Dialoghi sulla morte... e sulla resurrezione
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Dialoghi sulla morte... e sulla resurrezione

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Dialoghi sulla morte... e sulla resurrezione

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I dialoghi sulla morte e risurrezione nelle Scritture proseguono quell'insieme di indagine sulla bellezza, sulla bontà, sulla verità e sull'unità contenuta nelle Scritture toccando la realtà della morte e la verità della risurrezione.

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Informazioni

Anno
2015
ISBN
9788891180414

LA MORTE DI ADAMO ED EVA

Socrate e Adamo tornano indietro, si voltano verso l’inchiostro che narra il monito di Dio all’uomo e alla donna unito alla sordità di questi ultimi. Da tale versetto comincia l’approfondimento del significato della morte da parte dei protagonisti dei dialoghi narrati fin qui, iniziando dal perché la morte è entrata nel mondo. I due scorrono insieme i primi capitoli del libro della Genesi e poi i loro occhi si posano sul comando di “morte” di Dio e sulla negazione di quest’ultimo da parte del serpente.
Adamo: “Môt tamût… Lô-môt temutûn[23]”.
Socrate: “Thánatos pothnésko… O thánatos pothnésko[24]”.
Adamo: Morire o non morire?
Socrate: Un dilemma tragico, Adamo. Paragonabile ai problemi fondamentali della filosofia, quelli dell’inizio. Di quel tempo in cui uomini come Eraclito e Parmenide riflettevano sull’Essere e sul Divenire.
Adamo: Già, un dilemma che ho incontrato leggendo alcune pagine di teatro che cercavano l’amore, pagine incontrate nel mio viaggiare di tempo prima che finissi qui. A dir la verità, anche se so bene che solamente la verità può dire se stessa, quell’inizio di sceneggiatura recitava “Essere o non Essere?”
Socrate: Essere… leggendo di filosofia si scopre che si può essere senza esistere.
Adamo: Quanto dici è patrimonio del popolo che discende da me, infatti, per il popolo delle Scritture Dio non solo è, ma esiste; tanto che se non ci fosse quest’ultima, visibile nei fatti d’Esodo e non solo, non esisterebbe fede ebraica.
Socrate: Capisco cosa vuoi dire, d’altronde quante volte si confonde l’essenza dell’uomo con ciò che comunica ovvero con la propria esistenza. Così si danno giudizi di superficie e si sprecano energie di vita.
Adamo: Uno spreco paragonabile a della morte.
Socrate: Hai ragione Adamo. Eppure, molti scelgono quantità enormi di tale morte, credendo di uccidere l’altro.
Adamo: Mentre ti ascolto mi accorgo che anch’io feci tale tentativo, non ascoltando la parola di Colui che mi ha creato ho cercato di ucciderLo, di toglierLo dal mio orizzonte, credendo piuttosto alla mia carne, a mia moglie.
Socrate: Forse le hai creduto proprio perché era parte di te, eri tu stesso.
Adamo: Sì, ora che ne parliamo è evidente, ho cercato di essere Dio, ma la mia origine è di terra e con tale origine sto ancora facendo i conti.
Socrate: Non ti abbattere Adamo. Proseguiamo piuttosto nella lettura per vedere con gli occhi e toccare con mano se la morte che tocca ogni uomo possa essere superata… vorrei quasi dire “vinta”.
Adamo: Ahhhhhh!
Socrate: Cos’hai Adamo? Perché urli?
Adamo: I miei occhi si sono posati sulla morte di mio figlio, di Abele.
Socrate: Lascia che legga anch’io. (Socrate legge il passo che narra l’uccisione di Abele da parte di Caino[25])
Adamo: Avevo quasi dimenticato tale morte, preso com’ero dal mio “destino”.
Socrate: Il passo è breve, mi sai dire il perché di tale fratricidio?
