Analisi critica dell'articolo di Einstein_ITALIANO
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Analisi critica dell'articolo di Einstein_ITALIANO

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Analisi critica dell'articolo di Einstein_ITALIANO

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In questo articolo del 1918, suo unico sul paradosso degli orologi, Einstein tenta di rifasare l'orologio rimasto indietro ricorrendo alla "induzione gravitazionale" che lui stesso ha introdotta nel campo gravitazionale con la Relatività Generale. Ma questo campo non esiste e, comunque, i numeri non tornano giusti in alcun modo.

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Informazioni

Anno
2015
ISBN
9788891196811
Categoria
Fisica
SEZIONE SECONDA.
CONTRADDIZIONI NELLA RECIPROCITA’ DEI RALLENTAMENTI ORARI.
Faremo ora l’analisi delle contraddizioni che emergono nei rallentamenti orari simmetrici voluti dalla RR, confrontando gli orologi della fig.1, che fissano la realtà di base vista da KA, con quelli delle quattro figure che rappresentano il punto di vista di K’B nelle quattro eventualità da noi prospettate. Anche qui però riporteremo i carnet annessi alle varie figure perché essi espongono in una maniera diversamente espressiva l’evoluzione oraria di A0 e B0 e degli orologi che essi incontrano.
Fig. 1 CARNET DI BASE ottenuto in KA: identico in Lorentz ed Einstein.
Riportiamo di nuovo il carnet della fig.1 di base con evidenziati i valori orari di A0 e B0 nei tre istanti indicativi: del primo incontro, dell’inversione del moto (a sinistra per A0 e a destra per B0 ) e del secondo incontro:
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Fig. 2 TEORIA DI LORENTZ. La fig. 2 , e quindi il carnet che le compete, esattamente come nella prima sezione, sono in tutto coerenti con la fig 1 e il suo carnet, per cui omettiamo di riesporne a parole la situazione.
Fig. 3 RELATIVITA’ RISTRETTA: SIMMETRIZZAZIONE CORRETTA.
La fig.3 mostra che - attuata la simmetrizzazione corretta, con l’inversione del moto all’incontro di B0 con mA+100 come stabilito in KA - stante la reciprocità dei rallentamenti orari voluti dalla RR., all’inversione del moto, cioè a metà esperimento, mA0 segna 8’ e B0 segna 16’ per cui al secondo incontro segnano rispettivamente mA160 e B320 che non sono affatto i valori registrati in KA .
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Questa dunque è quella pesante contraddizione nelle indicazioni orarie che scaltramente viene edulcorata come “paradosso” degli orologi, in quanto ritenuta risolubile. Qui bisogna dire con chiarezza che Einstein era perfettamente consapevole dell’esistenza di questa contraddizione quando nel suo discorso afferma che l’orologio U1mA0, considerato in moto, ritarda rispetto ad U2B0 considerato in quiete. L’argomentazione di E. quindi non nega affatto che la RR produce la contraddizione ma propone un fenomeno fisico estraneo alla RR ricavato dalla RG capace di operare dinamicamente su U1mA0 per ridargli la fase oraria che deve avere al suo secondo incontro con U2B0 .
Fig.4 RELATIVITA’ GENERALE: SIMMETRIZZAZIONE CORRETTA.
Il fenomeno fisico escogitato da E. per rifasare l’orologio U1mA0 consiste nella azione di un campo gravitazionale Gr il quale, durante il tempuscolo della accelerazione necessaria per l’inversione del moto di U1mA0 , determina in esso un salto in avanti delle lancette descritto dalle parole: “l’andare avanti (gravitazionale) risulta pari al doppio del restare indietro (relativistico) nelle fasi 2 e 4”: le fasi inerziali dell’andirivieni. Naturalmente questo fenomeno va applicato all’evento descritto da E. nella sua simmetrizzazione scorretta da noi riportata nella fig.5. Ma noi per completezza di indagine lo applicheremo anche al caso della simmetrizzazione corretta già vista nella fig.3. Della quale quindi riproponiamo il carnet applicando la regola di E. all’indicazione oraria di U1mA0 all’atto del suo ritorno verso U2B0. In essa i 40’ attribuiti a U1mA0 sono gli 8’ conquistati nella venuta più i 2(8+8)=32’ dovuti alla azione del campo Gr di Einstein:
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Come si vede bene dalla fig.4, e in modo anche più diretto dal suo carnet, l’andare avanti di 32’ previsto da E. non è sufficiente a rifasare U1mA0 alla ora di 64’ che deve indicare al secondo incontro con U2B0 .
