Il concetto del peccato alle origini del cristianesimo
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Il concetto del peccato alle origini del cristianesimo

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Il concetto del peccato alle origini del cristianesimo

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Informazioni sul libro

Nel presente studio vengono illustrate le varie concezioni del peccato secondo i padri Apostolici.
Partendo dall'analisi dei testi subapostolici, l'autrice delinea i tratti basilari attorno ai quali ruota il pensiero dei padri Apostolici riguardo all'origine del peccato e al suo possibile superamento.

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Informazioni

Anno
2015
ISBN
9788893061735
Capitolo secondo
AL FONDAMENTO DELLA RIMOZIONE DEL PECCATO
2. Rimedi
2.1. Condizioni oggettive
Secondo Erma il peccato dei suoi figli può venire eliminato attraverso la remissione che proviene da Dio in quanto atto divino, a patto però che i suoi figli siano venuti a conoscenza delle parole di Dio:
Dopo che tu avrai fatto conoscere loro queste parole che il Signore mi ha ordinato che ti fossero rivelate, saranno rimessi loro tutti i peccati prima commessi.53
Alla base della remissione dei peccati precede la condizione soggettiva della recezione della Parola di Dio da parte degli stessi figli di Erma. Lo stesso Erma puntualizza che la remissione dei peccati dei suoi stessi figli avviene anche se i fedeli dopo il pentimento eliminano dal loro cuore “la dissociazione” col loro Dio: “a tutti i fedeli che hanno peccato fino a questo giorno, se si pentono con tutto il cuore e rimuovono dal loro animo la dissociazione”.54 In questo caso la remissione dei peccati consegue a quella soggettiva della dissociazione dall'animo dei fedeli.
Un'altra condizione oggettiva è il perdono dei peccati per coloro che si rifiutano di essere falsi profeti:
Non mettete a prova né giudicate anche il profeta che parla in tutto nello spirito; ogni peccato viene perdonato, questo peccato, invece, no.55
E' vero profeta colui che si comporta in concomitanza con quanto prescritto da Dio, mentre è falso profeta colui che presume di parlare al posto dello Spirito di Dio: “Non è profeta ognuno che parli nello spirito, ma se ha i modi del Signore; da questi modi sarà riconosciuto il falso e il vero profeta”.56
Inoltre Clemente Romano si serve del testimonium scritturistico di Sal 32,1-2 per sottolineare che sono beati coloro le cui malvagità sono state rimesse e coperti i loro peccati:
E' scritto: «Beati quelli cui furono rimesse le malvagità e i cui peccati sono stati coperti; beato l'uomo del quale il Signore non considererà il peccato».57
La remissione delle malvagità e la copertura dei peccati, effetti che si ripercuotono sul peccatore, provengono da Dio perché egli non solo non tiene conto dei peccati degli uomini ma neanche li froda, in quanto la sua parola non è menzognera.
Il positivo effetto che si ripercuote sull'uomo – l'effetto della remissione delle malvagità e quello della copertura del peccato – avviene a seguito della condizione oggettiva dell'atto salvifico di Dio, che fa sentire i suoi effetti mediante la remissione delle malvagità e mediante la copertura dei peccati.
La remissione dei peccati procede, secondo Clemente Romano, dalla immensa carità di Dio:
E disse Mosè: «Giammai, Signore. Rimetti il peccato a questo popolo, o cancella me dal libro dei viventi». 5. O grande carità! O perfezione insuperabile! Un servo parla con libertà al Signore, implora il perdono per il popolo o chiede di essere eliminato anche lui con esso.58
Restando sempre in tema di remissione dei peccati Erma sottolinea che il perdono dei peccati avviene a condizione che il peccatore scenda nell'acqua:
Signore, ho inteso da alcuni maestri che altra penitenza non si ha se non quella di quando siamo discesi nell'acqua e abbiamo ricevuto il perdono dei nostri precedenti peccati.59
In tal caso il battesimo, inteso in senso oggettivo, cioè il discendere nell'acqua, è una condizione oggettiva senza la quale non è possibile al peccatore ricevere il perdono dei suoi precedenti peccati. Sempre Erma aggiunge che la remissione dei peccati viene data a coloro che vengono resi consapevoli della loro condotta malvagia:
I tuoi figli, Erma, si sono rivoltati contro Dio (…). Inoltre hanno aggiunto ai loro peccati impurità e impasti di cattiveria. Le loro iniquità erano al colmo. 3. Fa conoscere queste parole a tutti i tuoi figli e alla tua consorte che deve essere per te una sorella. Anch'essa non frena la lingua con la quale fa la maligna, ma udendo queste parole si frenerà e avrà misericordia. 4. Dopo che tu avrai fatto conoscere loro queste parole che il Signore mi ha ordinato che ti fossero rivelate, saranno rimessi loro tutti i peccati prima commessi e a tutti i fedeli che hanno peccato fino a questo giorno, se si pentono con tutto il cuore e rimuovono dal loro animo la dissociazione.60
La conoscenza dei propri peccati e degli atteggiamenti condotti non in linea con quella che era la volontà di Dio divengono le condizioni oggettive, per porne il conseguente rimedio che è quello della remissione dei peccati. Anche la purificazione dei peccati figura come un altro rimedio, ma questa diviene possibile a condizione che Erma allontani da sé l'ira che ha effetti deleteri sia sui figli che sulla sorella: “Tu, Erma, non essere adirato con i tuoi figli né tralasciare tua sorella perchè siano purificati dai loro peccati di prima”.61 La guarigione dei peccati, aggiunge Erma, è conseguente alla preghiera: “Ma tu prega Dio ed egli guarirà i tuoi peccati, quelli di tutta la tua casa e di tutti i fedeli”.62
La preghiera è, perciò, secondo Erma, la condizione oggettiva senza la quale non è possibile la guarigione dei peccati. Anche l'Onnipotente, sempre per Erma, diviene la condizione oggettiva per dare rimedio al peccato che l'uomo ha commesso precedentemente: “C'è chi può dare un rimedio per il peccato commesso in precedenza: l'Onnipotente”.63 La cancellazione dei peccati, per il Figlio di Dio, è conseguente al patimento e al sostegno di molte fatiche: “Egli cancellò i loro peccati patendo assai e sostenendo molte fatiche”.64 La purificazione dei peccati, compiuta dal Figlio di Dio, comporta come effetto l'insegnamento delle “vie della vita”: “Egli avendo purificato i peccati del popolo insegnò le vie della vita, dando la legge ricevuta dal Padre”.65
La legge, che Cristo ha ricevuto dal Padre, viene a sua volta insegnata ai credenti a condizione che siano stati purificati dal Figlio dai peccati commessi. A partire da tale ottica la purificazione dei peccati assurge ad essere la condizione oggettiva, senza la quale non è possibile al Figlio insegnare le vie che portano l'uomo alla vera vita.
Alla stessa stregua del Figlio, che tramite il patimento dette ai peccatori la remissione dei peccati, coloro che soffrono per il nome del Figlio vengono risanati dai peccati:
Voi che soffrite per il nome, dovete glorificare Dio. Egli vi ha stimato degni di portare questo nome perché siano risanati tutti i vostri peccati.66
Ancora una volta per Erma la sofferenza per il nome del Signore assurge ad essere la condizione oggettiva per il risanamento dei peccati.
Non solo la sofferenza, ma anche la penitenza buona e pura unita alla perseveranza, diviene la condizione oggettiva per la cancellazione dei peccati:
Sono coloro che, ora, hanno ascoltato i miei precetti ed hanno fatto penitenza con tutto il cuore. Il Signore, avendo visto che la loro penitenza era buona e pura e che potevano perseverare in essa, ordinò che i precedenti peccati fossero cancellati.67
Similmente Policarpo invita i filippesi ad imitare la pazienza del Figlio di Dio e di sopportare ogni cosa per il suo nome, affinché possano avere la vita eterna:
Imitiamo dunque la sua pazienza e se soffriamo per il suo nome lo glorifichiamo. Questo è il modello che ci ha dato in lui e in questo abbiamo creduto.68
E' anche una condizione oggettiva per la copertura dei peccati la carità: “la carità copre la moltitudine dei peccati”.69 In particolare Clemente Romano spiega che la carità copre i peccati ...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Frontespizio
  3. Diritto d'autore
  4. INDICE
  5. Prefazione
  6. Introduzione
  7. Capitolo primo
  8. Capitolo secondo
  9. Conclusione
  10. Bibliografia essenziale