Adamo: Ho riflettuto per anni sul perché. Ho gridato, pregato e pianto, ma risposte certe non ne ho avute. So che la tradizione rabbinica che commenta le Scritture ha “inventato”, dunque trovato, alcune risposte, ma non mi hanno convinto fino in fondo.
Socrate: Quali sono tali ipotesi? Raccontamele.
Adamo: Parlano di un litigio tra i due per possessi di terra e di un’ingenuità di Abele che, dopo aver messo Caino a terra, lasciò che questi si rialzasse e, mosso a compassione, si distrasse finendo con l’essere colpito a morte dal fratello[26].
Socrate: Difficile da credere, eppure…
Adamo: Eppure cosa Socrate?
Socrate: Eppure la morte come parola ultima è talmente priva di senso che rimane difficile credere qualunque spiegazione riguardo agli inizi di tale… non riesco a trovare una definizione per la morte ed un sinonimo, a dimostrazione del fatto che la morte in qualche modo non esiste… filosoficamente parlando si intende.
Adamo: Mi sembri abbastanza confuso.
Socrate: Sì, ho perso il filo e non so come tornare agli inizi del mio discorso per poter esprimere la strada “giusta”… tutto riporta ancora una volta a quel “non essere” che non può essere, una tautologia che può esistere solo grazie alla vita nella sua pienezza. È quanto hai già ascoltato riguardo al bello e al brutto e/o al bene e al male.
Adamo: Quanto dici rende la morte quasi inevitabile.
Socrate: Se le Scritture di cui mi parli dicono la Verità e solo quest’ultima può dire se stessa, allora non v’è alcun dubbio, la morte era destinata a prender “vita” immediatamente dopo la tua creazione, Adamo. La tua e quella di ogni tuo figlio.
Adamo: Ciò mi rende meno responsabile? Non potevo rifiutare le parole di mia moglie e continuare a cibarmi di vita all’infinito?
Socrate: A questa domanda è difficile dare una risposta. Se è vero che hai iniziato la tua storia proprio con quel gesto e hai preso coscienza della tua origine di polvere, significa che prima tale coscienza non esisteva, era solo in potenza e così pure la tua responsabilità di morte.
Adamo: Sembri quasi un sofista Socrate, ma so bene che non lo sei, dunque le tue parole dicono il vero anche se tu non sei la Verità.
Socrate: Per questo motivo senti ancora il peccato dentro di te Adamo, perché io non sono la Verità e non posso toglierlo dalla tua esistenza.
Adamo: Credo sia meglio arrestare qui il giudizio sulla mia esistenza. Ciò che trovo utile ed importante ai fini dei nostri dialoghi, di quanto hai appena detto, è la coscienza della morte legata al peccato, dunque chi non ha tale coscienza e non teme la morte è in qualche modo un Adamo ricreato.
Socrate: Il tuo discorso è logico Adamo, meriteresti la cittadinanza greca per il tuo modo di pensare[27].
Adamo: Dunque, per quanto ho visto camminando attraverso la storia dei miei discendenti posso dire con certezza che i bambini non hanno il senso della morte, almeno per alcuni anni della loro vita. Da ciò ne deduco che ad un certo punto della loro vita ereditano il mio gesto d’origine con le conseguenze di morte di cui abbiamo parlato, direi che tale è il famoso peccato originale che tanto fa ancora discutere tra gli uomini che affermano di essere “cristiani”.
Socrate: Ora che mi parli di bambini ricordo che anch’io li ho osservati a lungo, cercando di raccogliere pensieri di ricordi seduti ai bordi della mia ...

Indice dei contenuti

  1. INTRODUZIONE
  2. PROLOGO
  3. ATTRAVERSANDO DEI LIBRI
  4. ATTRAVERSO L’ESISTENZA
  5. DELL’INIZIO DELLA VITA E DELLA MORTE
  6. LA MORTE DI ADAMO ED EVA
  7. LE LACRIME DI GESU’