono a centinaia se non a migliaia di chilometri di distanza e metterli in contatto per condividere il tempo libero.
La domanda di fondo che ha spinto Luca e soci a gettarsi a capofitto nel progetto è stata la seguente: "Cosa farei fare a un amico che mi viene a trovare?". Ne è nato lo spunto per rinnovare una professione e aumentarne, parallelamente, il bacino d'utenza. Partire da un'offerta per così dire tradizionale e spingersi verso una dimensione più sociale. Il funzionamento è semplice: una volta scelta la destinazione, il viaggiatore vedrà i profili degli amici locali (tutti filtrati e selezionati dallo staff di Guide me right, così come le attività offerte) e sceglierà le opzioni che più si avvicinano alle sue esigenze e alle sue tasche. Ecco perché accanto a veri e propri esperti del settore divertimento (i cosiddetti utenti professional) che danno maggiori certezze, la piattaforma è stata aperta anche ad accompagnatori non professionali, provetti 'ciceroni' che tentano, da una parte, di guidare i turisti in posti diversi e, dall'altra, di guadagnare qualcosa conquistandosi nel tempo un proprio spazio nel ramo vacanze. Perché un servizio si paga e tutti avranno il loro prezzo: si va dai 15 euro l'ora (per gli amici professional) ai 5 euro l'ora per le guide amatoriali. Ma tutto può cambiare molto velocemente, dipende dai giudizi della community. Gli amici locali, infatti, saranno costantemente sotto esame e verranno inseriti in un ranking sempre aggiornato. In base ai feedback lasciati dagli utenti e dalla posizione occupata in classifica la guida non solo potrà attirare un maggior numero di utenti ma sarà anche autorizzato ad aumentare la propria tariffa. Del resto dappertutto il meglio si paga, è la legge della domanda e dell'offerta.
Per il momento il progetto è pronto per partire in versione sperimentale sul territorio sardo, quello conosciuto meglio dai fondatori. Un test importante in un periodo, come quello estivo, in cui l'isola diventa uno dei centri turistici per eccellenza. Se, però, tutto andrà secondo i piani da settembre Guide me right sbarcherà anche nel continente e tenterà di mettere radici nelle altre regioni italiane. Anche perché l'obiettivo è ambizioso e si chiama Expo 2015: Luca, Pietro e Andrea non vogliono lasciarsi sfuggire l'occasione che dà l'evento milanese con l'atteso grande flusso di visitatori. Potrebbe essere il propulsore per far decollare la loro startup. Per dare un servizio alle persone esplorando territori nuovi, in tutti i sensi.
Fonte: La Repubblica
Luiss Enlabs: Italia terra di startup!
lug 17, 2014
Più di 2300 le startup iscritte al registro delle imprese. 130 i progetti giunti da tutto il mondo per partecipare al programma di accelerazione di Luiss Enlabs, la fabbrica delle start up nata nel cuore di Roma sopra i binari della Stazione Termini. 24 quelli selezionati. 6,6 i milioni di euro investiti fino ad oggi nei progetti (di cui 2,8 da LVenture). 200 i posti di lavoro creati. 59 il numero di startup da raggiungere entro il 2017 per arricchire il portafoglio di Luiss Enlab. Tanti, tanti numeri che fanno salire il termometro delle start up in Italia!
In Italia il termometro delle start up continua a schizzare in alto. Sono oltre 2300 quelle iscritte nel registro delle imprese e il numero è destinato a salire ancora visto che la febbre ormai contagia tutto il Paese e non solo. Lo dimostrano i 130 progetti arrivati da tutto il mondo per partecipare al nuovo programma di accelerazione di Luiss Enlabs, la fabbrica delle start up nata nel cuore di Roma sopra i binari della Stazione Termini. Di questi progetti ne sono stati selezionati sei che ora potranno contare su un percorso di sostegno, anche economico, per tentare il grande salto nel mercato. «È il segno che il nostro Paese è diventato un posto interessante per aprire una impresa innovativa», avverte Luigi Capello fondatore di Luiss Enlabs e di Lventure group, società che opera nel venture capital.
Cinque mesi per accompagnare le startup sul mercato
Sono sei le nuove start up che si vanno ad aggiungere alle altre 18 che hanno già partecipato ai programmi di accelerazione di Luiss Enlabs. Si tratta di sei idee di impresa innovativa – «tiassisto24», «filo», «tutored», «Instature», «Makeit Land» e «Slapped» - che puntano su app, piattaforme on line e device di largo consum...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore
  4. Indice
  5. Introduzione
  6. Articolo dell’anno
  7. Nuove Idee
  8. Impresa
  9. Sociale
  10. Politica
  11. Cultura