Facciamo notare che in questa simmetrizzazione il valore 32’ di U2B0 è coerente con quello reale stabilito in KA. Facciamo notare anche che stranamente anche U1mA0 sarebbe arrivato al valore giusto dei 64’ se nella regola di E. si fosse potuto inserire il fattore 3 al posto di 2. Ma, come vedremo tra poco nello sviluppo del calcolo algebrico, questo non è assolutamente possibile.
Il tutto ovviamente dando per realmente esistente il campo Gr che invece non esiste affatto come vedremo bene nella ultima sezione.
Fig.5 RELATIVITA’ GENERALE: SIMMETRIZZAZIONE SCORRETTA.
Nella fig.5, infine, applichiamo il campo Gr alla descrizione dell’evento in K’B che abbiamo visto essere diverso da quello base in KA per la diversa modalità dell’inversione del moto tra i due sistemi. Con ciò applichiamo la regola di E. all’indicazione oraria di U1mA0 che è arrivato a coincidere con B-100all’atto del suo ritorno verso B0 in cui gli 80’ sono i 16’ dell’andata più i 2(16+16)=64’ dovuti al campo Gr:
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Prima ancora di vedere il risultato finale ottenuto da Einstein (completamente fuori misura), già a metà corsa si può arguire che i due orologi alla fine non potranno mai segnare le ore dovute perché alla inversione del moto di U1A0, U2B0 considerato in quiete, già segna l’ora 32’ che dovrebbe avere alla conclusione, alla quale quindi avrà il doppio dell’ora necessaria. E analogamente U1A0 all’ inizio dell’inversione del moto segna 16’ per cui, applicando la regola di E. si trova che l’importo dell’andare avanti durante l’inversione del moto (pari al doppio del restare indietro nelle due fasi inerziali) solo esso già impegna tutti i complessivi 2(16+16)=64’ che U1≡A0 dovrebbe raggiungere a fine corsa, alla quale quindi segnerà un’ora molto in eccesso.
In particolare dunque la figura 5, e il carnet correlato, mostrano che, secondo il calcolo di E., alla loro seconda coincidenza: U2B0 segna 64’ mentre U1A0 segna addirittura 96’, in totale disaccordo con la registrazione base ottenuta nel sistema-regolo K≡A in cui i numeri sono: 32’ per U2B0 e 64’ per U1A0. Le due coppie di numeri non combaciano in nulla e quindi la contraddizione non è risolta.
Ma qui sveliamo l’espediente “gabba minchioni” posto in essere da E.. Si tratta della circostanza singolare per cui le due coppie di numeri, cioè la coppia buona: 32-64 e quella non buona di E.: 64-96, pur essendo diverse, hanno però in comune la caratteristica di differire dello stesso importo e cioè, nel nostro caso, di 32’. Se dunque E. può imbastire un formalismo algebrico senza numeri che ottiene la stessa differenza algebrica tra le due visioni dell’evento, allora può dire – ma solo per i “minchioni” – che ha “ chiarito completamente il paradosso” che era stato proposto.
Anche qui; data e non concessa – ripetiamo: data e non concessa – l’ esistenza del campo Gr, della cui inesistenza ci occuperemo nella prossima ultima sezione, l’argomentazione di E. non risolve la contraddizione.
IRREALTA’ DEL SALTO IN AVANTI DI U1A0 .
Prima di esporre il calcolo algebrico di Einstein-Born, dobbiamo mettere in chiaro la assoluta irrealtà del salto in avanti dell’orologio U1A0 , necessariamente eseguito anche da B-100 che gli è contiguo..Di fatto parlare delle lancette di un orologio che fanno un salto in avanti di 64’ (nel nostro esempio, cioè di una buona oretta nei due secondi che può durare l’inversione del moto) è una cosa che appartiene al mondo delle favole, e affermata in un testo scientifico dove è in gioco la sopravvivenza di un paradigma fondamentale quale la relatività, è una cosa che offende il pudore del lettore serio.
Qui non parliamo della irrealtà di tutti gli anelli della catena causale che portano a questo fenomeno assurdo – dei ...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore
  4. Indice
  5. C'E' UN ARTICOLO
  6. INTRODUZIONE STORICA
  7. PREMESSE DI NATURA TEORICA
  8. PREMESSE DI NATURA OPERATIVA
  9. FIGURE DELL'"EVENTO".
  10. SVOLGIMENTO DEL PROGRAMMA
  11. SEZIONE PRIMA
  12. SEZIONE SECONDA
  13. SEZIONE TERZA
  14. CONCLUSIONE CRITICA
  15. INDICE DEI NOMI
  16. APPENDICI